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Cap.8 : il lupo e la serpe

Kimberly's P.O.V:

Camminava a testa bassa per le vie ingombre di gente della capitale: il freddo pungente le raffreddava il volto ,celato dietro il cappuccio del mantello, mentre pensava agli uomini che aveva perso nell'ultima missione: quella dove lei li aveva lasciati soli, sicura che nulla gli sarebbe potuto accadere;quella dove aveva perso la pergamena, la stessa che le aveva portato via l'amore della sua vita. Tutto sembrava girare intorno a quella pergamena. Tutti coloro a cui teneva: i suoi uomini, Stiriaco, ad ognuno era successo qualcosa a causa di quel maledetto foglio di carta. Dopo tutto il tempo che era passato, dopo aver annunciato alle mogli, agli amici, ai genitori che i loro cari erano morti per proteggere, invano, quel documento, ancora non riusciva a darsi pace: era solo colpa sua, non avrebbe dovuto lasciarli soli, non sarebbe dovuta andare via prima…se fosse rimasta sarebbe andata diversamente, quegli uomini sarebbero ancora vivi e i volti distrutti dal pianto dei loro famigliari non sarebbero mai venuti la notte a tormentarla. Non riusciva a perdonarsi: da quando Stiriaco se ne era andato per lei tutto aveva perso di significato, non si sentiva più legata all'Impero, aveva perso fiducia in quell'istituzione, da quel giorno non aveva fatto altro che sbagliare.Ora si sentiva parte di nulla, sentiva solo la costrizione ad obbedire, a stare dalla parte di chi disprezzava di più, del resto non poteva fare altrimenti: il giuramento che aveva fatto la metteva con le spalle al muro. Tutti questi pensieri, che le appesantivano l'anima, li aveva svelati solamente alla sua migliore amica, l'unica di cui si potesse fidare.La conversazione che aveva tenuto con lei, solo qualche giorno prima, le tornò improvvisamente in mente…

- C'è sempre una via d'uscita Kimberly…sempre.- disse Beatrix mentre versava del latte caldo in due enormi tazze bianche e azzurre - non per me: sono un cavaliere, un cavaliere di drago, e come tale ho fatto un giuramento…che mi vincola per il resto dei miei giorni- -a chi hai giurato fedeltà?a chi hai dato in mano la tua vita?-chiese la ragazza mentre si sedeva di fronte  a Kimberly e  le porgeva una delle due tazze fumanti - all'Impero, ai reali e al popolo- rispose - molto bene e allora sei d'accordo con me se ti dico che puoi aggirare il giuramento decidendo di non servire più i reali ma il popolo soltanto?Infondo, se ci pensi è il popolo che forma l' Impero, non i reali… e inoltre alla popolazione non giova questa guerra, anzi la distrugge! prima o poi anche i popolani esploderanno e voi cavalieri non potrete di certo andare contro i vostri cari…- - non è così semplice, noi cavalieri siamo vincolati con la magia al giuramento che abbiamo fatto:  il tatuaggio che ci fanno dietro la schiena dopo averci nominati cavalieri, è in realtà un sigillo magico che ci dona la morte se solo osiamo infrangere le nostre promesse…possiamo schierarci dalla parte del popolo solo se esso sta soffrendo gravemente a causa dell'Impero e il Nostro  non si è ancora lamentato…non abbastanza- disse Kimberly mentre beveva un sorso di latte. Beatrix stette zitta per un momento poi all'improvviso chiese - che cosa rappresenta il tatuaggio che ti hanno fatto?-  - lo stemma dell'Impero- rispose Kimberly senza capire il senso della domanda che l'amica le aveva fatto - quindi un lupo nero e una serpe?giusto?- - si…perché me lo chiedi?- - è così semplice!- esclamò Beatrix alzandosi in piedi -ti dice niente la parola "lupo nero"?è il soprannome con cui viene chiamato Stiriaco da quando è stato esiliato…tu hai giurato fedeltà ai reali dico bene?Stiriaco è stato bandito ma nelle sue vene scorre ugualmente il sangue dell'imperatore e quindi rimane comunque un reale! Kimberly, ma non capisci? Puoi aggirare il giuramento scegliendo di servire  Stiriaco e la sua causa, che è poi quella dei ribelli…-

A quelle parole non aveva dato troppo peso, se ne era stata zitta e non aveva replicato,non credeva che avrebbe mai funzionato, ma ora che ripensava, per l'ennesima volta, a tutto quello che aveva perso…quella che l'amica le aveva illustrato le pareva l'unica via per voltare pagina. Decise che sarebbe andata da Demetrio: il più fidato dei suoi uomini. Camminò ancora per un poco, in mezzo alla gente distratta della capitale, finché non entrò al Tasso Rosso, dove sapeva che lo avrebbe trovato. Appena entrò infatti lo vide chino sul bancone che aspettava di essere servito dall'oste - Fammi indovinare…birra scura senza troppa schiuma?- chiese Kimberly non appena fu alle sue spalle -  - capitano?- domandò Demetrio incredulo voltandosi - ti prego, le formalità lasciale per quando siamo in servizio- - non sei venuta qui per caso, vero?- chiese a bruciapelo il ragazzo - no.Ho bisogno di parlarti. In privato. - Demetrio vedendola così seria si spaventò e pensò subito al peggio - non sei qui per annunciarmi altre morti spero…- -no .Io  non annuncerò più morti a nessuno: oggi vengo ad offrirti la possibilità di essere libero. - rispose Kimberly guardandolo intensamente negli occhi - non capisco…- disse il giovane sempre più confuso - capirai presto.- e dopo aver ordinato da bere anche per se stessa, si andarono a sedere a un tavolo, in uno degli angoli bui della locanda. - Che cosa mi devi dire di così importante?- chiese Demetrio non appena si furono seduti - ora ti dico - e così iniziò a raccontargli  della conversazione che aveva avuto con Beatrix. Demetrio stette per un attimo zitto, come se volesse assorbire per bene le parole che aveva ascoltato, poi parlò - non ti pare troppo semplice come soluzione? -  - spesso le soluzioni più semplici e scontate sono quelle che ti portano alla vittoria- rispose Kimberly poi aggiunse - Demetrio, so che tu, come molti altri, muori dalla voglia di liberarti dal giuramento…io stessa fremo al solo pensiero! Non so tu, ma io non voglio morire schiava di un sigillo: preferisco perire provando ad aggirarlo…- - non è la morte con la quale sono a contatto tutti i giorni che mi frena…- - cosa allora?- chiese Kimberly avvicinando il volto al suo - le spie. Chi ci dice che una volta liberati dal giuramento qualcuno non lo venga a sapere?Verremmo giustiziati…e tutto questo non sarà servito a niente - rispose lui guardandola bene dritta negli occhi neri come la pece - di questo non ti devi preoccupare:conosco i miei uomini uno ad uno.- e così dicendo si alzò e mentre se ne andava, senza voltarsi, disse ad alta voce - ti aspetto fra due giorni al quartier generale: fino ad allora goditi la licenza più che puoi…Alart ci vuole in forma.- 

Alart's P.O.V:

-Mio signore perché sfidare la sorte?Solo l'altro ieri avete avuto l'ultimo attacco…non vi conviene uscire, potreste stare di nuovo male - disse il servo a cui aveva chiesto di farsi portare l'armatura -se ti azzardi ancora una volta a dirmi quello che devo o non devo fare, non esiterò a metterti in mezzo a una strada!La mia salute sono affari miei!e inoltre, non mi sono mai sentito così forte!- esclamò Alart indispettito - come volete altezza…- e a testa bassa uscì dalla stanza del principe, tornando poco dopo con l'armatura che aveva richiesto - e così tornate finalmente ad allenarvi…- - ti ho forse autorizzato a parlare?comunque no, non torno ad allenarmi,non ancora… oggi Kimberly e suoi uomini tornano in servizio, devo affidargli un'altra missione: voglio che mi vedano in forma smagliante…- e mentre Alart spiegava i suoi piani, il servo lo aiutava a indossare la splendente armatura. Qualche minuto dopo era pronto e presa la spada si diresse verso le scuderie dove il cavallo era già pronto per essere montato. Si stava dirigendo proprio là quando vide in lontananza una figura, all'apparenza trasandata, entrare nella sala del trono. Insospettito da quella visione la seguì ed entrò anche lui nella grande sala. Una volta dentro si irrigidì: Cleo era tornata. I suoi ricci capelli rosso fuoco erano arruffati, gli occhi verdi stanchi, i vestiti stracciati, l'armatura ammaccata. Era arrivata all'improvviso e con estremo ritardo. - Mio signore - disse inginocchiandosi non appena fu davanti al trono dell'imperatore - spero che possiate perdonare il mio ritardo…- - so che avrai delle ragioni più che valide comandante Cleo - - certamente.Al ritorno dalle Terre di Nessuno, siamo stati attaccati dalle Diafane: metà dell'esercito è perito a causa loro, così abbiamo perso una giornata e mezza per rendere onore ai caduti e dopo, per non rischiare di essere attaccati nuovamente, abbiamo lasciato la via dei boschi e abbiamo proseguito per vie più sicure ma molto più lunghe…inoltre…l'incursione contro i Ribelli non è andata esattamente come doveva mio signore…- indugiò Cleo - spiegati meglio - le ordinò l'imperatore con voce dura - l'effetto sorpresa è saltato e così quando siamo arrivati l'esercito ribelle era già schierato fuori dalle mura di cinta. Noi eravamo poco di più di loro ed eravamo stanchi a causa del viaggio che avevamo fatto per arrivare fin li, così mi venne in mente un'idea per non rischiare inutilmente la vita dei soldati: ho fatto credere a Stiriaco che eravamo in numero nettamente superiore al loro, che non potevano minimamente sperare di batterci, che sarebbero morti tutti nell'impresa…l'ho convinto a barattare la sua libertà per quella dei suoi uomini. Lo abbiamo catturato ma lo abbiamo perso subito dopo…- raccontò la giovane guerriera - che intendi dire…- domandò perplesso l'imperatore sporgendosi dallo scranno - è morto- rispose secca e gli spiegò di quando lo avevano trovato nella buca, dopo  l'inseguimento. L'imperatore rimase zitto per minuti che parvero ore, sul suo volto erano dipinte emozioni che a nessuno è dato sapere se non a lui stesso, se mai perfino lui capisse quello che provava, poi improvvisamente parlò - nessuno lo deve sapere - - sarà fatto, in ogni caso ai miei uomini, di quelli che sono sopravvissuti, ho comandato di non farne parola con anima viva fino a nuovo ordine - disse Cleo il capo ancora basso -eccellente comandante. La pergamena non è con te, vero?- chiese l'imperatore anche se conosceva già la risposta - no mio signore - rispose infatti Cleo - puoi andare- ordinò poi aggiunse - agli altri diremo che sono stati i Ribelli a dimezzarvi, che l'incursione è andata male perché una spia li ha avvisati - - si mio signore - disse e una volta alzatasi se ne andò, e mentre se ne stava andando incrociò il suo sguardo con quello di Alart, che aveva ascoltato dalla prima fino all'ultima battuta del discorso che aveva tenuto con l'imperatore, lo guardò intensamente: ora lui era l'unico a sapere chi fosse: Chantal. O almeno così credeva.
- Hai finito di origliare?- chiese l'imperatore una volta sceso dal trono - io…devo andare padre - rispose Alart imbarazzato, senza sapere esattamente cosa dire, e a passo svelto andò nelle scuderie dove il suo cavallo era già pronto da tempo.

***

- Ma quanto ci mette…- si lamentò Demetrio - è pur sempre un principe viziato - commentò Klèandros al suo fianco - già…- dissero all'unisono Jason e Ilia, i due gemelli delle Terre del Sud, che,essendo vicino a loro, avevano sentito tutto. - Ora basta spettegolare come delle femminucce…come vedete sta per arrivare- disse Kimberly mettendosi davanti alla sua squadra, e in particolare a coloro che avevano parlato: i migliori uomini che le avessero mai assegnato: quelli in cui riponeva più fiducia.

Non appena fu a poca distanza da Kimberly e i suoi uomini tirò con fermezza le redini del purosangue e, senza scendere cominciò ad impartire ordini e a parlare come un fiume in piena:- spero che vi siate goduti i pochi giorni di licenza e di riposo perché nei prossimi avrete da lavorare giorno e notte e sarete anche molto lontani da casa. Non c'è bisogno che vi dica che le spie e i Ribelli aumentano sempre di più e senza controllo tra il popolo dell'impero…ci stanno sfuggendo!non sono più sotto il nostro controllo: non abbastanza. Il vostro compito sarà quello di arginare queste prese di posizione: dovete scovarli farli parlare, ucciderli…starete di servizio ai confini in gruppi da massimo cinque persone: non dovete dare troppo nell'occhio. Kimberly mi affido a te e alla conoscenza che hai dei tuoi uomini per la formazione di gruppi forti e affiatati. - - non ti preoccupare Alart: non ti deluderemo - disse Kimberly guardandolo dritto negli occhi - lo spero bene - e dopo aver dato un colpo nei fianchi al cavallo, così come era arrivato se ne tornò da dove era venuto . Kimberly lasciò che la sua figura scomparisse all'orizzonte, quindi si girò dai suoi uomini e cominciò a dar loro ordini :- sarò franca con voi e non ripeterò le cose due volte. Noi, compresa me, siamo in trenta, perciò ci divideremo in sei squadre da cinque persone ciascuna. I capo squadra saranno Demetrio, Klèandros, Jason, Ilia e ovviamente io. Con Demetrio vanno Hellionor, Arges, Beldran e  Diocle; con Klèandros invece: Arya, Hamerich, Enea e Flavio;  con Jason: Lazvard, Kantschvar, Glauco e Leandro; con Ilia : Deianira, Manaen, Oscar e Paride; con me infine vengono: Glaphyra, Raphael, Ruben e Senex. Questi sono i gruppi e fino a fine missione vanno rispettati. Ogni gruppo starà in un punto diverso dei confini, cercheremo di andare a coprire i più strategici, e ogni tre giorni il capo gruppo dovrà fare rapporto a me sull'andamento della missione. Confido in voi. Vi lascio un' ora per prepararvi e prendere le ultime cose. Non ammetto ritardi: alle due vi voglio vedere tutti qui: schierati e pronti per partire.- I guerrieri e le guerriere annuirono e in pochi istanti si divisero, andando ognuno in posti diversi. Andarono via tutti.Tutti tranne i capo squadra. Ora Kimberly parlava loro a bassa voce: - voi quattro siete i migliori…quelli di cui io mi fido maggiormente…- esordì, poi andò avanti  a parlare e disse loro le stesse cose che tre giorni prima aveva detto a Demetrio. Inizialmente nessuno parlò: nell'aria aleggiava uno spaventoso silenzio; poi finalmente la voce dei due gemelli risuonò unica nella piazza:- noi siamo con te capitano!- poi si aggiunse anche quella di Klèandros: - conta pure su di me- - molto bene- disse Kimberly soddisfatta, gli occhi che le brillavano - so che non mi deluderete. La nostra squadra sarà la prima a convertirsi: sono sicura che saprete convincere anche gli altri. Cautela ragazzi. È l'unica cosa che vi chiedo: cautela, sangue freddo e sopratutto…fatevi trovare qui tra un'ora.- appena Kimberly ebbe finito di parlare i quattro guerrieri sparirono per le vie di Mistnida  lasciandola sola in mezzo alla piazza. Non si era mai sentita così soddisfatta e cosa più importante non si sentiva così felice dal giorno in cui Stiriaco era stato esiliato: da quel giorno aveva perso ogni cosa, ogni entusiasmo…ma ora tutto stava per cambiare, una svolta importante stava avvenendo nella sua vita: una svolta che aspettava da tempo e il tatuaggio-sigillo che aveva sulla schiena lo testimoniava per lei: ora il lupo schiacciava la testa alla serpe.  
       

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