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3. Un gioco da ragazzi

"Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa."

-Albert Einstein

Neymar

Mi tolgo le scarpette, una volta entrato nello spogliatoio, mentre sbuffo rumorosamente e nervosamente. Ho la testa piena di pensieri e la maggior parte di loro ripercorre il momento in cui la mora, ieri sera, mi ha voltato le spalle e trattato come se valessi meno di nulla, in più mi sta scoppiando la testa e ho dormito poco, di conseguenza ho fatto un allenamento da schifo e sono stato ripreso più e più volte, cosa che certamente non ha fatto migliorare il mio umore.

"Vuoi dirmi cosa è successo quando sono andato via ieri?" Kylian si accomoda accanto a me e, intuendo che ci sia qualcosa, mi presta la sua completa attenzione, mentre si asciuga il sudore sul viso con un piccolo asciugamano bianco "Sembra che un trattore ti sia passato addosso, insomma hai un aspetto orrendo Ney."

Gli lancio immediatamente un'occhiataccia e poi sbuffo ancora, mentre con frustrazione calcio una scarpetta. Vorrei solo farmi fare un massaggio e, nel frattempo, fare una bella dormita rigenerante, poi dopo penserei a come trovare la ragazza mora e provare a capire il perché di quella scenata, sempre che quella scenata un senso lo abbia. "Certo che i tuoi complimenti sanno come farmi stare meglio." ironizzo con sarcasmo tagliente "Comunque una cosa sarebbe successa."

"Sarebbe successa oppure è successa?"

Alzo gli occhi al cielo davanti alla sua domanda e poi sospiro "Direi che è successa una cosa, così va meglio, perfettino?"

Annuisce immediatamente, ridacchiando sotto i baffi, poi finalmente torna serio e inizia a parlare "Non sai quanto è divertente farti incazzare quando già lo sei. Comunque dimmi che succede."

Faccio una smorfia sentendo la prima parte del suo discorso, poi scuoto il capo, decidendo di lasciare perdere. Ho solamente bisogno di raccontare a qualcuno ciò che è successo ieri notte. "Quando sei andato via, ho notato una bella ragazza al bancone, ho fermato un cameriere e le ho offerto da bere, ma lei ha rifiutato. Subito mi sono stranito, così ho deciso di andare a parlarle direttamente, pensando che fosse una a cui piace essere corteggiata così in modo diretto, ma appena mi sono avvicinato mi ha trattato come se fossi una merda."

Alzo lo sguardo sul mio amico e vedo che mi sta osservando in modo confuso e pensieroso, quasi come se si aspettasse che aggiungessi altro al racconto, ma appena si rende conto che ho finito, si riprende. "Una donna che non è caduta ai tuoi piedi, interessante... è questo che ti innervosisce?"

Trasalisco sentendo le sue parole e muovo l'indice da destra a sinistra, in segno di negazione. Ovvio che non è per questo, non ho un ego così smisurato per cui penso che tutte vorrebbero fare sesso con me, quello che non capisco è il motivo di quel trattamento così scontroso, è un po' da psicopatica reagire così solo perché qualcuno ci prova con te, no? "Sei fuori strada, il problema è che mi ha pure dato dello stronzo, così senza motivo."

"Beh, in effetti questo è un po' strano. Ma comunque che te ne importa? Solo ieri mi hai ripreso per Carol e oggi sei così nervoso perché una sconosciuta ti ha trattato male?" non ha tutti i torti, ma la curiosità, in questo momento, è più forte di me e del mio orgoglio "Esci con ragazze diverse ogni giorno, per una che fa la pazza fregatene."

Dovrei, ha ragione, ma so già che non lo farò. Ora voglio sapere di più di lei e voglio capire di più. Il suo atteggiamento mi ha incuriosito troppo e, poi, inutile nasconderlo, una così bella ragazza non posso farmela scappare, voglio almeno provare a entrare nelle sue grazie. "Voglio scoprire come si chiama. Devo rivederla." Immediatamente mi guarda come se fossi completamente impazzito e probabilmente è davvero così, oppure sono nella giusta via per diventarlo.

Si passa la mano sul viso, in maniera frustrata, poi osserva l'intero spogliatoio per qualche secondo, prima di riguardare nella mia direzione "Sei serio? Ney ti ascolti quando parli? Primo è da pazzi voler rivedere qualcuno solo perché ti ha rifiutato, secondo come pensi di ritrovare una persona di cui non sai nulla in una città grande come Parigi?"

A sentire lui sembra davvero una cosa impossibile, ma non lo è. Sono sicuro che frequenta spesso quel posto, per cui potrei rivederla là, oppure potrei chiedere al barista che si è tanto divertito a prendermi in giro se la conosce e se sa quale sia il suo nome, no? "Potrei riuscirci, non è difficile." lo vedo mentre mi osserva con un cipiglio, perciò gli faccio gesto di parlare "Sputa il rospo, Kyl."

"Io credo sia una cosa folle, accetta il no e basta."

Ancora con questa storia? Non è il rifiuto il problema, non è la prima che non ci sta, ma nessuna era mai stata così scontrosa, nessuna mi aveva offeso, sono sempre state tutte molto gentili e carine pure se a fine serata non abbiamo concluso nulla. La gentilezza mancata è quello che mi rode maggiormente e, solo a ripensarci, mi fa veramente uscire fuori di testa per il nervoso. Forse esagero, ma il suo tono di voce menefreghista e superiore è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

"Io stasera tornerò al locale e chiederà al barista se sa dirmi chi è." non ho bisogno del consenso di nessuno, mica sono un bambino. Se voglio fare una cosa, la faccio, punto. "Non so se tu hai voglia di fare qualcosa di diverso oggi, se così fosse potresti venire."

Kylian sbuffa appena, sentendo la mia proposta, poi fa spallucce con l'espressione di chi non ha nulla da perdere stampata sul viso. "E va bene, verrò con te, hai bisogno di un babysitter a quanto pare, perché non penso che tu sia lucidissimo." mi prende leggermente in giro e anche io, stavolta, sentendo il suo tono fintamente drammatico, scoppio a ridere. Questa è la prima volta, da quando mi sono svegliato, che mi sento un po' rilassato.

Spero che stasera riuscirò a scoprire qualcosa di più e a dare una svolta a tutta questa storia, ne vale della mia tranquillità e salute mentale.


*****


Appena riesco a mettere piede nel locale, dopo aver fatto delle foto con alcuni fan qui fuori, mi giro verso Kylian, che si sta guardando intorno come se fosse un bambino spaesato, poi gli do un leggero pugno sul fianco per attirare la sua attenzione, facendogli cenno di seguirmi al bancone.

Camminiamo tra la folla, mentre il bodyguard ci fa strada, e immediatamente mi ritrovo davanti lo stesso barista di ieri notte, per fortuna è in turno, con gli stessi capelli colmi di gelatina e portati all'indietro. Ma questo riesce a rimorchiare qualcuna pettinato in questo modo? Tengo questi pensieri per me, visto che altrimenti non mi direbbe ciò che voglio sapere nemmeno sotto tortura, poi mi accomodo davanti al bancone e Mbappé fa lo stesso.

"Ehi bro'." mi rivolgo al barista, cercando di attirare la sua attenzione, così lui posa dei bicchieri sporchi nel lavandino e poi si avvicina a noi "Devo farti una domanda." Annuisce e mi fa un cenno per incitarmi a parlare, ma senza aprire bocca, quindi vado dritto al sodo. "Hai presente la ragazza mora di ieri?"

Trattiene le risate, con scarsi risultati, mentre annuisce "Intendi quella che ti ha respinto e rimesso al tuo posto?" sentendo le sue parole, mi giro verso Kylian che mi sta osservando come a dirmi di restare calmo, perciò faccio un bel respiro profondo e mi obbligo a non rispondergli male e spegnere così il sorrisetto idiota e divertito sulle sue labbra. Che razza di cretino.

"Sì, lei." rispondo con tono apatico "Ho bisogno di sapere se viene qua spesso o se la conosci."

Scoppia in una fragorosa risata, stavolta senza nemmeno preoccuparsi di trattenersi, e poi mi rivolge uno sguardo malizioso "Ma guarda un po', sei uno di quelli a cui piace essere trattato male dalle donne? Sei un po' masochista? Chi l'avrebbe mai detto che il grande Neymar fosse uno di quelli."

Respiro profondamente e, anche stavolta, mi trattengo dall'insultarlo o dargli un pugno. Questo è davvero un cretino che, annoiato dalla vita, si diverte con così poco. "Vuoi dirmi qualcosa o restiamo tutta la notte così?"

"Io avrei da fare, visto che lavoro, a differenza di qualcuno, perciò non potrei stare a parlare con te." è chiaro che mi sta chiaramente dicendo che lui lavora a differenza mia, ma fingo di non afferrare e aspetto che mi dia queste maledette informazioni. "Comunque so che si chiama Pearl e la sua amica Maggie, vengono qui ogni tanto, poche volte al mese."

"Non sai altro?" è inutile questo tizio "Come pensi che possa trovarla se mi dici solo il nome?"

Alza gli occhi al soffitto con aria infastidita, poi riprende a osservarmi "Mi pare abbia un negozio di fiori, ma non so né dove né come si chiama. Tutto qui, non so altro, contento? E ora torno a lavorare!" mi lancia un'occhiata malefica e si sposta per andare a servire dei clienti dall'altro lato del bancone, mentre io mi giro verso il mio amico.

Ci scambiamo uno sguardo complice, ma nessuno dei due apre bocca. So già che ha capito cosa ho intenzione di fare dopo aver saputo del negozio di fiori e sa già che nessuno mi distoglierà dalla mia idea.

Io troverò quella ragazza, questo è poco ma sicuro. Da domani cercherò un modo per rintracciarla attraverso il suo lavoro, sarà un gioco da ragazzi.

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