Non ricordavo nulla prima che il mio telefono, nel cuore della notte, cominciasse a vibrare insistentemente. Aprii appena gli occhi e infastidita dalla luce dello schermo risposi senza nemmeno guardare il numero.
"Pronto?" Mugolai, avevo la gola completamente secca.
"Gaia, sono io".
Scattai in piedi quando la voce calda e triste dall'altra parte del telefono pronunciò il mio nome.
"R-Rick". Balbettai, era da un po' che non mi chiamava più:"Stai bene?" Gli domandai ancora incapace di comprendere il motivo di questa telefonata e ascoltando il tono di voce cupo con cui parlava.
"Ho bisogno di vederti, possiamo incontrarci adesso?"
"Ha bisogno di vedere... me?"  Pensai.
Guardai l'ora sulla sveglia:"Rick, sono le tre del mattino".
"E non so nemmeno se Alex è tornato a casa", cercai di mantenere la calma e respirare profondamente.
"Scusami se ti ho svegliata, non dovevo".
Mi si strinse il cuore a sentirlo così abbattuto, che cosa gli sarà successo? E se stesse male?
"Smettila Gaia, avevi detto che non ci pensavi più", rimproverai me stessa.
Sì, avevo detto che non avrei più pensato a Romy come fonte di dolore o piacere per Rick, che non mi sarei fatta più distruggere da loro due come futura o ipotetica coppia, ma era più forte di me.
"Aspetta Rick, dammi solo il tempo di cambiarmi", risposi di tutta fretta prima che riagganciasse
"Non sei costretta", disse.
"Nessuna costrizione", obiettai:"Dimmi solo dove incontrarci".
"Vieni al parco, sarò all'altalena".
"Va bene, ti raggiungo lì".

Non persi altro tempo, mi cambiai ed escii dalla mia stanza senza aggiustare il letto, né chiudere la porta. La camera di Alex era aperta e da ciò dedussi che non era ancora tornato. Scesi le scale di tutta fretta, non avevo tempo per lasciargli un biglietto che probabilmente non leggerà, presi il giubbotto e lasciai il mio appartamento.
Premetti più e più volte il pulsante per chiamare l'ascensore ma quando vidi che prendeva tempo a salire, scesi le scale quasi volando. Quando aprii il portone e l'aria pungente del mattino presto mi inondò, respirai profondamente per riprendere tutto il fiato perso a scendere le scale. Avevo il batticuore e non sapevo nemmeno più se era per la corsa o per il fatto che avrei rivisto Rick di li a poco. Avevo seriamente paura di ciò che voleva dirmi, del motivo per cui voleva vedermi così urgentemente.
"Forza Gaia, fatti coraggio".
Incitai me stessa sperando che farlo servisse a qualcosa ma quando fui davanti il cancello del parco, tornò il nodo in gola a strozzarmi e farmi perdere completamente il controllo.