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capitolo 3

Si sdraiò stravolta per la fatica.
Osservò il soffitto scuro e le travi di ferro della struttura del treno.
Non avrebbe saputo dire quanti vagoni avessero già attraversato, non aveva potuto segnarseli.
Seguendo il giovane meccanico in quei cunicoli bui, aveva perso il senso dello spazio e del tempo e non riusciva ad orientarsi.
La cosa, oltre che preouparla, la stancava parecchio.
Inoltre, continuava a chiedersi chi fosse la sua piccola e silenziosa guida.
- Dove stiamo andando? - domandò in un soffio.
Il ragazzino si accucciò in un angolo di fronte a lei.
- In punta al treno- le rispose e un luccichio malizioso gli balenò negli occhi.
- Come ti chiami?- gli chiese ancora.
Il piccolo sorrise, - Mirko, treno sud, cercatore e ladro di professione. Capo della banda del tetto. Conosco questi vagoni meglio di chiunque altro e sono l'unico ad averli girati tutti- si presentò orgoglioso.
Anna spalancò la bocca per la sorpresa, - Hai visto tutto il treno? Il Capotreno? - chiese sbalordita.
- No, in realtà no, ma c'è una motivazione. Quando arriveremo a destinazione te lo spiegherò- le rispose.
- Va bene, ma...- venne interrotta da un suono sinistro alle sue spalle.
- Mirko, che cos'era?- chiese titubante.
Il ragazzino si strinse nelle spalle, - Niente di grave, qualche altro cacciatore, o forse un ladro o un criminale. Non lo so. Ma finché sarai con me non dovrai temere nulla- la rassicurò con voce gentile.
- Ora dobbiamo dormire se vogliamo riuscire a raggiungere la locomotiva... ci manca ancora molta strada- le consigliò coricandosi in una nicchia tiepida e comoda che sembrava fatta apposta per accogliere il suo corpo smilzo.
- Mirko, perché mi hai aiutata?- chiese prima che lui potesse addormentarsi.
- Beh... tra amici ci si aiuta...- fu la sua semplice risposta, appena bofonchiata nel sonno.

I due giorni successivi furono infernali.
Non si fermarono quasi mai e Mirko scese nelle cucine per fare rifornimento di viveri solo due volte.
In più avevano dovuto spostarsi dal treno nord a quello centrale e non era stato semplice.
Ancora ignara della vera destinazione, non poteva far altro che avere fiducia e tenere bene a mente il suo obbiettivo.
Il cunicolo che stavano attraversando era stretto e buio, faceva sentire il peso del fiato e la fatica del camminare, ma era l'unica via sicura al momento.
Il giovane ragazzino le aveva spiegato che giunti a un certo punto dei treni i controlli si fanno più severi e sfuggire ai Controllori poteva essere una vera impresa anche lì sopra.
Era capitato che, con l'aiuto dei meccanici, avessero fatto delle retate per catturare i delinquenti che si rifugiavano lassù. Quelli che erano stati presi erano spariti, nessuno aveva più avuto notizie di loro.
Era anche per quel motivo che il giovane cacciatore aveva deciso di passare la vita ad esplorare ogni angolo di quel gigante di metallo: per trovare gli amici che gli erano stati sottratti.
Quei racconti non avevano avuto solo la forza di turbarla infatti la sua voglia di conoscere era aumentata, la sua volontà si era rafforzata.
Voleva sapere di più sui treni, sul Capotreno, ma anche su quella fetta di umanità che aveva trovato un modo per sopravvivere in quei tre tetti bui e inesplorati.

- Anna... siamo quasi arrivati- la avvisò ad un certo punto Mirko fermandosi sopra una grata, unica fonte di luce.
I suoi occhi grandi riflettevano i neon e campeggiavano sulla faccia scura e sporca.
- Qui sotto si trova l'ultima sezione... di queste prime metà- le annunciò con un sorriso orgoglioso.
- Cioè? - chiese lei emozionata.
- Qui, siamo nella metà esatta del treno, al centro di tutto il sistema. La locomotiva si trova in testa alla metà che si trova di fronte a noi...ci metteremo qualche settimana a raggiungerla, ma d'ora in avanti sarà più facile. Ho molti amici qui che ci aiuteranno- aggiunse lasciandole lo spazio per osservare le corsie affollate sotto di loro.
Si sporse ad osservare i passeggeri ignari della loro presenza sopra la testa e sorrise divertita e affascinata. Quello era un modo strano di vedere il mondo; dall'alto era una prospettiva nuova che le piaceva molto.
- Sembrano così... - si interruppe non sapendo come definire le persone che vedeva passeggiare sotto di lei attraverso la griglia.
- In gabbia- disse per lei Mirko guardandola seria, - Se c'è una cosa che ho capito di questa società è che tutto è finto e controllato. Nessuno può scappare da questi treni infiniti e sempre in corsa...chi potrebbe mai protestare, combattere, opporsi, osare, se poi non ha modo di ritirarsi in caso di bisogno?- disse stringendo i pugni.
- Io e gli altri cacciatori cerchiamo i nostri compagni anche perché stiamo organizzando una rivolta. Vogliamo scendere dal treno- le spiegò con una voce controllata e tagliente.
Anna sobbalzò a quelle parole.
Quel ragazzo sembra sapere molte cose, sembrava desiderare molte cose simili alle sue, ma lei non era lì per combattere e rivoltarsi contro un sistema che era durato per anni.
I treni tutto sommato funzionavano bene, non potevano sapere quale fosse la realtà nel mondo reale. Forse l'aria sarebbe stata irrespirabile all'esterno. I treni stessi erano stati inventati con il preciso scopo di difendere e preservare l'umanità in qualunque circostanza, dovevano essere una protezione, non una gabbia di controllo.
- Io voglio solo vedere il Capotreno...- disse sempre guardando i Passeggeri.
Mirko annuì, - Allora ti porterò da lui... ma quando arriverai non ti posso assicurare che tutto sarà come prima- la avvisò con voce tetra, come se dietro quelle parole si nascondessero molti sottintesi a lei incomprensibili.
- Ora andiamo...- la incoraggiò incamminandosi per primo nella seconda metà del treno.

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