ALEX
Stavo sistemando un paio di prodotti al banco frigo quando guardando dritto davanti a me una sagoma minuta e bionda mi distrasse per un attimo. Mi fermai a guardare ormai il vuoto davanti a me, abbattuto dal non vedere nessuno. "Se continuo di questo passo, diventerò matto", dissi a me stesso.
Credevo che cominciando a lavorare avrei rimosso ogni pensiero collegato a ieri sera, al bacio fra me e Claudia e a Romy ma niente di tutto ciò era ancora successo. Ripresi con il mio compito, dopo poco si avvicinò Alessandro un altro caro collega.
"Alex, ci penso io a sistemare questa roba. E' mezzogiorno ed il tuo turno è quasi finito. Vai a cambiarti", mi avvertì dandomi una pacca sulle spalle.
Gli sorrisi ringraziando il tempo per essere passato così in fretta perché potevo finalmente tornare a casa e lasciarmi rilassare da un bagno caldo.
Mi allontanai da Alessandro che comincio a fare il lavoro che avevo lasciato a metà quando quella sensazione di prima nell'aver visto quella sagoma minuta e bionda, ricomparve di nuovo.
Era proprio qui, davanti a me, girata di spalle. Non ero sicuro fosse lei ma dovevo fare un tentativo. Mi avvicinai silenziosamente con il cuore che ad ogni passo mi saliva in gola, afferrai la ragazza per il braccio sentendo il suo corpo irrigidirsi sotto il mio palmo e la chiamai prima ancora che lei si girasse verso di me.
"Romy?" Lei si voltò e al tempo stesso ritirò il braccio che le avevo afferrato:"Romy..." Non riuscivo a dire altro ma provai a fare un tentativo. Il suo sguardo era fulmineo ma non era questo che mi bloccava, era sapere che la causa di quello sguardo freddo ero io:"Speravo di incontrarti".
"E' tardi Alex, devo andare", rispose con tono freddo .
"No, devo parlarti", d'istinto la afferrai per il polso e contro la sua volontà la portai nel magazzino chiudendo la porta a chiave.
"Ma c-cosa stai facendo? Lasciami uscire Alex".
Era arrabbiata anzi, furiosa.
"Non senza prima avermi parlato", ribattei in tono fermo.
"Io e te non abbiamo nulla da dirci".
"Okay allora parlo solo io, mi basta solo che tu mi ascolti".
"Alex, non voglio ascoltarti adesso", le tremava la voce mentre i suoi occhi stavano diventando gonfi e lucidi:"Per favore, lasciami andare", sussurrò cercando di mandar giù il nodo che la bloccava. Sospirai, non potevo di certo tenerla prigioniera qui dentro. Mi rincresceva dover aprire la porta ma non avevo altra scelta:"Grazie", fece per andarsene.
"Romy". La bloccai di nuovo, questa volta senza toccarla. Lei si fermò ma non si voltò verso di me:"Stasera incontriamoci al parco, ho davvero bisogno di parlarti".
Attesi una risposta ma lei si congedò chiudendosi la porta alle spalle.
Restai solo con la speranza che stasera sarebbe venuta al parco. Non volevo che perdonasse il gesto di stanotte, volevo solo che capisse perché lo avevo fatto.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro