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Capitolo 18.

Quando torno a casa, ho una strana sensazione di felicità. Aver fatto pace con Jason è stato un sollievo, aspettavo questo momento dal giorno in cui abbiamo litigato. Non è stato facile passare una settimana senza parlargli nonostante ci vedevamo a lezione. Mi fido di lui e delle sue parole, sono convinta che sia cambiato veramente.

Mentre aspetto che la mamma finisca di cucinare, afferro la mia agenda e inizio a scrivere qualche mio pensiero.

«Il pranzo è pronto» la voce di mia madre interrompe i miei pensieri e mi riporta alla realtà. Chiudo l'agenda e scendo in cucina, il profumo di ragù mi travolge facendomi venire l'acquolina in bocca.

«Allora, cos'hai fatto questa mattina?» chiede mentre metto la pasta nel piatto.

«Sono stata da Jason. Perché?» dico.

«Chiedevo e come mai ci sei andata?» sorride maliziosa.

«Dovevo prendere degli appunti..di matematica» mento. Non mi va di dire la verità perché altrimenti mi tempesterebbe di domande.

«Nient'altro?» mi fa l'occhiolino.

«No» rispondo con aria interrogativa. Cosa vuole intendere con "nient'altro?"
«A te, invece, com'è andata la corsa?»
chiedo per cambiare argomento.

«Bene, faceva caldo. Dovresti venire anche tu» dice.

«Non sono brava a correre» ridacchio e anche se fossi allenata, non ci andrei. La domenica mattina esco solo in casi estremi, preferisco restare nel letto fino a mezzogiorno.

«Ah, ho incontrato la mamma di Margot» la sua espressione si fa seria e suppongo che abbia saputo qualche novità.

«E..» la invito a proseguire. Ho la sensazione che non sia una bella notizia e improvvisamente mi è passata la voglia di mangiare.

«Dagli accertamenti che le hanno fatto è uscito fuori che il suo è un coma leggero»

Faccio un sospiro di sollievo, potrebbe essere una cosa positiva. «Quindi si sveglierà al più presto?»

«Questo nessuno può dirlo ma i medici dicono che é stata fortunata perché poteva finire peggio, visto la gravità dell'incidente» dice e a queste parole abbasso lo sguardo triste.

«Ho preparato un dolce. Vado a prenderlo» dice la mamma per cambiare discorso e sollevarmi di morale.

É una buonissima cheesecake ai frutti di bosco. Ne mangio due pezzi perché è davvero deliziosa e tra un boccone e l'altro mi ricordo di dover aggiornare la mamma sulla vacanza di Londra.

«Per Londra si parte il 6 aprile e si torna il 20. La prossima settimana ci daranno il programma.»

«Due settimane? Cosa farò in quei giorni» dice desolata.

«Non lo so» ridacchio. «Puoi darti alla pazza gioia senza una figlia in mezzo ai piedi» dico scherzando.

«Hai ragione» mi fa l'occhiolino e scoppiamo a ridere.

Dopo pranzo salgo in camera per organizzarmi la giornata. Afferro il cellulare e ci sono due messaggi di Jason: "Grazie per questa mattina ❤"
e l'altro: "Domani fatti trovare pronta per le 8. Ti passo a prendere per andare a scuola". Digito immediatamente la risposta e la felicità inizia a farsi strada nel mio corpo. Mi è mancato moltissimo, sopratutto vederlo la mattina davanti casa mia.

Sento il campanello, corro ad aprire perché so che è Dakota. Appena apro la porta mi si fionda addosso abbracciandomi. Ricambio l'abbraccio e le dico: «Ciao, entra!»

«Ho tantissime cose da dirti» dice mentre entra in casa e andiamo nella mia stanza.

«Perché ho l'impressione che non studieremo arte?» ridacchio e nel frattempo che lei si leva il giubbino, mi siedo sul letto.

«Non lo so ma queste cose sono più importanti» dice sedendosi vicino a me.

«Allora inizia a raccontare» dico.

«Cosa vuoi sapere per prima? Novità, Brian o Margot?» chiede.

«Su Margot so qualcosa anche io, quindi iniziamo da quella che mi mette più curiosità: Novità» dico.

«Okay..» dice. Dalla tasca dei Jeans afferra una lettera, prima ancora che io possa capire di cosa si tratta, inizia a esultare dicendo: «Sono stata ammessa alla MUD, la scuola di make-up artist di New York! Non ci posso credere» mi abbraccia.

«Bravissima! Non avevo dubbi che ce l'avresti fatta ad essere ammessa» dico.

«Pensa che bello imparerò tutto sul mondo del make-up e vivrò a New York, nella grande mela. Pensa se mi prendessero come truccatrice nelle sfilate di alta moda, diventerei ricca e famosa» sta sognando a occhi aperti e questa sua immaginazione mi fa ridere, però glielo auguro di avere successo.

«E poi quando tu e Margot verrete a trovarmi vi truccherò e andremo in giro a fare shopping» dice.

Nei suoi occhi noto la gioia per questa notizia. Sono felice anche io per lei, è stato sempre il suo sogno andare a studiare e vivere a New York e sono contenta che può realizzarlo. Mentre mi abbraccia inizia a farsi strada anche un po di nostalgia. Mancano pochi mesi e poi ognuno di noi prenderà la loro strada e inizierà la loro vita. Sarà strano non vedersi tutti i giorni, condividere ogni cosa e tenersi in contatto solo tramite delle videochiamate. Le mie poche amiche che ho qui a San Francisco hanno scelto delle università che sono nella parte opposta dello stato e anche io se sarò ammessa alla UCI dovrò trasferirmi a Irvine ma resterò sempre nello stato della California.

«Mi mancherà tutto questo in realtà» ammetto.

«Anche a me. Cercheremo di vederci ogni volta che possiamo e dobbiamo restare in contatto sempre» dice con un filo di tristezza.

«Hai ragione. In fondo nella vita bisogna fare delle scelte e sono sicura che la nostra amicizia continuerà nonostante le distanze» sorrido.

«Certo» ricambia il sorriso. «Tu hai già ricevuto delle risposte?»

«No, sto aspettando con ansia le risposte della UCI, vorrei studiare lì» dico.

«Quindi ti trasferisci nel sud della California dove ci sono i ragazzi belli che ti investono con lo skateboard» ridacchia.

Scoppio a ridere anche io: «Eh già!» Poi proseguo: «Sei una matta! Ora dimmi di Brian»

«Questa mattina siamo andati a fare colazione insieme. È stato magnifico!» dice con gli occhi che le brillano.

«Raccontami tutto» penso che quei due faranno strada insieme.

«Ieri sera dopo la cena a casa di Ethan, mi ha proposto di vederci questa mattina. È passato a prendermi con la macchina e siamo andati da Starbucks. Lì abbiamo parlato del più e del meno, gli ho detto di New York e sai qual è il bello? Anche lui si è iscritto all'università lì. Poi niente ha insistito per pagare tutto lui e siamo andati a fare una passeggiata in spiaggia» dice sorridendomi.

«È fantastico! Brian, da quello che ho notato, sembra essere un bravo ragazzo» dico, mi fa piacere che si stiano frequentando, ricordo ancora la felicità di Dakota quando gli ho presentato Ethan e Brian.

«Si, molto. È anche simpatico, dolce e gentile. Penso che mi stia iniziando a piacere..» ammette timidamente abbassando lo sguardo.

La fisso con un sorriso malizioso senza dire nulla.

«Perché mi guardi così?» chiede un espressione indecifrabile.

«Dovresti ringraziarmi per avertelo presentato» ridacchio.

«Hai ragione, è merito tuo» dice.

«Sai, vi ci vedo bene insieme» ammetto.

«Davvero?» sorride.

«Si» Dakota non ha mai avuto ragazzi prima d'ora e se si mettesse con Brian sarebbe una bella novità. Poi sono sicura che lui è un ragazzo serio e sia perfetto per lei.

«Lo spero» dice. «E tu con Jason?» mi fa l'occhiolino.

«Nulla» ridacchio. «Siamo amici e questa mattina sono andata a chiarire» dico.

«Non penso che voi siate solo amici. Lo vedo come vi guardate» dice lasciandomi delle gomitate.

«No fidati, siamo solo amici. Non ci sarà nulla tra di noi» dico.

«Mmh..vedremo» ridacchia.

«Allora cosa sai su Margot?» chiedo per cambiare argomento, per evitare di entrare nei dettagli della mia amicizia con Jason.

«Ho saputo che fa spesso dei movimenti nonostante sia in coma.. Non pensi sia una cosa strana?» chiede.

«I medici hanno rilevato che il suo è un coma leggero e i movimenti sono del tutto normali. Spero che le possibilità che si svegli presto siano alte» dico.

«Penso di si» dice.

Annuisco e prima che la tristezza prendi il sopravvento, propongo di iniziare a studiare storia dell'arte.

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