- Dimmi cosa vuoi Katherine-
La Petrova bevve un altro sorso di sangue.
- Voglio tante cose: ho bisogno di nuove "sirene" o almeno di mostri che ne facciano le feci. Per questo ho preso te e non Marcel... Purtroppo ha un cuore buono e non mi darebbe abbastanza potere all'inferno, almeno non ancora. Tu, d'altro canto, mi daresti davvero un enorme power- sogghignò e Klaus ringhiò.
- Sta tranquillo, al momento ho un'altra priorità-.
Lo afferrò e, schioccando le dita, si ritrovarono in un altro luogo.
Il Mikaelson la guardò scettico senza riuscire a comprendere il come.
- Posso assorbire i poteri di chiunque si trovi all'Inferno... O almeno rieschio a farlo per certi versi. Sono nuova e non sono brava come Cade in questi giochetti, altrimenti non avrei avuto bisogno di te-.
L'Ibrido fu grato per il fatto che non riuscisse a governare a pieno il suo potere, altrimenti sarebbe stata inarrestabile. Si guardò intorno e scorse una piccola casa in mezzo ad una montagna di alberi: perché erano lì?
- Mi serve la tua adorata Freya. Devo riportare in questo mondo una persona che mi permetterebbe di acquisire un potere inimmaginabile, ma per farlo ho bisogno della magia-
- Vuoi dire che...-
- Voglio dire che questa è la casa di Hope-.
Klaus sbarrò gli occhi sentendo il nome di sua figlia e cominciò a correre verso l'abitazione
- Non così in fretta- disse parandosi difronte a lui.
- Si può sapere cosa c'è ancora?- domandò evidentemente irritato.
- Come ti ho detto ho bisogno di qualcuno che mi produca nuova carne fresca, ho bisogno dei più potenti al mondo e dei più crudeli così da avere un potere ancora maggiore una volta che mi sarò stancata di loro- disse calma.
Klaus la guardò un po' confuso, poi capì.
- Secondo te io mi metterò a fare il tuo schiavo per tutta la mia esistenza immortale? Puoi pure scordartelo. Ricorda che io trovo sempre il modo per sconfiggere i miei nemici e stavolta non sarà diverso- minacciò il potente originale.
- Credo che sia la tua opzione migliore. A meno che non vuoi che sia Hope a prendere il tuo posto-

Kai fece girare Katherine contro il muro e le sfiorò la guancia con la punta del naso.
Le afferrò le mani e gliele fece poggiare alla parete sopra la sua testa dove erano aggrappate le catene intrise di verbena.
Le accarezzò un po' i glutei mentre la sua bocca lasciava dei morsi umani sul suo collo.
- Sicura di voler provare?- le sussurrò sensualmente all'orecchio.
Katherine gemette sentendo il suo respiro così vicino e, in tutta risposta, si strusciò un po' contro il suo membro mentre le sue mani si avvicinavo ancora di più alle catene.
Kai le afferrò dolcemente i polsi e li legò con le manette intrise di verbena.
La Petrova chiuse gli occhi per il dolore.
- Se ti fa troppo male dimmelo-
- Ti ricordo che qui quello giovane e inesperto sei tu- gli disse provocandolo.
Kai allora alzò un sopracciglio e rise, poi prese una benda e gliela mise su gli occhi.
- Non ricordo di averti detto di farmi questo-.
Il Parker non rispose, rise e cominciò a palpare ogni parte del suo corpo.
Le accarezzò il collo, poi scese giù fino ai seni fino ad arrivare alla sua intimità.
A quel punto le tolse la gonna che indossava e subito dopo gli slip.
Sentì Katherine trattenere il respiro e spingersi nuovamente verso di lui e verso la sua erezione.
Ma lui aveva altri piani in mente, l'aveva insultato e, per questo, non l'avrebbe passata liscia.

- Se non verrai tu, sarò costretta a prendermi degli esseri potenti e in grado di plasmare in modo da essermi fedele. Dei bambini. Il caso vuole che uno dei bambini più potenti della terra sia proprio tua figlia, mentre le altre due siano le figlie di Caroline-. Klaus scattò in avanti e l'afferrò dal collo senza però ottenere il risultato sperato: la ragazza non si mosse di un centimetro.
- O tu o loro. Ma in ogni caso di questo ci occuperemo più tardi. Per prima cosa mi serve tua sorella-.

Toc toc.
Kai si staccò di colpo dal corpo della vampira e si avvicinò alla porta. La doppelganger poteva sentire i suoi passi, ma non riusciva a capire chi li avesse interrotti. Intanto lei si sentiva fredda senza la presenza di Kai accanto a sé, mentre le sue mani ancora bruciavano. Era il secondo giorno del secondo mese che stavano insieme e lui le era mancato molto in quelle tre settimane. Quando c'era lui l'aria trasudava di sesso ed era una sensazione fantastica: durante la prima settimana non si erano fermati un attimo e le loro urla di piacere non passavano di certo inosservate in un mondo pieno di urla strazianti.
Improvvisamente non sentì più le manette al polso e così poté liberarsi dalla benda.
La prima cosa che vide furono due profondi occhi neri che la guardarono appena prima di uscire dalla stanza: cosa era successo? Kai era sempre stato un tipo strano, ma non le aveva mai rivolto un'occhiata così fredda senza nessuna malizia.
Si vestì frettolosamente e lo seguì.
- Mi avete davvero stufato- disse pacato Cade.
Katherine lo guardò non riuscendo a capire.
- Con le vostre urla non riesco proprio a lavorare, inoltre tutto l'inferno gode sentendovi e si lascia andare a pensieri erotici anziché soffrire-.
Kai stava in silenzio a guardare il diavolo, cercando di capire quando l'avrebbe cacciato... Inoltre sapeva che il paradiso all'inferno non poteva durare.
- Ma noi avevamo un accordo-
- Ben detto. Ho detto avresti potuto avere un compagno di scopate- sorrise crudelmente -ma non ho specificato dove- e così schioccò le dita.
Improvvisamente i due vampiri si ritrovarono senza il pavimento sotto ai piedi.

- Ecco Freya- borbottò Klaus aprendo la bara.
Aveva setacciato ogni centimetro della casa cercando la sua famiglia, per fortuna Hope non era lì.
- Bene. Ora la risveglierò così che lei possa riportare qui il mio amico-
- Cosa?- urlò Klaus afferrandole il braccio.
- Se lei si sveglia lo faranno anche gli altri e, in meno di un'ora, moriranno per il veleno il circolo!-
Katherine lo guardò con un sorriso perfido:- Allora speriamo che Freya liberi questo mio amico in fretta-.