Capitolo 43
Dopo ciò che era accaduto quel weekend, non riuscì più a parlare e chiarire con Davide. Non si presentò a lezione in quell'unica settimana prima delle vacanze di Pasqua, e neanche alle altre due che susseguirono. Sembrava si fosse volatilizzato visto che anche le chiamate e i messaggi venivano inviati a vuoto.
In quel periodo comprese perfettamente lo stato d'animo del ragazzo quando era stata lei ad ignorarlo, anche se si rese conto della differenza nelle due situazioni.
Davide non aveva colpe su quella crisi che aveva avuto, provocata invece dai suoi sensi di colpa.
Si era accorta che più passava del tempo con lui, più la presenza della sorella veniva meno, e per questo si era odiata, credendo le fosse bastato innamorarsi di un ragazzo per dimenticarla.
All'inizio, le era sembrato così sbagliato da voler tagliare ogni rapporto con lui. Solo dopo aveva capito che non era giusto.
Anche per quel motivo aveva deciso di aprirsi totalmente, sperando di unire indissolubilmente il loro legame.
Invece aveva rovinato tutto...
Controllò il cellulare per la millesima volta, ma il risultato non era cambiato: non c'era nessuna risposta ai suoi messaggi. Sospirò posando l'apparecchio elettronico sul tavolo a testa in giù, vicino alla tazzina ancora piena del caffè che sua mamma le aveva versato parecchi minuti prima. Appoggiò il gomito sinistro sul tavolo, sostenendo la testa con il palmo della mano e usando l'altra per mescolare la bevanda amara ormai fredda. In realtà, non aveva nessuna intenzione di berla.
«Tra qualche settimana sei di nuovo in sessione, giusto?»
La domanda non sembrò toccarla, per il semplice motivo che i pensieri nella sua mente urlavano più forte delle voci provenienti dall'esterno.
«Clarisse» mormorò la donna posta accanto a lei, toccandole il braccio per farla risvegliare dalla trance in cui era finita. Alzò di poco il capo, osservando sua madre e sua zia con sguardo vacuo, come se si fosse appena svegliata da una nottata fin troppo movimentata.
Dalle sue evidenti occhiaie, ciò comunque non era del tutto improbabile.
«Tua zia ti ha fatto una domanda. Rispondi, avanti» le sussurrò ancora Karmen, non approvando per nulla il comportamento della figlia alla presenza di un ospite.
«Non ho sentito...» borbottò con la voce roca, schiarendosela subito dopo e mettendosi maggiormente composta sulla sedia. «Puoi ripetere, scusa?»
«Oh, niente di che, solo una mia riflessione sui tuoi prossimi esami» rispose Claudia, accennando un sorriso quando la vide annuire con poco vigore. Diede un rapito sguardo alla cognata. Questa incrociò i suoi occhi capendo perfettamente ciò che le stava passando per la mente. Dopotutto, era da giorni che ne parlavano.
«Clarisse» la richiamò sua zia, appoggiandole una delle mani sulla sua, in modo da ottenere la sua completa attenzione. «Stavo pensando... è da tanto che tu e Massimo non vi vedete. Potreste uscire insieme una di queste sere; andare a mangiare una pizza o al cinema» propose, notando, ancora prima di concludere la frase, la riluttanza della ragazza.
«Non so se abbia voglia di vedermi...» spiegò. «Non abbiamo più parlato dall'ultima litigata.»
Ricordò con poco piacere la scenata di gelosia di suo cugino quando gli aveva chiesto un consiglio su Davide. Non aveva preso bene quella cacciata da casa sua, e sinceramente non aveva tanta voglia di rivederlo.
«Lo so ed è per questo che credo possa fare bene a entrambi passare del tempo insieme» continuò la donna, facendo scomparire il sorriso che le aveva illuminato il suo viso fino a quel momento.
«Sai... Massimo ha bisogno di te» fece, successivamente, abbassando gli occhi.
Quel cambiamento improvviso, e gli attimi di silenzio che susseguirono, fecero scattare un sensore di allarme nella ragazza.
«Cosa succede? Max è scappato ancora da casa?» domandò, pentendosi di non aver neanche provato a chiarire con lui settimane prima.
Claudia, però, fece un cenno di diniego con la testa, tranquillizzandola un poco, ma non abbastanza da lasciar cadere il discorso. C'era qualcosa che non andava. Lo vedeva riflesso nelle espressioni di sua zia e sua madre.
«Cosa sta accadendo, allora?» chiese ancora.
La donna sospirò, accingendosi a spiegare.
«Dopo la scomparsa di Marco, Massimo ha avuto un crollo psicologico. Erano molto legati, nonostante la differenza d'età, come lo sono i fratelli. Come lo eri tu con tua sorella...»
La ragazza abbassò lo sguardo, stringendosi le mani in grembo. «In quel periodo, il vostro supporto gli è stato di grande aiuto. In particolare, eri proprio tu a coinvolgerlo nei vostri giochi e, pian piano, si è affezionato sempre di più a te. Crescendo, però, vi siete allontanate da lui... forse, era anche giusto così: avete seguito i vostri interessi, di certo diversi dai suoi, e non c'erano più i giochi che facevate da piccoli a legarvi.
Ha iniziato ad avvicinarsi al fumo - perché, sì, so che fuma - e ad andare a qualsiasi festa venisse organizzata, in modo da sentirsi più accettato dai suoi amici, credo.
«Quando c'è stato l'incidente, Massimo è stato tra i primi a starti vicino, sperando di recuperare quel rapporto che avevate in passato, e così è stato. Aveva smesso di fumare ed era molto più sereno...» fece una pausa, come se si sentisse in colpa per ciò che avrebbe detto in seguito.
«Questo fino al tuo incontro con Davide» continuò sua zia, affrettandosi a chiarire quel punto. «Non ti sto dando la colpa, sia chiaro, ma avvicinandoti a quel ragazzo, ti sei di nuovo allontanata da tuo cugino e, per lui, è stato come un altro abbandono. Ciò l'ha portato alle crisi che aveva avuto da piccolo. All'inizio ha riacquisto alcuni comportamenti che sapeva io e Luigi non approvavamo. Tuo zio ha provato più volte a farlo ragionare, usando anche atteggiamenti forse troppo aggressivi, con l'unico risultato di ritrovarcelo contro. Tutto questo è, poi, sfociato in quella fuga che ha architettato...
«Non si era mai spinto così oltre, e ora ho paura possa riaccadere, con qualcosa di magari anche peggiore. Perciò, ti chiedo solo questo: stagli vicino. Per favore...» la pregò Claudia, con gli occhi velati da lacrime trattenute con difficoltà, e la voce affievolita.
Clarisse la guardò sorpresa da quelle rivelazioni. Aveva sempre creduto che Massimo fosse geloso di Davide; si era allontanata proprio per questo motivo.
Neanche per un momento aveva pensato che lui la considerasse una parte così fondamentale della sua vita.
Anche se ci ragionava con tutta la forza, non ricordava di aver mai avuto un rapporto particolarmente stretto con Massimo prima dell'incidente. Non sapeva spiegarsi il motivo per cui, crescendo, lei e Marianne si erano distaccate.
Molto probabilmente, però, nessuna delle due aveva avuto intenzioni cattive. Dopotutto sono cose che capitano: con il passare degli anni, i giochi che tanto uniscono da bambini vengono abbandonati, lasciati accantonati al periodo della più pura innocenza.
Altri interessi li sostituiscono e diventano parte principale della vita adolescenziale.
Ponendo maggiore attenzione alle parole della zia, riusciva a comprendere meglio il comportamento del giovane, così come le sue paure. Di sicuro lui aveva visto la disgrazia che le era capitata come un'opportunità per riallacciare i rapporti, nella speranza di una sempre maggiore vicinanza.
Lei, però, dovette ammettere con dispiacere, non aveva mai sentito un legame particolarmente forte con lui, se non quello che si può avere per un cugino.
Solo ora stava comprendendo quanto avesse sbagliato con lui; quanto poco avesse considerato i suoi gesti e la sua presenza.
Era stata egoista. Aveva considerato il dolore di aver perso sua sorella, maggiore di qualsiasi sentimento negativo potesse provare Massimo.
Si pentì amaramente di come si era comportata, e promise a se stessa di cambiare nei suoi confronti; se lui le avesse dato un'altra possibilità, voleva iniziare ad essere l'amica che non era mai riuscito ad ottenere.
«Mi dispiace» disse, dopo un lungo periodo di riflessione. «Non avrei mai voluto farlo soffrire così.»
«Lo so...» la tranquillizzò la donna, accennando un sorriso.
«Ti prometto che cercherò di chiarire con lui e gli starò più vicino» affermò convinta. Non sapeva se sarebbe riuscita ad essere la persona che lui avrebbe voluto aver vicino, ma voleva provarci. Desiderava finalmente ripagarlo per tutte le volte che era stato presente per lei, ottenendo un aiuto anche quando lei non avrebbe voluto.
«Grazie» disse Claudia, prendendole la mano nelle sue e stringendola come segno di gratitudine. «Speravo che avresti compreso. Sarei così contenta nel vederlo felice» mormorò con gli occhi che le pizzicavano.
A quelle parole Clarisse si sentì ancora più in colpa per le conclusioni affrettate che aveva dato su Massimo. L'aveva fatto soffrire senza neanche rendersene conto.
«Mi piacerebbe vedere anche te felice» continuò la donna ricercando il suo sguardo. «Che ne dici di chiarire con Davide?»
Clarisse inarcò le sopracciglia dando una veloce occhiata a Karmen.
«Sì, tua madre mi ha raccontato tutto» replicò sua zia, come risposta alla sua muta domanda.
La ragazza sospirò, abbassando il capo sconfortata. «Ci sto provando, ma la situazione non è tra le migliori...» fece. «Per ora non mi vuole neanche parlare: non ha risposto a nessuno dei messaggi che gli ho mandato e le chiamate squillano sempre a vuoto.»
Karmen le appoggiò una mano sul braccio, scorrendolo su e giù, dalla spalla fino al gomito, cercando di confortarla. «Sei ti ama veramente, come più volte ti ha detto, gli passerà, vedrai. Devi avere pazienza e aspettare. Si comporta così perché si sente ferito, e questo è più che legittimo, ma appena vi vedrete sono sicura che ti darà la possibilità di spiegare» le disse con un sorriso incoraggiante, successivamente tirandola a sé per abbracciarla quando notò i suoi occhi farsi più lucidi.
Clarisse si lasciò cullare da sua madre, mentre una goccia di speranza iniziò a farsi strada dentro di lei.
Tutto poteva ancora essere risolto.
Finalmente abbiamo ottenuto una spiegazione del comportamento di Massimo ogni volta che veniva nominato Davide. La paura di perdere di nuovo il rapporto con sua cugina, l'aveva reso estremamente geloso e insensibile verso qualsiasi sentimento di Clarisse.
Il cerchio, pian piano, si sta chiudendo e vengono a galla tutti i pezzi per completare il puzzle, anche se la situazione tra Davide e Clarisse sembra più complicata di quanto previsto. L'unica sua speranza è poter parlargli faccia a faccia. Ma lui vorrà ascoltarla?
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Prossimo capitolo martedì 14 aprile ❤.
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