ALEX
"Alex, è pronto", urlò Gaia dalla cucina.
Mi ero da poco steso sul divano, la musica di sottofondo mi dava una parvenza di compagnia che mi stava coccolando e rilassando, mi ero quasi assopito.
Mi alzai dal chester, non volevo far attendere Gaia, spensi lo stereo e mi avviai verso la cucina. Ciò che i miei occhi vedevano era un paradiso sulla terra: la tavola ben apparecchiata di una lunga tovaglia bianca dai bordi ricamati in pizzo, i bicchieri e i piatti abbinati alla stoffa sottostante e il tovagliolo aveva delle splendide decorazioni dorate, il vino rosso affiancato da una caraffa d'acqua, le posate lucide di un argento a specchio e infine il pollo con le patate al centro di questa semplice ma ricca composizione.
Solo a guardare mi era venuta l'acquolina in bocca e non vedevo l'ora di mangiare.
"Wow sorellina, ti sei proprio data da fare", le dissi mentre mi sedetti a tavola.
Gaia, come una perfetta donna di casa che ogni uomo avrebbe dovuto fare a gara per poterla sposare, iniziò a servire la cena, poi si accomodò all'altro capo del tavolo.
Avevo tante cose da raccontarle, ma volevo farlo dopo aver mangiato queste delizie, volevo gustare ogni sapore con attenzione senza perdermi nemmeno una spezia.
Inghiottii l'ultimo boccone rimastomi nel piatto, Gaia ancora stava mangiando. Avevo dimenticato quanto fosse lenta a masticare.
"Allora, com'è andato questo anno di lavoro?" Iniziai a conversare con lei, non volevo fare altro che ascoltarla.
Mandò giù un sorso di vino:"Lungo e stancante, ma tutto sommato ho ottenuto buoni risultati. E tu, come va il lavoro?"
"Straziante ma pieno di sorprese", sorrisi.
"Sorprese? Di che tipo?"
"Ecco, era proprio qui che volevo arrivare".
"Ieri ho incontrato una ragazza, era davvero carina".
"E con questo? Lavori in un supermercato, ne incontri tante di ragazze", rispose con tono di circospezione.
Si alzò e cominciò a sparecchiare, feci lo stesso per darle una mano mentre continuai a parlare.
"Sì, ma questa volta è diverso".
"Come fai a stabilirlo?"
"È una mia sensazione, non l'avevo ancora mai provata con le altre clienti".
"Parlami di lei, allora. Sono davvero curiosa".
"Bentornata Gaia l'investigatrice".
"È davvero molto carina".
"Questo lo hai già detto", mi interruppe:"Vai oltre".
La guardai tossendo fintamente:"Viso piccolo, guance rosa, capelli biondi e corpo minuto. Potrei nasconderla fra le mie braccia e proteggerla dal mondo, sai? Ha due occhi verdi, come il fondale marino, voce delicata e a tratti acuta, sorriso contagioso e modo di camminare un po' impacciato". Non ero bravo a descrivere qualcuno, ma speravo di averle dato un'idea.
"Interessante. Le hai almeno chiesto il nome?" Domandò.|
"Purtroppo no, è andata via subito e non ho fatto in tempo", mi affrettai a risponderle.
"Non demoralizzarti, questa città è piccola, la incontrerai di nuovo". Sfoggiò il suo sorriso di consolazione, poi si mise a lavare i piatti io al suo fianco la aiutai ad asciugarli:"Sai, anche io ho fatto un piacevole incontro", riprese.
"Davvero? Di chi si tratta?" Risposi alquanto infastidito dalla notizia.
Lei se ne accorse e scoppiò a ridere, schizzandomi addosso un po' di acqua.
Ero sempre stato molto protettivo con lei, difficilmente riuscivo ad accettare il fatto che qualcuno potesse rubarle il cuore, ma alla fine era naturale, era così bella che mi sembrava impossibile non rimanerne ammaliati.
"È soltanto un vecchio amico di Liceo, non ti agitare", continuava a ridere.
La sua risata riempiva la stanza, musica per le mie orecchie.
"Spero solo che non ti faccia soffrire, altrimenti dovrà vedersela con me", ringhiai.
"Non preoccuparti Alex, non gli darò motivo di spezzarmi il cuore", concluse.
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