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New Orleans

Katherine arrivò a New Orleans che era mattino presto. Prese qualche goccia di sangue da un ragazzino dai colori chiari. Non lo uccise, non era sua intenzione attirare l'attenzione prima del dovuto. Velocemente entrò in un vecchio negozio di "wodoo" e si mise a guardare in giro. Tutto era estremamente vecchio e dall'aria magica.
Il serpente di ferro le si attorcigliò nella mano fino all'inizio della dita. Lì si fermò ed aprì le fauci.

- Dovresti disinfettarle. L'acqua di questo posto disinfetta- mormorò avvicinandosi un'altro po'.
- A che scopo? Tanto domani dovrò disinfettarle di nuovo- 
Ella lo fece alzare stando attenta a non fargli del male.
- Non bisogna mai perdere la speranza. L'Inferno serve a questo, a buttare via la tua personalità, a farti crollare... Ti massacreranno finché non ti pentirai delle tue azioni, finché non diventerei una macchina che dà solo potere a questo posto. Non permettere che questo ti accada-
Il giovane la guardò chinando leggermente la testa.
- Forse volevi dire "ci". Anche tu sei all'Inferno, anche a te sono riservate delle frustate-
Katherine lo guardò gli passò una mano sulla guancia pungente, per via della barba, e gli sorrise.
- Vai a disinfettarti-
In quel momento si girò per andare via.
- 1750-
Katherine lo guardò corrucciando la fronte.
- Mi danno 1.750 frustate ogni giorno... Pensi davvero che meriti ancora di lottare?-
La ragazza era davvero sbalordita. Solo lei aveva raggiunto un numero più alto in tutto l'Inferno.
- Nessuno nasce cattivo, qualcosa ci ha costretti a diventare così. Ricordalo sempre. Non è SOLO colpa nostra se siamo assassini- e poi scomparve, lasciando il giovane in uno stato di shoc.

- Posso aiutarla?- domandò una signora di mezza età. Aveva dei lunghi capelli neri e delle rughe che segnavano i suoi anni passati.
Katherine allora, incurante, continuò a dare un'occhiata in giro.
- Sto cercando una persona-
A quel punto si fermò a guardarla:-... Si chiama Klaus Mikaelson-.
La donna si irrigidì ma non smise di sorridere.
- Non conosco nessun Klaus. Mi sono sempre fatta i fatti miei in questa città... Non mi interessano i pezzi grossi o i pettegolezzi-
La Petrova si avvicinò nascondendo il braccio destro.
- Eccome se ti interessano i pezzi grossi se, quello in questione, è un ibrido originale-
La signora fece un passo indietro tremante:- Io non so proprio di cosa...-
- Ma fammi il piacere! Sento la puzza di strega da un chilometro-
La donna allora alzò le mani ed immobilizzò la ragazza. La doppelganger tentò di alzarsi ma invano, mentre la signora scriveva un biglietto. Si girò solo un'attimo. Quando guardò di nuovo il pavimento la bruna non c'era più. In meno di due secondi Katherine la scaraventò sul muro e lesse il biglietto.
- Allerta: vampiro interessato a Klaus Mikaelson... Chi è questo Marcel?- chiese avvicinandosi.
- Non so di cosa parli-
Ella sbuffò e mostrò il braccio destro dove il serpente si muoveva.
La signora sbarrò gli occhi terrorizzata.
- Non mi lasci altra scelta allora- disse prima di scagliare il serpente di ferro sul suo volto.


-Cade potrei vedere la cartella di un uomo?-
Il diavolo allora si avvicinò.
- Ma certo. Sai il suo nome?-
- No, ma so che è condannato a 1750 frustate. Non deve essere difficile da trovare-
L'uomo allora si girò a guardarla.
- Stai parlando di Malachai Parker?-
- Non so il suo nome-
- Si tratta di lui- e le trasmise telepaticamente una sua immagine.
- Si! È lui!-
- Beh, non è proprio un bel tizio... Ha ucciso tutti i suoi fratelli. Letteralmente. Tutta la sua congrega è morta a causa sua, innumerevoli vittime senza una ragione sono morte. Ha negato la felicità a... Ehm... Tre persone, facendo sentire in colpa una strega. E, se fosse stato per lui, avrebbe ucciso anche due bambine non ancora nate, pur di avere il potere.
Katherine alzò un sopracciglio.
- Mi assomiglia-

Arrivò a casa di Marcel che era sera. Era in programma una festa in maschera e lei aveva sfoggiato un bellissimo vestito nero con una mascherina a punta.
Proprio come a Mystic Falls.
Sorrise ed entrò.
Lo spettacolo che vide fu agghiacciante.
Se solo fosse stata suscettibile alla morte. I vampiri erano ovunque, si cibavano, uccidevano, senza avere molto compassione per le loro povere vittime. La Petrova lanciò solo un insulso sguardo a quello spettacolo, poi continuò ad andare dritto.
- Chi è questo incanto?- domandò un uomo.
Era di colore leggermente scuro in tonalità con gli occhi scuri e in contrasto con i denti bianchissimi.
Ella sorrise leggermente e si avvicinò.
- Mi chiamo Katherine. Ma puoi anche vedermi come il diavolo in persona-
L'uomo sorrise.
- Se un essere come te è il Diavolo, noi altri cosa saremmo?-
Lei ricambiò il sorriso e con uno sguardo che lanciava mille sottintesi affermò:- L'apparenza a volte inganna-.
Poi lo guardò meglio e si ricordò della descrizione fatta dalla strega.
- Tu devi essere Marcel. L'essere più potente al mondo- alzò un sopracciglio.
- Esatto, ma non devi temermi-
- Figurati. Chi è già morto non teme nulla-
- Beh qui dentro siamo tutti vampiri e, anche se siamo già morti, io potrei troncare la loro "morte" in un attimo-
Lei allora si girò:- Ma io non mi riferivo al vampirismo-.

Quella stessa sera andò a trovare il ragazzo — che scoprì non avere più di vent'anni senza contare gli anni nel mondo parallelo —. Quella volta Kai non rimase immobile ad osservarla, anzi l'assalì. Aveva appena finito di lavorare e non riceveva frustate dalla mattina... Era perfettamente lucido.
- Elena!- sbraitò.
- La frustata incandescente mi aveva annebbiato la mente, impedendomi di ricordare i volti delle persone conosciute in vita... Ma ora mi ricordo del tuo viso!- continuò.
Katherine non si scompose, sorrise leggermente e osservò l'uomo negli occhi. Erano a terra, lui che le teneva le braccia e il corpo bloccato sotto al proprio. A quel punto fece qualcosa che disorientò il Parker: lo baciò.
Un bacio violento e passionale. Kai si distrasse un solo secondo e lei ne approfittò per cambiare le posizioni. Lo bloccò a terra e lui la guardò corrucciando la fronte.
- Non puoi essere Elena-
- Perché no?-
- Non avrebbe mai fatto una cosa così-. Ella sbuffò.
- Perché lei è una santa-
- No... Perché lei vuole "sembrare" una brava persona- disse.
Poi la scrutò.
- Katherine?-
La giovane allora si alzò e si sistemò i pantaloni attillati.
- In persona-
Kai si alzò in piedi sistemandosi la maglia sporca di terra.
- Come mai non ti ho mai visto?-
La Petrova sorrise:- Perché sono troppo in gamba per rimanere qui a pagare per le mie azioni-

Lasciò Marcel dirigendosi verso i sotterranei. La folla era folta ma lei riuscì a passare e ad arrivare alla porta. La aprì e scese le scale fino a vedere delle luci.
Sentì dei respiri e capì che c'erano delle guardie a vegliare su Klaus.
Senza timore avanzò e li guardò sorridendo. Erano dei vampiri di più o meno cinquecento anni.
- È qui la festa?-

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