Incontro
Is quasi finish
«AHIA CAZ-MMMMH!» ingoiò l'imprecazione solo per la presenza di Dylan. Una figura lo spinse a terra facendogli battere la schiena contro il muro, poi lo prese per il colletto e lo sollevò dandogli un secondo pugno.
«MATTHEW SOLACE, SMETTILA!» ordinò la voce di Diana. Gli occhi verdi di Matthew erano carichi di rabbia, ma si allontanò all'ordine della sposa.
«Sei sparito per due anni. Hai abbandonato mio padre al parco e sai cos'è successo? Pensava a te mentre guidava. Ha fatto un incidente. É vivo per puro miracolo, ma gli tremano costantemente le mani per un trauma cranico. Ha dovuto lasciare il suo lavoro per colpa tua!».
«Io non ho fatto niente» sibilò sistemandosi la camicia.
«Se Thomas si é distratto alla guida e ha perso il posto sicuramente non é colpa mia. Io ho fatto quello che mi hai detto di fare per dieci anni: ho smesso di considerarli i miei genitori. Chiaro? Se vuoi dare la colpa a qualcuno per quello che é successo dalla al Fato: evidentemente era distino che Thomas perdesse il lavoro. Non rompere Matthew perché finito il matrimonio me ne tornerò al Campo Mezzosangue e ci rivedremo solo al matrimonio di Dylan».
Diana si frappose tra i due per separarli. Indossava un vestito bianco meraviglioso nello stile delle antiche donne greche. C'era una cintura dorata alla vita e la gonna le arrivava alle caviglie. I capelli erano divisi come in una mezza coda: una parte raccolta in una piccola crocchia dalla quale sfuggivano piccoli riccioli mentre il resto dei ricci era lasciato libero sulla schiena e sulle spalle.
«Non voglio omicidi al mio matrimonio! Perché mi sposo oggi, chiaro Giunone? OGGI!» esclamò con gli occhi rivolti alla finestra.
Un adolescente si poggiò sullo stipite della porta sbuffando «Se avete finito di prendervi a mazzate ci sono mamma e papà che vi aspettano dentro». Poi sorrise a Will «Ehi idiota. Non lasciarmi mai più da solo con questi qui chiaro?».
Quando Will entrò nella stanza di Diana si aspettava un altro pugno. Invece Naomi e Thomas lo fissarono come se fosse appena tornato dagli inferi. Il ragazzo notò che le mani di Thomas tremavano leggermente.
Sarebbe potuto diventare Doctor Strange...
La storia era quella: un chirurgo che fa un incidente e le mani cominciano a tremargli.
«Ciao» salutò la donna.
«Ciao» rispose il biondino.
Rimasero a fissarsi per qualche minuto, poi Will si scambiò un'occhiata con Diana e prese un bel respiro: «É da un po' che non ci vediamo».
«Come sta la ferita?» chiese Naomi velocemente, ricordando quanto fosse stato male il figlio l'ultima volta che l'aveva visto.
«É guarita quando é finita la guerra» rispose.
Thomas gli mise una mano su una spalla. «Mi dispiace. Mi dispiace per la discussione di quel giorno. Avevi ragione: ho chiesto troppo. Ti abbiamo chiesto troppo».
Non era una persona che portava rancore. Ma con loro era diverso. Non riusciva a non essere arrabbiato. Annabeth era riuscita a perdonare suo padre. Perché non riusciva lui?
«Non ci riesco» gli confessò. «Ho cercato di non arrabbiarmi quando mi ignoravate, mi trattavate di schifo, lasciavate che Matthew mi picchiasse...». Si girò di scatto e tirò un pugno allo stomaco scoperto di Matthew proprio mentre quello cercava di tirargli un pugno alle alle spalle. Quando il fratello cadde a terra dolorante, Will lo guardò con uno sguardo neutrale per poi tornare a guardare i due adulti.
«Sono stato molto fortunato ad avere voi due. Ho avuto un posto dove dormire e del cibo disgustoso, ma pur sempre cibo. Mi accontento» arricciò le labbra. Non li aveva perdonati. Forse non l'avrebbe mai fatto.
«Dov'è? Dov'è?» la voce di una ragazza si diffuse per tutta l'infermeria. La semidea spintonava tutti chiedendo dove si trovasse Will Solace.
Quando lo trovò, si abbracciarono con forza. Lui era sporco di polvere di mostri, pieno di ferite ancora sanguinanti, ma stava bene. Lei invece aveva molti piccoli graffi ma una profonda ferita al braccio, come se fosse stata morsa da un cane. Sarebbe rimasta la cicatrice.
Gli prese il viso tra le mani mentre entrambi piangevano di sollievo. «Diana» singhiozzò come se non potesse credere che lei fosse lì. «Va tutto bene, tesoro. Va tutto bene. Adesso ci curiamo e andiamo a casa. Okay? Andiamo a casa».
Lui scosse la testa con decisione «Io non ci torno a Washington. No».
«Will ma-»
«Diana, no.» la interruppe. «Non tornerò da loro. Me ne sono andato mesi fa e non tornerò adesso». Diana lo guardò negli occhi: sembrava sentirsi in colpa...
«Hai ucciso qualcuno, vero?» chiese con voce dolce. Era lo stesso sguardo che avevano alcuni Lari. Will annuí e scoppiò a piangere «Io sono un dottore. Non voglio essere un assassino. Ma lasciare che Ottaviano morisse... Non ho desiderato altro. Sono una persona orrenda!».
Diana lo abbracciò con forza. «Io e te non ci siamo incontrati. L'ultima volta che ti ho visto é quando siamo andati alla Casa Bianca». Will annuí e lei continuò: «Io sono stata curata da un tuo fratello che però ha il dono della musica e non della medicina. Sono stata curata nella casa blu, tu invece eri troppo impegnato a stare qui a lavorare. I romani se ne sono andati prima che io e te potessimo incontrarci».
Will le curò tutte le ferite, poi dovette passare ad altri semidei e la lasciò sola.
Will si rivolse a Diana con un piccolo sorriso «Dai il tempo a Jason di mettere la sua toga, poi esci da quella porta e sposati». Estrasse il suo pugnale «Se mio fratello dovesse farti qualcosa non esitare a chiamarmi».
Diana esitò, poi sorrise «Sono una figlia di Mercurio, Will: potrei tranquillamente mettergli delle trappole sotto il letto». La famiglia Solace era a bocca aperta. Dylan sorrise stupito, Matthew perplesso e i due adulti avevano una faccia da "Ma quanti diamine ne sono?!".
Poi tutti sembrarono rendersi conto di quello che aveva detto Will e gli lanciarono occhiate confuse. «Si, ho detto che Jason si deve mettere la sua toga per sposare Diana e Alex. Lui é un pontifex, un sacerdote. Chi meglio di lui?».
Diana batté una volta le mani «Che ne dite, posso sposarmi?»
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