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il solito bar

Dieci minuti sotto la pioggia.

Dieci minuti esposto al freddo dell'inverno.

Dieci minuti di camminata.

Ma ne è valsa la pena.

Sono Nico di Angelo e ho quattordici anni, abito a Manhattan da poco più  di due anni, dopo aver passato dodici anni in italia, più precisamente a Venezia. Perciò sì, sono italiano, e ho dei gusti particolari in cucina, come la maggior parte di noi provenienti dalla penisola. Tuttavia ho trovato un bar dove fanno alcuni dolcetti italiani, e chi vuole, può prendere un caffè all'italiana, come lo chiamo io. È anche un posto poco frequentato, adattissimo a me che odio i rapporti umani troppo, come dire...estesi.

Detto ciò direi di tornare al punto in cui cammino per andare in questo bar.

Stavo camminando da dieci minuti, e poi lo vidi: un locale non troppo grande, con l'insegna fatta con una bandiera italiana e accanto una tazzina di caffè fumante, per il resto, era un bar come altri.

Entrai e venni sopraffatto da un calore piacevole, di quelli che ti danno la sensazione di familiarità e che ti scaldano in tutto e per tutto. Questo calore mi ricorda quando stavo in italia con mia sorella, Bianca di Angelo. Stavamo sempre insieme, e magari dopo una giornata di pioggia ci siedevamo davanti al camino, lei con un libro e io con le carte di mitomagia, uno stupido gioco per cui avevo un ossessione. Nostra madre era morta in un incendio un po' di anni fa, e ci dovemmo trasferire entrambi in america da nostro padre, dove avremmo avuto una sorellastra. Sfortunatamente poco prima di arrivare nella casa in cui avremmo vissuto il resto della nostra vita, uno scemo ubriaco sembrava non badare a quanto andava veloce e mi stava per venire a dosso, mia sorella mi spinse via in tempo, ma fu lei quella coinvolta nell'incidente... morì pochi giorni dopo in ospedale, avevo passato giorno e notte lì, senza andare a casa, ma poi fui costretto a tornare. Ora più o meno emotivamente stavo bene, avevo una sorellastra che mi volé bene fin dall'inizio nonostante fossi l'ultimo arrivato, un padre che si impegnava a fare il padre, anche se era un po' imbranato in questo ambito, e degli amici che non sopporto, bello no?

Mi andai subito a sedere in un tavolino all'angolo, il mio posto abituale, e presi il cellulare controllando le notifiche: c'era la mia sorellastra Hazel che mi chiedeva dove mi trovavo, e io risposi che ero al solito bar, poi c'era il mio migliore amico Jason che chiedeva se dopo volevo unirmi ai "sette" (sono un gruppo di miei amici che si considerano una famiglia, Hazel ne fa parte), ma gli dissi che volevo stare un po' da solo.

Dopo circa cinque minuti a cazzeggiare sul telefono si avvicinò un ragazzo che non ho mai visto: era altino, con i capelli biondi e ricci, la pelle abbronzata cosparsa di lentiggini, e degli occhi di un azzurro che ricordava il cielo durante l'estate, sì, tutto sommato era carino. Era vestito con l'uniforme del cameriere, perciò intuii che era lì per le ordinazioni e che era nuovo.

-Buongiorno, vuole ordinare qualcosa?- mi chiese il biondo

-Mh, un caffè all'italiana, grazie-

-Ottima scelta- mi disse senza che chiedessi un parere

-Sei nuovo da queste parti? Non ti ho mai visto qui al bar- chiesi con disinvoltura

Lui mi studiò un secondo la maglietta, e solo ora mi ricordo di aver messo, senza volerlo, la felpa con su scritto "move, i'm gay". Sono, un, genio. Mi diedi uno schiaffo mentale e continuai ad aspettare guardando il ragazzo negli occhi, lui evidentemente a disagio si ricompose, e mi disse sorridendo:- No, non sono nuovo della zona, ma mi hanno appena assunto per fare il cameriere-

Annuii e tornai a farmi gli affari miei mentre il biondo se ne andava.

Passarono diverse settimane, e tutti i giorni tornai al bar, un po' perché mi andava, e un po' perché--sì lo ammetto-- volevo vedere il ragazzo biondo che scoprii chiamarsi Will. Andava nella mia stessa scuola ma aveva un anno in più, e solo dopo mi ricordai che era il ragazzo di Drew, la...come dire... brava ragazza di turno (spoiler: sono ironico). 

Devo ammettere che ci rimasi un po' male, dato che da quel che avevo capito era bisessuale, e potevo avere una possibilità, ma ahimè la fortuna non è dalla mia parte, come sempre d'altronde. In questo lasso di tempo ci conoscemmo meglio e la mia semplice attrazione diventò una vera e propria cotta.

Poi, in una mattina come le altre andai a scuola assieme ad Hazel, che appena arrivati andò subito dal fidanzato Frank, un ragazzone cino-canadese goffo ma dolcissimo. Li ho sempre trovati una bella coppia, anche quando un nostro amico, Leo Valdez, ci provava con mia sorella, e lei e Frank non erano ancora fidanzati ma semplici migliori amici.

Stavo dicendo? Oh, sì era una normale mattina come le altre che però andò a farsi- benedire, dopo uno strano incontro con il biondino del bar.

Stavo tranquillamente (si fa per dire) andando a lezione di matematica quando qualcuno mi andò a sbattere contro facendomi cadere...beh, tutto.

- Non si fa più attenzione a dove si mettono i piedi Solace?- dissi rivolto al biondino, sì il biondino del bar: Will Solace

-Oh, ehm, scusa non volevo...a-aspetta che ti aiuto- rispose imbarazzato...aspetta, imbarazzato? Perché è in imbarazzo davanti a me? Non era lui mister sono-sicuro-di-me Solace? Fatto stà che mi aiutò a raccogliere i libri e, dopo averlo ringraziato, mi diressi in classe, ignaro del fatto che quello sarebbe stato un giorno particolare.

La lezione passò velocemente, tra Leo che lanciava palline alla Dodds e Piper che tentava invano di fermarlo. Io d'altro canto lo lasciavo fare, sapendo che è impossibile fermare un ragazzino iperattivo quanto lui. 

Le altre lezioni passarono normalmente fino all'ora di pranzo, che io passavo solitamente in giardino, all'ombra di un pino, in solitudine.

Stavo mangiando tranquillamente ascoltando un po' di musica, quando intravidi una figura bionda e abbronzata di un ragazzo litigare con una ragazza mora e pallida. Stoppai la musica e mi misi ad ascoltare:

-Quindi mi staresti dicendo che mi lasci per un ragazzo?!- disse la ragazza.

-Non proprio- rispose quello che ho capito essere l'ormai ex ragazzo della tipa.

Solo dopo mi accorgo che i due litiganti sono Drew Tanaka e Will Solace chissà perché litigano mi chiesi.

-Allora perché?- chiese Drew

-Perché non mi piace avere pesi morti sulle spalle, e non mi piaci più- disse Will con tono pacato

-IO?! UN PESO MORTO SULLE TUE SPALLE?!-

-Sì. Senti Drew, non mi andava di illudere qualcuno, non me lo sarei perdonato, perciò, questo è quanto, ti lascio- concluse il biondo calmo, andando via, probabilmente a finire di mangiare.

Per quanto riguarda Drew, tornò dentro più infuriata che mai, seguita dal suo gruppo di ochette.

-Posso sedermi?- mi chiese una voce alle mie spalle.

Sussultai spaventato e mi girai: c'era Will con un vassoio in mano e un sorriso gentile.

- Oh, ehm...certo- risposi titubante

Lui mi sorrise e di sedette. -Volevo scusarmi per prima, ero un po' sovrappensiero-

-Mh- risposi -e a che pensavi?- 

-Ad una persona-

-Quella per cui hai lasciato Drew?-

-Esattamente- rispose con un cipiglio triste, perché mai? -è un ragazzo che mi piace molto, solo che lui ha i prosciutti davanti agli occhi-

Lo guardai sorpreso, gli piace un ragazzo? Bene TUTTE le possibilità che ho con lui sono andate a farsi benedire. -Beh...sei sicuro almeno che non sia etero?- chiesi veramente curioso.

-è gay...ce l'ha scritto su una maglietta- disse guardandomi dritto negli occhi. Io allora capii ricordando il nostro primo incontro e diventai rosso come un  pomodoro cominciando a balbettare alla ricerca di qualcosa da dire. Ma lui mi zittì continuando a parlare:- So che non ricambi e non lo farai mai, ma volevo dirtelo solo per lavarmi un peso che mi opprimeva il petto, e poi perchè dovresti ricambiare dopotutto, tu sei tutto tenebroso e io uno dei più pop- non poté finire che lo zittii con un bacio. Ora, non dirò i dettagli perché non sono un tipo sdolcinato, ma vi posso dire, che quella...è stata una delle cose più belle di tutta la mia vita.

Quando ci staccammo scoppiammo a ridere e poi lui mi chiese:-Ti va di andare al Mc sta sera?-

Risi e gli risposi:-Ovviamente-

Ringrazio ancora quel giorno di pioggia quando lo incontrai al mio solito bar...










Angolo autrice(🤢)

1399 parole, amatemi. Enniende! Ecco a voi la mia prima OS solangelooooh

Dopo aver passato circa 3 giorni su questa one shoot è arrivata al termineee! 

Vabbeh, ora ciao me la vado a leggere una solangelo

Nuovo angolo autrice(🤢)

Si ho riletto la storia dopo mesi, e mi chiedo da dove è uscito il coraggio per pubblicarla...

Ewewewew

//Dopo forse un'anno
Comunque sono un autore, non un'autrice ero solo troppo stupido per capirlo :')
Stavo valutando il cancellare la storia per evitare cringate, peró non so, dovrei?

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