Cap. 19 - Cattivo consiglio del fan.
Marzo, 2031, nella casa di Ren, Yusuke e Goro il sole splendeva dalle finestre della camera da letto dei due amanti e dall'unica, ma grande finestra, nella stanza del detective che prese un sonno così profondo durante la notte da non accorgersi in che posizione si fermò.
Nonostante non fosse una giornata piovosa Ren non si svegliò subito, ma era domenica, e la domenica il bar apriva verso le cinque del pomeriggio e chiudeva a mezzanotte, mentre durante la settimana si tratteneva anche dopo l'una per accogliere ragazzi e buoni bevitori di alcolici.
Yusuke si svegliò per primo, il secondo fu Goro, il quale si precipitò subito in cucina dopo che il profumo della colazione gli entrò nelle narici, svegliandolo di scatto.
Egli, appena arrivato nella cucina, vide Yusuke nella bellezza del suo pigiama color azzurro con la camicia sbottonata. Si lasciò cadere sul lato e si poggiò alla cornice della porta aperta, «Comincia bene la mia giornata», commentò, spavaldo, leccandosi le labbra.
Yusuke non gli rispose, limitandosi a nascondere il volto col ciuffo di capelli blu. Goro allora gli si approcciò e avvolse le braccia attorno al collo dal retro della schiena.
«Buongiorno, Kita», disse, stuzzicandolo con malizia.
Yusuke sbuffò, «Spostati», gli ordinò, spingendolo di lato con un colpo d'anca. Goro rise, spostandosi dall'abbraccio e procedendo sulla fiancata del piano cottura per acchiappargli il mento e posare un geloso bacio sul lato destro del collo, facendolo gemere.
«No... Goro».
Akechi ghignò, «È solo un innocente bacetto, ho occhi per Ren...».
«... "per poterlo ammirare nel suo spettacolo e poi farlo a pezzettini." Lo dici da giorni, ormai».
Yusuke si girò verso il detective e con velocità lo baciò sulle labbra, «Tollero ancora il potenziale assassino del mio ragazzo, sono pazzo», provocò.
Goro sputò in aria e mosse le pupille di lato, evitando quegli occhi azzurri dei quali era ancora impaurito come se li vedesse ogni volta come se fosse la prima.
Yusuke intanto, non udendo la risposta da parte del detective, continuò e incalzò, «Una mossa sbagliata e comincerò a dipingere le mie tele con il tuo sangue... so cosa di me ti fa innervosire».
Lo fissò intensamente con intenzione.
«... i miei occhi».
Goro ebbe un sussulto mentre ricambiò lo sguardo, nel labirinto delle sue iridi oceaniche, immaginandolo nudo, bagnato dall'acqua della doccia. Di nuovo l'immagine delle loro labbra sfiorarsi apparve nella sua mente, procurandogli un brivido che lo fece balzare all'indietro.
Girò solo il volto e sputò, «Hai sbagliato. Non è proprio così», negò, mentendo.
L'artista annuì e si rigirò verso i fornelli.
«Ren anche la domenica dorme, dorme. Non voglio dargli fastidio, quindi preparo io la colazione oggi. Stargli vicino mi ha insegnato molte cose. Perciò, Ace Detective, vai a sederti, apparecchia la tavola, chiudi il becco e non ti avvicinare a me per il resto della mattinata», ordinò, di nuovo.
«Va bene, Geloso Kita», rispose Goro, stuzzicando i suoi nervi, tanto da sbattere il coltello sul tagliere mentre affettava la frutta per la macedonia, «Smettila di chiamarmi Geloso Kita!».
Un'abbondante minuto di silenzio passò e Goro apparecchiò la tavola, poi Yusuke lo seguì portando i piatti pronti e sedendosi di fronte a lui con ghigno sulle labbra, «Io non dimentico, è passato anche del tempo, ma non dimentico», disse, riferendosi alla loro recente relazione segreta oscura agli occhi di Ren.
«Nemmeno io», rispose il detective. Yusuke issò, «Ah, ti spoglierei seduta stante e passerei la mia lingua su quella tua pelle sudata che mi alletta quando la vedo scoperta...».
«Come quel che mostra la tua camicia semi aperta?», domandò Goro, interrompendolo. Yusuke rise coprendosi la bocca con la mano sinistra.
«Possibile, ti piaccio?», s'atteggiò.
Goro tirò indietro alcuni ciuffi di capelli lunghi castani e li legò con un elastico, poi puntò uno sguardo malizioso e focoso verso il pittore che arrossì sulle gote, «Oh, io vorrei ben altro... mi manca farti urlare sotto di me. Poi, mi ostino a divertirmi...».
«Lasciando Ren da parte?», chiese Yusuke, innocentemente.
Goro si alzò e si piazzò dietro la sedia di Yusuke, facendo scivolare le mani giù per il petto, entrando nei pantaloni blu del suo pigiama, sfiorando di poco la sua parte più sensibile senza guanti. Lo solleticò, giocò poco all'interno e udì come l'artista avvertiva spasmi e ansimava.
Dolce con impatto violento, silenzioso, ma così rumoroso nella testa.
Tutto si svolse nell'ombra, poi Goro lasciò il salotto ridacchiando, trascinandosi dietro di sé i lamenti di Yusuke deboli e udibili solo al suo orecchio.
Ren nel frattempo si svegliò, si vestì e uscendo dalla camera da letto trovò il piatto di frittelle pronto solo per lui, poi si ricordò di un incontro che aveva pianificato nel parco con Yuuki Mishima, quel nerd fan dei Ladri Fantasma e di Ren, soprattutto.
La loro intensa amicizia nacque per caso, per il vecchio Metaverso, poi, quando furono nel parco, non si staccavano più dall'abbraccio. Yuuki teneva Ren stretto a sé come se egli fosse un grosso orso di peluche morbido come il cotone.
«Perdonami per la telefonata, sarò stato forse un pochino rude! Mi mancate ragazzi, mi mancavi tu, Ren, in particolare. Sono diventato un gamer professionista nel frattempo! Lasciare il sito fan dei Ladri Fantasma mi è dispiaciuto un sacco, ma ho trovato un modo per usarti come personaggio in Super Smash. E tu che fai? Ripeto, mi sei mancato...».
I due ragazzi si allontanarono dall'abbraccio e Ren sorrise, «Immagino, Mishima».
«Oh no! Io intendo mi sei mancato in altri modi...».
Yuuki, un ragazzo alto quanto basta per lo standard del metro e sessanta, dai capelli blu scuro come Yusuke, ma più corti, indossava una maglia con il disegno del cappello alto di Arsene, simbolo dei Ladri Fantasma sul petto, comprata alle fiere del gaming.
Incitato dalla domanda di Ren, non se lo lasciò ripetere due volte e fece un passo in avanti verso di lui, pressando le labbra sulle sue per baciarlo a stampo, «... ho sentito di te, Goro e Yusuke».
Sorrise, stranamente, e Ren rimase attonito e immobile, «Mishima Yuuki... cosa fai...», pronunciò ancora il nome con un sibilo. Yuuki scoppiò a ridere, lasciandolo stranito e prendendogli la mano con ambe le sue.
«Era solo un bacio amichevole! Figurati se mi piacciono i ragazzi, ma questo prova che sei molto nervoso. Perché non ti prendi una pausa? Sia da Yusuke che da Goro?», propose.
«Amico, già lo sto facendo, anzi, sospetto anche che tra loro sia nato qualcosa e non voglio sapere cosa perché mi arrabbierei tanto da cacciarli tutti e due fuori di casa all'istante!», Ren nascose la faccia tra i palmi delle mani e urlò interiormente lo stress procurato dai ragazzi suoi amanti, «Devo dedicarmi solo a me stesso, hai ragione», vagava.
Yuuki si sedette su una panchina e invitò l'altro a sedersi accanto, «Hai un grosso problema, sei invaso dai bei ragazzi e non sai chi ami davvero?».
Ren esultò, «Già! Ti dico, Yusuke è carino, tenero, mi piacciono i suoi capelli blu che volano al vento sul suo bel viso... quando siamo nel letto mi sfiora le spalle e mi dice che sono la sua opera d'arte, e il mio cuore scalpita. Potrei anche morire dopo aver udito le sue parole come poesie».
«E Goro?».
«Lui è violento, contraddittorio, mi fa impazzire. Dopo anni che ci siamo odiati a vicenda, ora mi dice che mi ama? Mi ripete spesso che mi ucciderebbe, ma gli piaccio», spiegò, fantasticando.
«Allora proprio per questo dovresti prenderti una pausa», concluse Yuuki.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro