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La Spada della famiglia reale di Eridanium (Episodio 13)

Le nubi screziate di colori scarlatti del tramonto passarono al nero della sera con la scomparsa del sole,  all'orizzonte un primo fulmine illuminò il cielo denso di nuvoloni dai colori violacei, il boato susseguitosi dopo pochi secondi indicava la vicinanza del lampo, seguito subito dopo da altre saette e altrettanti tuoni, in breve lo scrosciare violento del temporale. La persiana della stanza di Lorene iniziò a sbattere e l'acqua impetuosa si rovesciava sulla casa. La ragazza non riusciva a prendere sonno, ed il temporale non l'aiutava. Aprì le ante per cercare di chiudere la persiana e ricavò una doccia fuori programma. I piedi nudi poggiavano su una pozzanghera d'acqua e la camiciola zuppa le si appiccicò al corpo. Aprì il primo cassettone e prese il primo telo della pila ben piegata, l'odore di lavanda l'avvolse, rimase per qualche istante ascoltando il rumore del temporale e godendo del tepore della stanza. Si infilò la prima maglia che trovò nell'armadio e con la lampada in mano scese di sotto. Mille pensieri le giravano per la testa, fare il ladro e aiutare i malcapitati era un gioco, era partito tutto come un gioco, ma ora? Organizzare una rivolta era tutta una altra cosa! Si fermò di colpo, sentì distintamente i bisbiglii dal fondo delle scale, si sporse notando la luce fievole del camino della sala e due figure sedute sul divano, le ombre danzavano sul muro. "Mami?" e illuminando la stanza notò l'anziano, si alzarono contemporaneamente quasi fossero stati presi in fragrante. "Bambina mia, non riesci a dormire? Vini prendi un te con noi" le sorrise benevola e senza esitazione si avvio verso la cucina a prendere un altra tazza. Il nonno di Giusy si risedette sulla poltrona e sorseggiò il suo tè, la ragazza rimase a bocca aperta con la lampada tenuta a mezz'aria "Ma, cosa ci fa lei qui?" infine riuscì a dire in tono inquisitorio "Calmati Lorene, Philippe l'anziano non mi sta' affatto disturbando. A dire il vero gli ho chiesto io di farmi compagnia" delicatamente le tolse la lampada dalle mani e la fece accomodare sulla sedia a dondolo vicino al divano ponendole la tazza fumante nelle mani "Scotta!" disse stizzita "Mami? Ma che storia è questa?" . L'aura di entrambi era serena, fluttuava equilibrata intorno a loro "Sai chi è Philippe, vero ?" 

"Si, certo! E' il nonno di Giusy, ed è uno degli anziani! Ma cosa c'entra con te?" e lanciò lo sguardo indagatrice verso di lui che sembrava estraneo ai loro discorsi, placidamente beveva il suo tè e... non poteva essere, sembrava addirittura che sorridesse sotto quella lunga barba bianca. "Mami?" il tono le uscì più acuto di quanto avesse voluto, il temporale stava volgendo al termine, la pioggia non infuriava più "Devi sapere che Philippe è uno dei ventitré anziani che hanno stabilito i confini di Bodinkòs, che hanno contribuito a stendere gli antichi testi dei regni" si sedette affianco all'uomo e i loro sguardi raccontavano storie precluse alla ragazza che li osservava attonita "Dove vuoi arrivare Mami?"

"Presto lascerai questa casa, piccola mia" 

Rimase ammutolita, l'anziano alzò lo sguardo ed invitò Mami a continuare "Io ti ho insegnato tutto quello che era in mio potere, ora devi seguire Philippe" inevitabilmente la tazza le cadde dalle mani rompendosi in diversi pezzi e lasciando schizzi di tè sul pavimento e alla base del divano "Seguire? Seguire dove?"

"Tranquilla bambina mia, non subito, ma io ho concluso il mio compito!" e finalmente l'anziano intervenne "Certamente dovrai prima rispettare quanto hai promesso oggi!"

La testa le girava, non capiva nessuna delle frasi dei due. Mami la sera le parlava della magia della luce, le leggeva i tomi che contenevano formule e la incoraggiava a provare e sin da piccola sapeva padroneggiare quei poteri ma era un gioco non era una scuola. Sapeva mimetizzarsi, e scomparire, vedeva l'energia delle persone, riusciva persino ad accendere le candele, ma cosa significava quello che aveva appena detto Mami? Si sentiva debole si era alzata di scatto e si risedette sconcertata "Ti senti bene Lorene?" il viso dolce e rassicurante dell'anziana donna la fece riprendere "Mami! Io non ho nessuna intenzione di lasciarti! Perché mai dovrei seguire uno sconosciuto!" l'anziano sorrise e Mami le prese le mani tra le sue infondendogli calore e calma "Io sarò sempre con te." le parole le arrivarono come una cantilena, si sentì cadere nel tepore tranquillo di infinita pace, lentamente le palpebre si chiusero e poi il nulla.

L'alba era rossa come il tramonto, ma ormai le nuvole si erano diradate, Lorene si svegliò nel suo letto, si sentiva riposata e piena di energia. Le tornarono alla mente gli avvenimenti della giornata precedente e si sedette di scatto sul letto. Guardò fuori la finestra era spalancata e l'aria frizzante del mattino la fece rabbrividire si portò d'istino le coperte fino al collo. 

Il sole stava lentamente facendo capolino, doveva prepararsi e correre al fiume, saltò giù dal letto e si vestì in fretta, prese la sacca la controllò c'era tutto e la chiuse. Poi un ricordo le passo per la testa: Mami e l'anziano... era accaduto davvero o forse era stato solo un sogno ? Scacciò quei pensieri era già abbastanza presa da RosaNera, corse giù per le scale prese la colazione già pronta sul tavolo, si guardò in giro, di Mami nessuna traccia, strano, ma uscì comunque dalla casa urlando "Mami torno entro sera - sarà tornata a letto -", si sentiva in colpa perché certamente non sarebbe tornata.

L'erba era ancora bagnata, si appoggiò al tronco con il vestito nero tra le mani, aveva trovato una soluzione che probabilmente non avrebbe causato altre morti, ma più che altro pensava a Mami, avrebbe voluto dirgli tutto a voce, forse era ancora a letto che dormiva, con un biglietto le spiegava cosa era diventata in quegli anni e la pregava di non preoccuparsi. Si cambiò velocemente e prese i panni di RosaNera si mise in attesa sedendosi sul tronco storto facendo penzolare la gamba. Alzò lo sguardo per godere del cielo azzurro e limpido, l'anziano fù il primo ad arrivare, silenzioso la osservava "così esile e così forte" pensò.

"Sei proprio sicura, della tua decisione? Affrontare il principe significa affrontare la magia del buio del consigliere del re!" 

"Cosa ? Oh, ma è lei... - Ma come fà a sapere che voglio sfidare il principe? - Perdoni, ma chi è lei?"

"RosaNera, giusto? Io sono Philippe l'anziano." sorrise e con il suo nodoso bastone, si avvicinò alla maschera, ma poi lo ritrasse e si sedette sulla soffice erba, incurante che fosse ancora bagnata.

"Al suo servizio! - Ma allora forse sà chi sono - Lorene mi ha detto ..."  fu interrotta dalla risata dell'uomo era cristallina come quella di un bambino "E' curioso come ognuno veda solo ciò che ha piacere di vedere. Ti domandi cosa io so? Io leggo e so molto, ma ovviamente non posso sapere tutto"

"Lei parla sempre per enigmi?" le parole le uscirono d'istinto sorprendendo anche lei, Philippe sorrise nuovamente "Come pensi di battere il potere oscuro di Louis? Hai visto cosa ha fatto alle guardie sei disposta a vedere il tuo principe ridotto allo stesso modo?" il solo ricordo le chiuse lo stomaco, sentì il terrore salirgli sulla schiena "Re Alberto è sempre stato sostenuto dal suo consigliere, lo sospettavo, sono certa che anche durante la guerra, ventun'anni fa,  fu lui per primo ad usare al magia oscura." soppesò bene le sue parole "Non amo il principe, ma nessuno dovrebbe essere condannato ad un orrore del genere"

"Il principe ha già la sua condanna ed è la maschera che porta al volto. Io non uso poteri magici, ma vedo oltre e vedo la magia nelle persone. Tutti hanno la magia, ma solo chi crede riesce ad usarla, e solo chi ne è consapevole può' decidere di avere questi poteri oppure lasciare ad altri il pericoloso uso della magia della luce e del buio" mentre parlava disegnava con il legno sull'erba creando scie di luce colorata "Ti ho riconosciuta ieri sera, dal tuo segno, ed ho visto la tua magia di luce" un bellissimo falco si concretizzo sotto gli occhi di Lorene, luminoso e maestoso per poi scomparire in pochi istanti "Ho custodito questa spada, sapendo che sarebbe arrivato a cui donarla" la scia luminosa si trasformò in una lama lucente "Ho chiesto consiglio alla strega della foresta e delle montagne, e sono onorato nel consegnartela certo che ne farai buon uso" Il bastone si trasformo nella spada del falco, la spada della famiglia reale di Eridanium, anche l'anziano cambiò nello stesso istante, in ginocchio davanti a RosaNera un uomo alato i capelli argento raccolti in una lunga coda, le ali ricamate da un sottile filo d'argento che scintillava alla luce del sole, la spada era custodita in un feltro di velluto blu, attorcigliato da nastri argentati. 

Nell'istante che RosaNera prese la spada e la sfoderò, Philippe tornò il vecchio zoppo e curvo, con il bastone nodoso che lo sosteneva. "E' la spada data in dono alla Regina Annika... io non posso, come posso accettarla?"   

 "E' tua di diritto!" 

"Mia di diritto? Solo perché voglio aiutare la mia gente? Chi sono io per meritarla?"

"E' lei che ti ha scelto ora è tua. Hai i poteri per poterla usare"

"Mia?" guardava quello strumento con occhi sgranati, mai avrebbe pensato di possedere una arma così, era esterrefatta.

"Quando sarà il momento scoprirai chi ne è realmente proprietaria"

Fino a quel momento non si era accorta che i suoi amici erano arrivati ed anche molti cittadini di Eridanium, vide i loro volti sorpresi e d'istinto alzò la spada e tutti si inginocchiarono per darle onore.

Angolo Autrice: 

ciaooo oggi sono ispirata ed ecco a voi PHILIPPE, l'anziano dei ventitré, nel suo aspetto da combattente.

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