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ROMY

Non capivo bene il motivo per cui non mi sentivo abbastanza lucida nel parco, come se mettere insieme due pensieri era diventato complicato. Forse perché, anche nel silenzio o nel pieno delle emozioni che stavo provando con il ragazzo misterioso, sentivo voci che mi ricordavano quanto sarebbe stato bello riprendere in mano ciò che avevo perso e fare in modo di non perderlo più. Poi però, tra la delicatezza del vento serale e la passione con cui le mie labbra venivano divorate dal ragazzo, il pensiero del mio tradimento nei confronti di Alex si faceva sempre più grande e più intenso. Non potevo fargli questo, non dopo tutto ciò che avevamo fatto per arrivare così lontano.

Camminando uno di fianco all'altro, illuminati solo dalla luna ormai salita completamente nel cielo, io e il ragazzo mascherato non dicemmo una parola prima di fermarci davanti la riva. Il mare era una tavola nera illuminata a tratti da qualche raggio lunare, sotto il riflesso riuscivo a vedere qualche pesciolino brillare e far nascere in me uno stupore che in questo pomeriggio avevo completamente perso.
Istintivamente avanzai di qualche passo come se volessi fondermi con quella schiuma bianca e sparire da questo imbarazzante momento di silenzio. Non mi voltai mai a guardare dietro le mie spalle, non sapevo nemmeno più se il ragazzo  fosse ancora qui oppure no.
Lo avrei capito se fosse andato via, stare dietro ai miei capricci non era sempre facile. Ma quando sentii qualche granello di sabbia colpire dolcemente la mia caviglia, mi resi conto che lui era ancora qui, vicino a me più di quanto vorrei che fosse.
Mi sentivo terribilmente stupida quando mi stava accanto, aveva un potere strano su di me che resistergli non riuscivo ed era per questo che avevo paura perché poteva far di me tutto ciò che voleva ed io non desideravo altro che avere un contatto fisico con lui. Era come se riuscisse a leggermi dentro, a percepire il modo in cui mi sentivo quando mi stava vicino e darmi ciò che volevo nel momento esatto in cui desideravo averlo.
"Forse è proprio per questo che sei innamorata di lui. Non è tanto il fatto di non sapere chi si nasconde dietro quella maschera, ma il modo in cui ti fa sentire quando siete insieme".
A volte detestavo la mia coscienza, riusciva a pensare meglio della mia mente.
"Posso farti una domanda?"
In un sospiro, e senza guardarmi, il ragazzo mascherato misenfine ai miei pensieri e sotto un certo aspetto lo ringraziai, avevano preso una piega così strana da non riuscire più a sostenerli tutti insieme.
"Dimmi".
Attimo di silenzio:"Cos'ha quel parco di così importante, per te?"
Ecco la fatidica domanda che creò in me una serie di rimpianti dolorosi, dopotutto lo immaginavo che prima o poi avrebbe fatto una domanda simile:"Quel parco custodisce i ricordi che ho vissuto con una persona importante".
"Dov'è adesso quella persona?"
"Forza Romy, non tremare, resta calma e sopratutto... Non piangere".
"Otto mesi fa, a seguito di un mio capriccio, quella persona ha deciso che di me non voleva più sapern nulla". Mi tremava la voce e mi pungevano gli occhi, ma cercai in tutti i modi di trattenermi dal piangere.
Il ragazzo si voltò verso di me e quando me ne accorsi, spostai immediatamente il mio sguardo verso l'orizzonte per paura che la luna riflettesse nei miei occhi e gli facesse vedere quanto fossero lucidi e pronti a far cadere giù tutte le mie lacrime:"Che tipo di capriccio?"
"Avevo voglia di uscire, quella sera". Tutto questo faceva male, ricordare la sera che aveva deciso il mio allontanamento da Rick è straziante:"Tempo prima un nostro amico ci aveva invitati ad andare al suo locale, aveva organizzato una serata con la rock band che gli piaceva tanto". Mentre io parlavo notai come il ragazzo accanto a me era tanto attento ad ogni parola, come se sapere la mia storia gli interessasse davvero:"Una volta arrivati mi sentivo come in un formicaio, c'era pieno di gente e lui mi aveva chiesto di non allontanarmi mai dalla sua vista".
Mi bloccai di colpo come se sentissi l'estremo bisogno di tossire o singhiozzare il nodo che mi si era formato in gola.
"Poi?" Mi incita.
"Io... Mi sono allontanata per avvicinarmi di più al palco ma non potevo immaginare che avrei attirato l'attenzione. Il locale era pieno, perché proprio io dovevo diventare il bersaglio di un pazzo ubriaco?" Deglutii quando con la coda dell'occhio scorsi un movimento particolare al mio fianco. Il ragazzo stava stringendo i pugni e respirando ferocemente come preso da un senso di nervosismo e fastidio nel sentire la mia storia:"Se devo smettere di raccontare, dimmelo".
"No, continua". Ilsuo tono era duro, forte, quasi metteva i brividi.
"Quando mi ha trovata nel bagno delle ragazze con i jeans stropicciati e le lacrime agli occhi, mi ha portata via dal locale e guardandomi negli occhi ha pronunciato parole che da lui non mi sarei mai aspettata di sentire".
"Non piangere, non piangere, non piangere".
Ripetevo nella mia mente, ma quanto male faceva cercare di trattenersi?
Il ragazzo feceun respiro profondo ma la sua espressione rimase immutabile anche dinanzi il mio aspetto sicuramente disperato:"E da allora non vi siete più parlati?"
"No, lui non ha voluto più avere niente a che fare con me", sussurrai giocherellando con qualche pietra infilatasi sotto una scarpa.
"E tu, hai forse fatto qualcosa per parlargli?"
Smisi immediatamente di giocare, quella domanda seppur normale aveva completamente aperto una voragine che per tutto questo tempo avevo faticato a mantenere chiusa.
Non risposi a quella domanda, non aveva senso farlo, dopotutto che cosa avevo fatto io per ricongiungermi con Rick?
Nulla. 

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