15. Paura e scontri: la drammatica lotta
||Che le sue paure non se ne sono andate
Anzi che semmai sono aumentate
Dalla solitudine amplificate||
Extraterrestre - Eugenio Finardi
||La fine del mondo per me sei te,
sei la fine del mondo, in te ci affondo||
Un altro mondo - M&K, Tananai, Marracash
×~×~×
Arrivo davanti alla casa della signora Giannette. Corro su per le scale con entusiasmo, l'ansia che cresce ad ogni gradino, fino a quando raggiungo finalmente la porta di Fedrick. Busso con forza, ma nessuno risponde. La tensione sale, il mio istinto mi dice che qualcosa non va. Decido di andare da Giannette, sperando che lei possa avere qualche informazione.
Batto alla porta di Giannette, ma questa volta la porta è già aperta. Entro con cautela, e quello che vedo mi lascia senza fiato. La casa è un caos completo, oggetti rotti e mobili abbattuti ovunque, come se un uragano fosse passato di recente. I muri stessi sembrano essere stati sfondati.
Il mio cuore inizia a battere più forte mentre cerco freneticamente i bambini e la signora Giannette. La mia gatta, che ha seguito ogni mio movimento fin dall'inizio, si libra dal mio braccio e comincia a esplorare la casa. Dopo un po', mi indica con un cenno del capo il luogo dove si nascondono i piccoli.
«Deklan! Raily!», li chiamo ansiosamente. Li trovo nell'armadio, abbracciati e spaventati, con gli occhi gonfi di lacrime. Li prendo tra le braccia e domando preoccupata cosa sia successo. I loro racconti balbettanti si mescolano alle parole ansiose di Bastet, rivelando un quadro terrificante: Fedrick si è introdotto nella casa e ha iniziato a distruggere tutto, senza sembrare sé stesso. La signora Giannette ha cercato di chiamare la polizia, ma il ragazzo l'ha addormentata con i suoi poteri (aspetta, che poteri?!) e l'ha nascosta da qualche parte nella casa. La ricerca per trovarla è diventata una corsa contro il tempo, poiché il suo intento sembrava essere quello di ucciderla. La voleva morta.
Perché si è comportato così? Cos'è successo?
Giannette è visibilmente confusa e frastornata, incapace di comprendere appieno la situazione. Prendo i bambini, la mia fedele gatta e la signora Giannette, li porto alla passa porta, nascondendoli in un luogo sicuro. Invio un pensiero urgente a Night, mio fratello, informandolo che nella torre si trova una famiglia in pericolo e gli chiedo di aiutarli. So che Bastet lo guiderà verso di loro.
Cosa sta succedendo alla personalità di Fedrick? Perché tutta questa rabbia e irascibilità?
Non posso permettere che un pericoloso psicopatico vaghi liberamente per le strade, mettendo a rischio la vita di innocenti e allo stesso tempo per lui. Quindi, inizio una ricerca frenetica per trovarlo, scrutando la mia mente alla ricerca di indizi. Ma non lo trovo. La mia frustrazione cresce.
Chissà se questi miei "nuovi" poteri possono aiutarmi.
Mentre concentro la mia mente sulla ricerca di Fedrick, sento una strana sensazione, un'energia oscura che sembra pulsare lontano da me. Ma non è nella mia mente, è in qualche altro luogo. Decido di seguire quella sensazione, indagando sul suo significato. In un impeto di rabbia e determinazione, scopro che posso volare, e lo faccio con una facilità sorprendente. Mi lancio in aria, veloce come un fulmine, alla ricerca del mio obiettivo.
Volare, che cosa assurda per chi ha paura dell'altezza. Aspetta, ma io ho viaggiato nello spazio, questo dovrebbe farmi paura: viaggiare nel nulla.
Ho già viaggiato nello spazio, eppure questa esperienza è completamente diversa. Viaggiare nel nulla dello spazio è una cosa, ma volare sopra la città, con la vita che scorre sotto di me, è un'esperienza del tutto nuova.
Finalmente, trovo Fedrick. Si trova all'orfanotrofio, un luogo che in passato ha rappresentato tante emozioni per me. Ma ora c'è qualcosa di oscuro e negativo in lui, qualcosa di ancora più spaventoso di me.
«Fedrick! Fermati!», gli grido mentre atterro di fronte a lui con decisione.
«Io non prendo ordini da una extraterrestre!» risponde sfidandomi.
Lui mi guarda con sdegno e sfida. È sorprendente che sappia chi sono, considerando che sono arrivata volando come Superman. E poi, come si è permesso?!
Devo capire cosa lo ha spinto a compiere azioni così terribili.
«Perché mi fai questo? Perché vuoi distruggere tutto ciò che mi appartiene?» chiedo arrabbiata.
«Beh, dal biglietto che mi hai lasciato diceva che eri da Giannette e ci sono andato per distruggerti, ma non ti ho trovata e perciò sono venuto qua. Sai, è stato un attimo scoprire dove sei cresciuta. Poi beh, ho fatto uno più uno e ho capito che tu sei la bambina scomparsa. Vedo che sei venuta tu da me. Bene, ora ti ucciderò» ribatte ghignando.
Le sue parole sono inquietanti.
Fedrick mi lancia un attacco improvviso, scagliando una bomba di fuoco verso di me.
Ma cosa?! Ha i poteri come me?! Ma è legale?
Sono sorpresa dal fatto che abbia poteri simili ai miei, ma ora non è il momento di meravigliarsi.
Fortunatamente, riesco a schivare l'attacco e mi allontano rapidamente dal paese, dirigendomi verso un campo di grano, un luogo che ha un significato particolare per me, poiché è stato lì che sono stata trovata anni fa.
«Io non scappo!» esclamo aggressiva. Lui continua a lanciarmi palle di fuoco, pezzi di metallo per colpirmi, ma soprattutto per uccidermi. Poi, perché?!
Sono costretta a schivare agilmente ogni attacco, ma l'affaticamento inizia a farsi sentire.
«Perché non reagisci? Cos'hai? Paura? Ecco perché i tuoi genitori se ne sono andati, per paura. Codardi!!», dice alzando la voce e ridendo.
Stringo i denti gli mando un incantesimo di inganno. Ovvero appaiono molte me, solo che capisce subito la originale. Tipo effetto "Naruto" con la sua "tecnica della moltiplicazione del corpo".
Okay, ho capito che lo devo colpire, ma non riesco. I miei colpi si sparpagliano e atterrano per il campo. Non posso e non voglio colpirlo... Io non riesco...
«Ti prego Fedrick, tu non sei così!» grido quasi piangendo.
Ma devo, devo difendermi e colpirlo. Lui arriva in bomba davanti a me, io, pronta con il pugno, lo colpisco solo nella pancia.
Fedrick mi afferra con una presa ferma, i suoi occhi splendono di un'oscurità inquietante. La sua forza è impressionante, e la sua intenzione è chiara: farmi del male.
Respiro profondamente, cercando di mantenere la calma mentre il suo potere oscuro tenta di sopraffarmi. Con la mia magia, resisto alla sua presa, cercando di mantenere la mia concentrazione.
«Non devi fare questo, Fedrick! -gli dico con voce tremante- Sei tu che stai combattendo contro te stesso, contro la tua vera natura».
Fedrick ride sarcastico, il suo sguardo feroce: «Non sai niente di me. Questo è ciò che sono diventato, ed è colpa tua».
Mi concentro sulla mia magia, cercando di respingere la sua presa. Con uno sforzo, riesco a liberarmi, ma so che non posso ferirlo. Non posso farlo.
La mia mente è in tumulto mentre cerco di trovare una soluzione a questa situazione apparentemente senza via d'uscita.
Il ragazzo attacca di nuovo, questa volta con palle di fuoco che sfrecciano verso di me. Schivo agilmente, ma il calore delle fiamme mi sfiora, bruciando il mio abito. Devo stare attenta, devo proteggermi senza ferirlo.
«Ti prego, Fedrick», supplico, cercando di raggiungere la parte di lui che una volta ho conosciuto. «Ricorda chi eri, chi sei tu. Ricorda la tua gentilezza».
Fedrick scuote la testa, i suoi occhi rabbiosi e avvolti di un nero come l'inchiostro annebbiando la sua vista, facendogli scordare chi sia lui veramente. Mi lancia un pezzo di metallo con telecinesi, ma riesco a deviarlo con la mia magia. Non riesco a colpirlo, non riesco a fargli del male.
La rabbia che brucia dentro di me diventa la mia fonte di forza. Concentro le mie energie e, con un impeto di determinazione, riesco a evitare ogni tipo di attacco. La mia mente è in uno stato di pura concentrazione mentre cerco di individuare una vulnerabilità in Fedrick.
«Non c'è niente da ricordare -sibila- Ho aperto gli occhi, e ora devo distruggerti».
Mentre continua a lanciarmi attacchi, evito con agilità, ma sento la fatica che si fa strada. Non posso combattere contro di lui, ma non posso permettergli di ferire nessuno. Non so cosa fare, come fermarlo senza ferirlo.
Fedrick si avvicina rapidamente, sferrando un pugno nella mia direzione. Istintivamente mi abbasso, ma il suo colpo mi colpisce sulla spalla. La mia mano fa male, ma devo resistere.
Lo affronto, tentando di bloccarlo e fermarlo senza ferirlo. La lotta è furiosa.
Mi concentro su un incantesimo di protezione, creando uno scudo di luce attorno a me. Non voglio colpirlo, ma devo difendermi.
Fedrick continua ad attaccare, ma lo scudo tiene. La sua rabbia cresce, ma riesco a vedere anche un briciolo di confusione nei suoi occhi. Forse, forse c'è ancora una speranza.
«Tu non sei così. Non lasciare che l'oscurità ti consumi».
Lo guardo negli occhi completamente scuri, mentre lui si prepara a un altro attacco. Spero che riesca a vedere la verità nelle mie parole, spero che riesca a trovare la luce dentro di sé prima che sia troppo tardi.
Cavolo che male la mano. Lui sembra che non provi niente.
Allora io lo attacco dall'alto e poi dalla schiena. Niente, nemmeno un graffio gli provoco.
Respira, pensa ed esamina. Cosa puoi fare?
Tutto ciò che penso è che papà aveva ragione: anche la persona che ti ama o che tu possa amare, se sa chi sei veramente può ucciderti.
All'improvviso un colpo alla schiena mi fa atterrare a terra.
Caspita che forza. Sono così stanca che non riesco ad alzarmi. Negli ultimi istanti di coscienza chiamo mio fratello.
×~×~×
«Nerina! Zayra!» questa voce mi è familiare.
Apro gli occhi. Faccio un leggero sorrisetto.
«A... Antony!» dico faticosamente. Tento di tirarmi su, ma lui mi ferma. Gli chiedo dove mi trovo e lui mi risponde all'orfanotrofio, le suore mi hanno medicato e il ragazzo ha raccontato tutta la verità alle persone che mi conoscono. Ha spifferato che sono Zayra, la principessa scomparsa.
Mi giro un attimo e trovo Night sulla porta.
«Se né andato al nostro arrivo. Ho raccontato a mamma e a papà quello che è successo e credono che sia stato ipnotizzato, o in qualche modo creato un contatto con la vecchia Megehra, la sua antenata, che voleva la famiglia reale morta -mi racconta- Te lo hanno detto che quella "strega" aveva incantato tutto il mondo per i suoi scopi? Beh, pure lei aveva i "poteri". Era troppo forte per sconfiggerla. Re e regina hanno preferito mettere al sicuro i figli, ma uno degli abitanti è riuscito ad arrivare sulla navicella e staccare la tua» aggiunge tristemente.
«Allora battiamola e così possiamo liberarci di lei e tornare sulla Terra» rispondo alzandomi di scatto dal letto. Possiamo farcela se siamo uniti.
«Non si può» si intromette Antony.
«E perché?» chiedo con tono aggressivo.
«La vecchia è morta e si è impossessata del corpo del tuo amico» mi risponde Night.
E perciò? Cosa posso fare? Ucciderlo e catturare lo spirito della strega?
«Ma nella tua cronologia di giorni fa non spiega se sia morta o meno», specifico.
«Questo è vero. Però le leggende terrestri tendono sempre ad alterare la realtà», risponde Night.
«Nerina o Zayra, meglio se mi dici con che nome preferisci che ti chiami -si inserisce nel discorso Antony- Di quale leggenda si tratta?».
Il giovane principe spiega al mio migliore amico il suo storico, specificando ogni evento e particolare.
Penso che Antony e Night si siano trovati, entrambi hanno le stesse passioni e lo stesso modo di organizzarsi.
«Comunque -interrompe mio fratello- ho messo in salvo i bambini, Bastet e la donna. Ora stanno bene e sono su Astrid. Lei è grave, ma fuori pericolo».
Un respiro di sollievo.
Esco dalla mia vecchia camera e mi dirigo in cucina. Le suore che mi vedono mi sorridono e salutano.
Sono stata molto lontana da qua, e sì, mi sono mancati.
Rammento la scusa che avevo inventato per andarmene via e chiedo immensamente scusa per essere sparita, per aver mentito spudoratamente.
«Noi siamo con te» esclamano.
Io sorrido amaramente e le ringrazio prendendo un bicchiere di latte, pensando a come risolvere questo pasticcio.
«Nerina, noi vogliamo combattere con te» vengono a dirmi gli orfanelli.
«Mhmm... Beh, combattere no, ma potete sempre darmi una mano» rispondo.
Subito dopo arrivano i miei compagni di classe con i professori.
«Cosa pensi? Che rimarremo a guardare?! Beh, no, noi siamo dalla tua parte», dice Jennifer.
Sorrido quasi commossa e ringrazio.
Cosa succede ora?
Si prepara una trappola per Fedrick.
Non metterò mai in pericolo i miei amici, la mia famiglia terrestre. Io combatterò per loro.
×~×~×
Sono nel famoso campo di grano che aspetto il ragazzo di cui ero e, non lo so, forse lo sono ancora, innamorata, che ormai non è più in lui.
Si, ci soffro e ci sto male, ma se voglio che ritorni in sé, lo devo affrontare.
Fedrick arriva. Neanche il tempo di salutarlo che mi attacca. Mi afferra e inizia a volare verso l'alto per poi lasciarmi e con una spinta fortissima abbattermi.
Eh no carino, tu hai dei poteri molto forti, ma anche io. Perciò ritrovo il mio equilibrio e gli sferro un pugno nello stomaco.
Sento che ha provato dolore dal suo lamento, anche se lieve, così lui decide di darmi un pugno alla cieca, con molta rabbia e indignazione. Purtroppo, mi colpisce sulla spalla, ma lievemente. Si, mi ha fatto male, ma non così tanto. Prendo la rincorsa e gli tiro un pugno sulla faccia e un calcio nella pancia. Cade a terra. Si rialza e sputa una sostanza nera unita al sangue.
«Pensi di averla vinta?» urla.
Lui tenta di attaccarmi, ma mi abbasso.
Con i poteri che ho, lo lancio per aria privandogli per degli istanti di volare.
Dopo che cade senza forza dal cielo, finalmente atterra nel punto in cui avevo immaginato tutto. Fedrick è fermo e io urlo un «Ora!» per avvisare i miei amici.
Loro spuntano all'improvviso. Il ragazzo si trova bloccato alle gambe con delle corde e con dei guanti alle mani e poi anche quelle legate. Lo tengono fermo e io ora devo... Ora devo fare ciò che non vorrei fare: eliminarlo.
Lo guardo negli occhi, mi viene quasi da piangere. La mano è pronta per colpirlo al cuore, strapparlo dal petto e metterlo a terra una volta per tutte.
Sferro l'attacco continuando a guardarlo negli occhi.
«Nerina cosa stai facendo? Sei impazzita?».
La sua voce preoccupante mi blocca.
«F... Fedrick? Sei... Sei proprio tu?» chiedo piangendo.
«Chi vuoi che sia?! Tuo padre?» risponde con tono leggermente seccato.
Faccio un sorriso e lo abbraccio.
«Finalmente... Finalmente sei tornato in te» dico piangendo.
Fedrick è esausto e confuso. La sua mente sembra lentamente tornare in sé, e vedo il terrore nei suoi occhi mentre realizza cosa ha fatto. Gli chiedo con voce tremante cosa sia successo, e le sue parole sono un susseguirsi di confessioni angoscianti.
Mi racconta di come sia stato afflitto da visioni oscure e compulsioni violente, e di come sia stato costretto a compiere azioni terribili da una forza oscura che sembrava controllarlo.
Il tutto ha avuto inizio da qualche mese, poco dopo aprile; stando a dei calcoli da quando sono arrivata io o poco prima. Mi racconta che ha sognato un corvo dal becco scuro.
Nel silenzio dell'ombra, un corvo maestoso danza tra i rami come un'ombra vivente. Le sue piume nere, profonde come la notte, catturano la luce, riflettendo un mistero antico. I suoi occhi scrutavano il mondo con intelligenza, sfidando il tempo con un'aura di saggezza.
Nelle notti insonni di Fedrick, il corvo si trasforma in un'ombra sinistra, sospesa tra il reale e l'incubo. Le sue ali diventano artigli spettrali che, con astuzia, penetrano il sonno del ragazzo. Fedrick sente il freddo soffio delle piume nere mentre il corvo, come un ladro d'oscurità, si insinua nei suoi sogni. Con un movimento inquietante, il volatile svela il suo segreto più oscuro: attraversa la bocca di Fedrick, raggiunge l'anima e si impossessa di essa, danzando nel labirinto dei suoi pensieri. Un connubio di terrore e fascino che persiste al risveglio, come un'ombra indelebile nella mente di Fedrick.
Mi chiede perdono, implorando di essere aiutato. La sua voce è piena di disperazione e rimorso.
Non so cosa fare, ma so che non posso lasciarlo qui intrappolato. I ragazzi, ormai stupiti, lo slegano. Fedrick crolla a terra, esausto e vulnerabile. Gli offro la mano, pronta ad aiutarlo a rialzarsi, sperando che possiamo trovare una soluzione per il suo tormento interiore.
Io lo afferro e lo abbraccio fortemente. Si lamenta per i dolori che ci siamo causati, però lui mi stringe a sé e mi accarezza il viso.
Gli sorrido. Ci rialziamo e andiamo verso l'orfanotrofio.
Quando arriviamo lui si distende sul mio letto e si addormenta.
Io lo osservo mentre lo medico e gli stringo la mano. Dopo un po' mi addormento accanto a lui.
×~×~×
Mi sveglio con Fedrick che mi avvolge in un abbraccio che stringe sempre di più, come se volesse strapparmi la vita stessa. Un abbraccio che si fa sempre più stretto, sempre più opprimente. La sua presa, una volta confortevole, ora si trasforma in un crudele tormento.
«Mi... Mi stai facendo male», riesco a balbettare a stento, il terrore prende il controllo dei miei pensieri.
«È quello che voglio fare», risponde, stringendo con più forza. Un brivido di terrore mi percorre la schiena mentre mi rendo conto che non è più lui. Il suo sguardo è diventato freddo, gli occhi sono vuoti, il suo corpo non è più il suo. Una malvagità traspare nei suoi occhi, stringendomi nuovamente ancora più forte, come se volesse schiacciare ogni speranza dentro di me.
No, non è più lui. Il ragazzo che amo è stato sopraffatto da una forza oscura, e il suo abbraccio è diventato una morsa letale.
In un istante di disperazione, mi volto di scatto, bruscamente, verso il ragazzo che fino a pochi istanti prima era Fedrick.
Le lacrime nei miei occhi si mescolano con la rabbia che brucia nel mio petto. Con un gesto agonizzante, con tutte le mie forze, riesco a liberare un braccio e con due dita tremanti gli premo la fronte, tenendogli la bocca aperta.
Megehra deve essersi tramutata in un corvo. È così che mi ha imbrogliata da piccola ed è così che si è instaurata nel corpo del giovane uomo.
Scivola attraverso di me un incantesimo disperato, un flusso di magia antica e possente. Da quella bocca ora spalancata sgorga un fluido oscuro e denso, portando con sé la vecchia strega, come un'entità sconfitta dalla forza della mia volontà.
Emerge come l'eco di un'era perduta. Il suo volto è segnato da rughe profonde, solchi di esperienze oscure incisi dal tempo. I suoi occhi, penetranti come voragini senza fondo, riflettono una saggezza intrecciata a un male antico.
Vestita di strati di stoffe consunte, la sua figura gracile sembra cullare il peso di secoli di maleficio. Le sue mani, nodose e ispide, racchiudono un potere che ha attraversato epoche e tradito cuori innocenti.
La sua presenza maligna si materializza, mentre Fedrick sviene, diventa freddo e pallido. Ma il suo stato è un dettaglio insignificante in questo momento di angoscia. La mia unica preoccupazione è quella di inseguire l'anziana che scappa via, sfuggendo alla giustizia che tanto merita.
Chiedo aiuto a mio fratello, ad Antony e ai miei amici, implorandoli di riuscire ad afferrarla, di fermare questa terribile creatura che si è impossessata di Fedrick. Ma la vecchia strega sfugge alle loro mani, con un sorriso malizioso danza fuori dalla loro portata. Lei è determinata, quasi ride del mio sforzo.
Cammina con un'andatura claudicante, ma la sua presenza è come un'ombra che si allunga sinistra, oscurando tutto ciò che tocca. Il suo sguardo brucia di un'intelligenza malevola, e il suo respiro è un sibilo di incantesimi intrecciati. La vecchia strega è un'immagine viva della malvagità immortale, un'entità che persiste oltre il velo del tempo.
«Non mi prendi», continua a ripetermi, quasi per sfottermi, il suo ghigno malvagio risuona nei miei timpani, riecheggiando nel mio spirito tormentato.
Oddio, non la sopporto. La sua malvagità mi scava dentro, e il suo ghigno mi fa rabbrividire. La mia pelle è coperta di brividi mentre la vedo allontanarsi, la fonte di tutto il male che ha invaso le nostre vite.
«Il tuo principino sta morendo adesso che non possiedo il suo corpo», sussurra con una fredda soddisfazione. Non le importa nulla di lui, del suo stesso sangue. Ghigna ancora una volta, gettando ombre oscure sulla mia speranza già fragile.
No, non posso permettere che ciò accada. Il mio cuore si spezza al pensiero di Fedrick, il suo volto vulnerabile e amorevole che ora è intrappolato in un corpo inerte. Non sta morendo, non può morire così. Lui... Lui non sta morendo.
No, non sta morendo. Lui... Lui non...
La disperazione mi avvolge mentre giuro di fare qualsiasi cosa per riportare Fedrick indietro, per spezzare il male che ci ha separato. La mia battaglia è appena iniziata, e il mio cuore si spezza nel pensiero della sua perdita imminente.
Dalla rabbia di quelle parole, con un potere speciale che non credevo neanche di avere. Per far sì che non ci siano ripercussioni nell'ambiente che mi circonda, decido di creare una cupola di protezione che trattenga all'interno solo me e l'anziana.
«Zayra che stai facendo?» chiede Antony preoccupato.
«Sta cercando di...» interviene Night.
«Esatto!» esclamo.
La vecchia ghigna e all'improvviso mi attacca.
«Mi dispiace, lei è troppo lenta» rispondo divertita.
Io e la vecchia strega ci fronteggiamo, i nostri sguardi carichi di sfida e risolutezza. L'aria sta diventando sempre più densa di energia magica pronta a esplodere in ogni momento.
Con il suo bastone, la strega scaglia un fulmine oscuro contro di me. Mi precipito a reagire, creando uno scudo di luce con un gesto istintivo, respingendo il suo attacco. Le scintille che si sprigionano dalla collisione danzano nell'aria, creando un'atmosfera carica di tensione.
Non la voglio attaccare. Vorrei solo parlarle.
Dopo vari tentativi di farmi del male, l'anziana signora capisce che non l'avrei mai toccata.
Infatti, si mette di fronte a me e si siede, la stessa cosa faccio io.
«Può spiegarmi perché odia così tanto la mia famiglia?» domando.
«Semplice, mio marito morì nella guerra contro gli alieni e quando ci fu il matrimonio del re e della regina, pensai che la morte del mio Edward fosse vana e perciò ho nutrito dentro di me l'odio, fino a portare il mondo contro la famiglia reale».
«So cosa vuol dire odiare tutti, ma bisogna imparare ad andare oltre e iniziare a vivere.
Non so cosa voglia dire perdere l'amore della propria vita, però so cosa vuol dire sentirsi soli e abbandonati e secondo me lei si è sentita sola e abbandonata. Anche adesso che lei è morta, è sola e abbandonata. Perché non prova a vedere il mondo con occhi diversi?», ma la strega non mi vuole ascoltare e con una raffica di rabbia e rancore cerca di estrarmi il cuore.
Mentre le forze oscure si scontrano con la mia magia, tento di ragionare con la strega, nonostante la sua ostinazione nell'odio. «Devi capire che l'odio non porta a nulla di buono. Puoi ancora trovare la pace e la felicità, se solo lo desideri».
La strega scoppia in una risata sarcastica.
«Pensate che parole gentili possano cambiare il mio cuore? Non avete idea di cosa ho vissuto!».
Mentre parla, la strega comincia a creare illusioni spettrali intorno a me, cercando di confondermi. Visioni di battaglie passate, perdite dolorose e sofferenze si materializzano nell'aria e le parole si liberano nel vento e riesco a distinguere alcuni nomi. Ma io non mi lascio ingannare. Concentro la mia mente e dico "basta" con fermezza, facendo svanire le illusioni nel nulla.
«Basta! Tu non sei solo Megehra. Chi sei in realtà? Qual è il tuo obiettivo?», incombo su di lei.
«Brava, allora hai ascoltato -risponde cambiando aspetto in una bellissima donna dai capelli rossi e dagli occhi scuri- Io sono Lilith.
La prima mariana mandata sulla Terra per poter fondare delle civiltà simili alla nostra. Con me c'era anche un uomo mariano venuto per popolare, ma non potevo accettare la sottomissione, né il destino di essere una figura subalterna. Così, con l'ardente desiderio di uguaglianza, me ne andai dalla Terra.
Le ali della libertà mi portarono lontano, tra le ombre oscure e secoli dopo tornai sulla Terra. Unendomi a creature arcane, abbracciai la notte come mia alleata. Diventai l'incarnazione di una forza ribelle, sfuggendo alle catene dell'obbedienza imposta.
Nel corso dei secoli, la mia figura fu avvolta da miti e leggende, trasformandomi in una notte-strega, una seduttrice di anime. Ogni racconto, ogni amuleto intessuto per proteggersi da me, sono frammenti di un passato che fu mio, segnato dall'orgoglio e dall'indipendenza.
Le madri temevano il mio influsso durante il parto, poiché portavo con me la tempesta della ribellione. La mia storia, intessuta di simbolismo oscuro, è stata scolpita nei secoli, una melodia di libertà eterna che ancora riecheggia nelle leggende di un tempo ormai perduto.
La leggenda terrestre non è molto diversa dalla mia reale storia» conclude soddisfatta.
Lilith, con capelli rossi che danzano come fiamme ribelli, incornicia un volto dalle fattezze perfette.
Gli occhi, profondi e scuri come la notte senza luna, irradiano un magnetismo misterioso. Le sue curve, sottili e sinuose, conferiscono al suo corpo un'aura seducente.
La pelle di Lilith, porcellanata e liscia, è il palcoscenico di un fascino etereo. Vestita con drappeggi di tessuti rossi, ogni movimento di Lilith è un'ode alla sensualità. La sua bellezza, magnetica e insondabile, risuona nel presente come il richiamo di un'antica dea ribelle.
Nel suo sguardo risiede il potere di sedurre e intrappolare, mentre i capelli rossi, ardenti come la passione della ribellione, sfiorano leggeri le spalle. Lilith, una donna di una bellezza così straordinaria da confondere la linea tra la realtà e il mito, incanta coloro che osano incrociare il suo sguardo fatale.
«Non importa cosa hai vissuto -dico con risolutezza- ognuno può scegliere di percorrere una strada diversa, di cambiare».
La strega, sempre più infuriata, tenta di scatenare fiamme ardenti contro di me, cercando di lanciarmi un attacco devastante. Questa volta, decido di non resistere. Mi trasformo in un turbine di vento e mi avvicino rapidamente a Lilith, spegnendo le fiamme con la mia aura.
«Devi capire che anche tu hai il potere di cambiare e di apprendere come la Lilith della leggenda: non si vendica, ma cerca di aiutare» dico, il mio tono morbido ma persuasivo. «Puoi trovare la redenzione, la pace e la felicità, se solo scegli di farlo».
La donna sembra esitare per un momento. Un dubbio la attraversa, e lentamente abbassa il suo bastone ormai diventato scettro, emettendo un profondo sospiro. «Forse... Forse hai ragione Zayra, però non è giusto. Umani e alieni non dovrebbero far parte dello stesso mondo, o almeno non dire niente a nessuno. Le persone hanno molti pregiudizi e non riescono ad accettare la diversità, sembrano riluttanti nello scoprire qualcosa di nuovo».
La cupola magica si dissolve, rilasciando la strega dalla sua prigionia. La guardo con speranza negli occhi. Lei sospira di nuovo, questa volta con un sorriso malinconico. «Non so se potrò mai redimermi per tutto il male che ho fatto, ma... Voglio provare».
Con un sorriso caloroso, mi avvicino alla donna, tendendole la mano e sorridendole: «Allora iniziamo insieme».
Mentre ci confrontiamo in una battaglia di parole e magia, nel cuore di Lilith inizia a germogliare la speranza di un cambiamento. E mentre le lacrime scorrono dagli occhi, non sono più lacrime di disperazione, ma di speranza per un futuro migliore.
La donna si dissolve lentamente, il suo corpo si sgretola in una nebbia oscura, mentre la sua figura svanisce nell'oblio. Ma mentre svanisce, noto che rimane lì, sorridente. Un sorriso che sembra dirmi grazie, come se finalmente fosse stata liberata da un peso più grande di lei. È un sorriso che penetra nel mio cuore.
Le persone del mondo non sono più sotto la sua influenza e possono ritornare a credere in chi vogliono, almeno spero che sia così. Almeno spero che sia così, ma il dubbio si insinua nella mia mente, perché la sua presenza ha lasciato cicatrici profonde che il tempo potrebbe non essere in grado di guarire.
Nel frattempo, le suore si sono affrettate ad aiutare Fedrick, ma il destino è già stato scritto, e non c'è nulla da fare.
Vado vicino al suo corpo ormai pallido, quasi blu, e il mio mondo si sgretola con lui. Le lacrime scorrono a raffica dai miei occhi, la disperazione mi travolge, un urlo straziante si libera dalla mia gola.
«No, no, no! Non ci credo che lui... Lui... No!», urlo dalla profondità della mia disperazione, la voce graffiata dalla sofferenza. Il mio cuore è dilaniato, come se una bestia feroce lo avesse sbranato vivo.
Il mio cuore si spezza in mille pezzi mentre mi rendo conto che Fedrick, il mio amore, il mio compagno, è stato strappato via da me, lasciando un vuoto profondo e incolmabile. La sua presenza, il suo calore, tutto ciò che era, che lo rendeva speciale, è svanito, e il mio mondo è ora avvolto da un'oscurità senza fine. Il vuoto che ha lasciato è insormontabile.
Lui... Lui non è più con me, e il mio dolore è insopportabile, una tormenta di emozioni che mi avvolge come un gelido abbraccio della morte.
Lui... Lui non è più con me, e il mio dolore è una tempesta di angoscia, una notte infinita senza luna.
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