pov's Sam.
E resto con il braccio a mezz'aria e il telefono in mano.
Sono sconvolta.
Per primo mi ha attaccato il telefono in faccia,secondo stavano facendo sesso mentre parlavamo a telefono e terzo, dovrò passare tutta la notte da Daniel perché loro sono impegnati a fare cose sconce!
«ehm Sam? Tutto bene?» Daniel mi raggiunge e appena mi giro verso di lui il suo ciuffo ricade delicatamente sul occhio
«beh,ecco, mi ha chiamata Michelle,era con shawn, e facevano cose»
Vedo Daniel sorridere e poi aggiustare il ciuffo
«ok, allora riordino la camera degli ospiti e dopo magari chiacchieriamo visto che non ci conosciamo molto bene..»
Detto questo si avvia verso quella che sarà la mia stanza per questa notte, e durante l'attesa mi accomodo sul grande divano e smanetto un po' sul telefono..
«eccomi»
Daniel sbuca fuori dal corridoio e si siede accanto a me, entrambi restiamo in silenzio,che poco a poco diventa sempre più imbarazzante, così decido di parlare io.
«non dovevamo chiacchierare?» lo guardo sorridendo
«oh certo, si» arrossisce e ricambia il sorriso, e finalmente si decide a iniziare una conversazione.
«allora Sam, raccontami tutto di te»
«beh, non ho avuto e non ho tutt'ora una vita interessante. Sono nata a San Diego, e all'età di quattro anni ho conosciuto Michelle, la mia migliore amica da sempre. abbiamo fatto l'elementari e le medie insieme, poi io ho deciso per la facoltà di fotografia e lei per l'Accademia della moda.
Adesso siamo coinquiline e mi ritrovo qui perché è troppo impegnata col tuo migliore amico.
Se vuoi sapere proprio tutto allora mettiti comodo, perché non tutto è stato rose e fiori nella mia vita, come della vita di chiunque.
Ho scelto fotografia perché adoro cogliere l'attimo, scattare foto nella quotidianità, che per chi la vive ogni giorno può sembrare monotona, ma per un fotografo è qualcosa di straordinario.
La quotidianità per me non c'è mai stata alle medie.
Le medie sono quel periodo in cui non sei né più un bambino né un adulto.
Se una persona. Con forse sensibilità e paura di sentirti diverso.
Ecco io mi sentivo diversa.
Mi sono sempre sentita più razionale delle mie compagne. Michelle stava sempre con me, ma quando lei non c'era io restavo in un angolino ad osservare le persone, e spesso entravo nel mio mondo.
La mia timidezza mi ha portata a soffrire di bullismo.
Perché? Perché non volevo uniformarmi alla massa, lo facevano già tutti, e io non volevo essere una dei tanti, mi piaceva essere diversa, ma a gli altri non piaceva che io lo fossi.
Così ho passato i 3 anni peggiori della mia vita, Michelle mi ha aiutata, ma più di difendermi non poteva fare.
Sono maturata tanto per questo, e di solito la mia storia la racconto a poche persone..ma adesso tocca a te parlare, raccontami tutto» finisco il mio discorso, mi asciugo una lacrima e lo invito a raccontarmi.
« a quanto pare abbiamo molte cose in comune.
Io sono cresciuto in un piccolo quartiere di Londra.
Anche io sono sempre stato in bambino timido.
Alle elementari mi escludevano dai progetti perché dicevano che non avrei mai partecipato, perché non parlavo mai.
Ma loro non sapevano che quel mio silenzio era dovuto alla morte di mio padre.
Quello che da sempre è stato il mio eroe.
E così, da un attimo di felicità arriva il vuoto.
La sua morte ha contributo alla mia introversia e anche io ho sofferto di bullismo alle medie.
Lì ho conosciuto Shawn, a quei tempi era mingherlino ma aveva questo carattere così forte che mi ha portato a voler imitarlo.
Così diventammo amici, abbiamo fatto tutto insieme e non ha mai cercato di cambiarmi.»
«e come sei arrivato qui? »
«questa è un'altra storia, e se ti interessa conoscerla allora dovrai aspettare un po'»
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