Tra Un Po'
Il biondo promise a sé stesso di non chiedere mai più un mezzo di trasporto a suo padre.
Per carità divina, il Cocchio della Dannazione era veloce, pagato da Apollo ed era un mezzo di trasporto, quindi esattamente quello che aveva chiesto.
Ma non si può dire che il viaggio fu tranquillo...
Per prima cosa, quando arrivò stava per mettere sotto Will. Il ragazzo si era preso un infarto.
Seconda cosa: le tre autiste non avevano gli occhi. Cioè... Avevano un occhio solo in tre e non lo aveva l'autista.
Terza cosa: avevano infranto almeno duecento limiti di velocità, rischiato di investire 10 vecchiette ed erano quasi andati a sbattere contro un paio di pullman. E queste erano le cose più tranquille.
Quando il Cocchio arrivò al pino di Talia, il biondino si lanciò fuori e vomitò tutta l'acqua e gli snack mangiati fino a quel momento.
«Mai più, papà. Mai più» si alzò e varcò il confine del Campo Mezzosangue.
~~~
Alex portò la sua ragazza in un posto che lei non aveva mai visto, lontano dalla loro città e felice di quelle due settimane di vacanza fuori Washington.
Il prato era immenso e al loro fianco si estendeva un campo di fragole molto profumato.
Sistemarono la tovaglia e i piatti, dando inizio al loro pic nic.
«Ehi» Diana lo dissolse dai suoi pensieri. «Tutto okay» sospirò il ragazzo, guardando la distesa verde davanti a loro.
Lei gli mosse un po' i riccioli rossi «Ti conosco da quando abbiamo dodici anni, Alex. Siamo fidanzati da due. E so bene il significato di quella faccia. Stai pensando a Will, vero?»
Alex la guardò negli occhi «Sono passati tre anni... Dovrebbe avere tredici anni e invece non so neanche se ne ha mai compiuti undici. Non so se é vivo, non so se é morto, non so se é ferito, non so se sta bene. É come se lui non fosse mai esistito, non ho mai visto in tredici anni una sua foto in casa mia».
La ragazza gli passò una mano tra i capelli rossi e lo guardò negli occhi, incatenando l'azzurro con il verde. «Lo troverai. Lo troveremo».
Alex stava facendo l'accademia di polizia, non solo perché era il suo sogno ma anche perché così avrebbe potuto trovare facilmente suo fratello. O almeno lo sperava...
Diana invece si occupava di criminologia per passione che aveva ereditato dal padre. Però i suoi studi tornavano utili durante le ricerche del bambino.
Poco lontano da lì, due ragazzi con delle magliette arancione fluo correvano tenendo in braccio un terzo ragazzo. Quello davanti teneva il terzo ragazzo per le gambe, mentre una ragazza lo teneva per le braccia. Correvano verso il campo di fragole quando lei urlò «Travis! Non faremo mai in tempo!».
Il ragazzo davanti si girò contemporaneamente ai due ventenni.
I più giovani posarono delicatamente a terra l'amico, nel panico. Alex e Diana andarono verso di loro, pensando magari di poter dare una mano.
«Travis» disse la ragazza sconosciuta quando furono abbastanza vicini. «Va' a chiamare il dottore biondo, quello piccolino... Come si chiama?»
«Will? Ha tredici anni!»
«É il migliore del Campo. Se devo affidare la vita di mio fratello a qualche medico, Will é l'unico di cui mi fidi. Sherman non resisterà per molto. Corri. Corri e fallo correre».
Il ragazzo annuì e fece uno scatto verso il campo di fragole. I due ventenni avevano sentito tutto, ma in quel momento erano impegnati a cercare di dare una mano. Presero l'acqua e Clarisse cominciò a pulire le ferite del fratello.
«Grazie» disse ai due. Alex le sorrise e continuò a fare scorrere le gocce d'acqua sull'assurda quantità di graffi che aveva lo sconosciuto.
«CLARISSE! CI SIAMO!» cinque minuti dopo, Travis fece una scivolata a terra, raggiungendo Clarisse e Sherman. Alle sue spalle, comparve un ragazzino dai capelli dorati, gli occhi blu e la pelle abbronzata. Indossava una maglietta arancione fluo con la scritta "Campo Mezzosangue" e un pegaso disegnato sopra. Aveva una faretra piena di frecce sulle spalle, probabilmente per la fretta non se l'era tolta.
Poggiò una valigetta rossa a terra, s'inginocchiò e cominciò a lavorare, ignorando tutto e tutti.
Le sue mani lavoravano meccanicamente: fasciò alcune ferite più profonde; disinfettò quelle più superficiali; controllò il battito cardiaco, il respiro, le pupille e che non avesse subito traumi cranici. Poi fece un gran sorriso ai due compagni di maglietta fluo «É apposto».
Seppur con un po' di fatica, la ragazza diede un brevissimo abbraccio al piccolo medico. Travis lo fissava sbalordito e il biondo rideva alla sua faccia.
Poi il suo sguardo cadde su Alex.
Il sorriso si spense. La risata sparì. La pelle abbronzata fu sostituita da una bianca.
«Alex?»
Il ragazzo dai capelli rossi non ci pensò due volte prima di soffocarlo in un abbraccio.
Lo prese anche in braccio, sotto gli sguardi confusi di Clarisse e Travis, che fecero la saggia scelta di andarsene.
«Alex, mettimi giù» il ragazzo obbedì, senza perdere il suo sorriso.
Ma Will non sorrideva molto. Sembrava a disagio.
«Ciao»
«Ciao? Sparisci per tre anni e dici solo questo? Ciao? Potevi anche tornare ogni tanto!»
«Scappare di casa consiste nell'uscire di casa e non tornarci mai più. Quindi perché sarei dovuto tornare?»
{«UOOOOHHH! Grande Will!» esclamò Jason facendo ridere il ragazzo}
Alex arricciò le labbra mentre Diana cercava di nascondere una risatina con della tosse palesemente finta.
«Senti... So che non ha senso, ma... ti va di tornare?» propose.
Will fece un sorriso triste «Sei l'unico che mi vuole bene, Alex. Che senso ha andare in una casa che non mi appartiene? Il Campo Mezzosangue é casa mia. Lì ho i miei fratelli da parte divina, ho un mentore che mi fa da padre. Ho una famiglia».
Poi guardò il campo di fragole con il volto serio «Stanno succedendo delle cose, Alex. Il Campo é casa mia e non ho intenzione di abbandonarlo. Non adesso»
Alex annuì, cupo e sospirò. «Allora qualche volta ci vieni almeno a trovare?»
Will scrollò le spalle, mordendosi il labbro: stava arrivando una guerra. Talia era uscita dal pino, c'era un figlio di Ade arrabbiato col mondo a piede libero e i semidei continuavano a sparire nella foresta mentre i mostri attaccavano dall'interno.
Non passava giorno senza che Will si chiedesse se sarebbe sopravvissuto. In fondo, era solo Will Solace. Non era Percy Jackson, non era la sua migliore amica Annabeth, non era Talia Grace e non era Nico di Angelo.
Sarebbe potuto morire anche appena tornato al campo.
{«Ehi! Non hai detto di non essere il grande Jason Grace!»
«Magari perché allora Talia e Chirone, gli unici a sapere della tua esistenza, ti davano per morto?»
«Dettagli»}
Anche Diana sembrava a disagio: continuava guardare altrove passandosi continuamente la mano sul braccio coperto dalla manica.
«Si, certo. Magari tra un po'» Alex sorrise.
"Tra un po'" significava due anni dopo.
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