Casa Solace
This is un po' corto però shh
Semplicemente pianse.
Si chiuse nella sua stanza e pianse.
Thomas le mise le mani sulle spalle e la strinse forte a sé. Nessuna donna doveva subire cose del genere.
I due bambini di sette e due anni erano poggiati alla porta e il più grande continuava a bussare con le sue manine.
Naomi prese un bel respiro e aprì la porta, lasciando che il bimbo di due anni le si aggrappasse alla gamba e quello di sette le stringesse le cosce.
Sorrise. Quei due nanerottoli non sapevano cosa fosse successo, ma comunque stavano abbracciando la loro mamma. Erano arrivati più in alto possibile per darle più conforto.
Suo marito l'abbracciò da dietro, dandole altro conforto. Conforto. Ironico. Thomas Solace, Thomas Conforto, stava dando a sua moglie conforto.
Solo col passare del tempo e tanta terapia, Naomi Solace riuscì ad accettare quello che era successo.
Era stato difficile. Terribilmente difficile.
Perché c'erano quei piccoli pianti nel cuore della notte, quei due occhioni blu per niente comuni nella famiglia Solace, quella zazzera di capelli biondi estranei a quella casa, che continuavano a ricordarle cosa fosse successo in quel vicolo dopo il suo concerto.
Ma l'aveva superato. Dopo nove mesi di gravidanza ce l'aveva fatta.
«Nessun uomo ti farà più del male, okay?» le aveva promesso Thomas. E lei aveva sorriso. Ma proprio in quel momento il bambino si era svegliato e aveva deciso che aveva fame.
Lei aveva sospirato e l'aveva attaccato al seno. Se n'era fatta una ragione.
E poi arrivò quel giorno. Non seppe mai dire se era il più bel giorno della sua vita o il più brutto.
Un uomo aveva bussato alla porta. Era andata ad aprire tenendo il bambino tra le braccia. Si era paralizzata.
Era alto, biondo, con due occhi blu come il cielo. Il fisico scolpito si vedeva da sotto la maglietta a mezze maniche attillata. Aveva degli occhiali da sole tra i capelli e un sorriso imbarazzato.
«Devo dirti una cosa» aveva detto l'uomo. Ma lei gli aveva sbattuto la porta in faccia.
Si era girata e se l'era ritrovato davanti. Aveva fatto un salto per lo spavento.
«Non volevo rovinarti la vita, okay? Ma ho un modo per farti dimenticare quello che é successo. Posso modificare i tuoi ricordi oppure annullarli e questo bambino potrebbe sparire dalla vostra vita» disse l'uomo.
Naomi lo aveva fissato confusa «Come scusa?»
«Io sono Apollo. Dio greco dell'arco, del sole, della musica, della profezia e della medicina. Tuo figlio William é un semidio, metà dio e metà umano» era stato diretto, rapido.
Naomi all'inizio non ci credeva, poi piano piano comprese. Aveva chiamato Thomas, gli aveva spiegato tutto. Lui era corso a casa e avevano ringraziato il Fato perché i figli erano a scuola.
«Un semidio?» aveva chiesto il chirurgo. «Quel piccolo bastardo sarebbe il figlio del dio della musica?».
Apollo annuí «Si, be'... Dio di tante cose ma si.» e cominciò a spiegargli tutto del Campo Mezzosangue. I due ci misero solo quarantotto ore per decidere.
Il 2 luglio accompagnarono William Andrew al Campo Mezzosangue. Per loro non era un Solace. Apollo li accolse al confine e gli spiegò che loro non avrebbero visto il Campo, ma solo dei campi di fragole. Poi prese suo figlio tra le braccia e le spalle dei due adulti si alleggerirono.
Ripresero la loro vita come se niente fosse. Come se Will non fosse mai esistito. Come se Apollo non avesse mai violentato Naomi. Perché era questo quello che era successo: Apollo non aveva mai fatto niente di male a Naomi, semplicemente lei aveva tradito suo marito per una notte, ma lui l'aveva perdonata. Il dio aveva fatto un paio di giochetti sotto richiesta dei due genitori.
Ma poi a fine ottobre, mentre guardavano le foto sul computer, comparve una fotografia che avevano ormai dimenticato. Il loro primo figlio, addormentato sulla poltrona mentre un piccolino gli teneva stretto il dito tra le sbarre della culla. Pensavano fosse il secondo figlio, ma guardando bene videro un mostriciattolo che teneva stretto il bambino da dentro la culla.
E sospirarono.
Avevano notato che i loro figli cercavano spesso la culla sotto il loro letto oppure nel seminterrato, ma non avevano pensato a Will.
E semplicemente pesarono ad Apollo. Lui comparve per puro caso il giorno dopo e parlarono al lungo con lui, ma non gli sfuggì il fatto che stesse sorridendo. Si ritrovarono di nuovo con tre marmocchi in casa.
Ma il patto era semplice: ogni estate, Will se ne doveva tornare al campo fino a fine settembre.
Andarono avanti così per quattro anni. Dai quattro anni in poi, Will rimase fino a fine ottobre al Campo: Naomi e Thomas erano impegnati a badare al piccolo Solace arrivato in famiglia.
Fu a sei anni che nacquero i problemi.
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