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Cap 3

Rafael

Avevo appena gettato la maglia sul divano in pelle nera, che si trovava vicino al muro, mentre mi voltavo a guardare la mia prossima vittima.

I miei ragazzi, avevano trovato il fottuto pezzo di merda, che se la voleva dare a gambe, per non pagare i soldi che mi doveva questo mese.

In realtà ero stato fin troppo paziente, gli avevo accordato venti giorni in più per trovarli, ma il fottuto bastardo aveva cercato di fuggire dalla mia fottuta città, per non dovermi restituire ciò che mi doveva.

Povero idiota.

Pensava di potermela fare.

Ghignai sadicamente, trovando l'uomo appeso a una trave nel mio seminterrato, dove avvenivano le mie punizioni, lontano da occhi indiscreti.

Il mio fienile, si trovava in un terreno abbastanza lontano e isolato dalla mia città, era una zona di campagna aperta, dove io avevo acquistato il terreno e ci avevo fatto costruire il fienile.

Aveva l' aspetto di un fenile ma in realtà, era più uno stabilimento, dove creavamo droga e producevamo armi, e al piano di sotto avevo fatto costruire, un' ampia stanza dove potevo divertirmi, a punire chi andava punito.

E ora eccoci qua.

Anche se non ero pienamente lucido.

Si perché la mia testa, continuava a mandarmi deliziose immagini di quello zuccherino, che avevo lasciato a l'hotel.

Il mio hotel.

Sorrisi divertito a quel pensiero.

Non glielo avevo detto però, l'avevo lasciata andare, anche se fremevo di mettere le mie mani e la mia bocca su quel corpo sensuale e morbido pieno di curve.

"-Dio era una Dea, una fottuta regina, nata per regnare con me.-"

Scossi la testa per quello strano pensiero.

Ma che diavolo mi stava prendendo?

Per una donna, mi stava andando impappa il cervello, dopo che io scopavo e fottevo tutte le sere, una donna diversa da l'altra.

Non so che cosa mi aveva fatto quella deliziosa creatura, ma il mio istinto, urlava di proteggerla e rivendicarla come mia.

Se ci fosse stato ancora mio padre, mi avrebbe detto "Ragazzo, credo proprio che hai trovato la tua regina. Come io l'ho trovata molti anni prima."

Dio, non ci avevo mai creduto a queste fottute stronzate, dato che amavo divertirmi con una donna diversa da un'altra.

Non avevo mai portato nessuna donna nella mia reggia, sempre fuori, non volevo che invadevano il mio spazio privato.

Loro sapevano che era puro sfogo sessuale di quel momento, che poi finiva lì.

Che non dovevano piagnucolare e cercarmi di nuovo.

Ma con lei, se pensavo a lei, mi veniva voglia di altro.

Non so, era totalmente assurdo tutto questo.

Ma ora non era il momento di soffermarsi su quella tentazione di Venere, no.

Dovevo sistemare una certa faccenda, con quel moscerino di Dumar.

Mi avvicinai a l'uomo legato come un salame, tremante e tutto sudato, mentre potevo vedere il suo viso grassoccio pieno di lacrime pietose, mentre un sorrisetto sadico, si stava aprendo sulle mie labbra, mentre l'ho osservavo.

-Allora Dumar, avevi intenzione di scappare, senza pagare eh!?-

Lo vidi muovere la testa velocemente in segno di negazione, dato che non poteva parlare, per la bocca tappata con del nastro adesivo.

-Ah no!?

Evidentemente, i miei ragazzi hanno visto e capito male.-

Mi volsi verso un paio dei miei ragazzi, che stavano sorridendo divertiti dalla scena, ricambiando il mio sorrisetto divertito con il loro.

I miei ragazzi, erano degli ottimi soldati, non sbagliavano mai.

Erano fedeli.

Erano efficienti.

Silenziosi.

Come il dannato killer che ero io.

Mi allontanai di qualche passo, andando verso il tavolo pieno di attrezzi, afferrando una vecchia chiave inglese, per poi tornare verso il fottuto verme appeso e sudaticcio.

Lo vidi guardarmi con sguardo letteralmente terrorizzato, mentre mi avvicinavo con un banalissimo attrezzo, che lo avrebbe distrutto.

Oh si, amavo punire chi tentava di fottermi.

Ero puro sadico divertimento per me.

Sentivo il potere invadere tutto il mio corpo.

Arrivai di fronte al verme, mentre lo vedevo pisciarsi addosso dalla paura.

Ghignai alla vista di ciò, mentre alzavo lo sguardo su di lui.

-Dio, che schifo Dumar, trattieniti un po'. Sei un uomo, non una femminuccia.

Oppure lo sei?-

Domandai con fare ironico, prima di colpirlo con la chiave inglese sull'addome.

Lo vidi emettere suoni striduli per via del nastro adesivo, che tolsi immediatamente, dato che lo volevo sentire gridare.

Glielo strappai gettandolo per terra, mentre vedevo il suo sguardo terrorizzato supplicarmi di non ucciderlo.

-Si, vuoi dirmi qualcosa?-

-SEI UNA BELVA MARTINEZ!-

Ghignai sadicamente, per il coraggio di aver dato voce hai suoi pensieri.

-E' vero, lo sono.

Come tu sapevi, che prima di far il patto con me, cosa rischiavi se non pagavi.-

-La prego..-

-Oh..

Siamo tornati a fare la voce d'agnellino sacrificale?-

Dissi con fare ironico, mentre presi a colpirlo di nuovo allo stomaco, e ancora alle gambe, mentre lo sentivo gridare e implorarmi pietà.

Continuai così, a colpirlo ancora e ancora, fino a che non lo uccisi, ficcandogli la dannata chiave inglese giù per la gola.

Vidi il suo corpo quasi irriconoscibile pieno di sangue ematomi, per tutto il corpo.

Mi allontanai da quel corpo immobile e privo di vita, mentre mi dirigevo verso la porta del bagno, per darmi una ripulita alle mani, che erano impregnate di sangue, per poi uscire subito dopo, vedendo i miei ragazzi muoversi, per mettere giù il corpo di Dumar.

-Sapete cosa dovete fare, non deve rimanere niente di lui.-

-Certamente, Signore.-

Mi avvicinai verso il divano, afferrando la maglia, infilandomela subito dopo, mentre sentivo l'adrenalina di potere, scendere giù nei miei pantaloni, avevo voglia di fottere, come ogni volta che facevo un esecuzione.

Era come una sorta di eccitante per me, solo che questa volta, il desiderio era trasferito no alle puttane che di solito trovavo, no era trasferito su quella deliziosa donna, che mi era entrata dentro come un marchio indelebile.





Mi trovavo sul letto, con le gambe incrociate, mentre guardavo lo schermo del mio portatile, intenta a vedere di trovare qualche casa, che poteva piacermi e soprattutto con un ottimo prezzo, ma stranamente non ci riuscivo.

Erano, esattamente due giorni, che la mia testa mi portava alla mente quell'uomo dall'aspetto rude e dominante e incredibilmente sexy.

Lo so, era assurdo.

Come pensavo a lui, il mio cuore palpitava per l'agitazione.

Se ci fosse stato ancora mio fratello, avrebbe detto "sorellina, chi sta facendo palpitare il tuo cuore puro? Devo spaccargli la faccia!?"

A quel pensiero, risi internamente.

Mi mancavano da morire, ogni giorno che passava.

Erano il mio tutto, la mia vita..

E da un anno non c'erano più.

Non potevo ancora crederci, che per un incidente, mi erano stati portati via tutti e tre.

Sospirai rattristata, mentre mi buttavo giù di schiena sul materasso morbido del letto, passandomi le mani su gli occhi, per spazzare via le lacrime che mi si stavano formando.

-Mi mancate così tanto..-

Sussurrai, guardando in alto, rivolgendomi a loro.

Sentii il mio viso, bagnarsi, non riuscendo a trattenere quelle lacrime traditrici, che stavano scendendo sul mio viso, ogni volta che porgevo un mio pensiero su di loro.

Evitavo di farlo proprio per questo.

Ma era una cosa impossibile questa.

Come facevi a non pensare alle persone più importanti della tua vita?

Era una cosa impossibile.

Sospirai, per poi sobbalzare improvvisamente, avvertendo un bussare secco alla mia porta della camera.

-Un attimo..-

Sussurrai con voce tremante, cercando di tenerla più ferma possibile, mentre afferravo un fazzoletto sul comodino, asciugandomi gli occhi, sperando che non si notasse che stavo piangendo.

Mi tirai su in piedi, mentre passavo davanti a uno specchio, dove si notavano i miei occhi gonfi.

"-Perfetto..-"

Sospirai, arrivando di fronte la porta della mia camera, per poi aprila, rimanendo completamente spiazzata.

-Zuccherino, stavi piangendo?-

Continua

Ci becchiamo al prossimo aggiornamento cuoricini belli, buonanotte🌙⭐️
Vi adoro
💛💛💛💛💛

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