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ALEX

Erano le otto e mezza e ancora Romy non aveva risposto al mio messaggio, mi chiesi se mai lo avrebbe fatto. Era un mese che si era allontanata e non conoscevo ancora il motivo per cui così, improvvisamente, avesse deciso di non volermi più vedere. Avrò forse sbagliato qualcosa? Eppure quando aveva lasciato casa mia sembrava così tranquilla e felice. "Maledizione."

Ero al lavoro da circa un'ora e mezza, tra scaffali da riempire di prodotti alimentari e scatoloni da raccogliere e buttare. Avevo la mente simile allo scarabocchio di un bambino, conoscere l'origine di esso fu quasi come costruire un puzzle di oltre mille pezzi. Ma dovevo comunque farmi forza e rendermi disponibile per i clienti che sarebbero venuti a chiedermi aiuto. Tra le tante cose da mettere al loro reparto, c'era il pepe. Lo presi in mano e pensai a quel giorno di circa tre mesi fa. Questo vasetto trasparente aveva dato inizio a tutto quanto, se non fosse stato per lui io non l'avrei mai conosciuta. Dovevo a lui la mia felicità, ma a cosa dovevo la mia tristezza?
Poi dietro le mie spalle sentii qualcuno che si schiariva la voce, quando mi girai il mio capo mi osservava con aria non severa ma preoccupata:"Alex? C'è qualcosa che non va in quel vasetto?" guardai prima lui e poi il vasetto di pepe.
"Ehm no, sembrava si fosse scheggiato e stavo controllando." mentii quasi in preda al panico per essere stato colto di sorpresa.
"Va bene, torna a lavoro dai." mi voltò le spalle,  annuii anche se ero sicuro non mi avesse sentito.

Finalmente erano le dodici, pausa pranzo. Solitamente la pausa era all'una ma oggi avevo chiesto al mio capo se potevo finire prima per organizzare la mia festa di compleanno, e non sembrava che per lui ci sarebbero stati problemi ad accettare la mia richiesta. Dopotutto si trattava solo di oggi. Andai nel ripostiglio dove avevo posato il mio pranzo al sacco, ma non avevo molta voglia di mangiare. In realtà, ero solo curioso e ansioso nel vedere se Romy aveva risposto al mio sms. Mi sedetti su una delle pedane di legno vuote, presi il cellulare e vidi che la spia lampeggiava. "Speriamo sia Romy. Speriamo sia Romy."  ripeto fra me e me più volte mentre faccio scorrere il dito sul lucchetto del display. In automatico si apre una cartella contente sette sms e due chiamate perse. Apro la lista dei messaggi, scorro velocemente con il cuore in gola e tra i primi leggo il suo nome. Il cuore ritorna al suo posto ma comincia a battere sempre più forte conferendomi il fastidioso tremolio alle mani e alle gambe.

Messaggio da: Romy
"Buongiorno Alex, sono contenta che nonostante tutto tu sia ancora qui a scrivermi, forse non lo merito dopo il mio improvviso allontanamento. Oggi è il tuo compleanno e sono nuovamente contenta di essere stata invitata. Verrò volentieri alla tua festa, credo che rivederti mi aiuterà a riprendermi.
Buon compleanno, Romy."

Un guizzo di felicità pervase il mio corpo, allora voleva rivedermi? Non era tutto finito? Posai il telefono sulla pedana e mi presi la testa tra le mani scoppiando in una risata fragorosa, quando dalla porta entrò Giorgio, il mio collega.
"Siamo di buon umore eh, collega?" esordì guardandomi stranito ma anche compiaciuto.
Lo guardai emettendo una risata simile ad un singhiozzo, Giorgio si avvicinò e si sedette accanto a me sulla pedana, io feci un respiro profondo poi ripresi il cellulare che nel frattempo aveva rimesso il blocco automatico.
"Oggi è il mio compleanno, sei invitato alla mia festa." dissi dandogli una pacca sulle spalle, poi mi alzai per prendere il mio pranzo, mi era venuta un'improvvisa fame.
"Tanti auguri, allora." risponde Giorgio.

Ritornai a sedermi, adesso potevo davvero cominciare la giornata con tranquillità.

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