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Mi abbasso a terra di scatto, arrossendo. Mi ha vista.

Gattono sul pavimento fino ad arrivare alla porta, esco velocemente e la chiudo.

Mi siedo a terra, ridendo leggermente, ancora rossa in viso. Non sono passati neanche dieci minuti in questa casa, e ho già fatto una delle mie figure da psicopatica.

"Edith!" Mi chiama mio padre. Scendo lentamente le scale, per farlo innervosire.

"Si può sapere che fine ha fatto" sento mio padre avvicinarsi. Stringo le labbra per non ridere, e appena è abbastanza vicino lo abbraccio per poi andare in cucina.

Mi siedo a tavola ed inizio a togliere del cibo dal piatto di mio padre per poi metterlo nel mio.

Come previsto John arriva dopo cinque minuti, stranito dal mio gesto. Lo guardo sorridente, per poi mangiare, facendo finta di nulla. Adoro la pasta al formaggio.

Finiamo il pranzo in silenzio, non potendo articolare conversazioni molto lunghe. Una volta finito mio padre va nel suo studio, mentre io vado in camera mia.

Mi lancio, letteralmente, sul letto.
'Cosa posso fare?'
Mi guardo attorno, in cerca di qualcosa per passare il tempo.

Prendo il cellulare e, non sapendo cos'altro fare, passo il tempo un po' su tutti i social.

Decido di farmi una foto, per poi postarla su Instagram. Mi arriva un messaggio da Jasmine:

-sei morta? Perché non mi hai contattata appena arrivata?-
Mi batto una mano in fronte, per poi rispondere velocemente:

-scusamiiiiiii, mi sono totalmente dimenticata!- ridacchio appena mi manda una faccina arrabbiata.

-comunque è una casa enorme, ancora più grande dell'altra- scrivo.

-si sapeva, tuo padre è un megalomane!- scuoto la testa, alzando gli occhi al cielo.

-Lo so, è incurabile. E a te? Come va?- digito velocemente, già sapendo che si sarebbe subito lamentata della mia lentezza.

-Tutto bene, ho incontrato un ragazzo fighissimo! Si è appena trasferito qui!- il mio sguardo va subito alla finestra. Arrossisco leggermente.

-Ci sei?- mi chiede.

-Si, si ci sono- mando subito, per poi continuare: -che sfiga però, appena me ne vado, vengono gli dei greci. E com'è? Ce l'hai una foto?-

-hai detto bene, è un figo della madonna! E poi ha un fisico!- arrossisco.

-no, non ce l'ho una foto. E tu? Incontrato qualcuno?- mi chiede, sembra quasi avermi letto nel pensiero.

Perché le migliori amiche devono sempre intuire tutto?
-no, no, nessuno- scrivo sperando, invano, mi creda.

-e com'è?- Ma cosa? Ma è normale?

-chi?- le chiedo, sperando ci caschi.

-il ragazzo che hai incontrato di cui non vuoi parlarmi!- non ci posso credere.

-ok, ok- digito, per poi pensare a cosa scrivere.
'Beh, sicuramente neanche lui scherza con il fisico' mi ricorda la coscienza, guardo la finestra.

Solo ora mi rendo conto che è già buio, colgo l'occasione per scappare dalla mia migliore amica.

-È tardissimo, devo scappare, ci risentiamo presto!- per poi spegnere il cellulare.

'Speriamo non si arrabbi troppo' penso, ricordando che l'ultima volta che ho fatto così, è venuta direttamente a casa mia.

'vabbè, non credo ci sia il rischio che faccia tre ore di macchina'

'Non si sa mai'

*****
Scendo le scale, già pensando a cosa cucinare. Ma tutte le mie idee vengo cancellate da una donna in particolare: Adelle.

'Ma perché la odi tanto?'

'Perché vuole solo prendere la fortuna di mio padre' penso, guardando con odio la sua schiena.

"Ha bisogno di qualcosa signorina?" Mi chiede, con quel suo sorriso innocente.

'Per fortuna posso non risponderle, senza essere maleducata' penso, avvicinandomi per vedere cosa sta cucinando:

Purè di patate e salsiccia. Potrò pure odiarla, ma quello che cucina è puro amore.

Decido di aprile tutti i mobiletti, finché non trovo quello delle merende, che ovviamente è in alto a tutto.

'Ma il mondo ce l'ha con me?' Penso, cercando di prendere il barattolo di nutella.

"Aspetta, ti aiuto" brutta stanghettona, antipatica. Le sorrido falsamente appena mi consegna la mia ragione di vita.

"Non dovresti mangiare quello schifo, ti farà ingrassare" dice, guardando il barattolo schifata.

Alzo un sopracciglio, per poi prendere un cucchiaio e andare in salotto.

Sbuffo, stendendomi sul divano in una posizione degna di una contorsionista olimpionica.

Accendo la televisione, godendo questo ultimo giorno senza far nulla. 'O almeno così speravo'

"Tesoro, mi fai un piacere?" mi chiede mio padre, guardandomi dall'alto. È divertente guardarlo sottosopra.

'Dipende' dico, scandendo bene la parola. Lui mi guarda speranzoso, ci manca poco che si inginocchi pure.

"Ti va di accompagnarmi ad una cena di lavoro?" non mi ha mai chiesto di venire alle sue cene, perché ora è diverso?

Aggrotto la fronte, per fargli capire che sono confusa.
"È molto importante, se riusciamo a chiudere questo affare saremo a cavallo" mi spiega.

Alzo gli occhi al cielo, ma annuisco. Batto un dito sul mio polso, per chiedergli a che ora devo essere pronta.

"Alle sette, devi essere pronta" sospiro. 'Perché non riesco mai a dirgli di no?'

******
Una volta finito il bagno caldo, spalmo sul corpo una crema alla vaniglia, per poi mettere l'intimo.

Vado in camera mia, e apro le ante dell'armadio.
'Cosa metto?' faccio una smorfia, già immaginando i con i capelli perfetti e il vestito rosa confetto.

Mando un messaggio a mio padre:
-cosa devo mettere?-

Mi risponde dopo qualche secondo:
-un vestito... Qualcosa di elegante- alzo gli occhi al cielo.

Per fortuna ho già svuotato le valigie. Apro la parte dell'armadio da me mai usata, i vestiti.

Li scorro tutti velocemente, con faccia schifata.
'Troppo lungo'
'Troppo corto'
'Troppo vistoso'
'Troppo rosa'
'Troppo troppo'

'Troppo troppo? Ma cosa diavolo...'

Odio i vestiti. Non ho mai avuto la possibilità di apprezzarli, mio padre non se ne intende molto.

Alla fine opto per un vestito lungo blu, con dei ricami floreali sulla gonna, e la scollatura a cuore, abbellita da dei piccoli diamanti.

'Ma chi me l'ha fatto fare?' Penso, guardando la mia immagine riflessa nello specchio.

'Sembro una caramella incartata alla perfezione'
Mi continuo a fissare, guardando il vestito risaltare le mie curve, e cadere elegantemente su tutta la mia figura.

Sbuffo, sono seriamente tentata di mandare tutto al diavolo e darmi malata.

'Non devi mica andare a fare un test di letteratura'
'Questo è molto peggio!'

"Edith, facciamo tardi!" Lancio un'ultima occhiata contrariata allo specchio, e sbuffando esco dalla stanza.

Bastano due passi, per farmi tornare in camera. Non rischierò una frattura per colpa di questi trampoli.

Tolgo le sobrie trappole mortali, infilando velocemente delle ballerine argentate.

'Molto meglio' penso, scendendo velocemente le scale, facendo svolazzare ovunque i capelli perfettamente lisci.

"Wow" dice mio padre, mentre salto gli ultimi due scalini con un salto.
Vizio di cui non mi sono mai liberata.

Arrossisco, per poi spingerlo verso l'uscita. Prendo velocemente una giacca nera pelosa, per poi uscire.

*******
Sono più nervosa di quando devo fare un test. Scruto il paesaggio passare velocemente al mio fianco, diventando un miscuglio di strisce colorate.

Picchietto le unghie sulla maniglia dello sportello. Fino a far intorpidire la mano.

Inizio a tiracchiare il tessuto pregiato, producendo un basso rumore di strofinamento.

"Oh, ehi, Edith basta" dice mio padre, lanciandomi uno sguardo spazientito. Cerco di stare il più ferma possibile, iniziando involontariamente a mordicchiarmi il labbro inferiore.

'E se mi fanno delle domande? Mi reputeranno maleducata quando non risponderò...'

Prendo a giocherellare con la collanina che ho da quando sono nata. L'unico ricordo che ho di mia nonna.

Sento il rumore della portiera che si chiude, e mi rendo conto solo ora che siamo davanti un'enorme ristorante.

"Prego signorina" prima che potessi avere il tempo di aprire la portiera, mi apre mio padre, scuoto la testa.

Ci avviciniamo all'entrata, mentre mi guardo attorno ad occhi palancati.

'Questo posto sprizza soldi ovunque. Sembra che ci abbia vomitato qualche unicorno miliardario!'

'Ma che razza di paragoni fai?' Mi dice la coscienza che, se avesse un volto, ora starebbe battendo ripetutamente la testa contro un muro.

Un signore vestito di tutto punto, che quasi mi chiedo sia fatto di plastica, ci chiede cordialmente il cognome.

"Evans, John Evans" vedo il suo pomo d'adamo fare velocemente su e giù, per poi sorriderci e farci segno di seguirlo.

'Manco avesse visto un ragno'
'Perché invece è normale avere paura dei ragni!'
'Certo che è normale, hanno otto zampe!'
'Non commento'

L'interno del ristorante è enorme, illuminato da due enormi lampadari di cristallo.

Veniamo accompagnati fino ad un tavolo da sei posti, illuminato maggiormente dalle candele a centro tavola.

'Aspetta... sei posti?' guardo mio padre contrariata, e sconcertata allo stesso tempo. Ma non doveva far firmare un contratto?

"Amici" risponde semplicemente. Sbuffo, sedendomi al lato opposto di mio padre.

"Posso portarvi qualcosa?" ci chiede il cameriere. 'Voglio qualcosa?' Mi guardo attorno, pensando a cosa potrei prendere.

"Aspettiamo i signori" mi giro di scatto verso mio padre, che a momenti mi si poteva staccare la testa.

Quando il cameriere se n'è andato, inizio a gesticolare freneticamente, facendogli capire il mio disaccordo.

"Va bene, va bene... Dimmi cosa vuoi" si arrende mio padre. 'Vinco sempre io alla fine...'
'Aspetta ma io cosa voglio?' mio padre alza le sopracciglia, in segno di esasperazione.

Quando sto per rispondergli,  si alza facendomi corrucciare. Guardo dietro di me, notando che dei signori che si stanno avvicinando.

Mi alzo, annoiata da queste congetture, già pensando alla lunga serata.

"Evans, che piacere!" alza la voce uno di questi: completo raffinato, scarpe super costose, capelli grigi ingellati, barba perfettamente rasata e sguardo serio, insomma... il classico imprenditore.

Faccio una smorfia, in segno di disapprovazione per il tono troppo alto.

"E questa dev'essere Edith!" continua lui imperterrito. Mi porge la mano, che io stringo quasi obbligata dallo sguardo di mio padre.

"È un piacere anche per noi" sorride falsamente mio padre. 'Quindi è questo che si intende per cena di lavoro, è molto più divertente di quanto pensassi'

"Questo è mio figlio, Jonathan" cerco di trattenermi dallo scoppiare a ridere per il nome ridicolo. Stringendo la mano sudata del ragazzo:

I capelli biondo cenere sono sistemati alla meglio su un lato del viso paffutello. Gli occhi nocciola spiccano sulla pelle chiara, mi sorride, mostrando i denti bianchi.

"Puoi chiamarmi John" mi dice, sedendosi di fronte a me. Annuisco, facendo un piccolo sorriso.

In poco tempo mio padre inizia una conversazione, piena di vocaboli sconosciuti alla ragione umana. Ma mi rendo conto che sono vuote ancora due sedie.

"Quindi... come ti chiami?" mi chiede gentilmente. 'E ora, che faccio?' Sposto lo sguardo ovunque, tranne che sul suo viso.

'Tutte le persone in questo posto, sembrano avere qualche problema con la parola sobrio' penso, guardando i vestiti sgargianti, gli accessori costosi...

"Lo so che non puoi parlare" mi dice, ed io incrocio subito il suo sguardo.

"Magari potresti scriverlo su questo tovagliolo" mi dice speranzoso, dandomi una penna.

Lo guardo interdetta, meravigliandomi del fatto che non mi abbia fatto domande scomode o fatto osservazioni poco carine.

'Edith' scrivo, cercando di non bucare la carta. Spingo il fazzoletto verso di lui, notando però che John sta guardando sopra la mia testa.

'Ho qualcosa in testa? Non gli piace la mia pettinatura? Ho un ragno tra i capelli?' mi faccio mille domande in pochi secondi, fino a quando non sento una voce maschile dietro di me.

"Signor Evans, signor Davies" saluta, mentre mi giro. È proprio per questo che odio stare di spalle all'entrata, è come se mi sentissi in dovere di girarmi ogni volta che entra qualcuno.

'Maledetta curiosità' mi maledico, gurandomi per la seconda volta. Non mi importa cosa pensano, non somo venuta qui per fare squat.

L'uomo davanti a me ha un sorriso strano sul volto, come se volesse schiacciare tutte le persone davanti a lui.

"Questo è mio figlio, William" continua, spostandosi leggermente verso destra. Spalanco gli occhi: 'È uno scherzo vero?'

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Nuovo capitolo!

Spero vi piaccia, e se è così non esitate a schiacciare la ⭐ o a scrivere cosa ne pensate 💬, mi fa sempre piacere!

Scusate per tutti gli errori di battitura o grammatica❌

Al prossimo capitolo,
Baci The_Liar_

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