Cap. 25 - Fox vs Crow 4.
Yusuke uscì anche lui dal bar inseguendo Goro fino a due isolati lontano, prendendolo per un braccio e tirandolo a sé, «Credi lo faccia apposta? È successo, non lo so come. Non ci siamo nemmeno baciati e tu reagisci quasi peggio di Ren quando è al massimo della gelosia?».
Lo rimproverò usando un tono calmo, ma allo stesso tempo pieno di rabbia. Goro si fermò, si girò verso il pittore e lo avvicinò, avvolgendo il braccio sinistro attorno alla sua vita, sussurrando.
«È colpa mia se Ren ti ha tradito, l'ho stuzzicato. Lui mi piace un sacco, e lo voglio morto, o almeno in ginocchio mentre mi implora di non ucciderlo. Immagine macabra? Forse. Le persone cattive difficilmente cambiano, quindi continuerò a minacciare Ren».
Yusuke sbuffò, «Ren piace a un bel numero di persone. Capisco che tra voi ci sia stata un'intesa, ma io non posso giocare adesso che c'è quel poeta di mezzo. Mi affascina, certo, ma il mio interesse ora sei tu, mi segui?».
Goro cominciò a ridere in modo sguaiato dal mantenersi la pancia e uscire dal raggio di Yusuke, il quale lo vedeva dimenarsi come un pazzo dalle risate, senza fare nessun commento, ma decise piuttosto di provocarlo.
«Quando hai finito, sarò qui ad aspettare la tua pazienza di stare ad ascoltarmi. Innanzitutto, non mi hai ancora risposto alla domanda: vuoi essere il mio ragazzo? Lo aspetto da due giorni, ormai».
«Va bene, va bene», Goro si riprese dalle risate e si riavvicinò di nuovo all'artista, baciandolo sulle labbra e spingendolo in avanti, «Sì. La risposta è sì. Vorrei tanto essere il tuo ragazzo, bel modo per liberarmi dallo scrupolo di ammazzare Ren. Ti ringrazio tanto...».
Yusuke tirò il detective con sé in un vicolo semi buio e lo batté al muro con forza bruta da strappare una parte della sua giacca color cammello.
«Complesso, eccentrico e difficile da capire. Come potrei non negare che mi piacciono i ragazzi difficili come te? Farai di tutto per convincermi che non ho nessuna voglia di uccidere Akira. Beh, non lo nego, non giustifico. Tu sei la mia adrenalina», disse Goro tra respiri affannosi.
Yusuke gli si avvicinò con uno scatto veloce e lo baciò sulle labbra, «Non vuoi solo accettare di avere più di una cotta per me, lo dimostra la tua risposta affermativa. Ora non lamentare se ti chiamo ancora "yandere", perché è quello che sei».
Goro non si allontanò, proseguì il bacio fino alla perdita quasi definitiva del suo respiro, poi si abbracciò all'artista e infilò le mani nel bordo della sua camicia, sbottonandola e sfilandola giù con maestria e armonia. Yusuke urlò lievemente per non farsi sentire dalle persone che avessero passato quella strada, vicino al vicolo.
«Tu mi interessi sempre più di Amamiya. Quindi perché no? Fidanziamoci in segreto, viviamo questa nuova avventura, nonostante lo ammetto: mi piaci», disse, prostrandosi al tocco del pittore, che azzardò le mani anche lui e lo spogliò dei vestiti superiori. Canticchiava.
Goro s'impietrì, facendo un passo indietro e conquistando il dominio su Yusuke, spingendolo a terra sull'asfalto e passandoci sopra con superbia. I ciuffi castani lunghi dei suoi capelli crearono una tenda, a nascondere leggermente un altro violento bacio che i due si scambiarono.
«Tu ti stai costruendo un Palazzo. Non sei così timido. Sei cambiato troppo in fretta», stuzzicò.
«Probabile, sto considerando quella cosa che diceva Madarame, la commerciale che vogliono tutti, no? Perché continuare a valorizzare quella che era arte antica in cui l'artista ci metteva tutto sé stesso per esprimere i suoi sentimenti agli altri, mostrare parti di sé stesso, dire al pubblico cose che non diceva con le parole?».
L'artista improvvisamente cambiò faccia, oscurandosi. Era Yusuke Ombra, o Sir Kitagawa, o Sir K., con un sibilo molto sottile da essere udito solo da Goro nel vicolo e che gli fece anche accapponare la pelle, un brivido dopo l'altro.
Il ciuffo sull'occhio sinistro cadde con violenza come se i capelli fossero bagnati, colorandosi di nero. Furono solo cinque minuti e tutt'intorno l'aria s'appesantì. Dopodiché il suo sguardo oscuro tornò radiante di un blu più intenso nelle iridi, più chiare dei suoi capelli.
Goro deglutì dalla paura.
«Kita...», mugugnò, tremando.
«Dimmi, Ake».
Goro scosse la testa, «Niente, niente. Riprendiamo a baciarci?».
Yusuke gli coprì la bocca, «No, ora me lo dici».
«Non eri tu, avevo ragione...».
«Hai ragione, Ake. Però è il momento in cui io mi faccia davvero rispettare. La mia arte non piace a nessuno perché è troppo classica. Vieni con me nella scuola, sarai il mio compagno».
Akechi lottò e si liberò dalla presa, ma Yusuke Ombra lo tirò per un braccio, «Non è una richiesta, è un obbligo, Ake. Hai accettato di essere il mio ragazzo, ora sarai anche il mio assistente», ordinò l'artista, alzandosi da terra, vestendosi e prendendo in mano un pennello. Disegnò Goro nella sua divisa da principe, Crow con colori neri e bianchi.
«L'idea ti alletta, vero?», Yusuke Ombra baciò Goro e si tele-trasportarono nel Mondo Cognitivo.
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