capitolo 8
Tutti i Passeggeri della Sezione Uno erano diversi dagli altri, chi per atteggiamento chi per abbigliamento. Tutti avevano qualcosa che gli altri non possedevano.
Tutti custodivano il segreto di quei vagoni.
Tutti seppero in un istante che anche lei sapeva, ma tutti la ignorarono; e questo, la stupì.
Si avviò deglutendo a fatica verso il vagone successivo.
Aveva parecchia strada da fare, e passo dopo passo si accorse di acquistare sempre maggior sicurezza, disinvoltura.
In poco tempo si ritrovò a passeggiare tranquilla tra le Cabine.
Darren dalla cuffietta le dava indicazioni e stranamente non l'aveva ancora distratta con qualcuna delle sue battute.
Lo percepiva stranamente serio, concentrato. Aveva una voce profonda, non roca e irregolare come al solito, ma controllata.
Le faceva uno strano effetto, non era abituata a collaborare così con lui, a sentirlo così sicuro e autoritario, ma allo stesso tempo alla pari, come un vero "collega".
Sospirò nel piccolo microfono chiedendosi che cosa avrebbe dovuto fare una volta raggiunto il punto centrale della sezione.
Non le avevano spiegato nulla di quella parte.
- Manca poco. Tieniti pronta...- la avvisò Darren dalla cuffietta.
Le annuì impercettibilmente per istinto.
Cominciò a notare che quelli che poco prima l'avevano ignorata, uno alla volta, si voltavano verso di lei.
Cominciò a sentire, in fondo allo stomaco, una sorta di brontolio, poi una nauseante sensazione causata dall'ansia e dalla paura crescente.
- Darren. Che cosa devo fare ora? - chiese in un sussurro al giovane che la guidava dal tetto.
- Stai ferma. Aspetta. Loro verranno da te- fu la risposta poco confortante, fredda e decisiva.
Obbedì e si fermò in mezzo al corridoio.
Fu una questione di pochi secondi: si trovò circondata.
- Ragazzina, cosa ci fai qui? - domandò un uomo di mezza età all'estremità del cerchio di Passeggeri che si era formato intorno a lei.
Anna dovette deglutire un paio di volte prima di riuscire finalmente a rispondere.
- Voglio incontrare il Capotreno- disse semplicemente, a gran voce.
Nessuno dei Passeggeri le rispose, tutti fecero largo a un unica figura: un giovane uomo.
Indossava una strana divisa, con tante stringhe e fiocchi, era molto colorato.
- Molto bene...- cominciò con un sorriso cordiale, - Sembra che abbiamo visite...-.
Anna immobile attendeva indicazioni da Darren.
- Chi ti ha mandata? - domandò l'uomo sempre con tono garbato.
Darren le sussurrò la risposta.
Lei rimase in silenzio però, incapace di esprimere una sola parola, ancora intenta a studiare colui che la fronteggiava, forte del suo sorriso gentile e dei suoi compagni.
Chi era quell'uomo? Chi era il Capotreno?
L'uomo le si avvicinò di qualche passo e sorrise, - Chi ti ha mandata? - domandò per la seconda volta.
Anna si riscosse e finalemente rispose, - Tuo figlio- disse.
L'uomo annuì, - Ancora? - domandò sarcastico a se stesso.
Poi si voltò verso i Passeggeri dietro di lui, -Mi chiedo per quante volte ci proverai ancora... Prendetela- ordinò poi freddamente.
Anna si ritrovò bloccata da tre energumeni senza aver il tempo di reagire. Gridò nel piccolo microfono e cercò di divincolarsi.
Darren cercò di parlare con lei ma le guardie le strapparono una delle cuffiette e non riuscì a sentire bene.
Ma non era nemmeno sicura di volerlo ascoltare ancora.
Aveva tradito la sua fiducia definitivamente. Non si era mai fidata troppo di nessuno ma loro l'avevano raggirata, manipolandola come volevano.
Mentre la portavano via rimpianse amaramente il giorno in cui aveva deciso di seguire un ragazzino sconosciuto nel sottotetto di un treno.
Combattè con forza contro le guardie che l'avevano afferrata, ma non riuscì a liberarsi.
Il Capotreno la guardò soddisfatto, - Mi sorprende che questa volta gli straccioni del piano di sopra abbiano mandato qualcuno con almeno un po' di tempra... Ragazza, dimmi un po', com'è la vita lassù? - chiese con un sorriso gelido il Capotreno.
Lei lo odiò più di quanto stesse odiando Darren o Mirko. Lo odiò nel profondo del cuore, capendo finalemente perché la situazione del treno sud non fosse mai migliorata, mentre nel treno nord tutti si godevano i risultati della fatica altrui.
Non si stupiva più oramai.
Aveva capito.
Aveva compreso la vera natura di quel mondo, governato da gente senza scrupoli, pronta a sequestrare una persona, un Passeggero, non appena si fosse avvicinato troppo alla visione della realtà.
- Non lasciate che i ribelli comunichino con lei... sapete cosa fare- disse con decisione ai Controllori.
Lei cercò di chiamare Darren ma lui sembrava sparito, non le rispondeva più; non le parlava più.
Poi però un gran fracasso alle loro spalle e delle urla le riempirono il cuore di sollievo.
Tutti i ribelli si riversavano dal soffitto nella Sezione Uno.
Mirko e Darren in testa, gli altri dietro, poco armati ma animati da un coraggio sorprendente si avventarono contro i Passeggeri del consiglio.
Il Capotreno non si scompose però, come se conoscesse già l'esito dello scontro.
Lei rimase immobile, ancora trattenuta dalle guardie, si accorse di avere le lacrime agli occhi.
Voleva che la salvassero, voleva che Darren andasse a liberarla.
Il giovane era poco lontano, si batteva con una spranga di ferro e si avvicinava man mano a lei, il suo sguardo era infuocato, ma anche pieno di fredda determinazione.
Raggiunse lei e il Capotreno senza difficoltà, affiancato da alcuni dei ribelli, - Padre... - sibilò con il fiato corto. L'uomo non si mosse, sorrise, - Figlio mio... cosa credi di fare? Tu e tutti i tuoi miserabili compagni, come potete pensare di poter sconfiggere un sistema centenario armati solo di spranghe di ferro? - chiese quasi con tono dispiaciuto.
Anna cominciò a dubitare della sanità mentale di quell'uomo, Darren strinse i denti, - Siamo qui per riprenderci i treni- disse minaccioso.
Il Capotreno rise, - Come pensate di fare? Mandando una specie di ostaggio a noi? E invadendo questa sezione? Sei un povero illuso, poco astuto anche- disse al figlio.
Darren fece un sorriso sghembo, indicò Anna, - Lei era per radunarvi tutti, distrarvi. Noi siamo qui per distrarvi- disse sicuro di sé e per la prima volta sul volto dell'uomo vide un'ombra di incertezza.
- Che cosa intendi? - domandò scrutando gli occhi del figlio come se non potesse riconoscerli.
- Il mio obbiettivo non è semplicemente liberare i passeggeri dal vostro controllo, ma anche da questa prigione di metallo... - rivelò infine.
Il Capotreno spalancò gli occhi e poi scoppiò a ridere, - Non potrai mai fermare il treno, non hai idea di come fare... non avete nessuna speranza- disse gelidamente.
Fece un cenno a una telecamera e da ogni angolo della sezione spuntarono puntatori e armi da fuoco.
Tutte si puntarono sui ribelli, che ancora combattevano con i passeggeri.
Darren si guardò intorno allarmato, Anna lo fissò sconvolta. Che cosa sarebbe successo? Sarebbero morti?
Se lo aspettava, non avrebbe mai dovuto lasciare il treno sud...
Il ragazzo però non sembrava così preoccupato all'idea di morire, come se ci fosse ancora qualcosa che lo confortava e di cui suo padre non era a conoscenza.
Sospirò, - Hai intenzione di ucciderci tutti? - domandò fissandolo.
Il Capotreno annuì, - Avresti dovuto saperlo. Hai condotto alla morte molti amici, avreste fatto meglio a rimanere nel buio del sottotetto...- disse rammaricato.
Le guardie la lasciarono andare e lei istintivamente si allontanò andando verso Darren.
Lui la guardò con uno sguardo severo, - Grazie per quello che hai fatto, è stato essenziale. Tutti i Passeggeri del treno sud ti saranno grati... - le disse e poi sorrise.
Suo padre alzò una mano e ognuno di loro venne colpito.
Anna non riuscì nemmeno a reagire al colpo, dritto in mezzo alla schiena.
Darren l'accolse tra le braccia dopo l'urto.
Poi, caddero a terra insieme e il buio li avvolse.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro