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capitolo 5

Mirko era sparito.
Emily e Noha sembravano russare della grossa.
Lei era stanca, ancora a stomaco vuoto, e in compagnia di quello che ricordava come un viziato e privilegiato passeggero del treno nord, che avrebbe dovuto, a rigor di logica, essere almeno una quarantina di Sezioni indietro rispetto a lei.
- Tu invece? Non mi sarei aspettato di trovarti qui. L'ultima volta che ti ho vista stavi correndo a gambe levate verso un posto di blocco- le disse leggermente divertito al ricordo.
Anna sbuffò leggermente.
- Mirko mi ha raccolta per strada...- disse senza troppo entusiasmo.
- Beh se l'ha fatto deve esserci stata una ragione. Non si aggiungono spesso dei membri alla banda, sebbene in giro per i treni i vagabondi non manchino- commentò lui pensieroso.
- Come ti chiami? - gli chiese, stufa di parlare con sconosciuti.
Il ragazzo fece un sorriso sbilenco, enigmatico.
- Chi lo sa? - le rispose, - Ci vediamo in giro, se vuoi dormire la mia cuccetta è libera. È la numero tre- le disse imboccando poi il tunnel che portava al treno nord.
- Odio questi tizi... sono così ospitali...- sussurrò mandando giù in due sorsate la bevanda energetica che le era stata gentilmente offerta.
Si guardò intorno indecisa, un po' timorosa e un po' incuriosita, poi si alzò e cercò tra le nicchie quella che le era stata indicata.
Non le sembrava molto educato invadere spazi privati, ma ormai aveva fatto l'abitudine e, nonostante la sua promessa, decise che avrebbe dormito al posto di quel simpaticone anonimo.
La cuccetta del ragazzo biondo era posizionata in un angolo tranquillo, semibuio, ma vicino alla finestra, ed era davvero particolare.
Il letto era formato da due bidoni divisi a metà e uniti a formare un sostegno per il materasso. La struttura era appesa con delle catene al soffitto e ciò faceva si che ad ogni scossone ondeggiasse leggermente.
Non aveva il cuscino e la coperta era ruvida e rammendata a mano in più punti, ma in complesso sembrava accogliente.
Le ricordava un po' casa.
Le cose semplici e rozze del treno sud.
Si raggomitolò con calma cercando la posizione migliore per addormentarsi e sbadigliando chiuse finalmente gli occhi.
Per la prima volta, dopo anni, si sentì di nuovo al sicuro.
La mattina successiva non avrebbe dovuto alzarsi per lavorare nè avrebbe dovuto temere di essere scoperta in casa altrui da un Cameriere diffidente.
Si sentì come quando era bambina e i suoi genitori la mandavano a dormire con un sorriso, proteggendola da quella che era per loro la dura realtà.
Sospirò e per un breve momento, come raramente faceva, si lasciò prendere dalla nostalgia di ciò che aveva abbandonato.
Una leggera malinconia scese su di lei prima del sonno, ma se non altro, quella notte sognò.

- Sveglia piccola vagabonda! Ho bisogno del letto- le urlò nelle orecchie il giovane dagli occhi verdi facendola quasi cadere dal materasso sospeso.
Si stiracchiò lanciandogli contro una serie poco consona di insulti e lo spintonò via.
- Che modi! Ti ho lasciata dormire tutta la notte sul MIO letto- le ricordò il giovane ridendo.
Lei lo fulminò con lo sguardo ancora assonnato e lo fece ridere ancora di più.
- Ti odio... non avevo mai dormito così bene...- sussurrò accasciandosi su un bidone con la pancia gorgogliante per la fame.
- Scusami, ma ho passato la notte in piedi e vorrei schiacciare un pisolino. Per la colazione, cerca Noha, ti darà la tua razione- la informò balzando sulla sua amaca di metallo.
Lo vide afferrare un libro da una piccola pila che aveva lì di fianco e prima che i suoi occhi gli si incollassero definitivamente addosso, si alzò per andare alla ricerca dell'uomo con la barba.
Lo trovò davanti ai monitor che fissiava in successione diversi video delle Cabine sottostanti.
- Noha...- cominciò esitante e l'uomo si voltò a guardarla.
A quel punto il suo stomaco brontolò.
- Colazione? - domandò senza darle tempo di spiegare, - Seguimi- le disse.
La portò verso la dispensa dove il giorno prima aveva visto Mirko abbiffarsi e diede un'occhiata a ogni contenitore.
- Ragazza... qui c'è la tua merendina. Tieni. Per i prossimi pranzi arrangiati, qui troverai tutto il necessario. La regola unica è: una sola cosa a pasto- le spiegò tranquillamente.
- Okay grazie...- disse lei un po' a disagio.
Ancora non aveva preso bene il ritmo di quel luogo così strano.
Ci avrebbe messo un po'.
Girovagò a lungo, dopo aver divorato la sua dose di cibo, alla ricerca di Mirko che sembrava averla abbandonata alla sua sorte in quel buco di gente fuori di testa.
Tutto era anormale per lei.
Ebbe la fortuna di incontrare Emily, così da riuscire a chiederle dove potesse trovare il ragazzino.
- Sai... non ho idea di dove trovarlo. A volte capita che sparisca per intere giornate... mi spiace non posso aiutarti- disse con aria spensierata.
Anna sospirò e tornò sui suoi passi fino all'ottagono. Si sedette di fronte alla finestra e studiò il passaggio sempre uguale che le scorreva veloce davanti.
Era sempre uguale, quello non era cambiato negli anni.
I tre treni non avevano mai smesso di viaggiare, mai avevano cambiato rotta.
Si chiese di nuovo che cosa si nascondesse tra quelle colline e quei boschi e decise che sarebbe stata quella la prima domanda che avrebbe fatto al Capotreno non appena l'avesse incontrato.
Non vedeva l'ora di ripartire.
- Anna! Buongiorno! - esclamò una voce giovanile.
Saltò in aria per l'ennesimo spavento e ringhiò contro il ragazzino divertito che le era comparso di fianco.
- Mirko... non farlo mai più- gli intimò facendolo ridere.
- Okay. Volevo solo avvisarti. Tra due giorni partiamo di nuovo. Nicolas verrà con noi- le comunicò con tranquillità.
Lei si voltò stupita, - E Nicolas chi sarebbe?-.

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