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Amputate

Narratore P.O.V.'s

-C-che cosa?!- Gridò Lyon. -Siamo sul piede di guerra, Lyon. Senza gambe il mio potere riprenderà a scorrere e poi-...- Il leone non lo lasciò continuare: -Non ci penso nemmeno a lasciartelo fare!-

-Lyon se mi lasci parlare sparesti che-...- Niente. -E poi chi di noi sarebbe disposto a fare una cosa del genere?!- Il capo WGF non ammetteva repliche, ma dopo un po' di silenzio e riflessione, Hero cercò di continuare: -Allora, dicevo che anche se me le tagliate sarebbe un bene per tutti ed un alleato in più e poi-...-

-Io.- Disse Entity tutto ad un tratto. -Li farò io. Se questo è il volere di Hero io lo rispetterò. È un modo per farmi perdonare per tutto quello che ho fatto...- Prese fiato -...sotto la maledizione di mio fratello.- Pronunciò l'ultima parola come se sputasse un boccone amaro fattogli ingerire a forza.

Poi si girò verso Hero: -Dicevi?- -...Lasciate stare...- Rispose sconsolato. Tornarono a casa più velocemente di come arrivarono, tutti con la testa fra le nuvole, tutti preoccupati. Soprattutto Entity. Si era preso a carico quel garbuglio, ma la spetatezza di cui era capace un tempo lo aveva abbandonato, il solo pensiero di dover fare una cosa del genere gli faceva venire dei conati di vomito.

Aveva fatto una cazzata, e probabilmente non era la prima.

Arrivati, Hero si fece aiutare a scendere e si diresse velocemente verso camera sua, con Entity alle spalle, che camminava di mala voglia. Entrò e si sdraiò sul letto, pronto per l'intervento. Poco dopo arrivò anche l'altro demone, che chiuse la porta a chiave dietro di sè. Prese una fascia e la legò più stretta possibile alla base delle gambe, in modo da bloccare per quanto potesse il sangue.

ATTENZIONE: Se siete sensibili, saltate questa parte, non sto scherzando.

Entity non sapeva da dove iniziare, Hero era lì, senza anestesia, ed erano da soli, gli altri avevano preferito aspettare fuori, tranne Lyon, che però uscì per volere di Occhi di Luna.

Prese un coltello in mano, un enorme lama di metallo dall'impugnatura nera, e la puntò alla fina della fasciatura. Pregò per una volta di ritornare quello che era un tempo, spietato, menefreghista, tutto quello che ora lo portava a non avere il coraggio. -S-sei sicuro...?- Lo domandò più a se stesso che ad Hero. -Sì.-

Sollevò con entrambe le mani il coltello sopra la testa, tenendo gli occhi chiusi. Abbassò di scatto la lama, sentì la carne lacerarsi, e l'osso cedere sotto quel colpo. Un urlo lacerante provenì dalla sua bocca. Ebbe paura di aprire gli occhi, ma alla fine lo fece.

Le coperte macchiate di sangue, l'arto staccato che rotolava e cadeva sul pavimento e l'enorme ferita che sanguinava, con i muscoli recisi in contrazione. Il viso del demone contratto in una smorfia di dolore e grondante di sudore, con quei bellissimi occhi di luna bagnati da delle perle salate. Ad Entity sembrò di vedere davanti a se il cuore che pulsava.

Corse verso il cestino della soazzatura, lasciando che il coltello rimbalzasse sul pavimento, e vomitò con jna serie di colonati perfino i succhi gastrici. Un sapore amaro e disgustoso si mescolò alle lacrime. Cosa ho fatto...? Pensò, in preda al panico. Provò a rivoltare lo sguardo verso Hero, ma appena lo fece si riversò ancora nel cestino.

Crollò a terra, carico di sensi di colpa. Era quello che lo aspettava all'inferno? Rivivere quel momento ancora ed ancora, all'infinito?

-E-Entity...- Hero lo chiamò, col fiato spezzato. -S-se non-n... Te l-la sen-nti p-più p-puoi sme-smettere... F-far-rò i-io...- -No.- Rispose risoluto l'altro, costringendosi a resistere. Raccolse il coltello e diede un'altro colpo secco, e di nuovo resistette a fatica.

Ok strazio finito. Riprendete pure a leggere.

Bendò entrambe le parti e buttò gli arti, infine uscì dalla stanza. Entrarono di botto tutti gli altri, mentre Entity ebbe bisogno di farsi una doccia anche abbastanza velocemente. Bombardarono il povero Hero di domande, ed alla fine lui li pregò di lasciarlo solo per un po'. Non molto, una settimana... Forse due, senza che nessuno entrasse, e che dessero il pranzo da sotto la porta. Disse che doveva fargli una "sorpresa".

E per la gioia du GlowMad...

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