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20. Famiglia.

"Perché vorresti andare alla Galaxy Garrison?" Domanda Mignonette alla figlia con il solito tono austero. "Tuo padre ed io abbiamo già deciso che prenderai in mano l'impresa di famiglia."

"Ma è una grande opportunità, sono stata scelta da Shiro! Vi rendete conto? Il più giovane pilota che sia mai stato bello spazio ha notato me. Me!" Esclama Michelle emozionata.

"E perché credi l'abbia fatto?" Le domanda distrattamente il padre mentre fa zapping. "Per il tuo cognome, perché sa che avere un Venus alla Galaxy Garrison conviene."

"Sicuramente gli hanno chiesto di sceglierti per convincerci a donare un'ingente somma di denaro, non perché hai talento Michelle." Continua la signora Venus.

"Un cadetto alla Galaxy Garrison? Cosa direbbero i nostri amici? Ci riderebbero dietro." Aggiunge Pascal. "E tu non vuoi fare diventare la nostra famiglia lo zimbello della città, dico bene?"

"No, padre." Replica la giovane abbassando lo sguardo mentre cerca di trattenere le lacrime.

"Ma che modi sono? Quante volte ti devo ripetere che non devi mai abbassare la testa? Non devi mai mostrarti debole con nessuno."

"Hai ragione madre, ho sbagliato." Dice la ragazza alzando la testa per trovarsi ad osservare gli occhi severi della sua progenie.

"Vai in camera tua a fare i compiti e non azzardarti a parlare di nuovo della Galaxy Garrison."

"Sì, madre."

Michelle esce dal soggiorno e corre in camera sua, quando si chiude la porta alle spalle si lascia cadere a terra con le lacrime agli occhi.

Ormai la giovane ha perso il conto delle volte che si è ritrovata a piangere a causa dei suoi genitori, che fin da quando è nata la trattano come una marionetta.

Sperava che andare alla Galaxy Garrison l'avrebbe resa più libera, ma come sempre i genitori le hanno impedito di fare quello che vuole.

"Scusi se la disturbo professoressa, ma avrei bisogno per un po' di Michelle Venus, Camille Mikaelson, Penelope Saltzman e Stefan Forbes." Afferma la preside.

"Ma certo, non è un problema, oggi sto interrogando."

I quattro ragazzi escono dall'aula intuendone il motivo, loro quattro infatti sono stati scelti dalla Galaxy Garrison.

"Immagino che abbiate intuito il motivo per cui vi ho chiamati." Afferma la Delmas. "Oggi andrete a visitare la Galaxy Garrison, in questo modo saprete già cosa aspettarci se deciderete di diventare dei cadetti."

"E se qualcuno già sapesse di non voler diventare un cadetto?" Domanda Stefan.

"In questo caso si avviserà Shiro di toglierti dalla lista, ma ti consiglio comunque di partecipare alla visita, potresti cambiare idea."

"Come se la cosa dipendesse da me..." Boffocchia Forbes, ma l'unica a sentirlo è Michelle.

Le famiglie dei due sono molto amiche e hanno la stessa mentalità, i loro figli devono prendere in mano le loro aziende mantenendo alti nome e patrimonio.

Hanno anche provato a farli mettere insieme, al momento senza successo, ma entrambi sanno bene che non hanno molta scelta.

Il viaggio verso la Galaxy Garrison è veloce e la maggior parte degli studenti osserva la struttura con emozione.

"Benvenuti alla Galaxy Garrison." Dice Shiro con un sorriso. "Oggi vi mostrerò le aree in cui lavorerete se deciderete di diventare dei cadetti e quando avremo finito, se ci sarà tempo, potrete provare a fare delle simulazioni."

"Interessante la visita?" Domanda Ray all'orecchio di Michelle facendola saltare per lo spavento.

"E tu chi saresti?" Gli chiede la bionda squadrandolo da testa a piedi.

"Ray Carter, cadetto, molto presto comandante, molto piacere." Si presenta il maggiore.

"Uhm, piacere."

"Ray, che ci fai qui? Dovresti essere con il comandante Iverson." Lo rimprovera Shiro.

"E' che pensavo di guardarti per imparare dal migliore." Si giustifica il biondo sfoderando un sorriso d'innocenza, a quel gesto Takashi reagisce alzando gli occhi al cielo.

"Dato che sei qui, che ne dici di fare la simulazione con i quattro ragazzi rimasti." Propone il moro quando cinque ragazzi escono da simulatore.

"Molto meglio che ascoltare Iverson, è per questo che ti adoro!" Esclama Carter.

"Finalmente tocca a noi!" Esulta Zari entrando nel simulatore di corsa.

Gary scuote la testa rassegnato prima di seguirla e lo stesso fanno Ray, Michelle e John.

"Chi pilota?" Domanda il maggiore dei cinque.

"Dovrebbe farlo Michelle!" Propone la castana.

"Io?" Mormora la bionda confusa.

"Sì! Sei stata la più brava l'altro giorno con la simulazione!"

"Quindi sei tu la ragazza di cui parlano tutti a scuola." Ragiona John.

"Va bene, lo faccio io." Afferma la bionda facendo spallucce, non me importa molto della simulazione siccome non tornerà mai più in quel posto.

"Io comunque sono Ray Carter, se vi interessa."

"John Turner."

"Zari Genevieve Lucille Harrison."

"Zari, non c'è bisogno che ti presenti con il nome completo. Io comunque sono Gary Matthews."

"Michelle Venus."

"Bene, cominciamo! Tutti ai propri posti! Muoversi! Muoversi!"

"Perché comanda lui?" Domanda John a Michelle con l'unico scopo di parlarle, la ragazza ha attirato la sua attenzione dal primo momento che l'ha vista.

"Perché è il più grande?" Replica la bionda prima di andarsi a sedere e cominciare a pilotare.

La Venus schiva i vari asteroidi messi come ostacoli con gran facilità, ma più va avanti e più le parole dei suoi genitori le rimbombano in testa.

"Tu non sei in grado di fare nulla."

"Non hai talento."

"Tu devi fare quello che dico io, non pensare a nulla che non sei capace."

"Cosa direbbero i nostri amici? Ci riderebbero dietro."

"Mia figlia alla Galaxy Garrison? Ti rendi conto Pascal? Michelle deve avere qualcosa che non va."

"Brava." Dice Zari posando una mano sulla spalla di Michelle, svegliandola da quello stato di semi incoscienza.

A quanto pare, mentre si è persa nei suoi pensieri, ha completato la simulazione ed è atterrata sul pianeta di destinazione.

"Stai bene?" Le domanda confusa la castana quando nota che la minore sta piangendo.

"Sì." Risponde la Venus con voce atona." Mi è solo entrato qualcosa negli occhi." Mente mentre esce dal simulatore sotto lo sguardo confuso dei presenti.

Mignonette Venus

"Ma non poteva nascermi una figlia normale?"

Pascal Venus

"Deve esserci stato uno scambio in ospedale, è l'unica spiegazione logica."

Stefan Forbes

"I miei non mi permettono di fare quasi nulla, ma spettegolare va bene. Allora? Hai qualche bel pettegolezzo da raccontarmi?"

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