I suoi gemiti mozzati fra la mia lingua e le sue labbra mi inducevano a fare sempre di più. Il suo ansimare stava diventando la mia musica preferita e il suo contorcersi sul mio petto, il mio ballo preferito.
Le slacciai il gancetto del reggiseno mentre continuavo ad assaggiare la sua lingua con la mia, poi mi allontanai dalla sua bocca scoprendole il seno e guardandolo intensamente. Gaia si lasciò ammirare ma sentivo che qualcosa dentro di me prese calore, forma: desideravo vederla completamente nuda.
Lei si avvicinò a me, cominciai a sentire il rigonfiamento nei boxer fare da attrito sulla cerniera dei miei jeans, mi sfilò la maglietta che le tolsi di mano e la buttai via con ferocia. La presi in braccio, Gaia avvolse le gambe intorno la mia vita e cominciò a sfregare il suo seno nudo contro il mio petto mentre mi baciava con violenza.
La poggiai sul letto, voleva fare l'amore con me? Allora doveva lasciarsi andare al piacere che volevo darle.
Era sdraiata sotto di me con le gambe aperte, io ero inginocchiato; le sfiorai con le dita ogni parte del corpo partendo dalle labbra, scendendo per il collo, il centro del petto, la pancia, l'ombelico fino all'abbottonatura dei suoi pantaloni. Al mio tocco si contorse tirando indietro la testa; si vedeva che mi voleva, che mi desiderava. Le sbottonai il pantalone, abbassai la cerniera e lo sfilai assicurandomi che le mie dita le sfiorassero le cosce. Indossava mutandine di pizzo abbinate al reggiseno, anch'esse trasparenti che lasciavani intravedere la pelle scoperta.
Deglutii, la voglia di assaporare il suo basso ventre cominciava a rendermi violento.
"Guardami, Gaia", le ordinai in un sussurro eccitato.
Lei alzò il capo, io mi assicurai che guardasse ogni mio gesto, era affannata ed eccitata. Cominciai a rilasciarle piccoli baci sulla pancia, sull'ombelico, sulle cosce; la sentivo contorcersi sotto di me e quando alzai gli occhi per guardarla lei aveva di nuovo il capo all'indietro:"Gaia, guardami", le ordinai di nuovo.
Lei tornò a guardarmi, mi avvicinai alla sua bocca per darle un bacio che ricambiò tremante, poi le accarezzai il basso ventre da sopra la mutandina e lei riprese ad ansimare e contorcersi.
Continuavo a stimolarla, era calda ma non volevo toccarla senza che prima lei avesse cominciato a toccare me.
Il bisogno del suo tocco cominciò a diventare dolore, non sopportavo più l'idea di tenerlo chiuso fra i miei boxer.
Mi avvicinai al suo orecchio:"Spogliami", le sussurrai.