Violetta

Mi risvegliai di soprassalto, mettendo entrambe le mani istintivamente sul ventre, mentre i ricordi di qualche ora prima, invadevano la mia testa, come scene in loop di un film.

-Stanno bene.-

Disse, una voce a me sconosciuta, facendomi voltare verso la voce che aveva appena parlato, mentre brividi di puro terrore stavano attraversando tutto il mio corpo, vedendo una figura in ombra, mentre si avvicinava lentamente verso di me, fino a mostrarsi.

Mi sollevai lentamente, mettendomi seduta, mentre l'uomo arrivava a pochi passi dal letto sgangherato su dove mi avevano adagiata, dopo che mi avevano sotto ministrato del cloroformio da un fazzoletto.

Lo vidi allungare la mano, come a presentarsi, ma la rifiutai categoricamente, mentre osservavo l'uomo sconosciuto, che mi stava sorridendo in modo assai poco rassicurante.

-Chi sei? Che cosa vuoi da me?-

-Parlare.

Voglio solamente parlare per ora.

Mi chiamo Patrick Kelly e sono il boss della mafia irlandese di New York.

Ero curioso di conoscere, colei che è definita la regina della belva, colei che ha rubato il cuore al boss di Miami.-

"-La belva?

Boss?

Ma di che cavolo stava parlando, questo psicopatico?-"

-Noto dal tuo sguardo, che non sai niente bimba eh!?-

Emisi un verso disgustoso per quell'appellativo, mentre si metteva seduto di fianco a me, con nonchalance.

-Io credo che lei abbia sbagliato persona.

La prego, mi rimandi a casa..-

Ero su l'orlo di una crisi di pianto, ma dovevo rimanere calma e lucida per i miei cuccioli.

Un attacco emotivo proprio ora, non mi avrebbe di certo aiutata.

-Tornerai, sempre se tuo marito si comporterà bene.-

-Che centra Rafael?-

-Tuo marito è il boss colombiano di Miami bimba.

E io voglio il suo potere, sono anni che lotto per ottenerlo.

Lo voglio, lo esigo, lo pretendo.

E lui me lo darà, se vorrà vedere di nuovo sua moglie viva e illesa.-

Lo guardai letteralmente spaventata, man mano che pronunciava quelle parole per me assurde.

Anche se molti tasselli stavano andando a loro posto.

Le chiamate improvvise, il suo rientro tardi..

No, non poteva essere.

Avevo tutti i dettagli davanti a gli occhi e non volevo vedere.

Che stupida.

-Già.

Ti ha intortato proprio bene.

E' così che fanno i Martinez quando trovano una donna, la legano per la vita, e se possono omettono ciò che sono, perché sono dei fottuti codardi.-

Sentii il mio cuore sobbalzare per quelle parole, mentre il mio stomaco si stringeva dolorosamente.

No, mio marito era tutto fuorché, che un codardo.

Deve esserci un motivo, non voglio credere che tutto ciò che abbiamo costruito insieme, siano basati su delle menzogne.

Devo rimanere lucida, non posso farmi abbindolare da questo psicopatico, voglio credere che ci sia altro.

Voglio sperare, che se me l'ha tenuto nascosto fino a ora, deve esserci un motivo.

Voglio credere, che il nostro amore e rispetto siano sempre stati le basi fondamentali di tutto.

Non voglio credere, che tutto quello che abbiamo, sia stato costruito su delle menzogne.

No, e non voglio crederci.

-Posso sapere, cosa vuole lei da me?-

Chiesi, cercando di mantenere un tono calmo.

-Voglio, che tu sia l'incentivo per farlo impazzire.

Voglio che lasci il suo trono, e lo dia a me.

Sennò perderà tutto ciò che a di più caro al mondo e non parlo dei soldi e del potere, ma di te e dei tuoi figli.

Perché si bimba, tu sei il suo tallone d'Achille.-

Disse ghignando in modo agghiacciante, facendomi scorrere brividi di puro terrore, per tutto il corpo.

Mentre lo vedevo alzarsi con nonchalance, avviandosi verso la porta di metallo, uscendo fuori subito dopo, chiudendola a chiave dietro di se.

Fissai quella porta per non so quanto tempo, mentre cercavo di capire, cosa cavolo mi stava succedendo.

Se era tutto vero, oppure un orrendo incubo da cui dovevo svegliarmi.

Rafael

Meno di sedici ore fa, mi è stata portata via, l'unica mia ragione di vita.

Ero devastato, ero incazzato, infuriato, mi sentivo un molteplici sensazioni, che non sapevo nemmeno io quale, superava l'altra.

Oh si..

Ce n'era una che le superava.

La paura.

La paura, che la mia ragione di vita, le veniva fatto del male.

Sentii la porta del mio ufficio spalancarsi, mentre vedevo Tyron entrare, con una faccia scura e la cosa non mi rassicurava per niente.

Mi voltai verso di lui, aspettando notizie.

-Ancora niente, non siamo riusciti a trovare niente.

Ma sospettiamo che sia ancora qui a Miami, Rafael.-

-CAZZO!-

Tirai un pugno contro il vetro della finestra, mentre la furia ceca invadeva tutto il mio corpo.

-Ascoltami, la troveremo.

Ma tu devi rimanere lucido fratello, se perdi il controllo è finita.-

-DIMMI COME CAZZO DEVO FARE E RIMANERE CALMO E LUCIDO, QUANDO MIA MOGLIE INCINTA Dì CINQUE MESI, E' STATA RAPITA DA QUEL FOLLE PEZZO Dì MERDA UHM!?-

Lo guardai completamente infuriato, mentre la rabbia e il dolore invadevano tutto il mio essere.

-Lo so, anch'io mi sentirei come ti senti tu adesso, ma sono qui, non come braccio destro, non come amico, ma come fratello.

Voglio che rimani lucido e non perdi la testa Rafael, perché niente è perduto, riporteremo a casa Violetta.-

Mi passai nervosamente una mano fra i capelli, mentre presi a camminare nervosamente per la stanza.

Dio, ero così furioso, volevo la testa di quel fottuto bastardo su una picca!

-Ascoltami, ho chiesto alle autorità, di darci tutti i filmati delle strade, a breve sapremo che strada hanno preso, la troveremo, ma tu devi restare calmo.-

Sentii bussare, mentre davo il segnale di poter entrare, vedendo Mason e Lucas entrare nel mio ufficio.

-La polizia ci ha passato tutti i filmati, alcuni dei ragazzi si sono messi già a l'opera, e stanno controllando ogni fotogramma Signore.-

-Dove sono?-

-Al fienile.-

-Bene, sto arrivando.-

Dissi, mentre uscivo fuori dall'ufficio dirigendomi fuori dal movida, pronto per raggiungere i miei uomini.

Volevo osservarli io stesso, avrei trovato mia moglie, e avrei messo fine una volta per tutte l'esistenza di Patrick Kelly.

Continua

In arrivo subito un'altro capitolooooo!!!!!
💛💛💛💛💛