Cabina Di Idioti
AVETE RAGIONE ORA NE PUBBLICO DUE
«... Col potere conferitomi dalla... Ehm...» gli sposi non sapevano come aiutarlo. Non volevano che urlasse che erano tutti semidei, però lo stato non c'entrava niente. Ma entrambi scrollarono le spalle e Jason annuí: «Col potere conferitomi dalla dea Giunone e dalla Dodicesima Legione Fulminata, io vi dichiaro marito e moglie. Alex bacia la sposa che questa toga é una sauna».
Alex non se lo fece ripetere due volte. Gli invitati cominciarono a fischiare e ad applaudire, i bambini più piccoli gli lanciavano il riso ridendo, Jason si toglieva la toga più in fretta e delicatamente possibile rivelando la sua maglietta del Campo Giove. Rimasero tutti a congratularsi con gli sposini per due ore, il tempo che bastò a Jason di farsi una doccia per lavare via il sudore e raggiungerli.
«Bella cerimonia» disse alla coppia. «Il tizio che vi ha sposati é un figo. Dite che é libero?». Diana rise, poi lo abbracciò e lui fu ben felice di ricambiare.
«Grazie. Stavo perdendo le speranze» Jason le sorrise. Poi fece un bel ghigno e si rivolse a Will «Apriamo un agenzia: io sposo e tu fai nascere i bambini».
La pelle solitamente abbronzata di Will divenne improvvisamente del colore di tutte le persone normali. Le mani tremarono leggermente. «PASSO!» esclamò facendo scoppiare a ridere il semidio romano.
I due sposi si guardarono confusi, poi scrollarono le spalle decidendo di non voler sapere niente. «Sono le 16: che ne dite di passare un po' di tempo tutti e quattro?» propose Alex e gli occhi di sua moglie si illuminarono. I due semidei si guardarono poi Will alzò le spalle «La storia é finita. Sai com'è andata».
Jason annuí poi si rivolse ai due adulti: «Andata».
Si avviarono nella loro stanza mentre i due sposi andavano a mettersi qualcosa di più comodo. Jason aveva la sua fantastica maglietta a mezze maniche del Campo Giove, Will si mise quella del Campo Mezzosangue. Diana si presentò da loro con la maglietta viola e diede il cinque a Jason mentre Alex ridacchiava divertito con una semplice maglietta nera. Erano stesi sui due letti a pensare al senso della vita, quando l'unico comune mortale della stanza disse: «Vi va di allenarvi? Cioè, ho voglia di vedervi lottare».
I tre semidei si guardarono. Dieci minuti dopo stavano insegnando ad Alex come vedere attraverso la Foschia. «Questo é un pugnale ed é appena comparso dalla mia collana. Concentrati su questo. Poi vedrai il gladius di Jason che diventa una lancia. Poi la spada di Diana che diventa un anello cosa che, da quello che ho capito, é successa oggi per la prima volta in ventiquattro anni» concluse Will.
Diana sorrise «Regalo di Mercurio».
Jason fece un piccolo sbuffo che non passò inosservato, ma poi mise sù un sorriso e mostrò ad Alex come la sua spada potesse diventare una lancia. Il fratello di Will riuscì a vederla.
Gli fecero un piccolo applauso più per prenderlo in giro che per altro poi uscirono nel giardino dove lo staff stava ancora smontando tutte le decorazioni della cerimonia.
«I movimenti devono essere sempre fluidi e veloci» stava spiegando Jason. Diana sapeva già come si usava una spada, ma sembrava entusiasta di ascoltare la lezione che Jason Grace stava dando a suo marito.
Quante cose assurde in una sola frase!
Will se ne stava seduto su una sedia a rigirarsi distrattamente il pugnale tra le mani mentre sua cognata e il suo amico combattevano per far vedere ad Alex come si facesse.
Sembrava da tutt'altra parte con la testa, gli occhi fissavano un punto non definito sul giardino ma non lo vedeva veramente.
Stava ripensando alle conversazioni che aveva avuto con i suoi genitori.
Normali liti tra figlio-genitore, con l'unica differenza che Will spesso finiva con l'urlare "tu non sei mio padre" a Thomas.
Ripensò a quante volte gli aveva detto che Matthew gli aveva fatto male e puntualmente loro rispondevano "ora passa". Più cresceva di età più Matthew gli faceva male. Una volta, a otto anni, era anche caduto dalle scale.
Si costrinse a ripensare alle ultime due conversazioni: si era finalmente sfogato, avevano finalmente capito il suo dolore. Aveva notato che Naomi aveva una chiave appesa al collo.
Forse, un giorno, sarebbe riuscito addirittura a far tacere Matthew. E allora magari sarebbero stati una famiglia...
Will sospirò poi sorrise impercettibilmente: la cabina 7 era la sua famiglia. Quei ragazzi abbronzati, pallidi, normali, di colore; con i capelli biondi, castani o verdi; con quegli occhi chiari come una bella giornata di sole o scuri come il cielo durante il peggiore temporale; alcuni timidi, alcuni aperti; alcuni stonati; alcuni ficcanaso (leggi: shipper ossessionati); alcuni futuri medici e altri futuri Michael Jackson; alcuni folli e altri pure.
C'erano vari ragazzi di sedici e diciassette anni ormai. Molti di loro erano buoni guaritori, altri invece preferivano l'arco. Pochi avevano il dono della musica.
E nessuno in quella cabina era dotato di neuroni funzionanti. Will amava la cabina 7 e tutti gli idioti che la componevano.
Ridacchiò ripensando alla volta in cui Harry, un suo fratello musicista, aveva provato a tirare con l'arco. Riuscì a colpire Kayla sul piede ed era accanto a lui...
Pensò a quando avevano cercato di cucinare un dolce al cioccolato alla Casa Grande. Inutile dire che ci vollero Leo e Percy per spegnere l'incendio. I figli di Efesto non ci misero niente a ricostruire la piccola parte bruciata.
Piccolissima ovvio.
«Terra chiama Will» Alex gli sventolò una mano davanti agli occhi. Jason fece una smorfia «Will te lo dico per il tuo bene: non rispondere».
Diana e Will ridacchiarono mentre Alex lo guardava confuso, poi decise di sorvolare.
Will si alzò dalla sedia e senza preavviso attaccò Jason. Cominciarono a combattere e ogni tanto Jason gli dava qualche suggerimento per facilitargli i movimenti e migliorare i colpi. Alex li guardava affascinato: pensava che il combattimento spada-pugnale fosse impossibile, eppure Jason sembrava veramente in difficoltà nonostante avesse la spada.
Will scattava da tutte le parti, dando colpi forti e decisi. Ovviamente stavano cercando entrambi di non farsi niente, infatti Will lasciò cadere l'arma quando fece un graffio leggermente profondo a Jason. Il ragazzo si strinse il braccio con una smorfia «Ahio! Comunque sei bravissimo con quel pugnale, congratulazioni».
Will gli diede un quadratino giallo preso dalla tasca e l'altro biondo fece un morso microscopico mentre la ferita si chiudeva. «Ti sei fatto male di proposito» disse il figlio di Apollo rimettendo a posto l'ambrosia. Il figlio di Giove scosse la testa «Passare il tempo al Campo Mezzosangue mi aiuta, ma ho ancora la mente di un romano: ho uno schema di combattimento. É stato irritante il fatto che tu non lo seguissi!».
Solace ridacchiò mentre Diana annuiva comprensiva a Jason. Ormai era quasi ora di cena e decisero di tornare nelle loro stanze così che potessero farsi tutti una doccia.
A cena c'era tutta la famiglia Solace. Jason si fece subito amare da Dylan.
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