GAIA
"Sicuro non vuoi un passaggio?" dissi a Rick non appena mi trovai davanti lo sportello della mia auto. Non volevo negarlo, avrei voluto passare altro tempo insieme a lui ma, non volevo insistere più di tanto. Rick mi posò una mano sulla guancia, avvertii una leggera scossa al contatto, era da un mese che non mi accarezzava di nuovo così. Il suo sguardo si fece intenso avvicinandosi a me di un passo, il mio cuore accelerò i battiti. Avrei voluto urlargli di calmarsi, di non fare troppo rumore, ma la sua vicinanza faceva questo effetto su di me.
"Non preoccuparti, ho delle commissioni da fare." i suoi occhi azzurro ghiaccio erano una lama tagliente contro i miei occhi verdi; la sua voce calda e intensa era brivido sulla mia pelle e le sue carezze più delicate del vento erano lo scoppiettare di una candela. Vorrei che non smettesse mai di accarezzarmi, ma a malincuore si allontanò di qualche passo da me togliendo la mano dalla mia guancia.
Posai la mia sulla maniglia dello sportello distogliendo lo sguardo da Rick, non volevo che vedesse la mia espressione, non ero sicura se fosse rilassata e gioiosa per cui feci un piccolo respiro e presi di nuovo il fiato che avevo perso in quel breve istante:"Va bene, allora a più tardi." sorrisi e spalancando lo sportello entrai in macchina posando la borsa al lato passeggero, sistemai a misura giusta il sedile e allacciai la cintura. Misi una mano sul volante e mi voltai a guardare Rick che aveva la mano sinistra posata sulla punta superiore dello sportello. Mi sorrise, gli sorrisi, aveva un sorriso così coinvolgente e spontaneo che non ricambiare risultava quasi difficile.
"A più tardi." sussurrò mentre misi in moto la macchina, Rick chiuse il mio sportello e partii lasciandolo alle mie spalle.
Per tutto il tragitto verso casa, non avevo fatto altro che pensare a Rick e al fatto che mi avesse "etichettata" come la sua fidanzata. Non volevo darci troppo peso non ci avrà fatto molto caso anche se, dopo avermi chiamato in quel modo, non aveva più smesso un attimo di fissarmi. Era come se volesse vedere una mia reazione, come se si aspettasse il mio imbarazzo, come se cercasse di dirmi qualcosa attraverso una parola o un codice. Feci un respiro profondo, ero già sotto casa ma l'intenzione di chiudermi nel mio appartamento non mi garbava. Guardai l'orologio sullo stereo digitale della mia auto, erano ancora le undici e mezzo del mattino. Ad un tratto mi venne in mente il compleanno di mio fratello, non gli avevo ancora fatto un regalo. Feci un piccolo sorriso che si spense nel momento in cui pensai che non sapevo proprio cosa regalargli. Ma non dovevo demoralizzarmi, ero sicura che cercando avrei trovato qualcosa di carino per lui. Misi di nuovo in moto la mia auto e andai verso il centro commerciale a pochi isolati da qui. Una volta arrivata al centro, trovai subito parcheggio vicino le porte d'ingresso. Spensi la macchina e la suoneria del mio cellulare mi fece quasi sobbalzare, qualcuno mi stava chiamando. Cercai il cellulare nella borsa, finalmente ero riuscita a trovarlo e quando guardai sul display in chiamata lessi: Claudia.
"Claudia? Che cosa vorrà la ex di mio fratello?", pensai prima di rispondere.
"Pronto?" cercai di mantenere un tono fermo e neutro, non volevo sentisse la nota di sorpresa nella mia voce.
"Gaia, sono Claudia." non sapevo interpretare il suo di timbro, sembrava un misto tra:"Devi ricordarti a forza di me" e un "Non so perché ti sto telefonando".
Ero indecisa se dirle che sapevo perfettamente chi lei fosse o se far finta di niente per vedere dove voleva arrivare, ma il ruolo di falsa non mi si addiceva, per cui optai per una risposta naturale ed educata:"Ciao Claudia, a cosa devo questa telefonata?" speravo di non essere stata troppo sfacciata con quella domanda dopotutto, essendo stata per anni la ragazza di mio fratello, avrebbe dovuto ricordare che i giri di parole non facevano per me.
Lei fece un piccolo ghigno, poi la sentì respirare quasi faticosamente, a mente pensai se fosse solo mia impressione ma sembrava imbarazzata dalla mia domanda:"Sono tornata dalla Svizzera e...ho pensato di telefonarti." disse quasi d'un fiato come se stesse rincorrendo un treno partito in anticipo dall'orario di arrivo.
"Telefonarmi?" domandai a me stessa ridendo al tempo stesso:"Sappiamo perfettamente entrambe perché mi hai telefonata, Claudia." dissi senza girarci troppo intorno.
Era quasi un anno che non avevamo più alcun contatto, lei era partita per la Svizzera lasciando me e mio fratello senza una giusta spiegazione. Aveva preso l'aereo dicendo che sarebbe tornata presto e passò un anno da quel giorno. Un breve silenzio dall'altra parte del telefono, io ero ancora in macchina quando in realtà avrei potuto benissimo scendere e avviarmi verso l'entrata del centro commerciale, ma Claudia decise finalmente di rispondere e le sue parole quasi mi spiazzarono:"Voglio ritornare insieme a tuo fratello, ci possiamo incontrare?" deglutii cercando di fare il meno rumore possibile, lei si schiarì la voce quasi come se si fosse resa conto in ritardo delle parole appena pronunciate. Che cosa dovrei risponderle adesso? Io non sapevo che cosa fare, come comportarmi. Non ero nemmeno sicura che Alex sapesse che lei era tornata né tanto meno se stava ancora con quella ragazza. Odiavo dovermi trovare in situazioni così dannatamente complicate, avrei potuto chiedere a qualcuno per vedere al posto mio cosa avrebbe risposto ma, non potevo tenerla a lungo al telefono.
"Incontriamoci oggi pomeriggio davanti la caffetteria del centro." "Discrezione Gaia, discrezione" ripetei a me stessa.
"Alle quattro in punto sarò lì davanti." fece una piccola pausa, poi riprese con voce seria e apparentemente ferma:"Grazie Gaia." "Perché mi ringrazia?"
"A più tardi, allora." risposi, entrambe riagganciammo e chiudendo la telefonata restai a fissare imperterrita il display. Mi sentivo dannatamente in colpa, era come se avessi appena commesso un reato all'insaputa di mio fratello. Dovevo assolutamente parlare con lui, doveva sapere.
Aprii la casella di posta, digitai il suo numero e cominciai a scrivergli.
A: Alex
"So che non dovrei disturbare durante gli orari di lavoro ma...devo dirti una cosa urgente."
No, non ce la faccio.
Cancellai tutto, non potevo dirglielo, non così e non adesso. Non volevo rovinargli il compleanno ma non potevo nemmeno tenergli nascosto il suo arrivo. La città era piccola, capiterà di incontrarsi e magari parlare e...se scoprisse che sapevo tutto si arrabbierà come un matto. No, non volevo pensarci. Bloccai il cellulare e lo infilai in borsa, tolsi la chiave dal portale e mi decisi a scendere dalla macchina. L'aria fresca e quasi estiva mi accarezzava delicatamente la guancia e affondava dritta nei miei pensieri mescolandoli come fosse una minestra. Respirai profondamente quel vento, mi riempii e mi svuotò allo stesso tempo. Che piacevole sensazione.
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