Capitolo 8
Juliette affacciata alla finestra ad ammirare quel bellissimo parco inondato dai raggi rossi di un sole morente quando sente un rumore strano, come se qualcosa di pesante cadesse rovinosamente a terra. Si volta di scatto, pensando il peggio, ma vede solamente una sedia rovesciata accanto alla parete bianca con l'orologio.
Di suo fratello nemmeno l'ombra.
Dove può essersi cacciato?
《Ren! Dove sei?》lo chiama a voce alta, per farsi sentire anche nell'altra stanza, ma nulla. Il giovane non risponde.
Una leggere inquietudine inizia a farsi strada in lei; Ren è sempre stato un ragazzo responsabile ed affidabile, non sarebbe mai andato via senza avvisarla, soprattutto quando erano ospiti di gente strana come quella che hanno appena conosciuto.
Dev'essergli successo qualcosa..
Ma cosa?
È questo il punto. Juliette cerca di ripercorrere gli ultimi momenti passati con lui, ma non ricava nulla di utile.
Ren si è volatilizzato nel nulla come neve sciolta al sole.
Poi l'occhio le cade sulla sedia caduta a terra e gli ingranaggi del suo cervello si mettono all'opera. Si avvicina con circospezione, quasi ridendo di sé stessa, come se un innocuo mobile celasse chissà quale segreto, e nota che la sedia in questione, a prima vista un pezzo molto pregiato, si trova proprio sotto l'orologio.
Orologio che segna un'ora decisamente sbagliata..
Juliette dà un'occhiata al suo piccolo orologio da polso per controllare.
Quasi 5 ore di differenza..
Decisamente strano..
Questo può voler dire che..
Quasi incantata dal quadrante che sembra chiamarla a gran voce, la giovane ragazza non si accorge dell'arrivo del Padrone di casa, almeno finché lui non grida.
《Cosa stai facendo?!》urla, facendo sobbalzare di paura Juliette, la quale molla immediatamente la sedia e mette la mani dietro la schiena, sperando di non avere un'aria colpevole in viso.
《Niente.. Io..》cerca freneticamente una scusa plausibile, ma la sua mente è inceppata, non riesce a partorire nulla di utile. Dalla figuraccia la salva il figlio del Padrone, Patrick, che compare alle spalle del patrigno, avvertendo entrambi che tra qualche minuto sarà servita la cena.
Quell'uomo è così malinconico..
Juliette ha un moto di simpatia nei confronti di Patrick; quella sua aria tormentata ed inquieta la rattristano, vorrebbe aiutarlo a trovare pace.
Il Padrone del Castello, invece, è tutta un'altra storia; a prima vista sembra un uomo severo, ma Juliette scorge in lui un che di rapace.
Di sicuro vuol scoprire il mistero che si cela in questo Castello. Si vede lontano un miglio la sua cupidigia.. Forse spera in un tesoro nascosto..
Seppur controvoglia, la ragazza non può fare altro che seguire i due enigmatici personaggi fino alla sala dove verrà servita la cena. Un ampio salone, con pareti dipinte a mano e soffitti a volta ornati da decorazioni floreali, fa da sfondo ad una cena che si preannuncia molto interessante.
《Buon appetito!》augura Juliette con gli occhi che brillano. Adora il cibo e sperimenta ricette nuove ogni giorno; non ha gusti particolari, le piace la cucina asiatica tanto quanto quella americana. Ora ha davanti a sé così tanti piatti dal profumo delizioso che non sa nemmeno lei da cosa iniziare.
Anatra all'arancia, salmone in crosta o costolette d'agnello glassate?
《Ahahahah! Fa piacere avere ospiti che animano questa tavola!》Inaspettatamente la risata viene dal Padrone del maniero, cosa che attira subito l'attenzione sia della ragazza che di Patrick, che si è appena seduto alla destra del patrigno.
《Vero..》concorda il ragazzo dagli occhi tormentati《Quando io ero bambino avevamo parecchi ospiti, ma.. Da quando mamma è morta in quell'incendio, non viene più nessuno..》finisce la frase con voce triste, dove risuona ancora il dolore della perdita.
《E per quale motivo?》La domanda esce dalla bocca di Juliette prima che lei possa controllarsi. Prima si stava abbuffando di anatra all'arancia mentre ora..
Ora il cibo è passato in secondo piano; preferisce di gran lunga ascoltare la storia di Patrick e del patrigno.《Ho sentito che dopo l'incendio voi due non vi siete più allontanati dal maniero..》butta lì, sperando che i due accolgano la velata curiosità e si sbottonino.
Ren fa sempre così.. pensa con una punta di tristezza per la scomparsa -si spera momentanea- del fratello.
《Io avevo già deciso di venire a vivere qui dopo aver preso la laurea all'estero.. Volevo dipingere in pace..》racconta con un tono quasi di rammico Patrick, gli occhi scuri persi nelle nebbie dei ricordi.
《Io, all'inizio, mi sono fermato per prendermi cura di mia suocera che, avendo perso l'unica figlia, è rimasta sola, però..》 Il Padrone s'interrompe giusto il tempo di bagnarsi la bocca con un sorso di vino rosso《Col passare del tempo il fascino di questo castello, dove mia moglie è nata e cresciuta, mi ha conquistato..》Anche il patrigno racconta le ragioni del suo trasferimento nel maniero, ma Juliette non crede che lui sia del tutto sincero.
《Quello che ti ha conquistato è il Castello o forse il Tesoro che ci è nascosto?》domanda una voce rauca, da anziano, mentre il lieve rumore della sedia a rotelle annuncia l'arrivo della Signora Madre.
Oh-oh! Le cose si fanno interessanti..
Per quanto l'intraprendente Juliette volesse correre in quella dannata biblioteca in cerca del fratello scomparso, la ragione ha vinto sul sentimento; deve aspettare l'occasione giusta e, nel frattempo, raccogliere più informazioni possibili sulle strane ed enigmatiche figure che abitano il vecchio castello.
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