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Cap. 34 - L'unione Akiren.

"Ciao, mi mandi dei messaggini alle tre di notte? Ti sei reso conto del numero che ti ho lasciato sul braccio. Sono contenta che mi hai pensato", scrisse Arisa dopo che Ren le mandò un messaggio, stendendosi sul letto a pancia in giù, in modo così svogliato che la maglia del pigiama si mosse, mostrando parte della zona inferiore della schiena, quel solco dolce dove Yusuke, in passato, lo baciava volentieri.

Si mise con i gomiti sul materasso, nascondendo il cuscino sotto l'addome, col telefono tra due mani, digitando più veloce del solito, come se il nervoso della visita di Joker Ombra nel bagno del locale non lo ebbe per niente scosso.

"Mi sento solo e voglio compagnia, non riesco a dormire. Ti anticipo che non ricordo nulla di quel che è successo, nemmeno se ero l'unico ubriaco e... ti chiedo scusa se ho fatto qualcosa di violento o non lo so" , rispose al messaggio.

La ragazza ridacchiò, passandosi le dita tra le ciocche dei capelli biondi, stando seduta con le gambe accavallate vicino alla scrivania, nella sua stanza.

"Oh, ma non hai fatto nulla di grave! Abbiamo iniziato a baciarci in pubblico, poi tu hai guardato la sposa e mi hai ordinato di andare dietro la console del dj, in un angolo appartato dove ti sei messo a giocare, mi hai tolto il vestito e poi il reggiseno, dopodiché io ti ho fermato dal togliermi le mutandine e ti ho levato via la giacca, la camicia e abbiamo solo... limonato".

Ren, mentre leggeva il messaggio, si sentì l'eccitazione salire su per le gambe. Respirò profondamente e si girò sul materasso, alzando in alto il telefono, "Wow, dovrei cercare di non ubriacarmi più allora", scrisse e inviò, poi ne mandò un altro, "Ero solo io, l'ubriaco?"

"No, in pratica tu, quel ragazzo dai capelli castani e il suo ragazzo dai capelli blu avete iniziato a scherzare su chi bevesse di più senza dare di matto e uno dopo l'altro vi ho sentiti ridere e agitarvi... poi quei due sono subito scappati nel bagno e tu sei rimasto lì. Io ti vidi e pensando che avessi avuto un malore mi sono avvicinata, poi mi hai preso, mi hai baciato e il resto lo sai", scrisse ancora, causando un arrossamento sul volto di Ren .

"Oh, mi dispiace per quei due. Certe volte non vorrei averli attorno per una serie di motivi", scrisse, posando il telefono sul materasso e fissando il soffitto sopra di lui. Gli piaceva essere single, ma forse non sarebbe stato capace di reggerlo a lungo.

"Non ti preoccupare, ma visto che ormai c'è questa situazione tra noi, voglio farti vedere una cosa", la ragazza mandò il messaggio, poi dopo cinque minuti inviò un video in cui faceva vedere come si spogliava dei vestiti in modo sensuale, facendo vedere al corvino anche le sue parti inferiori.

Ren rimase attonito a fissare il soffitto, senza rispondere al messaggio, lasciando la ragazza nel dubbio. Poi, uno strano rumore lo attrasse ad alzarsi dal letto e abbandonare il telefono bloccato sul cuscino. Goro Akechi era entrato in camera sua, con addosso il suo solito pigiama a righe bianche e nere di Loki, «Amamiya? Posso entrare?», sibilò.

Il corvino, appena lo vide, lo trascinò dentro e chiuse la porta, poi lo spinse sul letto, andandoci sopra, «Ti sei divertito abbastanza? Cosa volete fare? Trovarmi moglie?! Sono stanco dei vostri giochi! Tu e l'artista mi state facendo vivere l'inferno, non vi supporto più!», sbraitò.

Goro lo zittì con un violento bacio sulle labbra, poi si eresse dal letto e lo bloccò al muro. Quel suo ghigno malizioso e assassino regnò sulle sue labbra e gli occhi rossastri s'illuminarono.

«È stato un incidente, tu non ricordi molto, io ricordo solo che dopo che sono scappato nel bagno con Kita prima di te, ero nudo con lui a fare schifezze. Per la ragazza, ho anche fatto la battuta, ma sono sincero. Io e Kita non stiamo cercando di trovarti una fidanzata», disse, appesantendo il respiro, il cuore perse anche un battito; la vicinanza con Ren gli dava ancora la stessa sensazione, nonostante fosse fidanzato con il pittore.

Intanto, la ragazza, non vedendo risposta dopo venti minuti, si rivestì di fretta e raggiunse la casa di Ren, Goro e Yusuke con la bici, essendo anche cliente del Dorobō, conosceva la strada e la fama dello chef, o meglio Master Chef Giapponese.

Goro non volle mollare la presa e iniziò a spogliare Ren, che rimase illeso e lo lasciò fare, procedendo a baciarlo, dargli succhiotti sul collo, schiaffi sul sedere e carezze sui fianchi, confermando la passione fiammeggiante tra loro, quella chimica che mai tramontò.

Arisa si piazzò quindi alla porta della casa, girando poi intorno per trovare la finestra della camera di Morgana, ora di Ren, dalla quale spiò e vide il rapporto intimo tra Ren e Goro.

Avvolta dalla gelosia e dallo shock, cancellò il suo messaggio e scappò via.

Ren nel frattempo lottava per non farsi ancora incantare da un traditore come Akechi, ma era troppo tardi, era sotto di lui e gemeva. Le mani acchiapparono il lenzuolo e i denti strinsero.

«Vai dal tuo artista preferito, io non sono più appetibile ai tuoi occhi come lo ero prima», con violenza lo sbatté al muro e morse la sua mandibola, un ghigno sostò sulle labbra, le iridi da grigie diventarono rosse.

«Invertiamo i ruoli, d'ora in poi sarò io a voler uccidere te», Ren sussurrò nel suo orecchio, mimando una pistola con le dita e puntandola alla tempia dell'altro, che rise.

«Bella sfida che mi hai lanciato, a chi per primo riesce? Oppure no. Voglio vedere di cosa saresti capace, Akira. Ora però lasciami in pace con Yusuke, il mio attuale ragazzo, e guardati allo specchio. Sei proprio un folle», sbottò.

Goro si liberò dal blocco di Ren e raccolse il suo pigiama, poi uscì dalla stanza, ridacchiando.

Ren stava già bollendo dalla gelosia e rabbia, «Vedrai, vedrai. Ti farò rimpiangere tutto, mio ​​caro detective. Tutto!!!», disse gridando appena, abbassando lo sguardo in basso e chiamando a sé Joker Ombra col potere della mente.

«Hai visto le circostanze, allora, mi ascolterai adesso?», gli domandò l'Ombra.

«Ora è il mio momento di ribellarmi», pronunciò Akiren, unione tra Akira e Ren, con voce profonda e tenuta, mentre dietro di lui il buio della notte accompagnò il lato oscuro della sua mente cognitiva.

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