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Capitolo 11

Plic.. Plic.. Plic..

Un rumore insistente e ritmico aiuta il giovane Ren ad uscire dalle nebbie oscure dell'incoscienza.

Sbatte le palpebre molte volte prima di riuscire a mettere a fuoco l'ambiente che lo circonda; si trova in un posto freddo, dal soffito cadono gocce di acqua gelida, forse pioggia, la pietra dov'è appoggiato è scura ed impregnata di uno strano odore.

Sembra puzza di bruciato..
Ma dove sono?

Ren cerca di muoversi, ma scopre con disappunto di avere le mani legate da una corda ruvida e resistente; è seduto con la schiena appoggiata alla parete gelida, la testa dolorante ciondola mentre il giovane cerca di non perdere nuovamente i sensi.

Io..

Ho trovato quel passaggio in biblioteca, ci sono entrato e poi..

I suoi pensieri sono confusi, il suo cervello non riesce a ragionare con chiarezza, quel colpo in testa l'ha quasi ucciso.
Ren appoggia il capo alla parete e sente la scia di sangue secco scricchiolare lungo la guancia, il suo respiro si condensa in piccole nuvolette biancastre mentre il freddo gli penetra a fondo nelle ossa.

Il corpo.. Ho trovato il corpo..

Con la coda dell'occhio nota un cosa inquietante, ma a suo modo molto interessante.
Il cadavere giace lì, accanto a lui, come se fosse spazzatura dimenticata in un angolo.

A fatica il giovane riesce a mettersi in ginocchio e, ancora addossato alla parete fredda, striscia lentamente verso quel corpo; vuole capire a chi appartiene, ma soprattutto studiare il cadavere potrebbe aiutarlo a svelare il mistero che si cela in quel castello.

Allora.. Ad una prima occhiata il corpo sembra appartenere ad una donna che ha partorito almeno una volta.. Ma questo già l'avevo appurato..
C'è qualcosa..

Ren vuole avvicinarsi di più, ha notato una cosa strana analizzando quel cadavere sconosciuto.
Lentamente abbandona il sostegno gelido della parete e cerca di strisciare più vicino; con uno sforzo quasi sovrumano riesce a raggiungere le gambe del corpo.

Queste ossa hanno qualcosa di strano..

Nel tentativo di riuscire a vederci meglio, Ren perde il precario equilibrio e rovina a terra.

Ahio..

Aiutandosi con la spalla destra, che punta a terra per fare leva, riesce dopo qualche minuto a recuperare la posizione seduta quindi si ferma per riprendere fiato.
Nonostante lì sotto faccia un gelo polare, il giovane gronda sudore come un maratoneta durante gli ultimi metri di corsa; dà un'occhiata alle sue spalle e nota con piacere che, dalla piccola finestrella con le sbarre, la luna ha fatto finalmente capolino, donandogli la luce che lui tanto agognava.

Anche se fioca, è pur sempre una fonte di luce..

Avanzando sulle ginocchia e ringraziando mentalmente Dio per aver indossato jeans quella mattina, il giovane curioso riesce a raggiungere la meta, ossia le ossa degli arti inferiori del corpo della donna.

Allora.. Vediamo..

Si sposta di qualche centimetro più a sinistra cosicché la luce lunare possa illuminare i resti ed aguzza lo sguardo, attento a non perdersi alcun particolare.

Se avessi a disposizione un laboratorio potrei determinarne con certezza l'età, ma si riesce comunque a dedurre che lo scheletro appartiene senza ombra di dubbio ad una persona anziana..

Ren, però, ancora non capisce che cos'abbiano di strano le ossa lunghe di quella povera disgraziata quindi abbassa la testa fin quasi a posarla sul cadavere e finalmente comprende la situazione.

Ecco perché non mi
convincevano..
Però..
Se quello che penso è vero, allora Juliette è in pericolo!

Proprio in quel momento sente un lieve scricchiolio e realizza che sta arrivando il suo aggressore. Ren non può farsi trovare sveglio altrimenti il suo carceriere potrebbe decidere di chiudergli la bocca per sempre.
Ignorando il senso di nausea e le vertigini, molto probabilmente dovute alla perdita di sangue, striscia nuovamente verso la parete che odora di fumo e ci si appoggia, prendendo la medesima posizione di quando si era svegliato.

Mentre ascolta i passi avanzare, cerca di rallentare il battito del suo cuore, che gli rimbomba nelle orecchie come un martello pneumatico, ed il respiro; poi chiude gli occhi e tenta di rilassare anche i muscoli, contratti dalla voglia di agire, e rimane pazientemente in attesa.

Ti prego Juliette, non fare cavolate!

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