Capitolo 3
《Allora.. Che problemi ha la Signora Madre?》chiede Renard con tono noncurante. Vuole che il giardiniere gli racconti ogni cosa che avviene in quel misterioso castello, ma l'uomo è decisamente reticente.
《È anziana e ha solamente un po' di problemi di memoria..》borbotta Robert, decisamente a disagio. Non gli piace la decisione, che lui reputa avventata, del Padrone di far entrare quei due ragazzini nella proprietà.
Portano guai.. pensa l'imponente giardiniere mentre conduce i due nei meandri del vasto parco.
La famiglia di cervi è fuggita all'arrivo del Padrone quindi Juliette dà un'occhiata in giro per cercare qualcosa che valga la pena di fotografare. Il raro pettirosso che costituisce il suo incarico non l'ha ancora visto quindi perché non approfittare del tour che il simpatico Robert gli sta facendo fare.
《Wow! Fratellone, guarda qua!》La ragazza corre verso il fazzoletto di terra adibito a scacchiera e ne rimane folgorata. È curatissimo e splendido; tutti i vari pezzi degli scacchi sono lucidissimi. Si vede che il giardiniere, per quanto burbero ed inospitale, sia bravo nel suo lavoro.
《Una scacchiera..》mormora pensieroso Ren, avvicinadosi alla sorella che sta fotografando all'impazzata《Il proprietario è un appassionato di scacchi, per caso?》butta lì una domanda innocente a Robert.
《Non saprei..》risponde titubante. Se l'è chiesto anche lui in questi anni di servizio, ma non possiede una risposta《Io, come mi ha ordinato il Padrone, la curo tutti i giorni, mantenendola esattamente in questo stato. Tutto qui..》Capisce che le sue parole non soddisfano l'infinita curiosità che traspare dagli occhi del giovane e, infatti, non deve aspettare molto perché Ren si faccia avanti con altre domande.
《Il Padrone?》imbecca l'uomo, sperando che abbocchi e si sbottoni con lui.
Sente che qualcosa non va in quel castello, lo percepisce nell'aria piena di tensione a stento trattenuta, ma vuole avere un quadro completo prima di lanciarsi in congetture ed elucubrazioni.
《Sì, si chiama Woodsworth.. È subentrato al vecchio padrone quando è venuto a mancare 6 anni fa a causa di un male incurabile》gli spiega Robert, inizia a trovarsi quasi a suo agio insieme al giovane Renard, anche se lo ritiene ancora un enorme ficcanaso《Anche la Signora è venuta a mancare..》aggiunge con un sospiro triste.
《La Signora?》Il giovane Ren è sempre più interessato alle enigmatiche figure che il Castello ospita.
Robert quasi si maledice per essersi lasciato sfuggire quel commento, ma d'altronde lì, in quel piccolo angolo di mondo, la tragedia che ha colpito il Castello la conoscono tutti. Quindi perché non rendere partecipe anche quel giovanotto dall'aria saccente.
《La Signora è mancata quattro anni fa a causa dell'incendio..》inizia a raccontare il solitario giardiniere《Vedete i resti di quella torre laggiù?》
Punta il dito verso la parte orientale del castello dove svetta una torre vittima di potenti fiamme; è annerita e diroccata, in alcuni punti mancano persino le pietre, ma non è crollata.《Là c'era la camera da letto della Signora.. È successo dopo il suo ritorno al castello.. La notte del suo arrivo, prima dell'alba il fuoco era già alto..》racconta con sguardo distante che se fosse stato testimone dell'immane tragedia《Non solo la Signora è mancata.. Anche alcuni amici che l'avevano accompagnata ed il personale che l'aveva servita per lunghi anni.. Più di dieci persone perite tra le fiamme.. Si sono salvati solamente i servitori assunti da poco, la Signora Madre, che riposava nell'altra ala, il Padrone, arrivato un giorno prima della moglie e
poi..》
Robert punta lo sguardo lontano, verso il laghetto《Lui.. L'unico figlio della Signora..》
Renard segue lo sguardo del giardiniere e vede un uomo di circa 35 anni, seduto sulla riva del lago delle anatre. Ha capelli corvini, vestiti troppo casual per abitare in un castello, ed un postura tutt'altro che rilassata; sembra teso, senza pace, come se avesse un tarlo che lo rode, ma che non riesce ad estirpare.
Ren si congratula con sé stesso per l'ottima analisi; il corso facoltativo sulle microespressioni facciali, sul comportamento umano e sulla profilazione, che aveva seguito in facoltà, sta dando i suoi frutti.
All'inizio l'aveva scelto solamente per dispetto al padre, John non credeva -e non crede tuttora- nella psicologia; preferisce i fatti a parole ed elucubrazioni mentali. Ma, poi, il giovane Renard si è appassionato a quella scienza così astratta eppure così precisa.
La professoressa, un ex-profiler di Quantico, che teneva il corso, appena entrata in aula, aveva analizzato ogni studente -una ventina, non di più- ed aveva consigliato quasi a tutti di cambiare corso. Ma in Ren aveva visto del potenziale; finalmente qualcuno era riuscito a scorgere la sua essenza, la sua vocazione. I suoi occhi, chiari ed attenti, avevano attirato subito l'attenzione della professoressa, che non ci mise molto a fare di Ren il suo allievo prediletto.
Ed è proprio grazie agli insegnamenti della dottoressa Sullivan che ora il giovane è convinto che nel Castello si celi ben più di una strana famiglia.
Il suo istinto gli dice che fra quelle mura, probabilmente centenarie, si nasconde un piromane, un assassino, e che forse il suo lavoro non è ancora finito.
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