CAPITOLO 10.
Ancora scombussolata da quel bacio inaspettato mi ritrovo a dover assistere ad un altro.
Vicky si stacca dal coinvolgente bacio con Leonardo, si guarda intorno incredula poi si volta nella mia direzione con un espressione sconvolta e di scatto si alza dal divanetto in pelle.
Viene nella mia direzione con passo deciso ma poi mi supera mischiandosi tra la folla.
Leonardo ancora bloccato nella stessa posizione, leggermente piegato verso il divanetto con le mani poggiate allo schienale, mi guarda interrogativo come tutti gli altri.
Neanche avessi la soluzione al problema scritta in fronte.
-Cosa è successo?!- domanda Riccardo sbalordito
-Stavamo giocando e quando è arrivato il turno di Alice lei ha provocato Vicky dicendole di baciare Leonardo- cerca di spiegare Cecilia ma la interrompo immediatamente
-Cosa?! Quindi sei stata tu! Aveva proprio ragione Vicky- dico seccata dal suo comportamento
-Su cosa?- mi domanda Alice con aria da finta scema
-Lascia stare sei troppo ubriaca per capire. Poi che è successo?- chiedo frettolosamente in cerca di spiegazioni.
È la prima volta che vedo Vicky reagire in questo modo ad una situazione simile.
Dico la prima volta perché è il suo primo bacio.
Probabilmente aveva chissà quali aspettative e non pensava sarebbe stato così.
Lo avevo detto che questo gioco causa solo problemi.
-Vicky ovviamente si è rifiutata nonostante le continue provocazioni, fino a che Leonardo si è avvicinato a lei e l'ha baciata- finisce di spiegare Cecilia
-Bene, ci credo che è scappata via, avrei fatto lo stesso- sentenzio.
Senza perdere altro tempo, prendo a camminare velocemente per raggiungere Vicky.
Mi addentro nella folla scansando chi mi si para davanti e inizio a cercarla guardandomi intorno.
Ma vedo solo persone che ballano, che bevono o che chiacchierano animatamente.
Mi avvicino al piano bar ma non la vedo.
Fortuna che non si è data all'alcol. Ma dove sarà finita?
A questo punto mi resta solo di guardare in bagno o fuori dal locale.
Chiedo al barman dove si trovano i bagni e lui mi indica una porta nera con scritto "Toilette" poco lontana dalla postazione del DJ.
Lo ringrazio e mi precipito a cercarla nel bagno. Apro la porta principale e mi ritrovo di fronte il bagno degli uomini e quello delle donne.
Entro in quest'ultimo e inizio a bussare alla prima porta chiusa che mi capita davanti, ma la voce che risponde non è quella di Vicky. Passo alla porta successiva ed è aperta e all'interno ovviamente non c'è nessuno. Mi avvicino a quella dopo che era chiusa e prima ancora di bussare sento dei singhiozzi provenire dall'interno.
-Vicky sono Mary, sei lì dentro? Apri per favore- dico incerta e dispiaciuta sentendola piangere.
-S-si- riesco a sentire tra i singhiozzi, subito dopo si sente un 'click' della chiave che gira e la porta si apre rivelando la mia migliore amica con gli occhi rossi e il viso bagnato dalle lacrime e dal mascara.
Continua a piangere senza freno e io non sapendo esattamente che parole utilizzare per confortarla, mi limito a darle un forte abbraccio.
-Non preoccuparti, ci sono io al tuo fianco- le dico con tono rassicurante.
Appoggia la sua testa sulla mia spalla e inizia a singhiozzare più forte di prima sfogando la rabbia e la delusione.
Inizio ad accarezzarle i capelli per cercare di tranquillizzarla e dopo poco non la sento più piangere.
Si stacca dall'abbraccio e mi guarda con gli occhi ancora bagnati dalle lacrime, le faccio segno con la mano di aspettare ed entro nel bagno libero per prendere il rotolo di carta igienica.
Srotolo un po' di fogli avvolgendoli sulla mano e poi glieli porgo.
Passa la carta sotto gli occhi, spalmando ancora di più la matita nera e il mascara, combinando un disastro.
-Aspetta, stai facendo un casino-le dico con tono scherzoso
-avvicinati allo specchio così riesci a toglierlo- le dico andando allo specchio con ancora il rotolo di carta in mano.
Lei mi raggiunge e inizia ad asciugarsi il viso guardando il suo riflesso.
-Ti va di spiegarmi che è successo?- le chiedo con tono dolce
Lei mi guarda dallo specchio, continua a pulirsi il viso e poi annuisce.
-Allora usciamo da questo bagno e mi spieghi tutto-
-Si ma da quella lì non ci torno, te lo dico- sentenzia infastidita
-Non andiamo dagli altri tranquilla, ci sediamo sulle sedie del piano bar, senza bere niente- la ammonisco con lo sguardo.
Usciamo dal bagno e andiamo a sederci. Il barman ci chiede subito se vogliamo qualcosa da bere ma siamo costrette a rifiutare a meno che non vogliamo finire come Alice.
-Ora spiegami che è successo anche se mi sono fatta già un'idea-
Vicky seduta sulla sedia di fronte alla mia, mi guarda, fa un respiro profondo e poi inizia a raccontarmi cos'era successo durante il gioco.
La versione di Vicky non era molto differente da quella di Cecilia, ad eccezione degli insulti gratuiti per Alice.
E questa volta ero d'accordo con lei, ma in fondo l'amica di Leonardo era solo troppo ubriaca e probabilmente domani non si ricorderà di ciò che ha detto o fatto.
-Capisci perché non la sopporto?!- continua Vicky gesticolando esasperata.
-Ehi tranquilla voleva solo provocarti. E a quanto pare Leonardo ne ha approfittato per buttarsi e baciarti. E che bacio- scherzo.
-Ma quanto sei simpatica!- ironizza lei facendomi il verso.
-Volevo solo sdrammatizzare. Però non capisco perché piangevi così tanto-
A quella affermazione abbassa lentamente lo sguardo.
-Lo so che era il tuo primo bacio e ti sei sentita in imbarazzo per come è successo- torna a guardarmi e alza le sopracciglia in segno di accordo con ciò che stavo dicendo.
-E credimi, sarei voluta essere lì per evitare l'accaduto, anche se qualcosa mi dice che non ti è dispiaciuto poi così tanto- continuo con tono malizioso alzando il sopracciglio sinistro.
Tenta di trattenersi ma un sorriso imbarazzato compare sulle sue labbra mentre rivolge lo sguardo di lato.
-Devo ammettere che non è stato niente male- dice per poi tornare a guardarmi e grattarsi con l'indice il lato della bocca.
Non appena i nostri sguardi si incrociano la sua espressione ritorna triste, sposta delle ciocche ricce che le erano finite sul viso lasciandole ricadere dietro la schiena.
-Quando torniamo a casa devo dirti una cosa- dice con tono serio.
Quanto mettono ansia queste parole! Non sai mai cosa aspettarti e inizi a riflettere su tutto ciò che hai fatto per cercare di capire cosa vorrà dirti.
Non è da lei essere così giù di morale. E questo mi fa pensare che sia una cosa davvero molto importante.
-Non potresti dirmelo ora? Sto andando in panico sul serio- mi metto le mani nei capelli.
-Te lo dico a casa, quando saremo più tranquille e rilassate dopo questa incredibile serata- continua seria.
-Così non migliori la situazione. È qualcosa di grave?- chiedo ormai al limite della preoccupazione.
-Non è grave ma te lo dirò dopo- dice con tono poco convincente.
D'improvviso lo sguardo di Vicky si illumina e scatta in piedi.
-Andiamo a ballare questa canzone, ti prego, ti prego, ti prego- urla entusiasta mentre mi tira per le braccia cercando di attirare la mia attenzione.
Sono così sovrappensiero che le mie orecchie sentono la melodia di una canzone, ma in un primo momento non riesco a riconoscerla, perché ero occupata a pormi mille domande e a fare ipotesi su cosa debba mai dirmi di così serio.
Mi risveglio dai miei pensieri e non faccio in tempo a rispondere che Vicky mi sta già trascinando per un braccio in mezzo alla pista da ballo, che nel frattempo si era riempita nell'udire "Despacito".
Ok devo calmarmi e smetterla di pensare male, forse non è nulla di grave. Devo tornare a godermi la serata come stavo facendo prima di sentire quelle parole uscire dalla bocca di Vicky. Ha detto che mi racconterà tutto dopo, quindi basta pensare.
Stavamo per ballare ma solo in quel momento, guardandoci intorno, ci rendiamo conto che tutti guardavano in avanti eseguendo dei passi, come se qualcuno li stesse guidando.
Voltandomi in avanti, verso la postazione del Dj, noto un piccolo palco rialzato rispetto al resto della pista, dove ci sono tre ragazze che stavano coreografando un balletto latino.
-Uh ma è un ballo di gruppo!- urlo a Vicky entusiasta che automaticamente si gira nella direzione in cui stavo guardando.
Quanto mi piacciono, ti fanno sentire meno imbranata e scoordinata. Certo, finché i passi non diventano difficili o ti dimentichi la sequenza.
Seguiamo i passi delle ragazze, finendo per scontrarci con qualcuno di tanto in tanto, dato che eravamo in tanti e ci ritrovavamo stretti.
Ogni volta che arrivava il ritornello cantavamo a squarcia gola unendoci al coro mentre cercavamo di eseguire i passi.
Ridendo e ballando, la canzone a malincuore finisce e con essa l'euforia del momento.
Ci siamo divertite molto non lo nego, ma ora che è finito torna l'angoscia, non riesco a non pensare a cosa vorrà dirmi.
Cerco di non darlo a vedere soprattutto a Vicky in modo che non si preoccupi ulteriormente o ritorni triste, e di conseguenza continuo a sorridere felice dimenticandomi temporaneamente di pensare.
-Che ne dici, ti va di tornare dagli altri?- chiedo a Vicky che sembra essere di nuovo sorridente, per fortuna.
-Sì andiamo! Al diavolo quella Alice, ha solo bevuto troppo e dice cose a vanvera- risponde convinta.
Usciamo dalla folla di gente e raggiungiamo gli altri che a quanto pare sono rimasti in tre.
-Ma dove eravate finite?!- chiede Cecilia preoccupata -vi ho chiamate un sacco di volte al telefono!- continua.
-Scusa, stavamo parlando e poi siamo andate a ballare- dico con tono calmo.
Capisco che l'abbiamo lasciata da sola con persone che conosce da poco, ma c'era suo cugino alla fine, e poi poteva anche venire con me quando Vicky è corsa via piangendo.
Ci sediamo affianco a lei e nel frattempo noto che Leonardo è teso e preoccupato e di tanto in tanto rivolge degli sguardi furtivi a Vicky, come se avesse paura di parlarle.
Mentre Riccardo, ci ha guardate distrattamente quando siamo arrivate e subito dopo ha posato il suo sguardo sul telefono evitando qualsivoglia contatto visivo, soprattutto con me.
Certo, forse si sente a disagio o in imbarazzo per il bacio che mi ha dato, come me del resto, ma dopotutto non lo sa nessuno al di fuori di noi due, quindi non capisco perché mi ignora.
Magari si è pentito di quello che ha fatto e non sa come tornare sui propri passi.
Nah, devo smetterla di pensare sempre negativamente, si sente solo a disagio e per questo evita di incrociare il mio sguardo.
-Ma gli altri dove sono finiti?- azzardo a chiedere spezzando quel silenzio.
-Alice continuava a darci giù con l'alcol senza freno, così Diego e Alessio dato che erano venuti con la stessa macchina, sono dovuti andare via prima per accompagnarla a casa- spiega Leonardo -comunque vi salutano e se non sbaglio Alessio ha chiesto il tuo numero a mia cugina- continua indicando me.
-Capito- poi ci penso un attimo
-aspetta cosa? Alessio voleva il mio numero?!- chiedo incredula sbarrando gli occhi.
-Si ma non gliel'ho dato tranquilla, sapevo che poi ti saresti incazzata- sentenzia Cecilia.
Stavo per risponderle "hai fatto bene!" ma poi un'idea mi balena per la testa.
-No potevi anche darglielo, sono solo sorpresa, non me lo aspettavo- dico in tono provocatorio per attirare l'attenzione dell'asociale.
Infatti a quelle parole alza finalmente lo sguardo dallo schermo luminoso per lanciarmi un'occhiata sorpresa ma con una scintilla di delusione.
A quella reazione sorrido vittoriosa.
I nostri sguardi tornano ad incrociarsi ma non come prima, i suoi occhi mi stanno dichiarando guerra e i miei non vedono l'ora di vincere.
-Allora ti dò il suo numero così puoi scrivergli quando vuoi- continua Leonardo.
-Certo, è sempre bello fare nuove amicizie- continuo provocandolo ulteriormente.
-Ragazzi, si è fatto tardi, sarà meglio tornare a casa che mi sta venendo anche sonno- dice Leonardo dopo avermi dato il numero di Alessio.
-Cazzo! Sono quasi le 3 devo tornare a casa- dice Riccardo alzandosi dal divanetto.
-Ciao ragazze è stato un piacere- continua sorridendoci
-Leo ci vediamo domani noi- continua salutandoci un'altra volta per poi scomparire tra la folla.
-Andiamo anche noi, prima che mi addormento- dice Leonardo.
Ci alziamo e ci dirigiamo verso il guardaroba per prendere le giacche.
Dopo averle prese, le indossiamo prima di uscire dal locale e raggiungiamo la macchina.
Saliamo, io e Vicky ci sediamo dietro e Cecilia davanti vicino a Leonardo, che mette in moto l'auto ed esce dal parcheggio per poi guidare fino a casa.
Il tragitto è silenzioso perché ognuno di noi ha qualcosa che gli passa per la testa a cui pensare e per fortuna non ci mettiamo molto ad arrivare.
Odio il silenzio.
Dopo una ventina di minuti circa entriamo nel vialetto di casa e Leonardo parcheggia.
Scendiamo e camminiamo velocemente verso la porta d'entrata poiché fuori c'è un freddo gelido che fa venire i brividi.
Entriamo e troviamo Lucia seduta sul divano a guardare la tv, che non appena sente la porta aprirsi si gira verso di noi e ci sorride felice.
-Finalmente siete tornati- dice sbadigliando.
-Si mamma, abbiamo fatto un po' tardi perché ci siamo messi a chiacchierare- si giustifica Leonardo.
-Tranquillo, l'importante è che siete tornati e che nessuno è ubriaco- continua Lucia.
-Tutti perfettamente sobri o quasi del tutto, ma nessuno è ubriaco- dice Cecilia alzando le mani in segno d'innocenza.
-Meglio così, io vado a dormire che sono stanca- dice Lucia alzandosi dal divano e spegnendo la tv -buonanotte- continua passandoci davanti e salendo le scale.
-Andiamo a dormire anche noi che è tardi e siamo abbastanza stanchi e storditi- continua Leonardo.
Saliamo le scale per il piano di sopra e andiamo in camera nostra mentre Leonardo va nella sua dopo averci augurato la buonanotte.
Mi lascio cadere sul letto a pancia in su liberando subito i miei poveri piedi dagli stivali col tacco.
Nel frattempo Cecilia era andata in bagno portandosi dietro il pigiama mentre Vicky si era seduta sul letto accanto alla mia testa.
Alzo gli occhi verso di lei e la vedo pensierosa con le mani nei capelli mentre appoggia i gomiti sulle ginocchia.
-Tutto ok?- chiedo preoccupata.
-Si Mary, tutto ok, stavo solo pensando a stasera- si gira verso di me e sorride.
Ma non mi convince quel sorriso, c'è qualcosa che non va, ma non voglio insistere per adesso, le darei solo fastidio.
Dopo qualche minuto di silenzio assoluto vedo Cecilia tornare dal bagno in pigiama, con i vestiti che si è tolta tra le mani.
-Vado io- dico alzandomi di scatto dal letto prendendo il pigiama e infilando le ciabatte.
Entro in bagno e chiudo la porta alle mie spalle girando la chiave. Mi pulisco il viso dal trucco e poi lo sciacquo con l'acqua fredda.
Asciugo il viso e alzo lo sguardo verso lo specchio, osservo il mio riflesso e per un attimo mi sembra di rivedere l'immagine di me e Riccardo che ci baciamo e mi viene da coprirmi gli occhi.
"Come possono essere successe così tante cose nel giro di un solo giorno?
Oddio, ci siamo baciati, è vero o sto solo sognando?"
D'istinto passo lentamente due dita sulle labbra e chiudo gli occhi; mi sembra ancora di sentire il suo alito fresco soffiare sulle mie labbra e poco dopo le sue labbra dolci e delicate che si uniscono lentamente alle mie in un breve ma indimenticabile bacio.
Riapro improvvisamente gli occhi e mi ricompongo.
"Devo smettere di pensarci, è stato un bacio dato sul momento, probabilmente non significa niente per lui. Sennò perché mi avrebbe ignorata per tutto il resto della serata?! A quest'ora se ne sarà già pentito."
Finisco di lavarmi, indosso il pigiama ed esco dal bagno per tornare in camera.
Cecilia già stava ranicchiata nelle coperte mentre Vicky stava aspettando che tornassi per andare in bagno.
Mentre lei va a lavarsi, io metto a posto i vestiti nella valigia, separandoli da quelli puliti che avrei indossato il giorno dopo.
Poi spengo la luce, mi infilo sotto le coperte e accendo la lampada accanto al comodino.
Mi sdraio e guardo il soffitto mentre aspetto che torni Vicky per sapere finalmente di cosa voleva parlarmi.
Dopo pochi minuti la vedo arrivare nel suo pigiama viola con gli orsetti, appoggia i vestiti sulla sedia e si infila nel letto.
Si sdraia e fissa il soffitto dopo aver fatto un profondo sospiro liberatorio, almeno credo.
Approfitto del momento per parlarle.
-Io e Riccardo ci siamo baciati- confesso tutto d'un fiato continuando a fissare il soffitto.
Non potevo tenerla all'oscuro di questo avvenimento. Avrebbe smesso di parlarmi se lo avesse scoperto da qualcunaltro.
-Tra un mese dovrò trasferirmi con i miei, qui a Milano- dice senza far trasparire emozioni.
Mi alzo con la schiena dal letto e la guardo incredula.
-Cosa?! Perché?- chiedo confusa.
Subito dopo anche lei si alza di scatto e mi guarda stupita.
-Ti sei baciata con Riccardo?!- continua sorpresa.
-Si ma non è importante. Che vuol dire che devi trasferirti?-
-L'azienda per cui lavora mio padre ha aperto una sede qui a Milano e lo hanno incaricato di dirigerla, quindi dobbiamo trasferirci- dice abbassando lo sguardo.
Mi butto giù a peso morto provocando un tonfo quando la mia schiena arriva a contatto col letto. Metto le mani davanti alla faccia.
Per un istante tutti gli altri pensieri perdono completamente importanza e diventano futili di fronte a quest'ultimo, che è l'unica cosa di cui mi importa.
-Non ci credo- dico mentre penso già alla mia migliore amica lontana chilometri da me.
La mia vita aveva riacquistato un senso da quando ci siamo conosciute e adesso con questa distanza lo perderà di nuovo.
Chiudo gli occhi per tenere a freno le lacrime che minacciano di uscire da un momento all'altro.
Sento Vicky distendersi nuovamente sul letto.
-Buonanotte migliore amica, ti voglio tanto bene- sussurra girandosi su un lato, opposto al mio.
-Anch'io ti voglio tanto bene, notte migliore amica- sussurro tristemente.
Continuo a tenere gli occhi chiusi, serrati ma una sola lacrima riesce a fuoriuscire e a solcare la mia guancia destra.
La asciugo e con questo pensiero che affolla la mia mente mi addormento, e lascio che le braccia di Morfeo mi accolgano in un sonno profondo, fino al mattino seguente.
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