GAIA
Io e mio fratello avevamo appena finito di cenare e mettere in ordine la cucina.
Ero proprio felice di aver passato questa serata con lui, era da tanto tempo che desideravo farlo. E poi, mi era mancato da morire il suo essere così protettivo nei miei confronti, sopratutto quando gli parlavo di ragazzi. Senza nemmeno rendermene conto, si erano già fatte le undici di sera. Mio fratello doveva essere andato a fare una doccia, considerando il rumore dell'acqua che scorreva di continuo e io avevo appena preso una sigaretta per fumarla sul terrazzo. Ne approfittai ora in assenza di Alex, detestava vedermi fumare, ma sapeva che difficilmente sarebbe riuscito a farmi smettere. Presi anche il cellulare, non sapevo perché, ma in quel momento mi era venuta voglia di scrivere a Rick.
Ero titubante: da una parte volevo scriverlo, dall'altra avevo come la netta sensazione che mi sarei dovuta far attendere, desiderare.
"Al diavolo l'orgoglio Gaia, apri questo dannato cellulare e scrivilo".
Decisi di prestare attenzione al mio istinto, un messaggio non avrebbe fatto del male a nessuno, così lo scrissi.
A: Rick
"Buonasera Rick, perdona l'orario.
Volevo solo sapere come stavi.
Spero di vederti presto, Gaia."
Inviai.
Passarono pochi minuti dal mio messaggio, ancora nessuna risposta. Non volevo farne un dramma, alla fine non stavamo insieme. Gettai la sigaretta ormai arrivata al filtro e dal terrazzo sentii una porta sbattere e un rumore di passi avvicinarsi.
"Gaia, io esco. Vado a farmi un giro", era Alex.
"Dove vai così elegante? Alla ricerca della ragazza misteriosa?" Le ultime parole mi uscirono ridendo.
In effetti era vestito abbastanza bene, con una camicia bianca e un pantalone nero. Si era persino pettinato i capelli, di solito lui amava stare in disordine, diceva sempre di sentirsi comodo.
"No, andrò a fare solo un giro. Credo che me ne andrò al parco a godermi il mare sull'altalena". Sorrise ignorando la mia battuta.
"Non sei un po' grande per andare sull'altalena?" Continuai a scherzarlo un po'.
"Non c'è un'età giusta per quella, sorellina. Dovresti andarci anche tu ogni tanto, quando eri piccola ci volevi andare sempre", mi fece l'occhiolino e da qui compresi che adesso anche lui mi stava stuzzicando:"Adesso vado. Mi porto le chiavi di casa in caso volessi uscire anche tu. Ah, ti lascio la macchina, io andrò a piedi", si avvicinò a me e mi posò un bacio sulla fronte.
Adesso ero io a sentirmi troppo piccola in questa casa troppo grande.
A volte pensavo che non avrei voluto mai che mio fratello si separasse da me, poi però capivo che era un uomo, che aveva bisogno anche lui di spazi e non volevo di certo essere io ad occuparglieli. E poi pensai che mi avrebbe fatto piacere vederlo al fianco di una donna che lo amasse e lo accettasse, perché Alex se lo meritava.
Tornai a fissare la luna, i minuti passavano e la risposta di Rick non arrivava.
Dovevo smetterla di pensarci così insistentemente, avrei solo peggiorato la mia trepidante attesa. Dunque pensai che, per evitare altri pensieri, avrei dovuto lasciare casa anche io e concedermi una passeggiata notturna sotto questa luna piena.
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