Capitolo 4
Capitolo 4: L'Incontro con l'Incantatrice
Il fiore della luna nera stava ancora tra le mani di Thanatos, la sua bellezza spettrale che brillava al chiarore della luna.
La foresta, una volta minacciosa e oscura, ora sembrava meno inquietante, come se il pericolo fosse svanito insieme alla creatura che lo aveva attaccato.
Tuttavia, una strana sensazione continuava a tormentarlo.
Non era solo la fatica del viaggio, ma qualcosa di più profondo.
Una forza oscura sembrava seguire i suoi passi, come se le tenebre stessi stessero tracciando il suo destino.
Mentre si avviava verso la prossima destinazione, il cammino si fece più impervio. La foresta lasciò il posto a un paesaggio desolato e arido, e il cielo, che prima era grigio, ora si faceva sempre più scuro, come se la luce del giorno stesse scomparendo per sempre.
Thanatos avvertì una crescente sensazione di disagio, ma non si fermò. Aveva un obiettivo da raggiungere.
Improvvisamente, tra le rocce nere che emergevano come colonne di un tempio abbandonato, una figura apparve davanti a lui.
Una donna.
La sua pelle era pallida come la luna, e i suoi capelli neri come la notte cadevano in ciocche intrecciate fino alla vita.
Il suo sguardo, intenso e magnetico, sembrava scrutare ogni angolo del cuore di Thanatos.
«Sei venuto fin qui, giovane cavaliere» disse la donna, la sua voce morbida ma potente: «per raccogliere ciò che è proibito. Ma sai cosa stai facendo?»
Thanatos si fermò di colpo, la mano ancora stretta attorno al fiore della luna nera: «Chi sei?» chiese, la sua voce tesa: «Cosa fai qui?»
La donna sorrise, un sorriso enigmatico, come se conoscesse ogni segreto di lui: «Sono ciò che il mondo ha dimenticato, ma che ora è venuto a cercare te. Mi chiamo Eryndor. Sono un'incantatrice, e il mio destino è intrecciato con il tuo»
Thanatos la guardò sospettoso, ma una parte di lui sentiva che le parole di Eryndor non erano prive di verità: «Cos'è che vuoi da me?» chiese con determinazione.
Eryndor avanzò lentamente, il suo passo leggero come se fluttuasse sopra il suolo: «Tu credi che il cammino che stai percorrendo ti porterà a salvare i tuoi compagni. Ma c'è un prezzo che non hai considerato. Il sangue che verserai, il sacrificio che compirai, ti cambieranno. E non solo te»
Thanatos non fece un passo indietro, la spada che stringeva nella mano era il suo unico pensiero di difesa: «Sono pronto a tutto. Non mi fermo»
«Giovane cavaliere» Eryndor continuò: «non sono qui per fermarti. Al contrario, sono qui per avvertirti. L'incantesimo che il vecchio saggio ti ha indicato non è l'unica via per riportare in vita i tuoi compagni. Esiste una via... più oscura»
Thanatos la guardò, confuso: «Una via più oscura?»
«Se vuoi davvero riportarli in vita» spiegò Eryndor: «dovrai affrontare le forze che li trattengono nell'aldilà. Devi andare oltre il mondo dei vivi, nelle profondità della morte stessa. Ma c'è una condizione: non tutti coloro che attraversano quella porta possono tornare. Alcuni restano intrappolati, perdendo la propria anima»
Thanatos sentì il cuore che si stringeva.
La possibilità di un cammino ancora più pericoloso lo spaventava, ma non aveva scelta.
Non avrebbe mai potuto voltarsi indietro: «Dove devo andare?» chiese, la voce rotta dal bisogno di avere risposte.
Eryndor sorrise di nuovo, ma stavolta c'era qualcosa di inquietante nel suo sorriso: «Nelle Caverne di Xelaros, dove la morte stessa si nasconde. Lì troverai ciò che cerchi. Ma ricordati, ogni anima che tornerà avrà un prezzo. E tu... dovrai affrontare il tuo»
Thanatos non rispose.
L'incantesimo del saggio gli sembrava ormai un'illusione, una speranza che poteva essere tradita da forze più antiche e potenti.
Eryndor gli aveva mostrato un cammino oscuro, eppure la sua mente, il suo cuore, si rifiutavano di accettare che fosse l'unica via.
La donna si avvicinò a lui, mettendo una mano sulla sua spalla, un tocco freddo e distante:«Non dimenticare, cavaliere» disse con voce bassa: «che il destino di un uomo non è solo il risultato delle sue scelte. Talvolta è il prezzo che paga a determinare la sua fine»
Con queste parole, Eryndor svanì nell'aria, lasciando Thanatos solo nella desolazione del paesaggio.
Ma la sua mente era già altrove.
Le parole dell'incantatrice ronzavano nella sua testa, come un'eco incessante.
Doveva andare alle Caverne di Xelaros. Doveva affrontare ciò che lo attendeva, anche se significava affrontare le forze più oscure.
Con il fiore della luna nera ancora in mano e il cuore pieno di dubbi, Thanatos si avviò verso la sua prossima tappa.
Ogni passo lo avvicinava alla morte... ma anche alla vita.
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