Cap 6
Violetta
Era da un mese che avevo trovato questa casa in affitto per le vacanze, il tempo che non usciva una casa in vendita che aveva ciò che desideravo e ovviamente a un buon prezzo.
Per ora andavo bene così, perché la fretta non è mai una buona consigliera di nessuno.
Quindi avevo risolto così, il tempo che non avrei comprato una casa su cui stabilirmi definitivamente.
Erano già un paio di mesi, che mi ero trasferita a Miami, e devo dire, che avevo cambiato completamente vita.
Stavo benissimo qui, non credevo che mi sarei trovata e adattata così meravigliosamente bene.
E poi, non credevo che avrei trovato un fidanzato.
Certo con il tempo forse, ma non credevo subito.
Erano da un paio di mesi che io Rafael stavamo insieme ufficialmente, insomma, aveva reso chiara l'idea da subito, ciò che voleva e desiderava e io non potevo che non essere felice.
Lo so, poteva essere assurdo, ma..
Ma credo di essermi innamorata la sera che lo conosciuto nel suo stesso locale.
Colpo di fulmine?
Forse si, insomma perché non poteva accadere anche a me.
Succedeva a tante persone, e mia madre diceva sempre "quello che non fai in un anno, lo fai in un ora."
Impossibile crederci, ma aveva ragione, così era capitato a me.
Però non gli avevo ancora detto cosa provavo realmente per lui, avevo paura di spaventarlo, insomma stavamo da soli due mesi insieme, non so come l'avrebbe presa.
E se fosse fuggito?
Mi mordicchiai nervosamente il labbro inferiore, mentre pensavo a tutto questo, muovendomi per la cucina, sistemando la spesa che avevo fatto mezz'ora fa.
Non sapevo sinceramente cosa fare.
Il mio cuore urlava diglielo, andrà bene.
La mia testa invece la pensava completamente differente.
Sospirai, posando la scatola di cereali nel mobile della cucina, richiudendo l'anta subito dopo.
Che dovevo fare?
Dovevo aspettare ancora?
Ero combattuta.
Ma forse, era giusto anche per me stessa, che gli dicessi la verità, perché a lungo andare, credo che si accorgerebbe che gli nascondo qualcosa, se già non se né accorto, è una volpe in questo genere di cose.
"-Non so come faccia, ma mi capisce subito, sono come un libro aperto per quell'uomo.-"
Persa nei miei pensieri, mi diressi nella mia camera da letto, per andarmi a preparare.
Tra un ora sarebbe passato a prendermi, e saremmo usciti con il suo migliore amico e sua moglie e ci saremmo diretti nel suo hotel.
Sophia la moglie di Tyron, l'avevo conosciuta una settimana dopo dal mio trasferimento a Miami, anche se in realtà l'avevo conosciuta stessa quella sera insieme a suo marito, al locale di Rafael.
Era una ragazza meravigliosa, avevamo stretto immediatamente amicizia, come se ci conoscessimo da tempo.
Anche suo marito Tyron molto somigliante a Rafael nei modi, era simpatico.
Erano una coppia complementare, il modo come si guardavano e si capivano con uno sguardo era bellissimo.
L'amore traspariva in ogni loro essere.
Sorrisi pensando a loro, mentre presi a truccarmi alla toilette della camera, per poi vestirmi per la serata.
Stasera c'era una sorta di festa di beneficenza a l'hotel Amar che teneva ogni anno, a come mi aveva detto Rafael, era una raccolta fondi, per gli ospedali che si occupavano di bambini e persone gravemente malate, che non potevano pagarsi le visite e le cure necessarie.
Era una cosa bellissima da parte sua.
Era una fondazione che aveva creato suo padre e sua madre e che lui aveva proseguito a farla ogni anno, dopo la costruzione del suo hotel.
Mi alzai dalla toilette, andando verso l'armadio per prendere il vestito per quella serata, indossandolo subito dopo, il tempo di sentire il campanello suonare, avvertendo l'arrivo del mio uomo.
Afferrai la pochette dal comodino, per poi uscire fuori dalla mia camera dirigendomi verso la porta d'entrata, aprendola subito dopo, trovandomi quell'adone del mio fidanzato.
Rafael
Vidi la porta della mia donna aprirsi, trovando la mia regina, in tutto il suo splendore.
Dio, la voglia di non andare a quella dannata festa, ed entrare dentro casa e farla finalmente mia, era implacabile.
Il desiderio opprimente di fotterla ormai era come un ossessione, ma stavo aspettando, volevo che si sentisse sicura con me.
Volevo che lo desiderasse, come io desideravo lei dal primo istante.
Anche se notavo il modo in cui mi guardava, sapevo che lo voleva anche lei.
-Dio piccola, sei uno schianto.-
La vidi sorridermi timidamente, mentre si arrossava deliziosamente sul viso, mentre mi allungavo verso di lei, afferrandola per i fianchi, attirando il suo sensualissimo corpo, contro il mio duro e imponente, per poi schiacciare le mie labbra su le sue, per un bacio imperioso.
La sentii emettere dei suoni deliziosi, mentre poggiava le sue piccole e delicate mani contro il mio petto duro, ricambiando il mio bacio con la stessa intensità, fino a separarci.
-Anche tu sei bellissimo amore.-
La sentii sussurrarmi, con quella voce armoniosa, che mi faceva impazzire.
Le afferrai quella piccola e delicata mano, poggiandola sulle mie labbra, lasciandole un dolce bacio, mentre la vedevo sorridermi con dolcezza, per poi avviarci verso la mia auto, pronti per andare a l'hotel.
Vidi la macchina di Tyron poco distante dalla mia che mi faceva segno che stava partendo, mentre noi ci accomodavamo in macchina pronti ad andare.
Violetta
Era già qualche ora, che eravamo arrivati a questa festa di beneficenze, c'erano moltissime persone, però avevano un po' tutti un'aria un po' strana.
Non so, non sapevo specificare in cosa, ma mi mettevano soggezione e non ero solo io ad avvertire questo.
Infatti io e Sophia, con la scusa di prendere una boccata d'aria eravamo uscite un po' fuori in giardino a parlare, lontano da tutti quei ricconi da l'aria poco raccomandabile.
Non so, ma mi davano questa impressione.
Presi sottobraccio Sophia, e iniziammo a passeggiare lungo il giardino illuminato e ben curato dell'albergo, mentre vedevo alcune di quelle persone, fuori a fumare e a parlare di chissà cosa, con altri insieme alle proprie mogli.
Noi avevamo lasciato Rafael e Tyron dentro, che stavano discutendo con qualche loro, credo benefattore, mentre noi ci eravamo dileguate un po'.
-Non sopporto quelle facce tesoro.-
Mi riscossi dai miei pensieri, sentendo la voce di Sophy facendomi spostare lo sguardo su di lei, che era intenta a guardarmi, mentre parlava con un tono, quasi bisbigliato per non farsi sentire da nessuno.
Ci allontanammo ancora di qualche passo, notando diversi uomini, sparsi per tutta zona, sembravano uomini della sicurezza, che tenevano d'occhio tutto il perimetro, per non parlare che ce n'erano parecchi anche dentro e lavoravano tutti per Rafael.
-Parli degli invitati? Si sono più tosto ambigui.-
-Si e le hai viste le loro mogli? Sembrano delle arpie pronte a scatenarsi.-
-Oh si che le ho viste.
Ho visto anche le occhiate che tiravano a tuo marito e a Rafael.-
-Oh si, ormai ci sono abituata.-
-Ma il rispetto per il proprio uomo?-
-Oh tesoro, se fossero tutte come noi, il mondo sarebbe meraviglioso, ma non è così.
Quelle hanno sposato quegli uomini, per soldi e chi matrimoni combinati per aggiungere uno zero in più in banca, sono le prime puttane, che non si fanno problemi ad aprire le gambe a chiunque.-
-E' disgustoso.-
-Lo puoi dire forte.-
-Non potrei mai stare con qualcuno senza amore ma solo per soldi.-
-Parole sante amica mia, parole sante.
Ma ripeto, non siamo tutte uguali.-
-Già..-
Sospirammo entrambe sorridendo, mentre continuavamo la nostra passeggiata rilassante, sotto l'occhio vigile degli uomini di Rafael.
Rafael
Mi allontanai da uno dei benefattori, che aveva donato una grossa somma di denaro per l'evento della serata.
Il ricavato sarebbe andato a gli ospedali, per tutte quelle persone e quei bambini, che avevano bisogno di cure e visite che non si potevano permettere.
Era una delle cose legali che facevo e che apprezzavo fare.
Per quanto fossi una belva, un boss, la mia famiglia aveva un etica.
Che continuavo a mandare avanti.
E poi era un'ottima copertura per le cose illegali che facevo, anche se qui nessuno, osava contrastarmi dato che la città era in mano mia, letteralmente.
Mi avvicinai al mio migliore amico, non che fratello, non di sangue ma di scelta, eravamo cresciuti insieme e insieme avevamo praticato l'addestramento, per diventare ciò che siamo ora.
Mi accostai al bancone del bar, nell'altro lato della sala allestita, mentre ordinavo da bere.
-Allora, come sta andando la serata fratello?-
-Una rottura di palle, pensando che ora potevo essere a casa a scopare mia moglie, invece di essere qui, con questo branco di barracuda, che stanno dalla nostra parte, solo perché sanno che gli conviene averci come amici che come nemici.-
Lo vidi sbuffare prima di buttare giù della vodka.
Afferrai il mio bicchiere appena posato dal barman, buttando in un solo colpo dell'ottimo whisky invecchiato, di trentamila dollari.
-Non parlarmi di scopare.-
Dissi, quasi digrignando quella parola.
Non scopavo da due fottuti mesi, e per me era come se mi fossi fatto prete, cazzo!
Ma stavo aspettando, per lei, perché lei era quella giusta, lei meritava fottutamente di essere aspettata e rispettata, anche se da due mesi ero ricorso a l'auto erotismo, come non avevo mai fatto.
Lo vidi ghignare divertito, capendo la situazione.
-Oh amico mio..
Qualche anno fa, mi stavi prendendo tu per il culo, per aver voluto aspettare la mia piccola donna, adesso non posso prenderti io per il culo!?-
-Sono sempre il tuo boss, fossi in te non ci proverei.-
Dissi, ghignando divertito, sotto il suo stesso sguardo.
Vidi le nostre splendide donne rientrare in quel momento, sotto lo sguardo lascivo di alcuni di questi bastardi, mentre si avvicinavano a noi, completamente ignare, continuando a parlare di chissà che cosa.
-Lo so, vorrei sparargli anch'io.-
Sentii dire da Tyron, prima che le ragazze arrivassero di fronte a noi.
-Vieni da me.-
Sentii sussurrare il mio braccio destro verso sua moglie, che l'attirava verso di se, con fare possessivo, mentre passava in rassegna la sala, con sguardo omicida.
Non c'era bisogno che puntassi lo sguardo da nessuna parte, perché fra poco avrei afferrato la mia bellissima regina, e l'avrei portata fuori da qui.
Era passata la mezzanotte, fortunatamente la serata stava volando, vidi i primi ospiti andarsene, così feci segno alla mia piccola Dea, di avviarci verso l'uscita mentre salutavo Tyron e Sophia, che si stavano apprestando a fare lo stesso.
Non resistevo un secondo di più, dovevo andarmene da qui.
Avevamo raccolto una grossa somma di denaro, che sarebbe stato tutto mandato sul conto che avevo creato per l'associazione.
Potevo ritenermi soddisfatto, da questi fottuti bastardi e le loro mogli puttane.
Circondai i fianchi, con fare possessivo della mia donna, mentre ci dirigevamo con passo svelto fuori dal albergo, dirigendoci verso la mia auto, pronti a portarla a casa, anche se il desiderio cocente di portarla alla mia di casa e rinchiudercela per sempre, urlava dentro di me.
L'accompagnai nel lato del passeggero, aprendole la porta, mentre la vedevo salirci, sistemandosi l'abito, per poi richiuderla, andando verso il lato del conducente, pronto per partire, mettendo fine a questa odiosissima serata, fatta di persone avide, che erano dalla mia parte per paura e non per pura fedeltà.
Ma a me andava bene così, o eri dalla mia parte oppure sei morto.
Avviai il motore della macchina, uscendo fuori dal parcheggio dell'hotel, immettendomi nella strada notturna e ancora molto trafficata, Miami non dormiva mai, era completamente piena di vita giorno e notte e a me piaceva.
Amavo la mia città.
Amavo essere il re, indiscusso del mio territorio.
Continua
Cuoricini bellissimi, ci becchiamo la settimana prossima al nuovo aggiornamento!
Buonanotte⭐️🌙
Vi adoro
💛💛💛💛💛
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