2) "È ora che tu apra gli occhi"
"Cosa... cosa succede qui?"
"Abbassa la testa, caro, stai ancora troppo male per pensare di rialzarti", una donna sui 40 anni parlava con il ragazzo, svenuto durante l'attacco dei seguaci della Kansö Ha, si era risvegliato al cospetto del padre, della guardia del corpo del Re e di questa dolce donna che, dagli abiti bianchi con una croce, aveva intuito essere una infermiera.
"Ma cosa è successo...? Cioè non so se è realmente successo, era tutto sfocato, quasi un so.."
"Sì, figliolo, è successo, siamo stati attaccati dai membri di un clan ostile alla monarchia dei Korunoshima"
"Ma padre, il nostro regno... hai sempre detto che... che siamo pacifici..."
"Figlio, è ora di aprirti gli occhi.
Sappi che tu non sei una persona normale, non sei un semplice erede del trono, no.. tu sei il prescelto per la salvezza o la distruzione del mondo, dovrai fare un giuramento, al tuo protettore, che ti guiderà al dominio di un mondo a tua immagine e somiglianza, nel bene o nel male"
"Ma io, come faccio a essere io?..."
"Sì infatti, è questo il problema, non sa che sei tu, se ti vedesse ora, non ti darebbe il minimo conto!
Questa entità, molto potente e temuta, che non sa chi tu sia, sa solo che il suo potere sarà la tua maledizione, che si scaglierà su di te appena tu mostrerai al suo cospetto"
"Perché devo essere maledetto? Non dovevo essere protetto?"
"Shozaburo. Tuo antenato, mio antenato, fondatore della nostra dinastia. Sappi che lui era molto potente, ma voleva di più, voleva il dominio anche del regno che lo attendeva. Quindi ha affrontato questa entità sovrana, contro cui ha perso il dominio del suo regno, lasciandolo al suo figlio e la vita, lasciandola all'inferno. Per questo, questo essere ha maledetto il sesto discendente, affinché lui senta sulla sua pelle il peso del potere"
Una nebbia calda e densa si iniziò a formare ai piedi del letto, un sospiro, una voce affannata e roca, metallica, come quella nel sogno di Josuke, si destò da essa:"Un potere oppressivo e che neanche Shozaburo poteva immaginare nel suo assoluto"
Josuke si scrollò dallo spavento, ma pronto questa volta, nessuno lo avrebbe potuto cogliere alla sprovvista... ma... nulla, nessuno fece nulla, la voce si spense e tutto tornò tranquillo, come se non fosse accaduto nulla.
Non successe più nulla per un po, Josuke e il figlio continuarono a vivere normalmente per mesi, intanto il ragazzino, ormai quasi undicenne, stava per raggiungere l'età per iniziare a far parte e interessarsi dei consigli pubblici, cosa che non lo interessava minimamente, preferiva allenarsi che iniziare la sua vita vera.
"Ma padre, perché devo partecipare ai consigli del popolo? E poi la scuola e tutte quelle formalità, presentati qui, vai di lì, ascolta lui..."
"Ahahah, ah... ragazzo mio, sappi che anche io non ho mai amato tutto questo, ma sappi che io sono diventato un uomo potente e rispettato non solo perché sono il re, anzi, sappi che tuo nonno per primo non era rispettato, lui firmava le leggi, faceva il suo minimo indispensabile e poi non si faceva vedere.
Il re è un compito difficile, avrai bisogno di un circolo di uomini di cui potrai fidarti ciecamente, se ne va della tua vita, e costoro dovrai conoscerli da tutta la vita, dovrai iniziare a sceglierli da subito, e avrai minimo 10 anni per trovarli.
D'altro canto, l'istruzione è fondamentale al fine di una tua cultura; come re, dovrai avere le basi per molte cose, dovrai riuscire a cavartela almeno nelle situazioni ordinarie" e con questo, Josuke rivolse un sorriso al figlio e, con un colpetto sulla schiena, lo invitò ad andare al consiglio.
Il consiglio era presieduto da un uomo anziano di bassa statura, con dei lunghi baffi molto fini, quasi di un colore argenteo e con un cappello di paglia a punta. Era un uomo buffo, ma aveva l'aria di un uomo sapiente e pieno di rispetto; stava seduto su una sedia, su un soppalco, insieme ad altri quattro uomini più giovani e grandi, uno muscoloso e con abiti da nobile, uno un po più piccolo e di corporatura normale, con i chiari segni sul volto di una vita passata nei campi e due con delle tuniche classiche e con le dita affusolate e degli occhiali di precisione, erano chiaramente degli artigiani.
"Chi sono quegli uomini lassù, padre?"
"Oh loro? Oh si, allora: quello al centro, un po più anziano è il saggio e il rappresentante della contea nel consiglio annuale delle contee del regno, poi alla sua destra ci sono i due artigiani che fanno le veci della classe popolare dei lavoratori, poi a sinistra c'è un rappresentante della nobiltà e uno della classe contadina, tutti quelli che invece siedono ai tavoli messi a ferro di cavallo, sono i capi famiglia scelti per i consigli di quest'anno"
"E io cosa ne ricavo da ciò?"
"Il mondo.
Tu oggi capirai come va il nostro regno, devi iniziare a capire su cosa governerai un giorno, devi conoscere il tuo popolo prima di pensare di poterlo comandare".
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