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Capitolo 13

Sabato mattina stavo facendo gli ordini di Abbie per il bar che erano i più problematici, i miei erano molto più semplici, libri e materiale da cancelleria, quando squillò il telefono del locale, io odiavo parlare al telefono, molti dei miei clienti al contrario lo adoravano.

‹‹Salve come posso esserle utile?›› impostai la voce sul tono più gioviale possibile, ma dall'altra parte nessuna risposta, sentii solo un respiro ‹‹Pronto.›› ripetei odiando la linea fissa che aveva sempre qualche problema.

‹‹Ti ho ritrovata finalmente mia bellissima dea, non avrei dovuto farlo ma dovevo sentire la tua voce, ed è rimasta la stessa, anche il tuo corpo non è cambiato, chissà che sapore avrai.›› trasalì quando sentii le parole del mio interlocutore.

‹‹Chi è lei?›› domandai, non mi piaceva per niente questa telefonata, metteva i brividi.

‹‹Sai non ho gradito molto la tua intrusione, preferisco che il passato rimanga tale ... passato.››

‹‹Signore penso che lei abbia sbagliato numero.›› e chiunque fosse la destinataria non era per niente fortunata

‹‹Ne sei sicura? Non immagini proprio chi io sia, andiamo ...›› sentii dall'altra parte la sua risata ‹‹pensaci bene.›› riattaccai, aveva una voce graffiante e profonda ma non nel senso buono, una di quelle che ti cuciono addosso una sensazione sgradevole.

‹‹Hey!›› mi toccarono la spalla ed io reagii d'istinto girandomi di scatto, scaraventando il mal capitato contro lo scaffale a qualche metro da lì, era una mal capitata, per la precisione, Kate. Che si alzava come se niente fosse, come se non avesse fatto un volo innaturale.

‹‹Cavolo ti ho spaventato per davvero, hai una forza pazzesca, deve essere l'adrenalina.›› minimizzò con un gesto della mano come a dire che queste cose capitano ogni giorno.

‹‹Scusami›› le corsi incontro e la abbracciai ‹‹non volevo farti del male ma ho ricevuto una telefonata molto strana, di sicuro di qualcuno che ha sbagliato numero, ma veramente inquietante direi, e poi tu mi hai toccata e non ero pronta, giuro che non sono una persona violenta.››

‹‹Hei ferma, ferma, guarda che non mi è successo niente.››

‹‹Per miracolo, ma come fai a essere tutta intera?›› ed io come faccio ad avere quella forza? Era quella la vera domanda.

‹‹Non sono così debole come sembro e poi tutto a suo tempo.›› disse lei tranquilla come se sapesse con certezza che sarebbe arrivato il momento di dare un senso a tutto, non c'è che dire era strana quanto il gemello ‹‹dimmi un po' della telefonata che ti ha lasciata così scossa.››

‹‹Non ti preoccupare era solo il pazzo di turno.››

‹‹Raccontami comunque.››

‹‹In realtà se io non fossi una schiappa al computer potrei anche fartela sentire, abbiamo il programma che collega il telefono al computer per registrare le telefonate, il Tele qualcosa, è così che riceviamo gli ordini dei libri e del cibo, ma è Abbie a occuparsene.››

‹‹Vedi è per questo che sei così fortunata ad avermi perché sono un genio al computer.›› si mise a smanettare con la tastiera ‹‹È l'ultima?››

‹‹Sì.›› l'aveva trovata così velocemente?

Fece partire la registrazione, che mi inquietò tanto quanto la prima volta, Dio santo c'era tanta gente pazza in giro veramente. Lei era seria, come non l'avevo mai vista finora, anzi quella non era un'espressione adatta a un visino tanto gioviale e dolce come il suo.

‹‹Hai fatto bene a riattaccare, era di sicuro un pervertito. A pranzo vengono i miei fratelli, parliamone con loro, hanno un'agenzia di sicurezza.››

‹‹Ed io che avevo pensato che Will facesse il dottore, non mi sorprende che lavori nella sicurezza, il suo carattere si addice alla sua professione. E comunque non li disturbare per una sciocchezza simile.››

‹‹Nessun disturbo, verranno spesso quindi meglio se si rendono utili, e poi non sottovalutare la questione.›› che voleva dire con "verranno spesso"? La presenza sporadica di Will mi faceva male al cuore e all'orgoglio, immaginiamoci se fosse stata assidua.

Il resto della mattinata scorreva lentamente e mi stavo annoiando, ero anche un po' nervosa e non riuscivo a concentrarmi su niente, ma ogni volta che squillava il telefono saltavo sul posto, uno squilibrato che dice quelle cose al telefono non è da sottovalutare, ma non volevo coinvolgere quei due che in pochi giorni si erano inseriti nelle nostre vite, non che mi dispiacesse solo che non volevo essere un peso per nessuno o meglio per nessun altro.

‹‹Vieni a pranzare o rimani lì a guardare il telefono altri 15 minuti? Non mi hai nemmeno notato quando sono entrato, insomma prima non ricordi il mio nome e ora questo? Stai minando veramente la mia autostima.›› alzai gli occhi al cielo, si lagnava come un bambino.

‹‹Tom stai spuntando dappertutto come un fungo, e poi... ma quanti anni hai?››

‹‹Tasto dolente dolcezza, non si domanda mai l'età.››

Alle signore vorrei aggiungere.

‹‹Ma si ne avrai 25 o 28 al massimo!››

‹‹Grazie sei dolcissima.›› ora ero curiosa di sapere, avrei domandato l'età a Kate tanto erano gemelli.

‹‹Dai vieni a mangiare che ho fame e Kate mi sta tartassando di messaggi da due ore.››

‹‹E da quando pranziamo insieme?››

‹‹Vedo che sei di ottimo umore, dolcezza rassegnati dopo la colazione passiamo al pranzo, la prossima meta è la cena.››

‹‹Stai flirtando con me?›› dissi scherzando, avevo capito che aveva una cotta per Abbie, ma mi piaceva questo ragazzo, come amico s'intende.

‹‹Ti sto facendo una corte spietata.›› appoggiò i gomiti al bancone con il viso sulle mani, ma all'improvviso si sbilanciò in avanti.

‹‹E forse dovresti smettere.››

Mi si fermò il cuore, non lo avevo sentito arrivare, ma come faceva Will a prendermi sempre impreparata? Anche se neanche in un milione d'anni mi sarei abituata a tanta perfezione e alla montagna russa di sensazioni che mi causava.

‹‹Guastafeste, andiamo?›› mi prese sottobraccio ma qualcosa lo fece arretrare, Will lo teneva per il collo della maglietta.

‹‹Devo parlarti, tu avviati noi arriviamo tra due secondi.›› disse con un tono così autoritario che quasi scattavo sull'attenti facendo il saluto militare, patetica.

‹‹Non mi lasciare dolcezza ora mi fa la pelle.›› disse lo scemo con tono drammatico, io scossi la testa ridendo e mi avviai, più trovavo Tom simpatico più vedevo Will strano e con comportamenti ambigui.

Abbie e Kate dovevano essere in cucina, non entrai preferii apparecchiare, oggi non avremmo potuto mangiare al bancone eravamo in troppi, scelsi uno dei tavoli affianco alla finestra, li adoravo, avevo aiutato Abbie ad arredare era venuto un gioiellino, ma questi tavoli in stile "drive in" erano il meglio, con i divanetti lunghi e molto più comodi delle sedie.

‹‹Sei qui meno male, pensavo di doverti strappare dal computer come ogni giorno.››

‹‹Ci ha pensato Tom il nostro nuovo inquilino, giuro che me lo ritrovo dappertutto.››

‹‹A me non dispiacerebbe.›› era veramente tremenda, e un po' la capivo, Tom era stupendo peccato che i miei occhi traditori erano calamitati sempre sul fratello antipatico.

‹‹Kate?››

‹‹Sta finendo di preparare, abbiamo fatto hamburger, insalata e patatine.››

‹‹Ed io che pensavo a un pranzo leggero.››

‹‹Tom ha inviato un messaggio dicendo che senza patatine non avrebbe pranzato, e poi sei l'unica a cui non piacciono le patatine. Come sto?››

‹‹Come sempre, mi sono persa qualcosa?›› domandai confusa.

‹‹Niente di che, David non mi vuole e ho deciso che per ora è meglio voltare pagina, insomma di fare amicizie, uscire, e perché no, farmi corteggiare›› abbassò il tono dandomi modo di capire il suo vero stato d'animo ‹‹non voglio soffrire più Ani, è una vita che gli sto dietro e l'altro giorno mi ha baciata per poi dirmi quasi addio, capisci?›› no, purtroppo, e invidiavo anche questa sua sofferenza.

‹‹Scusami hai ragione, però niente lacrime e poi Tom è veramente bello.››

‹‹E cosa ti fa pensare che sia lui a piacermi e non l'altro.›› per un attimo rimasi di stucco, avevo dato per scontato che fosse Tom, ma la cosa che mi stranì di più era quella sensazione di malessere alla bocca dello stomaco quando avevo preso in considerazione che a lei potesse piacere Will.

‹‹Dovresti vedere la tua faccia, sapevo che ti sarebbe piaciuto, Anima l'Iceberg si sta sciogliendo.›› disse la deficiente che avevo come amica.

‹‹Non ho detto questo.››

‹‹Ma non hai negato, beccata... eccovi sedetevi qui, arriviamo tra poco.›› Tom aveva una espressione compiaciuta mentre Will mi scrutava guardingo, che avessero sentito? Non era possibile.

La seguii in cucina, non volevo rimanere a subire la sua attenta analisi.

‹‹Ani puoi prendere il sale?›› disse Kate sedendosi a capo tavola, ma quando tornai con il sale mi resi conto del posto dove avrei dovuto sedermi, quelle due befane di Abbie e Kate avevano di sicuro complottato, ovviamente ai miei danni; Abs era seduta vicino a Tom e l'unico posto vuoto era vicino a Will. Feci del mio meglio per non dare a vedere quanto questa cosa mi rendesse ansiosa, ma il calcio sotto al tavolo ad Abbie glielo diedi lo stesso, purtroppo non ottenni il risultato sperato, sorrise la iena, senza neanche guardarmi, mi conosceva troppo bene aveva previsto la mia reazione. Erano tutti molto interessati a quello che stava raccontando Kate, ero convinta che nessuno potesse parlare più di Abbie ma mi sbagliavo, stava raccontando le cose assurde che le dicevano i vecchietti al bar, ci provavano spudoratamente.

‹‹E non solo i vecchietti, penso che vostra sorella stia attirando clienti.›› disse Abbie.

‹‹Di certo non possiamo biasimarli, Kate è bellissima.›› dissi io seguendo la sua idea.

Con questa affermazione attirai su di me lo sguardo di Will.

‹‹Anche con te ci provano?›› meno male una domanda a cui non mi costava rispondere.

‹‹No, loro due hanno tutto il fascino, e quindi tutte le attenzioni sono per loro.››

‹‹Dolcezza tu sei perfetta.›› s'intromise Tom.

‹‹Tom tu sei un adulatore.›› risposi

‹‹Oltre che un uomo morto.›› disse Will, ma sembrò che lo avessi sentito solo io, mi girai dalla sua parte e gli dissi a bassa voce:

‹‹Non ha detto niente di male.›› ma perché se la prendeva?

‹‹Mi hai sentito?›› io annuii ‹‹Interessante!››

Meglio lasciar perdere il suo commento era ovvio che se parlava accanto a me lo sentivo, per caso pensava che ero sorda?

‹‹Sì, perfetta e anche forte›› aggiunse Kate ridendo ‹‹oggi l'ho spaventata e mi ha fatto fare un volo di qualche metro.››

‹‹Non mi hai detto niente.›› come se avessi dovuto fare rapporto a lui, quanta presunzione la sua, forse era solo un maniaco del controllo.

‹‹Non è successo niente di che, e poi non mi ha fatto neanche un graffio.›› disse Kate.

‹‹Guarda che io non sono pericolosa Will.›› dissi un po' punta sul vivo, dopo gli avvenimenti degli ultimi giorni non ero tanto sicura di questa mia affermazione.

‹‹Lo sei›› si avvicinò a me ed io smisi di respirare per la vicinanza eccessiva, era a un soffio dal mio viso ‹‹solo che ancora non lo sai e questa inconsapevolezza ti rende ancora più letale.›› mi spostò i capelli che mi erano caduti sul viso all'indietro, ed io continuai a mangiare, dovevo fare qualcosa per sfuggire al suo sguardo ipnotico e alla voglia di ridurre la distanza e unire le nostre labbra.

‹‹Formate una bellissima coppia, c'è questa elettricità tra di voi, siete magnetici!››

‹‹Abbie ma che dici!›› sentivo che stavo diventando rossa come un pomodoro, l'avrei uccisa, ma tutti trovavano divertente il mio imbarazzo a giudicare dai loro sorrisini idioti.

‹‹Dolcezza come mai tutti ti spaventano?›› Tom provò a togliermi dall'imbarazzo causato dalla mia amica zombie, perché sì, lei era morta ma ancora non lo sapeva.

‹‹Non tutti, solo voi tre, vi siete messi d'accordo? Perché se il piano era farmi fuori ci state riuscendo alla grande.››

‹‹Forse è per la telefonata?›› commentò Abbie mentre metteva in bocca l'insalata ‹‹Kate mi ha detto che hai ricevuto una telefonata strana, anche se a dirla tutta di cose strane te ne succedono in quantità industriale.››

‹‹Kate ti avevo detto che era una cosa senza importanza.›› riservata la ragazza.

‹‹No che non lo è, io ho sentito la registrazione, mi ha messo i brividi e non era indirizzata a me.›› probabilmente non era indirizzata neanche a me se è per questo.

‹‹Inviami la registrazione, credo sia il caso di fare un controllo›› mi sarei aspettata questa affermazione da Will che si era dimostrato apprensivo e molto più serio, ma Tom aveva perso per qualche istante l'aria da giullare di corte, aveva una espressione preoccupata ‹‹secondo me la bellezza qui presente sta facendo strage di cuori, e qualcuno ora gli si è incollato come uno stalker.›› arrossii per il complimento e anche per l'accenno alla mia disastrosa vita amorosa.

Il pranzo proseguì tranquillo dopo quella parentesi imbarazzante, e se non mi concentravo sul calore che emanava il corpo di Will, la sua fisicità che riempiva il mio spazio vitale e il suo profumo... potrei dire che fu il miglior pranzo da tanto tempo.

‹‹Che ne dite se andiamo a ballare questa sera?›› propose Tom cambiando argomento.

‹‹Io passo.›› disse Will ‹‹Ho un impegno.››

Il mio cuore precipitò fino allo stomaco, Tom e Kate lo guardarono con tanto di occhi e Abbie guardò me come se avesse capito il mio stato d'animo, non so in quale momento avevo iniziato a provare qualcosa per il ragazzo al mio fianco, ma questa era la dimostrazione evidente che per me e per il mio cuore inesperto rappresentava un pericolo.

‹‹Forse vi possiamo raggiungere dopo.›› aggiunse, confermando il sospetto che dovesse uscire con qualcuna.

‹‹Io e Ani ci stiamo, non usciamo da una vita.›› Abbie sapeva che al momento mi avevano messo ko e per questo parlava anche per me, meritava una statua per tutte le volte in cui veniva in mio soccorso.

‹‹Lei non può.›› Will la interruppe, ed io mi arrabbiai come una bestia, lui aveva un impegno con chi sa chi ed io non potevo unirmi a loro? Ma come si permetteva di decidere della mia vita?

‹‹Scusa e come mai io non potrei andare? Non mi parli nemmeno e ora non vuoi che frequenti i tuoi fratelli? Fammi la lista delle persone alle quali mi posso avvicinare senza che tu t'infastidisca.››

Lui ignorò la mia sfuriata e come se niente fosse parlò ad Abbie.

‹‹Non può perché il mio impegno è con lei.››

Con quanta naturalezza era in grado di dire scemenze, io mi congelai sul posto e Abbie si sputò addosso l'acqua che aveva in bocca.

‹‹Sei bellissima anche quando sei tutta bagnata.›› disse Tom, non perdeva opportunità per fare il cascamorto con Abbie.

‹‹Uscirete insieme?›› Abbie non lasciò cadere l'argomento, il mio cervello era ancora a spasso da qualche parte ‹‹Ani non mi ha detto niente.››

‹‹Perché non ne sapevo niente, e tuttora non capisco di cosa diamine stia parlando Will.›› lui mi guardò con i suoi occhi stupendi quanto fastidioso era lui.

‹‹Pensavo di chiederti di andare a mangiare una pizza insieme questa sera mentre ti accompagnavo a casa questo pomeriggio.›› spiegò.

‹‹Scusa ma ero all'oscuro anche di questo piccolissimo dettaglio.›› oltre che al momento ero scioccata, se mi odiava perché voleva invitarmi a uscire?

‹‹Diciamo che la decisione è stata presa di recente›› si passò la mano sulla nuca ‹‹quando ho scoperto la possibilità che tu abbia uno stalker.›› insomma praticamente ora.

‹‹Cose da pazzi.›› ma che stava dicendo, da dove veniva ora tutto questo interesse per me dato che mi snobbava da quando lo conoscevo ‹‹Punto primo io non ho uno stalker, punto secondo chi ti ha detto che io...››

‹‹Ani io trovo sia una magnifica idea, David mi ha riferito che in questi giorni ti sei sentita osservata.›› m'interruppe Abbie.

‹‹Abbie perché già che ci sei non dici anche la mia taglia di reggiseno?›› dissi io di botto per morire di vergogna non appena la frase lasciò la mia bocca.

‹‹A me non dispiacerebbe... ahia!›› urlò Tom.

‹‹Ti ho fatto male? Bene!›› disse Will con tono soddisfatto e perfido al contempo, gli aveva dato un calcio sotto al tavolo ‹‹Parleremo anche di questo in macchina.››

‹‹Round 1!›› sentii dire ad Abbie, mi conosceva alla perfezione, ma ero troppo occupata, avevo voglia di sbranare qualcuno.

‹‹Scusa, ma chi ti ha detto che tornerò a casa con te? Per quanto ti conosco potresti anche essere un serial killer o lo stalker in questione.››

‹‹Non era una domanda infatti.››

Cosa? Cosa? COSA?

‹‹Tosto il ragazzo, che ne dite se mi aiutate a sparecchiare e li lasciamo a uccidersi a vicenda?›› si alzarono lasciandoci da soli, Abbie me l'avrebbe pagata.

‹‹Ti conosco sì e no da due settimane e già prendi decisioni per me? Un po' azzardato non trovi?››

‹‹Vieni a cena, in qualche modo dovrai pagarmi quello che mi devi.››

‹‹Una cena non equivale a un caffè.››

‹‹Equivale a un caffè, un passaggio e cure mediche.››

Che faccia tosta!

‹‹Io non te l'ho chiesto.››

‹‹Ma ne avevi bisogno, Abbie non ti può accompagnare.››

Era vicino al tavolo faceva finta di prendere un piatto per farsi gli affari nostri (avevamo affari nostri?) la guardammo entrambi.

‹‹Eh... io ho qualche commissione da fare.›› disse.

‹‹Traditrice !!!›› sibilai nella sua direzione.

Lui sorrise vittorioso sapeva che non sarei tornata a casa da sola con un possibile stalker, dovevo dargliene atto, quando si metteva qualcosa in testa era veramente deciso. Non capivo il suo modo di agire, in macchina avremmo dovuto parlare, la cosa mi metteva non poca ansia, già in mezzo alla gente mi era difficile parlargli, da soli non sarebbe stata una passeggiata.

‹‹Grazie per il pranzo, io e Tom andiamo.››

‹‹Io non ho fatto niente non ringraziarmi.›› dissi come una bambina capricciosa, e lui rise.

‹‹Ci vediamo dopo.›› dicendo questo se ne andò ed io tornai a respirare, uhhh! Esasperante, lo odiavo... in realtà odiavo me stessa quando c'era lui.


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