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Prima Missione

Il tempo passò velocemente e ben presto fui dimessa. Fu con molta sorpresa che accolsi la notizia di essere diventata una chunin, il Quarto Kazekage mi aveva promosso per il  mio comportamento durante l'ultima missione di cui, francamente non ricordavo nulla. Ero stata affidata al gruppo di Gaara, in quanto essendo lo shinobi più forte potrà sicuramente compensare la mia debolezza. Non posso nascondere di aver risentito questi tre anni, infatti mi stanco facilmente e sicuramente nel combattimento sono molto arrugginita, nonostante tutto ora ero solo un peso e non avrei fatto altro che rallentarli. Avevamo già ottenuto una missione e Gaara mi aveva chiesto di limitarmi a curare i feriti e di restare in disparte, non me la presi molto perché lo comprendevo e a situazioni invertite, probabilmente, avrei fatto lo stesso.
« Shina? » Esclamò Matsuri stropicciandosi un occhio mentre io mi sedetti accanto a lei.
«Ti stavi allenando ancora? » mi chiese mentre io guardai la luna che risplendeva nel cielo notturno.
« Sì, sono stata ferma fin troppo. » Esclamai decisa portandomi una mano al petto.

« Ti è mai capitato di aver dimenticato qualcosa di molto importante? Sento nel mio cuore il desiderio di diventare sempre più forte, ma non so chi dovrei proteggere. Gaara non ne ha mai avuto bisogno, quindi attualmente io temo di aver dimenticato qualcuno e so che probabilmente è qualcuno  di molto importante. Continuo a chiedermi perché in tutto questo tempo i miei genitori non sono venuti a farmi visita, mi chiedo chi siano e dove siano attualmente. »
Due braccia mi cinsero da dietro facendomi sobbalzare, anche Matsuri assunse un'espressione sorpresa. Nessuna delle due si era accorta della sua presenza, chissà da quanto tempo era lì e ci stava ascoltando. « Loro non si sono dimenticati di te.»
Esclamò Gaara sedendosi fra noi e stringendo entrambe a sé, il che mi sorprese. Facevo fatica ad abituarmi, anche perché in passato eravamo solo io e lui contro il mondo, eravamo entrambi Jinchuuriki perciò comprendevo bene che cosa provasse. Ora invece era molto più affettuoso con noi e con i suoi fratelli, forse più che affettuoso sarebbe meglio dire empatico o istintivo. Dal suo viso comprendo una leggera sensazione di disagio ma il suo sorriso era molto più luminoso e mi rasserenava. Fra le sue braccia mi sentivo sempre al posto giusto, non c'era nulla che potesse turbarmi. E poi, quella voce. Quell'urlo disperato,  le calde lacrime che bagnavano il mio viso e quei sussurri, ne ero quasi completamente certa, erano suoi.

Il mattino successivo ci incamminammo verso il villaggio delle Onde dove ci attendeva un ragazzo mingherlino al quale dovevamo fare da scorta. Storsi il naso quando in lontananza vedemmo un ponte con un cartello strano che recitava "Dedicato al ninja che ne ha permesso la realizzazione, Uzumaki Naruto" sotto di essa vi era un simbolo che io conoscevo. Lo avevo già visto. Mi portai una mano alla testa mentre da lontano vidi una sagoma voltata di spalle, aveva un mantello bianco con dei kanji rossi sulla schiena. Si voltò lentamente, non riuscivo a ricordare chiaramente il viso ma aveva lo stesso simbolo del cartello sul coprifronte. « Shina! »
Fu Matsuri a farmi  sobbalzare facendo voltare anche Gaara che ci aveva preceduti, mi scusi e mi sbrigai ad avanzare dopodiché rallentai il passo. « Matsuri, il villaggio di Konoha quale Kage ha attualmente? » Chiesi  mentre lei mi guardò incuriosita, in teoria il Quarto Hokage è stato eletto dopo l'esame chunin quando Orochimaru si sostituì al Kazekage. « Lady Tsunade è il Quinto Hokage, è molto famosa sai?»  A quel nome mi tornò in mente un'altra immagine poco nitida che accantonai nella speranza di vederci chiaro.

« Prima del  Quinto non dovrebbe esserci il Quarto Hokage? » Chiesi stranita. « Il quarto Hokage è morto circa tredici anni fa nell'attacco del Kyuubi a Konoha. » Mi fermai all'improvviso preoccupando i due ninja che viaggiavano con me e gettai un kunai verso l'albero alla nostra destra. « Scusami »
Esclamai quando un ragazzo mingherlino uscì da dietro l'albero e Gaara gli si avvicinò presentandosi. Era il nostro cliente ed io lo avevo quasi ucciso, la missione era iniziata nel migliore dei modi. Quando arrivammo ad una piccola casupola fuori dal villaggio quest'ultimo ci mostrò l'oggetto che doveva giungere al villaggio di corallo non molto distante da qui. Non riuscivo a credere  che fossimo stati scomodati per proteggerlo per un giorno di viaggio. Probabilmente lo avevano fatto per i livelli dei sicari assoldati per ucciderlo e recuperare la merce, o almeno lo sperai visto che eravamo da molto tempo in viaggio. Camminando camminando ripensai alle parole di Matsuri c'era qualcosa che mi stava sfuggendo anzi non mi tornava per nulla quella situazione. Io e Gaara abbiamo un paio di mesi di differenza, lui è nato a Gennaio ed io a Luglio quindi abbiamo la stessa età. Avendo sedici anni, per ricordarmi il Quarto Hokage io e la mia famiglia dovevamo essere originari di Konoha, anche perché per  il mio sesto compleanno Gaara mi organizzò una festa a sorpresa con l'aiuto di Yashamaru, suo zio. Inoltre il giorno in cui è morto l'enneacoda sigillato in me aveva distrutto Konoha, evidentemente il Quarto Hokage mi rese una forza portante ignorando la presenza dell'altro cercoterio in me.

Ma perché?
Perché mi avrebbero lasciato andare?
« Matsuri, Gaara ho una strana sensazione. Sento una sete di sangue dagli alberi dinanzi a noi.» Esclamai ripetendo l'avvertimento che Kurama mi aveva gentilmente fornito. Gaara allungò il braccio espandendo la sua sabbia e portando così allo scoperto i due ninja.
«Shina, allontanati con Kerin, al resto ci pensiamo noi. »  Presi il ragazzo ed entrammo nel bosco, mi concentrai e mi guardai intorno, notai che non vi era nessuno che ci avesse seguito perciò procedemmo per la mostra meta, certa che gli altri ci avrebbero raggiunto. Ci trovammo a metà strada un ninja completamente ammantato di nero, sul coprifronte vi era  il simbolo del villaggio della pietra. Mi portai dinanzi all'uomo e clonandomi lo potrai al sicuro iniziando ad attaccare il ninja con le arti marziali. Lui fu rapido nello schivare tutti i miei colpi e mi ritrovai anche ad incassare la maggior parte dei colpi avversari. Strinsi i denti, evidentemente avevano ragione non ero in grado di sostenere uno scontro.
Ero debole. Pensai mentre urtai con la schiena il tronco di un albero, ero solo un'illusa. Come potevo proteggere qualcuno se non riuscivo nemmeno a difendermi? Come?
«….» Sentivo bofonchiare la volpe dentro di me ma la sua voce mi giungeva distante, ovattata. Non riuscivo a distinguere le sue parole ma non potevo rischiare di perdere. Fu allora che mi vabbè in mente un' idea, ricordavo che la mia insegnante una volta Mei mi parlò di una tecnica capace di mandare in tilt il sistema nervoso. È rischioso, ma devo provare non posso  permettere che la missione fallisca a causa mia.  Rapidamente feci i segni ed iniziai a correre, fortunatamente riuscii a centrarlo cogliendolo di sorpresa. Atterrai poi sul pavimento tentando di rimarginare la profonda e fastidiosa ferita nel fianco. «Cosa mi hai fatto? »
Esclamò furibondo e iracondo il ninja mentre feci cenno al clone di proseguire ed io corsi dietro di loro, l'effetto era temporaneo quindi dovevamo trovare un riparo il prima possibile.

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