CAPITOLO 1.
Eccomi qua nel mio letto come ogni notte a fissare il soffitto di camera mia nel buio più totale mentre immagino un futuro magnifico in cui riesco a realizzare il mio sogno nel cassetto; prima o poi riuscirò a farlo uscire da lì.
Ma perché deve essere tutto così difficile?
Perché il mio unico problema non può essere quello di non avere nessun capello fuori posto e un trucco perfetto quando devo farmi un selfie o quello di indossare l'ultimo capo alla moda di Gucci, Dior o Prada?!
Perché non sono nata in una città come Roma o Milano in cui il mio sogno forse potrebbe essere più facilmente realizzabile?
Uff, vabbè vorrà dire che passerò un'altra notte a sognare l'impossibile.
Chiudo gli occhi e mi giro su un lato, tirando le lenzuola e la coperta fino sopra il naso e avvolgo il mio corpo in quel calore naturale.
Provo a non pensare cercando di eliminare qualsiasi cosa mi passi per la mente così da riuscire a dormire; tempo due secondi e mi addormento.
Il mattino seguente vengo svegliata dai raggi di sole che penetrano dalla finestra di camera mia e che puntano dritti verso di me.
Mia madre come al solito alza la serranda di prima mattina ed è impossibile riuscire ad aprire gli occhi senza evitare che ti lacrimino all'infinito.
Cacchio come possono essere così precisi i raggi di sole?!
Nonostante lo stupendo risveglio, sposto le coperte di scatto, scoprendo il mio meraviglioso pigiama azzurro con i fiorellini e stiracchio bene il corpo allungando le braccia all'indietro e scivolando a mano a mano giù dal letto.
Mi alzo, mi metto in piedi e mentre sbadiglio rumorosamente infilo le mie ciabattine a pois con la lana all'interno e mi dirigo in bagno.
Mi guardo allo specchio e vedo la figura di una ragazza con il viso ancora provato dal sonno, gli occhi a malapena aperti e i capelli ricci scompigliati più di quanto lo siano normalmente.
Li raccolgo in una coda bassa e mi lavo la faccia con l'acqua fredda per riuscire a svegliarmi un minimo.
Finisco di lavarmi e poi torno in camera, apro il mio armadio pieno di vestiti e come al solito scelgo sempre gli stessi, un leggings e una felpa due volte la mia taglia.
Sì mi piace stare comoda, se ve lo state chiedendo.
Vado in cucina e trovo mia madre che mi da il buongiorno e mi chiede subito cosa voglio per colazione
-Buongiorno...il solito latte e caffè- le rispondo dopo averle dato un bacio sulla guancia.
Nel frattempo accendo la tv e mi ritrovo un'altra puntata di Forum, puntuale come tutte le mattine.
Cerco di capire il caso di cui parleranno, allora..il marito l'ha tradita con una sua amica, storia di una notte e via, la moglie si rivolge al giudice per richiedere il divorzio e gli alimenti, solita storia già sentita.
Ma chi ve lo fa fare di spendere soldi per il matrimonio e di beccarvi pure le corna, rimanete single e felici.
Aggiungerei "come me", ma non sono proprio felicissima, direi più forever alone con il mio carattere scontroso.
Penserete 'la solita depressa incazzata con la vita' ma no, sono semplicemente realista.
Spengo la tv e prendo il telefono, attivo la connessione dati e mi arriva subito un messaggio WhatsApp dalla mia migliore amica, Vicky, mi ha mandato il "Buongiorno", le rispondo dolcemente nonostante sia di cattivo umore, non voglio farle pesare ogni mattina la mia lunaticità e caricarla dei miei dilemmi mentali stupidi e inutili, ha già molte cose per la testa.
Esco dalla sua chat e vado a vedere i messaggi dei gruppi...aspetta cosa? 2000 messaggi?! No no e chi si mette a leggerli, ci guarderò dopo, non li visualizzo ed esco da WhatsApp.
Vedo tornare mia madre dalla cucina con la colazione, prendo i cereali e li verso nel latte e caffè, nel frattempo chiacchieriamo delle solite cose.
-Senti tesoro non puoi continuare così, non ce la faccio a vederti infelice e depressa ogni santo giorno- inizia guardandomi con tenerezza -dovresti scegliere una strada da prendere nella tua vita, non puoi stare in bilico per sempre-
Mia madre continua a parlare ma le mie orecchie sentono solo un mormorio di fondo perché la mia mente pensa ad altro, troppe volte le ho spiegato qual'è il mio sogno ma lei non è d'accordo, dice che quello stile di vita non le piace.
-Mamma quante volte te lo devo dire che io...- non finisco di parlare che subito mi interrompe
-Ancora questa storia della modella, quando inizierai a pensare ad un vero lavoro, quel mondo non va bene per te, sei troppo fragile, timida, insicura. Io lo so, sono tua madre-
-È proprio per questo che voglio farlo. Voglio abbattere questi miei difetti e tuffarmi in questo sogno, perché non provi a darmi appoggio invece di venirmi contro?!- le dico con tono esasperato e per niente aggressivo, anche se non è da me.
Avrei proprio bisogno che lei mi desse quella spinta in più che mi faccia volare dritta al mio obiettivo, senza voltarmi indietro a guardare il passato che mi ha reso così insicura di me stessa.
Ma sembra non voler capire e continua a trascinarmi in questa vita che mi appartiene per metà.
Continuiamo a parlare quando il tavolo inizia a vibrare, è il mio telefono, vado a vedere ed è Vicky
"Programmi per questo weekend?"
"Dovrei essere libera. Ah no aspetta, ho un appuntamento con Shawn Mendes. Non so se posso rimandare"
"Ah ah ah che simpatica già di mattina, adoro il tuo sarcasmo, beh dì a Shawn che hai da fare con me questo weekend"
"Proprio ora che ho fatto questo bel acchiappo! Mannaggia"
"Smettila scema"
"Dico sul serio! Vabbè, che idea ti era venuta in mente o meglio, cosa proponi per convincermi a rifiutare lui? " le mando una foto di Shawn Mendes in tutto il suo splendore e con un sorriso che stenderebbe qualsiasi ragazza.
"Ahahah, okay ammetto che sarà difficile, chi gli resisterebbe.
Ma comunque ci provo, ti ricordi lo smartbox che mi hanno regalato i miei per il compleanno? Bene stavo pensando di utilizzarlo, che ne dici se io, te e Cecilia andassimo a Milano per un weekend?"
"Siii. Ho proprio bisogno di scappare per un po' da questa routine, in fondo Shawn Mendes può aspettare, Milano no invece. Chiedo a mia madre...ma tu non hai scuola sabato?"
"Si ma abbiamo l'assemblea d'istituto e praticamente non si fa nulla"
"Uhh ok! Comunque hai avuto un'idea pazzesca, sei la mia ancora di salvezza come sempre"
"Si lo so grazie... approfitto di questi tuoi rari momenti di dolcezza per sentirti dire belle parole"
"Ah ah ah...
dolcezza esaurita per oggi"
"Hahah ti pareva! Comunque anche tu sei la mia ancora di salvezza"
"Ovvio, come faresti senza di me... vabbè dai a parte gli scherzi, più tardi ti faccio sapere per Milano"
"Ahahah ok ci sentiamo"
Le voglio davvero molto bene, non c'è un limite di affetto per lei, riesce sempre a sorprendermi e a tirarmi su di morale con delle semplici parole.
A volte credo di non meritarmi la sua amicizia perché non mi sembra di essere abbastanza di sostegno per lei, ma non fa che ringraziarmi e ripetermi il contrario, chissà forse come migliore amica ho qualche potenziale, magari non sono tanto male.
Bene ora non mi resta che convincere mia madre e mio padre di questo piccolo viaggio.
-Mamma, sai mi stavo chiedendo- inizio esitando leggermente -non è che posso andare a Milano con le mie amiche questo weekend?- le chiedo tutto d'un fiato.
Lei mi guarda sbalordita e risponde
-Cos'è hai voglia di scherzare? Ti pare che ti mando a Milano con le tue amiche, non se ne parla proprio-
-Mamma ho 20 anni e le altre sono entrambe maggiorenni...cacchio saremo in grado di arrivare a Milano senza perderci?!- le rispondo.
'Beh all'apparenza sembriamo tre sceme quando usciamo, perché urliamo e facciamo più casino di tre oche messe insieme ma in fondo siamo delle ragazze responsabili'
-Non lo so Mary, non mi va di mandarti lì, in una città che non conosci, anche se sei con le tue amiche non vuol dire niente è pur sempre una città molto affollata e non ci siete mai state-
-Mamma non ti preoccupare ci organizziamo e vediamo quale può essere la soluzione migliore... è solo per un weekend cosa vuoi che succeda? Al massimo portiamo dei sacchi a pelo, una tenda e dormiamo lì la notte- le propongo scherzando.
-Ah e questo dovrebbe tranquillizzarmi? Senti ne riparliamo stasera con tuo padre e vediamo che si può fare-
Sbuffo al sentire quelle parole.
Finisco la colazione, contrariata dalla decisione di mia madre e me ne torno in camera.
Mi guardo intorno e ci sono vestiti di mio fratello sparsi per la camera, quando va di fretta lancia la roba in giro; raccolgo i vestiti, rifaccio i letti e metto un po' di ordine di qua e di là.
Poi mi butto a peso morto sul letto a fissare il soffitto bianco della camera, e inizio a pensare ad una spiegazione plausibile per convincere i miei a farmi partire per il weekend.
Tanto potrò dirgli mille parole bellissime e fargli un discorso da premio Oscar ma loro mi risponderebbero sempre NO.
Ma almeno ci avrò provato.
Dopo aver pranzato con mia madre e due bei piatti di pasta col tonno, trascorro metà del pomeriggio a finire di leggere un libro già iniziato, che parla di una storia d'amore all'apparenza probabile nella vita di tutti i giorni.
A leggerla provo a rivedermi nella protagonista, uno dei miei vizi migliori, e presa così tanto dalla storia mi sembra di vivere le stesse emozioni trascritte nero su bianco su quelle pagine, come se tutto prendesse forma, vita e colore intorno a me.
Mi estraneo dalla vita reale che non mi fa sentire realizzata e completa e parto per uno dei miei tanti viaggi in un altro mondo surreale e in un'altra storia che non mi appartiene, lasciandomi come risucchiare dal libro che ho tra le mani.
Arrivata al finale, alle ultime parole, chiudo il libro di scatto e insieme a lui anche i miei occhi, sperando di trovarmi ancora in quel mondo e di non essere tornata alla vita reale.
Faccio un respiro profondo, butto fuori l'aria inalata e riapro lentamente gli occhi, mi guardo intorno e riconosco la mia cameretta.
Sbuffo. Niente, non ha funzionato, come sempre del resto.
Sono ancora qui, seduta sul mio letto con le gambe incrociate e il libro chiuso tra le mani.
Mi rassegno e prendo il telefono che è accanto a me. Riaccendo la connessione dati, che avevo spento per non sentir vibrare il letto ogni due secondi a causa dei messaggi sui gruppi.
Il mio povero telefono subito inizia ad impallarsi per i troppi messaggi e notifiche.
Alzo gli occhi al cielo e aspetto che si riprenda dallo shock.
Appena torna a funzionare normalmente apro WhatsApp, visualizzo senza leggere i 4000 messaggi di un gruppo, in cui c'è gente che non posso dire di conoscere in quanto parliamo solo "virtualmente".
Sono entrata in questo gruppo per fare nuove amicizie ma soprattutto per chiacchierare nei momenti di solitudine o di noia totale.
Poi vado sul gruppo delle mie amiche: "Oche Sclerate e Disperate" e già dal nome si può capire la nostra normalità.
Iniziamo a chiacchierare del più e del meno, che per noi in sintesi significa inviarci foto di ragazzi "belli e impossibili" e fantasticare su di loro, immaginando un futuro pieno di gioie insieme.
Ma parliamo anche di cose serie eh.
Ok lo so, non mi credete. Fate bene non mi credo neanch'io.
Alla fine non siamo poi così diversi dai ragazzi in questo periodo della vita chiamato 'Adolescenza'.
Non si direbbe ma una cosa in comune ce l'abbiamo.
Mentre sto parlando con le mie amiche sento le voci di mio fratello e mio padre che sono tornati dal lavoro.
Guardo l'ora sul telefono e mi rendo conto che sono già le 18:30.
Come passa in fretta il tempo quando devi chiedere qualcosa a qualcuno e non riesci a trovare le parole giuste per convincerlo.
Mio fratello, dopo aver salutato mamma, mi raggiunge in camera.
Lo saluto e subito gli chiedo aiuto per convincere i nostri genitori a mandarmi a Milano per il weekend.
Non sembra essere molto convinto quindi insisto, se non riesco ad avere appoggio da lui figuriamoci dai miei.
-Fratellone devi aiutarmi assolutamente- insisto quasi disperata -l'ho già detto a mamma ed ero quasi riuscita a convincerla ma ci vuole anche l'approvazione di papà. Almeno tu stai dalla mia parte!- continuo gesticolando.
-Ok ok, ti aiuto! Ma non mi assillare- risponde esasperato.
-Siii- mi alzo di scatto dal letto e lo abbraccio forte -lo sapevo di poter contare su di te, cosa farei senza il mio fratellone- dico con la testa appoggiata al suo petto mentre continuo ad abbracciarlo in punta di piedi.
Sì in punta di piedi perché mio fratello è alto un metro e novanta mentre io sono un metro e un barattolo.
Le ingiustizie della vita. Io e lui siamo gli opposti proprio.
Lui moro, occhi scuri e fisico robusto e muscoloso, carattere dolce, simpatico ed estroverso e io?
Quasi quasi ve lo risparmierei, a partire dai capelli che non hanno un verso. Un po' sono ricci, un po' lisci e un po' mossi, ancora non si è capito che strada vogliono prendere. Poi occhi marroni come i capelli e il fisico direi normale, una cosa giusta insomma.
Vogliamo parlare del carattere? Bipolare, timida, insicura e scontrosa.
Ma ho anche dei difetti eh.
-Fai poco la ruffiana ora e mi stai stritolando sorellina- i miei pensieri vengono interrotti dalla voce di mio fratello che ancora stavo abbracciando.
Mi stacco e gli rivolgo un sorriso a 32 denti mentre lo guardo nervosa girando i pollici.
-Bene ora andiamo di là a compiere la missione più ardua- dico prima di uscire dalla camera seguita da mio fratello.
Arriviamo in salotto e vedo mamma seduta sul divano che già stava parlando con papà del weekend a Milano. Si girano verso di noi, saluto mio padre e spiego ad entrambi come ci siamo organizzate io e le mie amiche.
Dopo avergli spiegato il tutto non ricevo alcuna approvazione anzi l'esatto contrario. Pietro, mio fratello, prova ad aiutarmi ma viene preceduto dalla suoneria del mio telefono.
Torno in camera e leggo il nome di Cecilia sullo schermo e subito rispondo ansiosa.
"Pronto"
"Ciao Mary"
"Ciao Ceci, dimmi"
"Senti ti ho chiamata per dirti che non c'è bisogno di cercare l'albergo perché ho chiesto a mia zia di Milano se poteva ospitarci per questi tre giorni e lei ha risposto che non c'è alcun problema"
"Cosa?! Davvero? Siii"
urlo entusiasta poi ci penso
un attimo e le chiedo
"Aspetta, tu hai una zia a Milano?"
"Siii, non è fantastico? Non vi ho detto nulla perché non sapevo se avesse impegni per il weekend.
Comunque tutti i problemi per il trasporto e le altre cose sono risolti perché praticamente ci farà da autista lei"
"Sii è fantasticoo, lo dico ai miei e poi vi faccio sapere. Ci sentiamo dopoo"
"Ciaoo a dopo!"
Chiudo la chiamata tutta felice e torno in salotto correndo. Mi ritrovo davanti le loro facce interrogative così mi affretto a spiegare.
-Chi era al telefono? E cos'erano quelle urla?- chiede mio padre
-Allora è tutto risolto. Staremo a casa di una zia di Cecilia che abita a Milano e si è offerta di venirci a prendere alla stazione e di accompagnarci in giro senza problemi- dico tutto d'un fiato per l'emozione.
-Ah gentile! Ma non sarete troppo di disturbo?- chiede mia madre
-Mamma credo che se lo erano, non le diceva di sì e non si offriva di fargli praticamente da autista- risponde ovvio mio fratello.
-Appunto!- confermo mentre li guardo speranzosa aspettando la loro risposta.
-Uhm, a questo punto direi che si può fare- dice mio padre convinto
-Mamma?- le chiedo trattenendo l'emozione
-Eh vabene, puoi andarci- dice esasperata
-Siii- urlo prima di correre a dare un bacio sulla guancia a mia madre e ad abbracciare mio padre.
Prendo il telefono in preda all'emozione e scrivo sul gruppo delle mie amiche
"Ragazze si parteee!!"
Subito mi rispondono altrettanto contente ed entusiaste.
Sto per uscire dalla conversazione quando noto che Vicky ha cambiato il nome del gruppo "MILANO STIAMO ARRIVANDO😍".
Spazio autrice.
Salve a tutti! Questa è la mia prima storia.. quindi non so se vi piace il modo in cui scrivo e i contenuti..ma proverò ad esserne all'altezza😅
Intanto..vi piace questo primo capitolo?😄❤️
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