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35. Realizzata

"Ehi, ma dove mi stai portando?" cammino accanto al brasiliano che continua a tenere la mia mano stretta tra le sue e mi trascina quasi, anche se non so dove stiamo andando. Ride ogni volta che mi sente lamentarmi e mi ruba qualche bacio, cercando di corrompermi, cosa che gli riesce fin troppo alla perfezione.

Ormai sono passati quasi due mesi da quando siamo tornati insieme, e le cose procedono a gonfie vele. Stiamo trovando un nostro equilibrio e Denis si è affezionato tantissimo a lui. Passano molto tempo insieme a giocare e nei giorni che capita che Neymar ha una partita o è in ritiro, il bambino chiede sempre di lui e non vede l'ora di rivederlo.

Mi scalda davvero il cuore tutto ciò, avevo paura che le cose non andassero, che magari non riuscissero a legare, ma ora mi rendo conto che era solo una mia stupida paura. Era impossibile succedesse. Hanno dei caratteri più simili di quello che potessi immaginare, inoltre l'attaccante è davvero dolce nei confronti di nostro figlio, perciò si è guadagnato subito la sua fiducia, e sono finiti per essere inseparabili.

Ormai anche i miei genitori hanno completamente accettato la situazione, nonostante la paura di vedermi stare ancora male. L'hanno conosciuto, abbiamo pranzato con loro già diverse volte, e ora lo amano... probabilmente più di quanto amino me. È diventato il loro preferito, il figlio maschio che non hanno mai avuto.

Improvvisamente si ferma davanti a un bar e io mi fermo di conseguenza, lanciandogli un'occhiata stranita e interrogativa. "Ney, perché siamo qua?"

"Perché dentro c'è una persona che ti vuole parlare..." fa il vago e non riesco a capire cosa intenda nemmeno osservandolo, ha messo su l'espressione neutra che fa quando non vuole rilasciare troppi dettagli. "Ora vai e ci parli, così capisci tutto. Non guardarmi con gli occhioni sperando di convincermi a dirti tutto."

Alzo gli occhi al cielo rendendomi conto che ha colto in pieno ciò che stavo cercando di fare, poi sbuffo e annuisco arresa. Ho capito che se voglio sapere cosa ci facciamo qua e chi c'è ad aspettarmi, devo entrare e smettere di farmi domande.

"Va bene, ma poteva chiamare me questa persona? Non capisco perché ha contattato te se voleva parlarmi."

Lui ridacchia e poi posa la bocca sulla mia, baciandomi dolcemente e in modo delicato. "Vai dentro e parlaci, la riconoscerai subito. Io ho fatto da tramite perché temeva che ce l'avessi talmente tanto con lei da non volerle più parlare, temeva un rifiuto."

Sussulto sentendo le sue parole e mi appare davanti agli occhi l'unica persona al mondo con cui ho discusso e sarebbe interessata a risolvere, ma teme che sia troppo tardi. La mia migliore amica. "È Maggie?"

Lui ride e annuisce, mettendomi una mano sulla schiena e dandomi una leggera spintarella per farmi muovere "Non ti si può nascondere nulla. Avanti, ti sta aspettando. È qua da ore perché aveva talmente tanta ansia che è arrivata in anticipo di non so quanto. È dispiaciuta per quello che ti ha fatto, me l'ha raccontato tra i singhiozzi, e vuole chiarire."

Io batto il piede a terra, sentendomi leggermente a disagio, ma poi annuisco. Mentirei se dicessi che non ho pensato a lei ogni giorno da quando abbiamo discusso. Non è mai capitato che stessimo lontane per così tanto tempo, e ne ho sentito davvero la mancanza. Ho pensato tante volte di cercarla, perché sentivo dentro il bisogno di raccontarle ciò che mi succedeva, ma anche solo il bisogno di sentire la sua voce, ma alla fine finivo sempre per non telefonarle, avendo paura di darle fastidio. Perciò ora mi fa davvero piacere che sia qua e abbia voglia di parlare, ma sono un po' agitata alla possibilità che le cose non vadano bene.

"E se non chiarissimo?" lo chiedo con un fil di voce, come se io fossi una bambina e lui avesse tutte le risposte.

La mano di Neymar finisce sul mio viso, accarezzando delicatamente la mia pelle, cosa che mi mette addosso una tranquillità che solo lui è in grado di trasmettermi, in modo così veloce poi. "Andrà bene, amore." sgrano appena gli occhi sentendo il nomignolo che ha utilizzato, ma non glielo faccio notare e lo continuo ad ascoltare. "Vi conoscete da una vita, non può andare male, assolutamente. Capita di discutere, ma la cosa importante è parlare, confrontarsi e chiarire. Le cose si sistemano. Anche io ho litigato con tanti amici, persino con Hakimi qualche mese fa, perché ero nervoso e ho fatto lo stronzo, ma abbiamo parlato, mi sono scusato e ora è tutto come prima."

Annuisco comprensiva sentendo le sue parole e, devo ammettere, che questo suo discorso mi ha calmato tanto. "Hai ragione, ora vado allora."

"Ti aspetto a casa mia. Ti mando un Uber quando avete finito, prendetevi tutto il tempo che volete. Parlate, andate a mangiare fuori. Recuperate." Mi lascia un bacio a fior di labbra e poi mi dà un'altra spintarella, facendomi ridere, e solo una volta che sono entrata dentro al locale, lui va via.

Scuoto la testa sorridendo, sentendomi grata per ciò che ha appena fatto, poi torno seria e alzo lo sguardo per intercettare Maggie. La intravedo subito seduta al tavolo accanto alla vetrata e mi avvicino a lei lentamente, con il cuore che va veloce dentro al mio petto. Una volta che le sono davanti, alza lo sguardo prima che io abbia la rapidità di salutarla, poi scatta in piedi come se fosse una molla.

Per qualche istante restiamo immobili a guardarci, senza dire nulla, poi lei fa il giro del tavolino e mi stringe forte a sé, iniziando a piangere. Io faccio lo stesso subito dopo, abbracciandola e sentendo quella sensazione familiare di casa invadermi.

"Pearl... mio Dio." mi stringe ancora più forte mentre io le accarezzo la schiena "Mi dispiace. Non volevo farti male. Volevo solo proteggerti, non volevo passassi un periodo brutto come in passato. Mi sono comportata di merda, ma la mia unica priorità era tenerti al sicuro. Sei come una sorella per me, lo sei sempre stata da quando ci conosciamo. E mi dispiace avere usato un tono sbagliato e le parole sbagliate, mi dispiace tantissimo. La mia vita non è più la stessa senza la mia migliore amica."

Sciogliamo l'abbraccio piano piano e ci asciughiamo gli occhi, accomodandoci al tavolino. "Anche a me dispiace tanto aver discusso con te." le prendo le mani tra le mie e le tengo strette "Potevo anche io fare un passo indietro e cercare di capire, o perlomeno non far passare tutto questo tempo. Abbiamo sbagliato entrambe, ma io sono pronta a recuperare se ti va."

Lei sgrana gli occhi e mi stringe un'altra volta a sé, annuendo. "Certo che mi va, sono felicissima in questo momento. Mi manchi, mi manca Denis, mi manca tutto."

"Allora è tutto okay, non ho nulla contro te." le lascio un bacio sulla guancia e le sistemo i capelli dietro l'orecchio, sorridendole in modo rassicurante. "Sorelle come prima."

Lei annuisce con le lacrime agli occhi "Sorelle come prima. E ora dovrai aggiornarmi di tutto ciò che mi sono persa. Neymar mi sembra così innamorato di te... si è accertato che non avessi cattive intenzioni prima di aiutarmi." ride mentre racconta e io la seguo a ruota, rendendomi conto che tra noi è già tutto tornato come prima... e ringrazio chiunque esista lassù, per aver messo ordine nella mia vita.

*****

Qualche mese dopo

Scoppio a ridere quando vedo Denis soffiare sulle candeline di compleanno e non riuscire a spegnerle, così Neymar si avvicina a lui e gli mostra come fare. Il bambino sorride grato e stampa un bacio sulla guancia di suo padre, chiamandolo 'papà'.

Il silenzio cala nell'intera stanza, mentre Neymar sposta lo sguardo da me al bambino e poi guarda Mbappè che, accanto a Morgane, ha iniziato a immortalare la scena con un video.

"Piccolo, hai detto 'papà?" L'attaccante del Paris Saint Germain si abbassa alla sua altezza e prova a farglielo ridire, cosa che Denis fa all'istante.

"Papà, papà. Grazie papà." gli mette le braccia al collo e lo stringe, così Neymar lo prende in braccio e lo coccola. Lo riempie di baci sul viso e lo abbraccia forte, mentre Davi si avvicina a me e mi abbraccia a sua volta.

Io mi godo la scena, sentendo tutta la gioia di Neymar per essere appena stato chiamato 'papà' da nostro figlio, sentendo anche io il cuore andare veloce e gli occhi inumidirsi. È così bello che questo sia successo davanti ai nostri familiari e amici, per condividere con loro un momento così speciale.

Dall'altra parte vedo Maggie e Philippe piangere senza nemmeno provare a trattenersi e mando loro un bacio volante, per poi concentrare l'attenzione su Neymar e Denis che si stanno avvicinando a me e al piccolo Davi.

"L'hai sentito? Il campione ora mi chiama 'papà'." l'entusiasmo dell'attaccante è palpabile, riesco a sentirlo chiaramente. Sorrido vedendolo posare Denis a terra che subito corre via con suo fratello, per andare a giocare. "Penso di non essere mai stato felice come ora. Cazzo, ho tutto quello che mi serve. I miei figli mi amano, la donna più speciale del mondo mi ama. Non avrei mai creduto di riuscire ad avere tutto questo, qualche mese fa. Invece sei qua, mi hai perdonato e accolto nuovamente nella tua vita. Ti amo, Pearl. Ti amo e non smetterò mai. Mi regali emozioni che mai nessuna prima è stata in grado di regalarmi." mi bacia dolcemente le labbra e sorride "Grazie di avermi fatto entrare nella tua vita nonostante ti avessi ferito. Grazie davvero, sono l'uomo più fortunato della terra."

"Ti amo." rispondo nel modo più sincero che conosco, mentre accarezzo il suo volto coperto da una leggera barbetta "Mi hai fatto innamorare di te nonostante avessi paura che accadesse. Sei entrato nuovamente nella mia vita e mi hai fatto capire che potevo ancora essere felice, che non dovevo accontentarmi. Io anche sono molto fortunata, e ringrazio ogni giorno per essere madre di Denis e per essere stata accolta da Davi e dalla tua famiglia. Finalmente mi sento completa."

Afferra il mio viso tra le sue mani e mi bacia dolcemente, trasmettendomi tutto ciò che prova. Riesco chiaramente a sentire i suoi sentimenti, riesco a sentirmi amata e desiderata. Mi sento davvero fortunata.

E mentre mi dimostra e trasmette il suo amore, io sento il cuore sospirare di gioia, rendendomi conto che davvero ora è tutto al suo posto.
Ho il lavoro dei miei sogni, una famiglia che mi ama e mi sostiene, un figlio perfetto e un uomo che mi ama, che ha capito i suoi errori e insieme siamo riusciti a superare i nostri problemi, diventando una coppia solida, equilibrata e matura.

Nonostante tutte le difficoltà e le malelingue, sono arrivata fin qua e finalmente ho ciò che mi spetta, e non mi pento di nulla di tutto ciò che ho fatto nella vita, perché ogni singola azione mi ha fatto diventare chi sono e mi ha portato dove sono. E io sono fiera di me e di tutto questo. Sono davvero realizzata e felice.

*FINE*

Nota: ciao ragazze🤍 siamo giunti al termine anche di questa storia, grazie a chi mi ha seguito anche in questa avventura, ma ne parlerò bene nel capitolo dei ringraziamenti che pubblicherò a breve.

Sappiate che presto pubblicherò un'altra storia, che sarà su Pulisic. Vi comunicherò tutto nei ringraziamenti + avviso, proprio come sempre.

Spero che questo ultimo capitolo vi sia piaciuto. Vi abbraccio, a presto, Ele🤍

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