Cap 9
Rafael
Entrai nello stabile, dove producevamo droga e armi, e dove al piano di sotto punivo e prendevo la vita delle mie vittime, camminando di fianco a Tyron, osservando come i miei ragazzi, stavano lavorando senza sosta per le consegne prossime di droga.
Vidi uno dei miei ragazzi avvicinarsi –Signore, siamo accorto di droga per la zona North.-
Disse, mentre riponeva il cellulare nella tasca.
-Avete sentito? Producetene di più.-
Dissi, con un tono duro, ordinando di lavorare di più e più velocemente possibile.
-Ho sentito che a Boston, vogliono un po' della nostra roba buona e delle nostre armi.-
Sentii dire da Tyron, mentre camminavo lungo le zone, dove lavoravano i miei ragazzi, in modo assiduo.
-Di a Matt, che entro venerdì partirà il carico da lui richiesto dal porto, e che quando i miei ragazzi staranno per arrivare al porto di Boston, che si faccia già trovare lì.
Sempre solito modo, che metta in sicurezza la zona, non voglio giramenti di palle.-
-Non preoccuparti Rafael, lui sa come operi e che non vuoi grane.
Anche perché, se il boss di Boston, dovrebbe sgarrare con te, saprebbe che gli affari con noi si concluderebbero e che entreremo in guerra e non gli conviene.-
-No di certo.-
Mi allontanai uscendo fuori a fumare, mentre mi godevo il sole pomeridiano di giugno, su di me.
Afferrai il pacchetto di sigarette dalla tasca dei pantaloni, accendendomi una sigaretta, ispirando subito dopo, il fumo, facendomi distendere i nervi.
-Hai parlato con Violetta?-
Lo guardai alzando un sopracciglio, immaginando dove stesse andando a parare.
-No, e non credo che lo farò.-
-Non farlo Rafael è bene che sappia chi sia tu in realtà.-
-Come hai fatto tu, tre anni prima con Sophy? La sera del tuo matrimonio hai svelato il tuo vero lavoro e sappiamo come è andata a finire. Ha tentato di fuggire da te terrorizzata.-
-Ma non ce riuscita, perché lo intrappolata a me, una volta sposati non puoi più fuggire da noi.
Per questo ora è l'occasione giusta.
E poi Sophia, pian piano, ha capito, ha accettato, ciò che sono, per l'amore che ci lega l'un l'altro.-
-Non voglio che fugga da me, anche se la riuscirei a trovare fino in capo al mondo e portarla indietro.-
-Sophy, è convinta che tu debba dirglielo.-
Presi un'altra boccata di fumo, buttandolo fuori subito dopo, inchiodando il mio sguardo gelido al suo.
-Non avrà intenzione di dirglielo?-
-No, non lo farebbe mai, sa che aspetta a te.
Ma le vuole bene, come se fosse sua sorella, hai visto come si sono legate quelle due, dal primo momento.
E ti dico Rafael, meglio che lo sappia da te, che lo venga a scoprire lei stessa.-
-Non è detto.
Ci sono state coppie, che le mogli non hanno mai saputo chi era in realtà il marito e cosa faceva.
E poi non devo dare conto a voi, so io come gestire la cosa.
Se riesco a tenerlo più all'oscuro possibile è meglio.
Non ho mai avuto paura di nessuno invita mia, ma l'idea che quella meraviglia abbia paura di me e mi sfugga dalle mie stesse mani, mi rende folle.-
-Lo capisco amico, davvero.
Senti, fai ciò che ritieni meglio, io un consiglio te lo dato fratello, poi vedi tu.-
Lo sentii dire, dandomi una pacca sulla spalla, per poi accendersi anche lui una sigaretta.
Lo so, è un fratello per me, e so che voleva consigliarmi per il meglio, ma francamente, perché deve sapere che sono il boss di Miami?
Se posso tenerglielo nascosto il più possibile.
Avevo altro a cui pensare, non potevo annebbiarmi la mente, con il pensiero che dicendoglielo, avrebbe potuto arrabbiarsi e spaventarsi e poi nel peggiore dei casi fuggire via da me.
Cosa impossibile, nessuno mi sfugge, e di certo non può farlo la mia regina.
Ma poi penso che, se mia madre ha accettato per amore la vita di mio padre, perché non possa farlo anche lei.
L'hai fatto Sophy, perché non lei.
Non so, ero combattuto e non volevo perdermi troppo in questi pensieri, avevo un regno da mandare avanti, non potevo perdermi, ne i se e nei ma.
Dovevo rimanere costantemente lucido con la testa, se non volevo che qualcosa andasse storto,
Ispirai di nuovo una boccata di fumo, per poi gettare la sigaretta per terra, spegnendola sotto il piede, mentre il mio cellulare prese a squillare.
Lo afferrai, notando il numero di uno dei miei uomini e risposi.
-Alan che succede?
-Signore, ce stato un problema.-
-Che problema?
Dissi, già iniziando a infuriarmi, se fosse successo qualcosa alla mia donna, lo avrei ucciso con le mie stesse mani.
Calma, Rafael, mantieni il controllo.
Sempre.
-La macchina con cui siamo venuti con le vostre mogli è saltata in aria, le ragazze stanno bene, erano ben lontane dall'esplosione.-
-Cazzo!-
Ringhiai infuriato, mentre mettevo il viva voce per far sentire anche a Tyron.
-Sono stati quei bastardi degli Irlandesi?-
-Si, Signore, credo proprio che sia per quello.-
-Un avvertimento.
Quel topo di fogna di Patrick Kelly, cerca di spaventarmi in questo modo vile.
Date una controllata, accertatevi che chi ha fatto ciò, appartengano al boss di New York.-
-Ne siamo più che convinti, comunque uno dei nostri sta già controllando, dopo vado a dare un'occhiata anch'io, ma ne siamo certi.-
-Bene, chiamate la polizia e chi di dovere, e tenete d'occhio le nostre donne.
Alan, non perdetele di vista neanche per un secondo, se succede qualcosa a quelle due ragazze, vi faccio fuori!-
Dissi, ringhiando furioso ogni singola parola.
-Si, non si preoccupi.-
Riagganciai, completamente fuori di me, mentre correvo alla mia macchina dirigendomi da mia moglie, seguito da Tyron.
"-Dio bambina..
Se ti fosse capitato qualcosa..
Avrei perso la testa.-"
Fottuto bastardo, prima o poi uscirai dalla fogna in cui ti stai nascondendo da anni, e ti sterminerò con le mie stesse mani.
In poco tempo arrivai a destinazione, dopo aver corso come un pazzo per la strada, mentre notavo i pompieri e le forze dell'ordine, vicino alla macchina in fiamme, che stavano tentando di spegnere, mentre un carro attrezzi stava arrivando in quel momento per rimuovere l'auto.
Parcheggiai più avanti, mentre vedevo due dei miei uomini parlare con le forze dell'ordine che erano tutte sul nostro libro paga, mentre fermavo l'auto spegnendola, scendendo subito dopo, dirigendomi verso mia moglie, seguito subito dopo, dal mio braccio destro.
Arrivammo al vicolo, trovando mia moglie sdraiata per terra.
-Cazzo!-
Mi avvicinai a lei, abbassandomi sulle ginocchia, attirando il suo corpo delicato e morbido fra le mie forti braccia, mentre si stava pian piano riprendendo.
-Zuccherino..-
Sospirai, accarezzandole dolcemente i capelli, non fottendomene un cazzo, se c'erano un paio dei miei uomini in quel momento che mi stavano guardando.
La vidi guardarmi con fare confuso, per poi realizzare pian piano cosa fosse successo.
-Amore?-
-Come ti senti?-
-Sto bene, sarà stato lo spavento e un calo di pressione, non ti preoccupare.-
Col cazzo che non mi devo preoccupare.
Quel pezzo di merda, aveva tentato alla vita della mia donna e della moglie di Tyron e dei miei uomini.
Ma non la passerà liscia.
Mi tirai su, cercando di mantenere il controllo sulla mia ira latente, mentre aiutavo mia moglie a mettersi in piedi.
Le circondai i fianchi morbidi con fare possessivo, mentre la tenevo stretta contro il mio petto forte, mentre vedevo gli altri miei due uomini che stavano parlando con gli agenti, tornare verso di noi.
-Piccola, ho bisogno di allontanarmi un secondo.-
La vidi sorridermi in modo rassicurante, mentre accennava un piccolo si, accostandola vicino al muro, mentre continuava a sussurrarmi un "sto bene."
Mi avvicinai hai ragazzi, mentre mi davano la conferma che erano stati gli Irlandesi.
-Dovete trovarli i fottuti bastardi e portarli a me, chiaro!?-
-Certamente Signore, ci mobilitiamo subito.-
-Chiamate i rinforzi, trovateli, non devono scapparvi per nessun motivo.-
Disse Tyron, mentre la furia, accecava il suo sguardo, proprio come il mio.
-Certamente, Signore.-
-Bene, andatevene.-
Dissi, mentre volgevo lo sguardo più in là, a l'entrata del vicolo dove si trovavano le ragazze.
-Chiama Doc, voglio portarla del suo studio, per darle un'occhiata.-
-Va bene.-
Vidi Tyron afferrare il suo telefono e chiamare il nostro medico di fiducia, che era da anni che lavorava per noi, si trovava sul mio libro paga, come quasi tutti, in questa città.
Questa città è mia, e nessuno cerca di fare un attentato nella mia città e soprattutto a mia moglie e farla franca.
Tornai indietro verso la mia donna, mentre le circondavo i fianchi, portandola via di li, andandocene verso la macchina.
-Amore, sto bene.-
-Ti credo piccola, ma prima voglio farti dare una controllata, dal medico di famiglia, giusto per esserne sicuri.-
Dissi, mentre arrivammo di fronte alla mia auto, andando nel lato del passeggero aprendola la portiera per farla salire.
-Amore, non ce bisogno, davvero.-
-Mi vida..-
Dissi con un tono suadente ma allo stesso tempo fermo, continuando: -Non si discute.-
Dissi, prima di chiuderle la portiera, dirigendomi verso il lato del conducente, salendo in macchina, vedendola alzare gli occhi al cielo, per il mio comando, facendomi ghignare maliziosamente.
-Non alzare gli occhi al cielo con me, mi amor, se non vuoi che ti piega sulle mie ginocchia ti impartisco una punizione, che non ti farà sedere per una settimana.-
Dissi, avviando la macchina, mentre imprimevo su ogni parola, quell'avvertimento oscuro e piacevole, mentre la vidi mordersi nervosamente il labbro inferiore, per poi imbronciarsi come una bambina.
-Non farlo, se non vuoi che faccia qualcosa di poco galante su quelle labbra seducenti, qui in mezzo alla strada.-
La vidi smettere subito, mentre il suo viso, si tingeva deliziosamente di rosso, mentre sorridevo divertito, continuando a guidare, posando una mano sulla coscia coperta, da quel vestitino sexy, mentre mi dirigevo, verso lo studio privato, del nostro medico di fiducia.
Continua
Quando il boss impartisce un'ordine, nemmeno la moglie può discutere!🤣🤣🤣
Cuoricini meravigliosi grazie IMMENSAMENTE di cuore per tutti i commenti stupendi, le stelline, le visualizzazioni e la messa nell'elenco lettura. Grazie infinitamente tanto!
🤗💛
Ci becchiamo nei prossimi giorni con un'altra capitolo cuoricini immensi😘.
Buonanotte🌙⭐️
Vi adoro
💛💛💛💛💛
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