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cap.5: Premonozione

Uomini!- gridò per richiamare la loro attenzione, ma l'aveva già richiamata quando aveva iniziato a passare davanti a loro in sella a Carbone, vestito della più umile armatura, del più dimesso mantello, al fianco l'immancabile spada ad una mano e mezza...un tempo non aveva avuto nome, ma quei suoi compagni l'avevano voluta chiamare "ide-nud", ovvero ombra-di-morte, perché quello diventava sul campo di battaglia. - Compagni d'arme! Non ho mai fatto un vero e proprio discorso prima di una battaglia, ma ora più che mai mi sento in dovere di parlarvi, rassicurare forse i vostri cuori...darvi una speranza , come voi l'avete data a me , due anni fa, quando mi avete accolto...Adesso più che in ogni altro momento mi sento parte di voi, di una famiglia. Voi, tutti voi, dal primo all'ultimo siete i Miei uomini! E per gli Dei! Chiunque vi tocchi è un uomo morto! - e un grido si levò dall'esercito - so di essere giovane...ma in questi due anni ho saputo conquistare la vostra fiducia, e guidarvi sani e salvi attraverso molte battaglie...- riprese a dire ma uno dei Suoi gridò - sei il migliore comandante! Non ci importa della tua età!- e a lui si unirono molte altre grida di approvazione - questo mi commuove, questa vostra fedeltà mi conforta, mi illumina l'anima...potrei andare in capo al mondo e non trovare mai più un esercito formato da uomini come voi!- un altro grido si levò dall'intero esercito - voi siete speciali uomini! Voi , mi avete apprezzato per quello che ero, andando oltre i pregiudizi, avete imparato a volermi bene e io a volerne a voi! Per questo vi dico uomini, io combatterò con voi e per voi oggi!- disse Stiriaco levando alta Ide-nud al cielo, subito imitato dal intero esercito che era scoppiato in un unico boato di gioia. - Ho sofferto insieme a voi, ho patito il freddo, il caldo, le intemperie e le ferite insieme a voi...ho vissuto insieme a voi, ho imparato da voi, ho combattuto con voi! Sono morto...con voi...ogni volta che qualcuno veniva a mancare...e allora oggi combattete per Loro, per Voi, per Noi! E per tutte coloro che vi aspettano dietro a quelle mura...- disse indicando la cittadella.- Guardate all'orizzonte! Che cosa vedete uomini?! Qualunque cosa scorga il vostro sguardo non abbiate timore! Dimenticate la paura! Chiudete gli occhi e il cuore all'angoscia! Oggi dovete essere forti! Sconfiggete le ombre che ricoprono i vostri cuori e vi prometto che sconfiggerete la morte! E se così non sarà...allora domani ceneremo nell' Ade! Ma l'Impero saprà di cosa sono capaci gli uomini di Stiriaco! Nessuno dimenticherà i vostri nomi e l'impresa che avete compiuto per riconquistare la libertà!- e un ultimo grido si levò, poi spronò Carbone al galoppo verso il suo battaglione, diede gli ultimi ordini e fu pronto a combattere. Presto il massacro avrebbe avuto inizio,invece, proprio mentre stava abbassando la celata dell'elmo la vide: una chiazza bianca che svolazzava nel nero immenso del esercito nemico...una bandiera bianca! Com' era possibile?! La cosa pareva surreale agli occhi di tutti...ma era così, non era uno scherzo, quella che tutti vedevano era una bandiera bianca. - Comandante che facciamo?- chiese Luciano avvicinandosi col suo cavallo - niente...aspettiamo- rispose Stiriaco con noncuranza - aspettiamo? Tu sei matto...potrebbe essere un imboscata! Un intero esercito non attraversa mezzo Impero per presentare al nemico una bandiera bianca!- si infuriò Luciano - so meglio di te queste cose ,ma non possiamo attaccare se hanno bandiera bianca...dobbiamo aspettare che si presenti un messo con le condizioni. Intanto chiama Miraslam e Adamas, se dobbiamo prendere decisioni importanti dobbiamo esserci tutti...- dichiarò, Luciano assentì poi spinse il cavallo al galoppo verso i reparti degli altri due comandanti. Ora i quattro condottieri erano fianco a fianco e aspettavano di veder arrivare l'uomo con la bandiera bianca e il loro messaggio. Arrivò poco dopo in sella a un baio. Scese e con noncuranza proclamò il messaggio - Il comandante Cleo vi manda a dire salve guerrieri! Sono venuta qui sotto il comando dell' Imperatore e di suo figlio per distruggervi una volta per tutte, ma il buon senso mi dice che sarebbe soltanto una perdita di tempo e uno spargimento inutile di sangue , da ambo le parti, quindi vi chiedo: arrendetevi subito e consegnateci il vostro comandante Stiriaco, colui che noi chiamiamo il traditore e voi il Lupo Nero...fate come vi chiedo e vivrete in pace per il resto dei vostri giorni e ne a voi ne alle vostre famiglie verrà torto un capello...se rinunciate le forze soverchianti del mio esercito vi schiacceranno e sarà la fine per tutti quanti - - di pure al tuo comandante che è un pazzo se davvero crede che accetterò queste condizioni.Tengo ai miei uomini e la cosa migliore che e desidererei per loro è certo una vita serena e fuori dai guai, ma non mi consegnerò mai a coloro che mi hanno tradito e insultato spontaneamente. Digli anche che i miei uomini non temono nulla, nemmeno la morte, e che se mi vuole dovrà venirmi a prendere. - disse Stiriaco con calma, il messo balzò in sella al suo destriero e scomparve all'orizzonte; Stiriaco rimandò i comandanti alle loro postazioni e si preparò a battersi , certo che sarebbe stata la battaglia più dura di tutta la sua vita...ma mentre si preparava all'attacco , contro i pensieri di tutti , vide il cavallo con il messo tornare indietro e una volta a portata scendere e dichiarare : -il comandante Cleo viene a dirti ,Stiriaco, che ammira il tuo coraggio e quello dei tuoi uomini, per cui è disposto a cambiare i suoi piani: non vi attaccherà con l'intero esercito se tu accetti di batterti in campo neutro contro il suo uomo migliore. Se perdi sarai fatto prigioniero, se vinci torneremo a Casa sconfitti . Cosa decidi dunque?- - di al comandante Cleo che accetto e che mi presenterò immediatamente in campo neutro - disse con estrema calma Stiriaco - non puoi farlo! È una pazzia!- disse Adamas - ha ragione, ti farai catturare e rimarremo senza un comandante!- assentì Luciano - cosa ti fa credere che mi batteranno?! La mia gamba ferita? - chiese Stiriaco turbato - si, si la tua gamba ferita!- rispose Luciano alzando la voce - è una scusa inutile, perché ci avrei combattuto con questa gamba ferita e forse sarei anche morto per colpa di questa gamba ferita come tu la chiami! - - no perché ci saremmo stati noi ad aiutarti!- - non dire scemenze! Sai meglio di me che in quella calca infernale è impossibile aiutarsi! E ora tornate nei ranghi! E se mi catturano...non pensate minimamente di venirmi a liberare o di attaccare, sarebbe una pazzia e quello che ho fatto per parare i vostri fondi schiena inutile...quindi vedete di obbedire a questo mio ordine o giuro che in qualche modo torno e vi faccio pentire di quello che avete fatto! - ordinò , poi dopo un attimo di silenzio riprese a parlare con più calma :- Vada come vada vi terrò nel cuore come buoni amici, vedete di non fare colpi di testa e di vivere la vostra vita al meglio...tranquillizzate gli uomini e...Luciano, se non torno a te il comando- - parli come se ti avessero già catturato, ma prometto che sarò degno della carica che mi hai offerto- disse Luciano, poi si aggiunsero i saluti e gli auguri degli altri comandanti: Adamas e Miraslam , quindi salì in groppa a Carbone e lo spinse al galoppo verso la zona neutra.

Più si avvicinava più l'esercito nemico diventava visibile. Lo guardò ed ebbe paura, se il comandante Cleo non fosse stato così clemente ed avesse raccolto la sua sfida, allora sarebbe stata la fine per i suoi uomini e nessuno avrebbe più sentito parlare dei Ribelli e del comandante Stiriaco. Si rese conto ,avanzando verso il nemico, che accettando le ultime condizioni di Cleo aveva fatto la cosa giusta : avrebbe salvato i suoi uomini senza spargerne il sangue e forse neanche il suo sarebbe stato sparso...

Arrivò in fine alla zona neutra , dove l'avversario già lo aspettava spada alla mano. Era un omone muscoloso , che l'armatura a stento conteneva... Dunque era quello il guerriero più forte dell'Impero? Sembrava più un barbaro addomesticato che un combattente imperiale...ma non importava, ora quello che più contava era portare a casa la pelle che aveva venduto cara per il bene dei suoi uomini.

Scese da cavallo e sfoderò Ide-nud , si mise in guardia e aspettò che l'altro attaccasse: non aveva intenzione di cominciare per primo, non voleva sforzare troppo la gamba ferita : avrebbe puntato sulla difesa. I due combattenti si guardarono a lungo, poi l'energumeno si stufò e attaccò Stiriaco. Mossa assai azzardata perdere la pazienza in combattimento: Stiriaco indovinò la direzione del colpo, che parò senza difficoltà, lo spinse all'indietro e riuscì a ferirlo lievemente al braccio destro, per poi rimettersi subito in guardia. Il duello continuò così finché la gamba diede i primi segni di cedimento. Stiriaco capì che il suo avversario aveva intuito quello che stava accadendo, così fece l'unica cosa che poteva fare: lo disarmò: non appena provò ad attaccarlo infatti con un rapido movimento di polso fece volare lontano la sua spada . Il cavaliere rimase per un attimo interdetto, poi prese a indietreggiare coprendosi con lo scudo, per portarsi fuori portata, Stiriaco lo attaccò con un fendente dall'alto che però andò a vuoto: la gamba lo aveva tradito, aveva ceduto, facendogli perdere l'equilibrio, proprio quando si stava spostando in avanti...il cavaliere avversario ne approfittò, prese lo scudo con entrambe le mani e lo dirottò verso il volto del nemico con tutta la forza che aveva: Stiriaco cadde con un tonfo metallico a terra, tramortito, mentre l'elmo gli volava via dalla testa, lontano, e il sangue cominciava a scorrere a fiotti dal suo naso. Ora giaceva in terra, i riccioli neri sporchi di polvere e sangue, attaccati alla fronte che gli martellava senza dargli pace... provò ad alzarsi sui gomiti e stava per riuscirci quando il nemico lo sovrastò con la sua mole, senza lasciargli alternativa di scampo: era finita. Aveva perso. Sentì il boato del esercito nemico, sentì un varco aprirsi nel cuore, ora era alla mercé degli avversari , nessuno poteva più far niente: era solo. Trovò la forza per voltarsi quel poco che bastava per guardare il suo avversario negli occhi: brillanti, sprezzanti, gli occhi di una serpe velenosa...gli occhi di chi sa di aver vinto il suo nemico più grande...poi sentì un tremito attraversargli la schiena, conosceva quello sguardo: di chi non perdona e non aspetta altro che la vendetta...gli balenò in mente un immagine:

Un anno prima del suo esilio, suo padre lo aveva mandato a conquistare delle terre di barbari. Erano arrivati da poco ma avevano distrutto già così tanto...quel pomeriggio sarebbe toccato a un piccolo paesino di contadini. Lo avevano messo a ferro e a fuoco, quasi nessuno era sopravvissuto: lui stesso aveva dato l'ordine anticipato di attaccare, fiaccola alla mano...quanto sangue aveva sparso quel giorno...quante vite aveva spezzato, rovinato...e poi quel ragazzo barbaro , poco più piccolo di lui ,che mentre in sella a Carbone distruggeva il suo villaggio lo aveva fissato con odio...

Non c'era dubbio: ora quel ragazzo stava di fronte a lui. - Non sai quanto tempo ho aspettato prima di veder arrivare questo giorno...TU, Stiriaco, distruggesti il mio villaggio senza pietà, lasciasti che la mia gente, i miei genitori...bruciassero vivi nelle loro capanne...portasti lo scempio quel giorno a Namasiy, ma ora sarai tu a bruciare, a bruciare tra le fiamme dell'inferno! - gridò il guerriero - se mi uccidi adesso il tuo gesto non sarà valso a nulla, avrai i due eserciti contro in men che non si dica...e ti uccideranno...lo sai vero? E poi ammazzarmi non riporterà indietro coloro che morirono per causa mia...la tua vendetta è inutile, ti serve solo per riempire il senso di colpa perché quel giorno non facesti nulla per aiu...- disse Stiriaco ma finì la frase con un rantolo: il cavaliere gli aveva spinto lo scudo sulla gola come a volerlo soffocare. - Tu! Non osare parlarmi così! Lupo solitario, cane ammalato...Tu non puoi sapere, Tu non sai niente!- disse, poi dopo un breve silenzio riprese - so bene che non sarò io ad ucciderti, perché la tua morte non ti arriverà per mano mia...- sorrise, un ghigno malefico - morirai tra le fiamme, come la gente che hai sterminato tre anni fa a Namasiy - poi lasciò la presa dello scudo sulla gola dell' avversario, con un fischio richiamò la sua cavalcatura, prese delle corde , le legò bene strette ai polsi di Stiriaco, le fissò al cavallo e poi montò in sella : partì al galoppo trascinandoselo dietro come fosse un sacco di patate.

- Tutto vostro comandante- dichiarò il cavaliere - molto bene, molto bene...anche se...ti avevo detto di non strapazzarlo troppo...- sorrise - ma non importa, lo sentirò quando sarà di nuovo in grado di parlare- disse Cleo - mi sottovaluti...Cleo...- rantolò Stiriaco - ahah...sapevo che eri un osso duro...- disse il comandante poi rivolto ad uno dei suoi - portalo via e assicurati che lo tengano bene d'occhio...poi controllate se ha altre armi addosso e toglietegliele - - si signore!- disse e si allontanò trascinando Stiriaco per la corda. Lo sbatterono vicino ad un carro e lo legarono alla ruota come fosse un cane rabbioso, lo perquisirono e gli tolsero il pugnale, quello che teneva sempre nascosto nello stivale destro, poi d'un tratto vide tutto nero : uno degli aguzzini lo aveva colpito con una mazza in testa...per farlo stare buono...come aveva detto. Nella prima sera fu una secchiata di acqua gelida a svegliarlo: l'esercito si muoveva per tornare in patria. - Forza schiavo alzati ! - disse un uomo punzecchiandolo con un bastone - e muoviti! Muovi quelle gambe di metallo e cerca di fare un po' meno rumore! Dai muoviti! Il comandante Cleo ti aspetta davanti...ti vuole parlare- disse, poi scoppiò a ridere mentre non smetteva di puntellarlo con il bastone.

- Volevi parlarmi Cleo?o forse dovrei dire Chantal...- domandò Stiriaco appena fu a portata - avrai voglia di scherzare spero, o forse le troppe botte in testa ti hanno rimbecillito ? - disse Cleo - oh , no, solo...Chantal...riconoscerei la tua voce anche in mezzo al frastuono della capitale. Potrai anche aver cambiato il tuo aspetto, e aver ingannato tutti...ma non sperare di farla bere a me...- - ahah...quelle botte ti devono aver proprio dato alla testa Stiriaco! - esclamò Cleo - mai stato così lucido Chantal...a proposito, quando visiterai di nuovo il letto di mio fratello, portagli i miei saluti...oh no scusa , dimenticavo che è proprio perché ti hanno trovato nel suo letto che ti hanno scomunicato dall'Ordine dei Cavalieri- disse sarcastico Stiriaco - ora mi hai stufato! Se solo avessimo meno fretta, farei fermare questa ciurmaglia, ti farei legare ad un albero e ti frusterei io stessa finché non crolli a terra svenuto! - - quanto siamo crudeli, eppure non hai avuto il coraggio di attaccarci...- - ora basta, quando ci accamperemo avrei quello che ti meriti, adesso ti devo parlare- disse Cleo con più calma - e se non avessi voglia di ascoltarti ?- chiese Stiriaco con tono sempre più beffardo - credimi, con quello che ho da dirti ti verrà la voglia di ascoltarmi...- - sono tutt'orecchi ...- disse , ma non sapeva che quello che avrebbe sentito lo avrebbe turbato oltre ogni immaginazione - ebbene è giusto che anche tu lo sappia- esordì Cleo - devi sapere che esattamente due settimane fa , tua madre , la Regina, è morta a causa di una malattia a noi sconosciuta, forse un sortilegio, che dopo tante sofferenze e inutili cure e giorni passati a letto immobile,l'ha consumata, portandosela via nell'Ade in una notte senza luna...- - no, non è possibile...tu menti...mi stai prendendo in giro...non può essere vero...- disse mentre sentiva le lacrime salire agli occhi - è la verità purtroppo. Non mentirei mai su una cosa del genere, era giusto che anche tu lo sapessi...- . Stiriaco si sentì improvvisamente stanco e afflitto, sentiva un vuoto crescergli dentro e le lacrime farsi strada e andare a rigare il suo viso sporco di terra e di sangue, poi sentì una rabbia incontenibile assalirlo e tutti dal primo alle retro guardie lo sentirono gridare la sua disperazione, un lamento spaventoso che nei recessi della boscaglia faceva accapponare la pelle...anche Quella notte il cielo sarebbe stato privato della luce evanescente della luna, ma il Lupo Nero non avrebbe smesso di ululare, uscito dal profondo dell'anima, richiamato da sentimenti arcani, avrebbe fatto brillare i suoi occhi gialli in cerca di liberazione...

Era già sera inoltrata quando Cleo fece fermare l'esercito. Si fermò in una radura circondata da alberi, appena fuori dai confini delle terre nemiche: nell'Impero. Sarebbero stati al sicuro, se non fosse che quello, la notte, diveniva territorio Diafano.

Cleo fece disporre subito i turni di guardia e fece sbattere Stiriaco vicino al solito carro. Questa volta non lo tormentarono: anche se era un nemico rispettavano il suo dolore , soprattutto perché sua madre in fondo era pur sempre stata la loro amata regina. Cleo sapeva di essere vicino al territorio Diafano, o per lo meno lo sospettava, infatti fece mettere in guardia tutti, anche quelli che si sarebbero riposati...ma a nulla servì la loro attenzione : nessuno usciva da quel territorio vivo. Appena la luna raggiunse il punto più alto nel cielo, le mirabili creature sgusciarono silenziose e invisibili dai loro nascondigli. Solo quando si incominciarono a sentire le prime urla , tutti realizzarono di essere stati attaccati. Le Diafane attaccavano a sorpresa: il loro corpo leggero, aggraziato, e semitrasparente ,le permetteva di essere scorte difficilmente e senza far rumore si insinuavano alle spalle dello sfortunato mordendolo sul collo, come fanno i vampiri, ma succhiando da essi non sangue, ma ben si energia vitale, fino a che non morivano . Così perì quasi la metà dell'esercito imperiale. Quei pochi che avevano buona vista si salvavano, gli altri morivano. Stiriaco fu fortunato: non lo avevano legato troppo stretto, e quando sentì le urla incominciò a darsi da fare...ma aveva poco tempo...sentiva le grida e le presenze delle Diafane farsi sempre più vicine...se una spada, persa da uno sfortunato soldato, non fosse caduta li ,vicino a lui, forse non ce l'avrebbe fatta, sarebbe morto, invece il destino aveva deciso diversamente scegliendo per lui la Vita, almeno in quell'occasione. Si avvicinò , la afferrò e incominciò, disperatamente, a sfregarla contro le corde, che dopo un poco di resistenza caddero. Stiriaco avrebbe voluto massaggiarsi i polsi, ma non c'era tempo per simili sciocchezze: impugnò saldamente la spada e cominciò a farsi strada e a guardarsi in giro, pronto a scattare se lo avessero attaccato e a correre se mai avesse trovato una via di fuga. La trovò inaspettatamente dopo essersi liberato di una di quelle creature , che aveva tentato di saltargli addosso. Stava li: due alberi che si intersecavano a formare un arco basso, dal quale le Diafane sembravano non sbucare. Si precipitò verso quell'arco, ma a dieci passi dalla salvezza, una di quelle creature semitrasparenti gli si parò davanti. Se fosse stata umana sarebbe stata adorata e riempita di attenzioni quanto si deve a una dea scesa in terra: era bellissima, alta, un fisico statuario e capelli lunghi e mossi che sembravano danzare nell'aria. Stiriaco non si fece impressionare: era deciso a salvarsi e a uscire da quella radura infernale. La colpì immediatamente al braccio, ma quella fu più veloce: lo prese e lo attirò a se, cercò di arrivare al suo collo ma Stiriaco riuscì a respingerla: con un calcio frontale la scaraventò a terra, quindi prese la spada con tutte e due le mani, e l'avrebbe infilzata se quella non l'avesse supplicato.

- aspetta! Se mi risparmierai ti predirò il futuro...- disse, ma Stiriaco pareva convinto a volerla trapassare -non ne ho bisogno- e preparò il colpo, ma l'essere parlò ancora una volta - non dovresti rifiutare il dono di una diafana - lo implorò nuovamente, ma il guerriero non aveva tempo e incominciava a perdere la pazienza - invece credo che lo farò...-disse preparandosi nuovamente a calare il colpo - no! Non ti conviene uccidere una diafana che ti chiede pietà...la Dea potrebbe arrabbiarsi e non ci sarebbero limiti alle tue sofferenze- lo minacciò la Diafana sempre più agitata- non mi fai paura e poi ho già sperimentato la sofferenza e tutto quello che può essere legato ad essa...non mi fa differenza...- disse Stiriaco l'odio negli occhi, la mano fremente - pensaci, non a tutti è permesso sapere quello che io ti offro- provò un ultima volta, e il guerriero, stanco l'ascolto - e va bene, parla dunque - disse sbuffando e tenendo bene in vista l'arma. La Diafana cominciò, così a cantilenare.

- molto presto incontrerai colui che ti tradirà, tuo figlio raccoglierà la tua eredità seguendo il tuo stesso destino e sarà la causa della morte dell'anima a cui più tieni al mondo...sei destinato ad essere e rimanere un eroe senza patria Stiriaco...ma il tuo sangue, laverà i mali che hai commesso e battezzerà un nuovo regno . -

- Tu mi prendi in giro!- gridò Stiriaco fuori di se quando la Diafana ebbe finito di cantilenare - Futuro? Questo è il passato! L'anima a cui tengo di più è già morta! - disse e contro le avvertenze della creatura la uccise , poi cominciò a correre verso l'arco.

-Maledetto! Sta fuggendo, sta fuggendo! - gridò Cleo non appena lo vide scomparire. - Fedro! Elias! Inseguitelo! Non fatelo scappare! Dovete riportarlo qui! A tutti i costi! - ordinò il comandante e due giovani soldati si misero all'inseguimento di Stiriaco .



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