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capitolo 6

- Ovviamente, il sottoscritto- disse il giovane biondo e trasandato che sbucò solo con la testa dalla sua cuccetta.
Lei lo squadrò con disinteresse e leggermente irritata e per un istante si chiese perché la sua guida avesse scelto proprio quel ragazzo per accompagnarli.
Il giovane si stiracchiò e li guardò a testa in giù.
- Sì, in un impeto di generosità ho deciso di farvi da spalla durante il vostro viaggio- spiegò.
Anna sbuffò leggermente e si strinse nelle spalle, - Non aspettarti troppo entusiasmo. Sono ancora arrabbiata per la sveglia- gli disse.
Lui ridacchiò senza ritegno e scosse la testa, - È stato divertente... e comunque in pochi hanno la fortuna di passare un'intera notte a dormire - la informò saccente poi fece per ritirarsi sulla branda oscillante.
- Ultima cosa, mentre viaggiamo non chiamarmi Nicolas. Quello è solo il nome che usano qui. Fuori nei tunnel...  chiamami Micael- la avvisò poi sparì sul serio.
Lei rimase alquanto sconcertata e il suo umore, da quando era arrivata lì, non aveva fatto altro che peggiorare.
Non ne era sorpresa in realtà, ma si disse che dopotutto l'avevano aiutata e stavano continuando a farlo a modo loro.
Tuttavia la storia di Micael, o Nicolas, l'aveva presa un po' in contropiede.
- Mirko. Cos'è questa storia del nome diverso? - chiese in cerca di spiegazioni.
Il ragazzino si strinse nelle spalle, - Non ha mai rivelato a nessuno il suo vero nome. Lavorando per me sotto copertura nel treno nord... ha imparato ad avere molti nomi. Ora ne ha quasi uno per Sezione- le spiegò allegramente, - Mi è sempre piaciuta questa sua caratteristica-.
Lei scosse la testa.
- Non so come faccia a non impazzire...- sussurrò, - comunque... cavoli suoi- decretò infine.
- Quando partiamo hai detto? - chiese ancora con aria svogliata e allo stesso tempo eccitata.
Mirko sbuffò, - Te l'ho già detto: tra due giorni-.

La compagnia di Nicolas, o Micael, la innervosiva parecchio.
Quel ragazzo era dispettoso e presuntuoso, selvaggio. Non aveva nulla a che fare con il giovane occhialuto che con estrema gentilezza le aveva offerto una mano.
Mirko si beava dei loro battibecchi, privi di ogni utilità, e continuava a svolgere il suo ruolo di guida.
Il loro viaggio era iniziato tutto sommato bene, ma stava lentamente degenerando.
Avevano quasi finito le provviste, mancava ancora molta strada, non vedevano il cielo da giorni e il suo umore non era migliorato.
- Micael. Smettila! - lo riprese per l'ennesima volta esasperata dal comportamento del giovane dagli occhi verdi.
Ma lui sembrava più che sordo ai suoi richiami e continuò imperterrito a pestarle le scarpe.
- Sei proprio un bambino- gli disse con durezza e lui l'affiancò ridendo.
- Lasciami vivere la mia infanzia!- protestò leggero.
Lui sembrava l'unico entusiasta della situazione; Mirko li ascoltava in silenzio sorridendo arreso all'inevitabile.
- La tua infanzia avrebbe dovuto essere finita almeno dieci anni fa...- gli fece notare lei stancamente.
Micael sospirò, - Non ho avuto la fortuna di averne una, sai? -.
Lei scosse la testa, - Non venirmi a raccontare la tua storia tragica... ce ne sono molti come te- gli ricordò.
Lui annuì falsamente serio, - Sei una di quelli? - le chiese senza tatto.
Lei si strinse nelle spalle insensibile, - Chi lo sa. Di certo non sfrutto la mia condizione per giustificare un comportamento infantile e fastidioso- gli disse tagliente cercando di arginare i ricordi che quella domanda avevano risvegliato in lei.
Lui si fece serio e scosse le spalle.
- Rovini tutto il divertimento- esclamò esasperato.
- Guarda che io amo viaggiare e chiacchierare. Ma sono qui con uno scopo, voglio arrivare in punta al treno, e non ho intenzione di passare tutto il tempo a sopportarti- chiarì guardandolo di sottecchi.
Lui si strinse nelle spalle e la lasciò stare per un po'.
Guardandolo, si trovò a pensare che
Micael, o Nicolas, era un ragazzo strano.
I suoi occhi non ridevano mai, ma la sua bocca era sempre piegata in un sorriso sghembo. Non era un inno alla bellezza, ma i suoi tratti duri erano in qualche modo attraenti e il suo profilo deciso era ben riconoscibile anche nella penombra.
Aveva un carattere particolare tanto quanto il suo aspetto.
Lei invece, non aveva che un'idea di come fosse perché non si era mai specchiata, aveva sempre soltanto visto il suo riflesso nei finestrini.
Sapeva di avere i capelli castani e mossi e occhi scuri dalle ciglia lunghe.
Il resto era indistinto.
Per quel che riguardava il carattere però, pensava di essere piuttosto educata e decisa; sicuramente non rompiscatole, perché aveva imparato a stare sulle sue.
Lui arricciò le labbra e scosse la testa, - Sei incredibile. E Mirko è un pazzo- le sussurrò enigmatico.
Poi si chiuse in silenzio, fino alla tappa successiva.
Sembrava che si fosse offeso e le venne il dubbio di aver esagerato.
Poi si disse che in realtà non le importava e se ne dimenticò, concentrandosi sul ritmo dei passi e del respiro.

Mirko li bloccò a sorpresa un giorno.
Non seppe dire se fosse mattina o pomeriggio perché l'ultimo riferimento che avevano avuto era stato alla base.
Era comunque passato già molto tempo dalla loro partenza.
Ne era una traccia la barba incolta e folta che era cresciuta sul mento squadrato di Micael.
- Dove siamo?- chiese con curiosità crescente.
Il ragazzino la guardò solenne e severo, - Stiamo per entrare nell'ultima Sezione- le annunciò spezzandole il fiato.
Si sentì eccitata e allo stesso tempo impaurita e insicura. Voleva davvero andare oltre, vedere ciò che per molto tempo aveva cercato?
- Micael in questa Sezione ha un altro nome...- le suggerì ancora prima di entrare.
Lei si voltò lentamente cercando di capire ciò che quelle parole sottintendevano.
Squadrò il ragazzo dagli occhi verdi che aspettò pazientemente un verdetto, immobile e impassibile.
Lo fissò per qualche istante e lui le sorrise facendo un inchino.
Anna si ritrovò a fiato sospeso.
- Tu... non puoi essere... Lui - sussurrò sconcertata.
Mirko sorrise di fianco a lei.
- Grazie a lui ho trovato questo vagone, questa Sezione e la locomotiva... lui è stato il primo che mi abbia affiancato nella mia impresa. È lui uno dei promotori della rivolta. Ma...- si interruppe lasciandola nel dubbio, a fissare prima uno e poi l'altro incredula.
Micael o Nicolas o qualunque fosse il suo nome, fece uno dei suoi sorrisi sghembi.
- Il mio nome è Darren... sono il figlio di un Capotreno- rivelò con serietà, lasciandola letteralmente senza parole.

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