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Capitolo 44.

Questa sera c'è la famosa festa organizzata da Mia per festeggiare la partenza per Londra. Mancano cinque giorni alla partenza e io ancora non ho una lista di cose da portare e eventualmente cosa comprare, d'altronde non so nemmeno cosa mettermi questa sera figuriamoci fra qualche giorno. Sono irrimediabile, mi riduco sempre all'ultimo!

Con questo pensiero decido di alzarmi dal letto e iniziare a frugare nel mio armadio, con la speranza di trovare qualcosa che potrebbe ispirarmi. Non so se possa essere esagerato andare con un vestitino o andrebbe meglio dei pantaloni e una t-shirt.

Mando un messaggio sul gruppo mio, di Margie e di Dakota: *ragazze cosa vi mettete per la festa di questa sera?*

Mentre continuo la mia ricerca, sento vibrare il telefono in tasca: *gonna e tacchi* risponde Dakota.

Rileggo due volte il messaggio. È impazzita? I tacchi?! Digito velocemente la risposta: *stai dicendo sul serio?*

*Si* risponde e poco dopo arriva la risposta di Margie: *Io vengo con i jeans e un croptop ma niente tacchi. Flam per favore fammi compagnia con le converse*

Scoppio a ridere al messaggio di Margot, lei ed io ci capiamo al volo. *Ok allora metto un vestitino e le converse* rispondo.

«Bene, bene» dico tra me e me, ora devo "solo" trovare quale vestito mettere.

Ne prendo uno rosso a sacco non troppo corto. Lo provo, mi infilo le converse, mi guardo allo specchio e non mi piaccio affatto. Il rosso non mi dona non so per quale assurdo motivo abbia comprato questo vestito che forse non ho mai messo.

Lo escludo e continuo a cercare. Provo una gonna di jeans con una maglietta nera e devo dire che questo abbinamento non mi dispiace affatto.

Mi arriva una notifica al telefono, lo afferro ed è un messaggio di Dakota *Flam mettiti assolutamente il vestitino intero nero, ti fa un fisico da paura*

Vestitino nero?

Riapro l'armadio e sotto una pila di maglie trovo quel vestitino nero. È attillato e corto, mi piace tantissimo.

Digito subito un messaggio di risposta a Dakota: *grazie che mi hai ricordato di avere questo vestito, lo adoro!*

Sono felice di averci messo poco tempo a trovare il vestito per questa sera, sono solo le 17 e la festa inizia alle 21. Non amo molto le feste ma questa sera ho particolarmente voglia di divertirmi. Spero che Jason non abbia cambiato idea anche se non è mai stato troppo convinto.

Questa mattina a scuola non è venuto e oggi non si è fatto sentire per niente. Decido di passare a casa sua per controllare che non si sia dato alla fuga.

«Mamma torno tra poco, prendo la macchina» dico a mia mamma che sta seduta sul divano a guardare un film.

«Dove vai?» chiede.

«Devo passare un attimo da Jason, faccio presto»

«Ok, sta' attenta» mi manda un bacio e io esco di casa.

Potrei andarci anche in bici visto che abita a pochi isolati da me, ma sono troppo pigra e la macchina è così comoda.

Quando arrivo da Jason noto con gran piacere che la sua macchina è parcheggiata sul cortile, quindi ciò significa che sta a casa.

Citofono e viene proprio lui ad aprirmi. Che giornata fortunata! Penso.

«Che ci fai qui?» chiede sorpreso.

«Controllavo che non ti fossi dato alla fuga» sorrido.

«Perché avrei dovuto?» apre la porta per farmi entrare.

«Per evitare la festa di questa sera» ridacchio.

«Se venissi con me, scapperei volentieri» mi fa un occhiolino.

«Facciamo che insieme, tu ed io, andiamo alla festa e ci divertiamo» gli rifaccio l'occhiolino e mi siedo sul divano.

«Ci divertiamo come?» mi guarda con occhi profondi e uno sguardo che mi lasciano senza fiato.

«Ballando» rispondo seria.

«Vedremo» risponde e viene a sedersi sul divano con me.

«A che ora è la festa?» chiede dopo qualche minuto di silenzio.

«Dalle 21» dico.

«Alle 21:30 fatti trovare pronta che ti passo a prendere» dice.

«Addirittura!» esclamo. «Vuoi farmi arrivare tardi?»

«Devi sapere che il ragazzo più bello dell'istituto deve farsi attendere e desiderare e tu devi sentirti onorata a venire in macchina con me»

A questa risposta scoppio a ridere: «Ma sentiti!» continuo a ridere e stendo le mie gambe sulle sue.

«Ehi» mi guarda. «Perché ridi? È la verità» dice

«Si certo» ironizzo continuando a ridere.

«Non penso che ti convenga continuare...» inizia a farmi il solletico sui fianchi e io inizio ad agitarmi e non riesco a smettere di ridere.

«Vedo che ti piace» sorride e continua a farmi il solletico.

«Basta ti prego» piagnucolo.

Ignora la mia richiesta disperata fino a quando non si distende sopra di me e affonda le sue labbra sulle mie e mi abbraccia.

Un brivido mi percorre tutta la schiena; porto le mie braccia intorno al suo collo e continuo a baciarlo. Perché lo stiamo facendo? È questa la domanda che mi chiedo sempre, a cui non so dare una risposta.

«Gli amici non dovrebbero fare certe cose» gli sussurro tra le labbra.

«Non dovrebbero, hai detto bene» si ferma per un attimo a guardarmi e poi continua a baciarmi, sulla bocca, sulla guancia, sul collo e sento il mio corpo andare in fiamme.

«Siamo un eccezione tu ed io» dice tra un bacio e l'altro.

Sento la sua mano percorrermi tutta la coscia, poi sul fianco e infine sulla zip dei pantaloni. So dove vuole arrivare ma questa volta non posso permetterglielo.

«Jason no!» esclamo, cercando di divincolarmi da lui.

«Shhh» mi azzittisce con un bacio e continua a slacciarmi i pantaloni.

«Smettila» dico cercando di spostarmi. Ignora quello che gli sto dicendo, sta facendo lo stronzo e rovinando tutto.

«Ti ho detto di smetterla, non voglio» dico con un tono decisamente più deciso e riesco finalmente a tirarmi su a sedere.

«Dai perché?» chiede sorridendo.

«Non voglio e non stiamo nemmeno insieme» spiego seria.

«Sempre questo è il problema: lo stare insieme» sbuffa e alza gli occhi al cielo.

«Si, gli amici non fanno certe cose. Non dovrei neppure baciarti ne ritrovarmi allungata sotto di te nel divano di casa tua»

«Non c'è nessuno a casa» dice accarezzandomi la faccia.

«Lo vedi che sei stronzo però? Pensi solo a certe cose» alzo gli occhi al cielo.

«Dimmi solo una cosa» faccio un sospiro e continuo «Mi ami?»

È sorpreso dalla mia domanda, si mette subito a sedere al suo posto e non risponde, anzi ignora totalmente quello che gli ho chiesto visto che ha deciso di iniziare a fare zapping con il telecomando.

«Allora?» lo incito a rispondere.

«Non lo so, ok?» dice con il tono di voce alterato.

«Jason che significa "non lo so" ?» mi metto a sedere e gli tolgo il telecomando dalle mani sperando di ricevere la sua attenzione. «Andiamo avanti così da più di un mese e non ha senso, o ci comportiamo da amici o ci mettiamo insieme»

«Senti non ho voglia di parlare di queste cose ora» sbuffa e inizia a mordicchiarsi l'unghia del dito.

«Non hai mai voglia di parlarne e io mi sono davvero stufata, se vuoi solo divertirti con me sappi che sei capitato con la persona sbagliata» dico e mi alzo per andarmene.

Afferro tutte le mie cose e sull'orlo della porta Jason mi chiede: «Tu invece mi ami?»

«Si» rispondo ed esco dalla sua casa.

Davvero ho ammesso di amarlo? Il mio subconscio inizia a tormentarsi di domande e sinceramente non mi pento di quello che ho detto. Non so nemmeno se a questo punto verrà alla festa ma non mi importa andrò con le mie amiche per divertirmi.

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