Cap. 20 - Cambio approccio.
Yuuki accennò una contenuta risatina, «Sei cotto perso, 'Joka'», disse, pronunciando la parola "Joker" all'inglese. Il corvino gli schiaffeggiò la nuca, spingendolo fuori dalla panchina, quasi a farlo cadere sull'erba del parco.
«Che ho detto?!», lamentò.
Ren sbuffò, «Niente, sono solo stanco di essere il più bello del mondo. Figurati! Siamo in un parco pieno di bambini e nessuno mi ha ancora riconosciuto, perché sono in altre vesti. Se mi mettessi addosso i vestiti da Joker qui si farebbe la fila per avere un autografo!», sbottò, Yuuki lo abbracciò amichevolmente.
«Sei solo un mito, ti lamenti pure? Sei anche stato inserito come personaggio di un importante e famoso videogioco! Al posto tuo sarei felicissimo, oltre i problemi amorosi...».
Ren girò la testa, dando le spalle e allontanandosi dal suo fan numero uno.
«La fama uccide le star, se tu lo sai, visto che sei sempre incollato al telefono a caccia di gossip. Viverlo è bello fin quando non diventa un dovere o peggio, un obbligo. Forse è per questo che ho tanti Persona».
«Ren, tu hai tante personalità diverse, e forse sei anche più confuso di Goro e Yusuke. Poi, se davvero stanno facendo schifezze, ti interesserebbe ora che vuoi stare da solo con te stesso?».
«Non è questo il punto», Ren negò, «Ferirei il cuore di Yusuke e i sentimenti di Goro. Ah, il mio Da Vinci ha sbagliato tela? No. Ero, sono, e sarò io la sua tela. Non c'è dubbio su questo...».
Yuuki scosse la testa, «Amico, ascoltami. Se non ti trovi, sei confuso, dubbioso su entrambi i tuoi cavalieri, è meglio che, come hai detto, ti dedichi da solo. A proposito, tu che dici di non fidarti di Yusuke e Goro li lasci soli a casa?».
«Vero! Che cretino che sono! Ci vediamo Yuuki!».
Sollevando l'argomento, Ren scattò a gran velocità e corse subito alla fermata dei taxi, in disperata e spazientita attesa dell'auto. Come il primo taxi parcheggiò il corvino ci entrò goffamente ordinando la via del LeBlanc col fiatone.
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Nel frattempo, nella casa, Yusuke e Goro discutevano su chi dovesse usare il bagno prima per farsi la doccia. L'artista, alla fine del litigio, lasciò strada libera al detective e a dispetto lo spogliò del pigiama nel salone, con la finestra coperta dalla tenda bianca, in opaca visione dall'esterno.
Goro si atteggiò, rimanendo a braccia conserte, nudo come un verme di fronte agli occhi di Yusuke, il quale si leccò le labbra, mangiandoselo con gli occhi.
«Dimmi se questa è la cosa più sensata che tu abbia mai fatto non solo a me, anche al tuo fidanzato, Kita. Intanto l'acqua la sento che scroscia dalla doccia e non c'è nessuno. Vuoi che ci allaghiamo? Io per ora non mi muovo da qua», lo fissò negli occhi.
Yusuke ghignò, «Lascia che scenda, allaghiamoci pure. Hai permesso a Ren di avere dominio su di te, così come lo hai permesso a me. Se non fosse che mi attrai in un modo spaventoso ti avrei già fatto scoppiare la testa con la mia arma d'assalto. Goemon non si farebbe scrupoli, a parte che il tuo Loki non è forte come pensassi», rise.
Goro gli si avvicinò e lo prese dal collo, approcciando le labbra accanto all'orecchio, «È solo merito di Ren che sono qui, se fosse stato per te ora sarei ancora nella stanza del bar».
«Ti sbagli, ho approvato assolutamente. Come farei senza di te che mi illumini tutte le notti con la luce dei tuoi irradianti capelli bronzei, mi ecciti col tuo tocco assassino e mi baci con quelle labbra spinose e pericolose? Sarei in estasi a toccarmi...», recitò l'artista con enfasi.
Goro rise, «Che poeta, lo dici solo perché sono attaccato a te come una cozza, e sono nudo».
«Maggiormente», sibilò Yusuke, allungando il collo all'indietro. Goro canticchiò e gli baciò la pelle del suddetto collo, passandoci sopra anche la lingua, fermandosi sulle labbra e baciandolo con violenza e passione. Yusuke lamentò un gemito.
«Facciamo un patto, ci docciamo insieme e tu taci su quel che è successo?».
«Non potrei in ogni caso, se non vuoi che il tuo ex ragazzo sappia che lo tradisci adesso con il suo amante!», Goro cominciò a ridere in modo maniaco, reggendosi il ventre, mentre l'acqua continuava a scendere nella cabina della doccia.
Un minuto dopo entrambi entrarono lì, evitando di allagare la casa e godendosi un altro momento di intimità. Esattamente venti minuti dopo Ren fece il suo ingresso dalla porta, spalancandola con la forza del braccio sinistro di mille elefanti seduti uno sopra l'altro.
«Akechi? Da Vinci? Dove siete?», gridò, non vedendoli nel salotto. I due ragazzi uscirono entrambi dalle ombre del corridoio con atteggiamento naturale e ben vestiti e pettinati. Ren sputò una risatina, «Sembra che dovete andare a una festa di matrimonio, che stavate combinando?».
«Nulla di così importante, l'ennesima lite per quanto riguarda il bagno, Amamiya. Tu, invece? Come è andato l'incontro con il fan Mishima?», gli rispose Goro, camminando in sua direzione e poi sedendosi sul divano.
«Fa il gamer professionista, direi che ha proprio scelto una buona pista per le sue passioni. Inoltre, mi ha dato un consiglio prezioso, qualcosa che vorrei dirvi proprio adesso», si schiarì la gola, «Ho deciso di dedicarmi a me stesso».
Sospirò tristemente, «Perciò ci vado io adesso nella stanza del bar, rischiando di lasciarvi soli, ma non me ne faccio un problema. Ho bisogno di capirmi», concluse e si diresse in camera da letto dopo averli baciati entrambi a stampo sulle labbra.
«Come preferisci».
I due annuirono, poi Goro girò l'occhio malizioso verso l'artista, che ricambiò lo sguardo.
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