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RICK

A: Gaia
"Ho l'irrefrenabile desiderio di trascorrere questa serata in tua compagnia. Mi concedi il piacere di invitarti a fare una passeggiata con me?
Rick."

Senza nemmeno rileggere ciò che avevo appena scritto, inviai il messaggio a Gaia. Non compresi tanto desiderio di vederla, sapevo solo che dopo ieri sera, al di là di ciò che era successo, mi sentivo legato a lei da un nodo impossibile da sciogliere. Ero in camera mia quando le inviai il messaggio, non avevo bisogno di lavarmi e sistemarmi, ero già pronto in caso avesse deciso di accettare la mia richiesta. Dopo un paio di minuti, sentii il cellulare vibrare.

Messaggio da: Gaia
"Ne sarei davvero onorata.
Gaia."

A: Gaia
"L'onore è mio.
Vengo a prenderti sotto casa tra un'ora.
A tra poco.
Rick."

Posai il telefono sul comodino, feci un sospiro quando qualcuno bussò alla mia porta.
"Avanti."
Era mia madre con il suo sorriso radioso e contagioso:"Disturbo?" si chiuse la porta alle spalle e mi raggiunse a letto.
"No mamma, lo sai che non disturbi mai." le cinsi la spalla e la baciai sulla fronte.
Mia madre ed io avevamo un rapporto fantastico. Ammisi che anche con mio padre avevo un buon rapporto, ma con lei era tutto diverso. Era sempre sorridente, non perdeva mai la calma anche se facevo qualche danno, si preoccupava per me e cercava in tutti i modi di farmi stare bene.
"Stai uscendo?" domandò dandomi un leggero pizzicotto sul braccio.
"Ho invitato di nuovo Gaia ad uscire." 
Non avevo timore a parlare con lei perché sapevo che con lei potevo parlare tranquillamente di tutto. Mi guardò sorridendomi e in quel sorriso vidi la tanta somiglianza che tutti dicevano di avere con lei. Anche mia madre aveva gli occhi azzurri che su una pelle chiara come la sua e i capelli scuri, risaltavano di più.
"Tuo papà mi ha detto che avete chiacchierato prima." sfregò le mani sui pantaloni.
"Voleva mi sfogassi e l'ho fatto. Adesso mi sento meglio." ed era vero, aver parlato con lui mi aveva aiutato molto.
Avrà dei modi di fare molto bruschi ma alla fine lo capivo, era un uomo, non aveva avuto una vita facile, era stato marchiato da esperienze che lo aveva costretto a cambiare la sua visione verso il mondo e la vita stessa, quindi non gli davo nessuna colpa quando era brusco con me.
Mia madre fece un respiro profondo, poi si alzò dal letto e si voltò verso di me:"Volevo semplicemente dirti che ti appoggio qualsiasi decisione tu prenda e che puoi contare su di me e su tuo padre sempre." sorrise.
Mi alzai e d'istinto la strinsi in un abbraccio, e fra i capelli neri e lisci le sussurrai:"Grazie mamma."

Mi trovavo già sotto casa di Gaia all'orario stabilito. Ero parcheggiato proprio davanti il cancello e nell'attesa che arrivasse, ascoltai RTL. Dopo un paio di minuti, venti circa, scesi dalla macchina perché l'ombra di Gaia che scendeva dai gradini mi attirò. Come al solito era ben vestita e portava bene ciò che indossava. Mi venne incontro con il suo ampio sorriso, feci qualche passo verso di lei come se fossi attirato da una calamita e la strinsi forte a me. Non capii perché ma avevo una forte necessità di farlo, di stringerla, di avere il suo corpo rinchiuso nel mio. E ora che la stavo abbracciando mi sentivo davvero meglio.
"Mi sei mancata." sussurrai sul collo.
"Anche tu." mi strinse più forte.
Una volta liberati dall'abbraccio, la scortai fino al lato passeggero della mia auto per farla entrare, poi andai al lato guida ed entrai. Misi la cintura e partii. Non sapevo ancora precisamente dove portarla, ma sentivo solo il bisogno di voler stare insieme a lei. Vorrei portarla in un posto solitario, romantico, dove poter ritagliare altri momenti solo per noi, così guardando il mare dal suo lato optai per la spiaggia come posto. Parcheggiai a pochi metri da casa mia, mi tolsi la cintura e mi immobilizzai. Credo che Gaia mi stesse guardando, sentii il peso dei suoi occhi su di me ma non riuscivo a carpire la sua espressione.
"Rick." sussurrò posandomi una mano sul braccio teso verso il cambio marce:"Che hai?" "Forza Rick, non fare l'idiota" ringhiai a me stesso.
"Niente." le sorrisi poggiando la mia mano sulla sua che era ancora posata sul mio braccio:"Andiamo."
Camminammo a piedi nudi sulla sabbia, il vento leggero ci accompagnava verso le onde rumorose e la luna timida ci spiava da lontano mentre fingeva di specchiarsi nel mare cristallino.
"E' sempre bello il mare di sera." disse andando completamente con i piedi nell'acqua.
La raggiunsi ma non per avere i brividi al contatto dell'acqua fredda sui miei piedi, ma per aver modo di avvicinarmi al suo orecchio e sussurrarle:"Tu lo sei molto di più." ed era vero, illuminata da questa timida luna, il cui mostra solo uno spicchio di essa, Gaia era molto più bella del solito. E credo che resistere dal non baciarla ancora era un problema più grande del problema stesso.

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